4 settembre - Ricordi e Stelle

19,03 - Giardino
PG:Cassandra Raymond


Finito il nostro pic-nic, io e Cassandra restammo in quel 'pezzo di paradiso', ad ascoltare il vento e guardare il cielo. Distesi sull'erba.
I miei pensieri in quel momento erano ancora più incerti. Cassy aveva fatto un discorso sul destino, sul quale mi trovavo pienamente d'accordo. Mi aveva stupito sentirla parlare così, non lo aveva mai fatto.
Sapere che pensava quasi le mie stesse cose però, mi rese più tranquillo e sereno.
Senza contare che aveva detto di volermi bene. In quel momento stavo per perdere i sensi, ma per fortuna mi risparmiai quella figuraccia.
Tornai in me, mi voltai su un fianco, sempre restando steso, mantenendo la testa con la mano. Lo sguardo rivolto verso Cassy, che era affianco a me.
"Anch'io credo nel destino Cassy, e credo che io e te eravamo destinati a incontrarci..." le sorrisi "...tu sei entrata nella mia vita, come un fulmine a ciel sereno. Non posso immaginare cosa sarebbe stato di me, senza te. Prima di incontrarti ero perso, quasi non m'importava di..." abbassai lo sguardo "...vivere"
Era per colpa della mia famiglia, o meglio...per colpa di mio padre. Anche se lo odiavo, ci fu un periodo in cui ne sentii fortemente la mancanza. Mi aveva ferito, come nessun'altro aveva fatto in vita mia. Quand'ero più piccolo eravamo così uniti...e poi, d'un tratto mi cacciò di casa. Solo perchè avevo scelto di seguire una strada diversa da quella che lui aveva progettato per me.
Mi ero rattristato davanti agli occhi di Cassy...le sorrisi per non farla preoccupare "...ripensavo a...lui...te ne parlai, ricordi?"
Cassy era l'unica che sapeva di mio padre, oltre al preside e ai professori ovviamente. Ero riuscito a confidarmi solo con lei.
D'altronde il suo potere su di me, era quello. Con Cassy mi sentivo a mio agio, sentivo di poterle dire tutto quello che volevo, perchè lei mi avrebbe ascoltato e mi avrebbe sostenuto.
La guardai con affetto e carezzai la sua guancia. E quasi senza accorgermene, mi ero avvicinato più del dovuto al suo viso, alle sue labbra...
Mi allontanai piano. *Matt che combini?!?!?* pensai arrossendo. L'ultima cosa che volevo, era rovinare la mia stupenda amicizia con Cassandra. La osservai imbarazzato, e poi tornai steso di schiena sull'erba.
"Guarda lì!" gridai all'improvviso, puntando l'indice contro il cielo. Una stella cadente. Era chiara e limpida e la sua scia in quel buio in alto, era stupenda!
"Dai dai Cassy, esprimi un desiderio..." presi la sua mano, e chiusi gli occhi, pensando a quello che desideravo di più al mondo.

Matthew Dale,
V anno, Tassorosso