4 settembre - Lontano...

19,00 - Corridoio Primo piano/Giardino
PG: William Charm, Cornelia Penderton, Ginevra Sabbiadoro


Guardai l'orologio. Erano le sette. Non avevo più voglia di stare in compagnia, volevo stare sola per un po'. Guardai Ginevra che mi teneva ancora la mano.
"Io dovrei andare. Vado... a posare la borsa!" spiegai e alzai la mia borsa nera. Poi, per fare in modo che non mi accompagnassero, inventai un'altra scusa.
"E poi mi faccio una doccia!" Sorrisi. Un sorriso incerto, tremolante. Non ero mai stata brava a mentire ma pareva che non se ne fossero accorti. Mi avvicinai a Ginevra.
"Ci vediamo al tavolo di Grifondoro!" le dissi sorridendo.
*Chissà se voglio veramente rivederla. Ho un brutto presentimento. Ho il presentimento che mi detesti!* Continuai verso Cornelia.
"Se hai bisogno di me, chiamami pure! Io sono sempre qui!" la rassicurai. Per ultimo salutai William.
"Ciao William." dissi timidamente. Abbassai lo sguardo sulle mie scarpe per qualche secondo poi alzai la testa di scatto, mi alzai sulle punte e diedi un bacio sulla guancia al ragazzo. Non sapevo quale fosse stata la sua reazione perchè corsi via subito verso le scale. Dovevo andare lontano per stare sola. Scesi le scale e uscii all'aperto. L'aria era fresca ma c'era ancora un po' di luce. Mi sedetti sui gradini. In quel momento un gufo planò su di me e si posò ai miei piedi. Nel becco aveva una lettera. La presi e lessi con curiosità. Anche se molto corta mi rese felice.
'Cara Alexandra.
Ci dispiace che tu abbia litigato con la tua amica ma non perdere mai la speranza. Noi ti vogliamo bene e se tu sei felice e sorridi, tutti sorrideranno con te. Non ti arrendere mai. Fai qualunque sbaglio ma mai quello di perdere la speranza e arrenderti alla prima difficoltà. Ci sentiamo.
Mamma e papà.'
Sorrisi, stavolta sinceramente. Volevo molto bene ai miei genitori e loro ne volevano a me. Quella era la conferma. Strinsi a me la lettera e poi la riposi nella borsa. Guardai lontano, oltre le montagne, oltre i prati e mi parve di vedere mio padre che mi sorrideva e abbracciava mia madre che rideva contenta. Non vidi mia sorella Sandy. Non vidi mia sorella Sara. Loro erano lontane da me e dalla mia mente. Lontano come dal sole alla terra, forse anche di più. Lontano e basta.
*Mi dispiace ma io non rinuncio al mio mondo. Al mondo a cui appartengo. Al mondo di mio padre!* pensai, come se stessi parlando con le mie sorelle.
*Chissà se le posso chiamare ancora sorelle?* mi chiesi sconsolata. E il mio sguardo si perse ancora lontano, oltre le montagne.

Alexandra Joy,
IV anno, Grifondoro