Il fantasma nello sgabuzzino

Un altro anno era passato dall’ultima festa del 31 Ottobre, e lei era ancora lì, bloccata in quello stupido sgabuzzino: sapeva che era Halloween perché, attraverso la porta di legno vecchio di secoli, sentiva gli studenti della scuola parlare di costumi, maschere, e trucchi. E lei, lei era rinchiusa in quel misero ripostiglio: era un fantasma, e nonostante tutto non poteva lasciare quelle quattro mura che la circondavano.


*Halloween.
Un altro anno era passato dall’ultima festa del 31 Ottobre, e lei era ancora lì, bloccata in quello stupido sgabuzzino: sapeva che era Halloween perché, attraverso la porta di legno vecchio di secoli, sentiva gli studenti della scuola parlare di costumi, maschere, e trucchi.
E lei, lei era rinchiusa in quel misero ripostiglio: era un fantasma, e nonostante tutto non poteva lasciare quelle quattro mura che la circondavano.
Era davvero un’ingiustizia!
A dire che non era colpa sua.. non interamente, perlomeno: lei, una volta una dolcissima ragazza amante di Halloween, aveva commesso un unico, piccolo sbaglio.
Si era innamorata di un fantasma.
D’accordo, non era stata la mossa più intelligente che un’adolescente potesse fare.. ma erano stati gli ormoni, probabilmente, a renderla tanto stupida in una volta sola: ovviamente l’essere innamorata di un morto comportava problemi ben precisi.. ad esempio il fatto che lei fosse viva e lui no.
Quale mossa migliore, dunque, se non rinunciare alla propria vita per lui? Perché lui diceva di amarla, o sì.. diceva che da quando l’aveva incontrata si sentiva pieno di vita (che battuta spiritosa..) e che voleva restarle accanto per sempre: quale altra scelta aveva allora la nostra giovane innamorata, se non uccidersi?
Sì, si uccise per stare con lui. Macabro? Forse.
Ad ogni modo, dopo essersi uccisa, i due poterono finalmente stare insieme e coronare il loro sogno d’amore.. se non fosse stato per il piccolo particolare della presa in giro: ebbene sì, lui non aveva fatto altro che prenderla per i fondelli per tutto il tempo. Certo, il fantasma non avrebbe mai creduto possibile che una ragazza viva arrivasse ad uccidersi per stare con lui.. ma era successo, ed ora si ritrovava con un bagaglio molto pesante tra le mani: che fare? C’era solo una cosa che poteva liberarlo da quell’impiccio, sebbene avesse avuto bisogno di un paio di complici e della notte di Halloween, la stessa in cui la ragazza si era tolta la vita: fu alle streghe che chiese aiuto, ad un paio di studentesse del primo anno lì alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, le quali, ignare di cosa stessero realmente facendo, e credendo che si trattasse di uno scherzo, acconsentirono a spostare il cadavere della giovane, non così finto come invece credevano, in uno sgabuzzino, chiudendolo in un baule; in quel modo, questo era il piano del fantasma, lo spirito della ragazza sarebbe rimasto per sempre intrappolato lì, impossibilitato a lasciare quelle mura fino a che, la notte di Halloween, una o più streghe avessero aperto lo sgabuzzino, trovato il cadavere e seppellitolo dignitosamente per donare allo spirito la sua libertà.*

Un altro Halloween, un altro anno di prigionia..

*Mormorò il fantasma, sospirando: avrebbe tanto voluto andarsene da lì, un po’ per farla pagare a quel maledetto che l’aveva ridotta in quello stato, ed un po’ per essere finalmente libera.. ma gli anni passavano, e lei sembrava condannata a rimanere lì per sempre.

Aurora non aveva mai avuto una particolare predilezione per Halloween: insomma, la festa può essere bella per i babbani che, per una sera, possono sentirsi magici.. ma quando sei davvero una strega, che senso ha tutto il mascherarsi e l’andare in giro per il castello tra zucche fluttuanti e fantasmi veri che ormai non spaventano più nessuno?*

Si chiama divertimento, Aurora.. ti risulta familiare il concetto?

*La Corvonero ringraziò il suo spiritosissimo inconscio, dovendo però ammettere che a volte sembrava dimenticarsi dell’esistenza di qualcos’altro che non fossero i suoi doveri da studentessa: in fondo, la notte di Halloween poteva anche essere divertente.. bastava sforzarsi un po’, ed il resto sarebbe venuto da sé.
Così, quella sera, Aurora chiese aiuto alle compagne di dormitorio che, come sempre, erano pronte a dare una mano in caso di bisogno: Serena, Ninfa, Ginny e tutte le altre furono ben felici di scegliere un vestito per lei, acconciandole i capelli e truccandola come una perfetta vampira in stile dark, il travestimento perfetto per lei.
E fu così che, piena di buona volontà, la ragazza arrivò in Sala Grande, addobbata per l’occasione con tutto ciò che potesse ricordare Halloween: teschi, zucche, ragni, cadaveri insanguinati e, ovviamente, gli immancabili fantasmi, i quali, nonostante i loro sforzi, riuscivano a spaventare sì e no qualche ragazzino del primo anno che ancora non si era abituato a trovarseli davanti.
La ragazza si sedette al suo tavolo, chiacchierando con i compagni di Casa che esibivano con orgoglio i loro travestimenti di fantasmi, soldati, angeli, diavoli, re, regine e quant’altro.
Dopo una cena abbondante, e quasi totalmente a base di zucca per rimanere in tema con la festa, la Sala Grande venne svuotata per lasciar spazio alle Sorelle Stravagarie, gruppo ingaggiato per la serata, e alla pista da ballo.
Aurora si guardò intorno, sospirando e maledicendo il suo carattere: era tutto molto bello, molto suggestivo.. ma non faceva per lei: troppa confusione, impossibilità di chiacchierare tranquillamente, e la pista da ballo era strapiena, il che rendeva impraticabile l’idea di muoversi a ritmo di musica senza essere schiacciati come un insetto.
La ragazza decise di uscire dalla Sala, approfittando del fatto che la maggior parte degli studenti stavano festeggiando, per girovagare indisturbata per la scuola: dopo il tramonto, infatti, il castello assumeva un’aria completamente diversa, diventando un luogo pieno di misteri; le aule di lezione si trasformavano in antri magici dove venivano celebrati chissà quali pericolosi rituali, sgabuzzini come quello che Aurora aveva davanti e che aveva appena aperto potevano celare ad occhi umani chissà quali segreti..*

Ehi, tu, aspetta!!

*Aurora si bloccò mentre, con la mano sulla maniglia dello sgabuzzino, si stava chiudendo la porta alle spalle: ma cosa..*

Non posso crederci, finalmente qualcuno ha aperto questa stramaledetta porta la sera di Halloween!! Io mi chiamo Silvye, e tu? Oh, non posso credere che tu sia qui, ero convinta che tutti gli studenti fossero alla festa come sempre!
Mi aiuterai, vero? Sai, ho un conto in sospeso col mio ex ragazzo fantasma che non vedo l’ora di pareggiare!

*Aurora studiò il fantasma che aveva davanti con scetticismo: era una ragazza, un’adolescente come lei vestita con un abito rinascimentale ed una maschera sul viso.. tipico costume da Halloween.*

Molto divertente come storia.. sul serio, sei brava a recitare.
Ora dimmi, di quale Casa sei il fantasma? Perché pensavo che tutti i fantasmi fossero in Sala Grande a spaventare gli studenti..

*Silvye si affrettò ad interromperla, raccontandole tutta la storia: ora che lo sgabuzzino era stato aperto, Aurora avrebbe dovuto aprire il baule contenuto al suo interno, prendere il cadavere, o ciò che restava di esso, e seppellirlo sottoterra, per donare al fantasma il riposo eterno.*

Non per offenderti, ma.. ecco, come faccio a sapere che non si tratta di uno scherzo?

*Chiese Aurora a Silvye, non riuscendo a credere che una storia assurda come quella fosse vera.*

Non lo puoi sapere, ti devi solo fidare di me.. oh, ti prego! Tu non sai cosa significhi rimanere chiusa qui dentro per anni, senza parlare con nessuno, completamente sola.. aiutami!

*La supplicò il fantasma, continuando a pregarla fino a che Aurora non cedette: la Corvonero si avvicinò allora al baule indicatole da Silvye, e, una volta apertolo, si ritrovò davanti un mucchio di cenere.*

Ma.. ma da quanto tempo sei rinchiusa qui dentro?

*Chiese la ragazza, stupita.*

Oh, da parecchio..

*Fu la criptica risposta del fantasma, che incitò poi la Corvetta a prendere quelle ceneri, senza lasciarne nemmeno un granello, per portarle fuori dalla scuola: con la bacchetta, Aurora fece comparire un’urna dentro la quale adagiò quella polverina grigia, e le due insieme uscirono dal castello.*

Finalmente fuori!

*Esclamò il fantasma, raggiante; Aurora alzò gli occhi al cielo con un mezzo sorriso, avviandosi verso il giardino della scuola.*

Dove state andando?

*Una voce maschile le bloccò: voltatesi, le due videro un ragazzo, forse un Prefetto, vestito da cavaliere, avanzare verso di loro.*

Ci penso io!

*Affermò Silvye, avvicinandosi al ragazzo per raccontargli tutta la storia: egli, dapprima un po’ spaesato, acconsentì ad aiutare lei ed Aurora, alla quale rivolse un sorriso dolce ed amichevole.
I due, insieme, seppellirono l’urna con le ceneri di Silvye sotto una grande quercia, liberando così il suo spirito dalla prigionia.*

Grazie per avermi liberata..

*Disse il fantasma con un sorriso gentile.*

Ora sono libera, ed è solo grazie a voi..
Tornate dentro, forza, la festa non è ancora finita.. e buon Halloween!

*Silvye scomparve così, con la mano alzata per salutare i due ed il sorriso sulle labbra.*

Beh, è stato un modo interessante di festeggiare Halloween.. e dire che a me questa festa nemmeno piace..

*Commentò il ragazzo, facendo sorridere Aurora.*

Ti andrebbe di rientrare, e magari.. ballare con me?

*La Corvonero arrossì timida per poi annuire, e tornare al castello a braccetto del ragazzo misterioso: non sapeva come le cose si sarebbero evolute.. ma era la notte di Halloween; e se un fantasma poteva acquisire la libertà dopo decenni di prigionia forzata, magari lei poteva trovare il ragazzo giusto per lei..
Se non altro, almeno, lui era vivo!*