1. Ricordi via Gufo


MELINDA

Melinda sedeva accanto al finestrino e guardava distrattamente fuori mentre le sue compagne si raccontavano gli ultimi pettegolezzi dell'estate ormai finita. Il treno sbuffava allegro mentre correva sulle rotaie e il paesaggio sfrecciava veloce davanti ai suoi occhi. Guardando gli alberi e il cielo azzurro, ricordò quando era salita su quel treno per la prima volta, felice di andare incontro al suo futuro. Già, ricordava...
Ed era questo che le faceva più male, lei ricordava. Lei poteva ripercorrere tutte le esperienze della sua vita in ogni momento, belle o brutte che fossero. Ma doveva essere lei a trovarsi su quel letto al San Mungo, con la mente vuota come un album fotografico immacolato. Invece al suo posto c'era Lucas, che per difenderla da quei babbei aveva sacrificato tutto. La sua vita, i suoi sogni, i suoi ricordi. Melinda vide il bel viso di un ragazzo bruno dagli occhi color del cielo riflesso nei suoi pensieri, sorridente e carico d'amore, poi una voce beffarda gridò "Oblivion!" e un lampo di luce accecò i suoi occhi...
"Sveglia Melinda! Dobbiamo scendere!". La sua amica Scarlett la stava aspettando con i bagagli, l'espressione un po' impaziente, la divisa in disordine e i folti capelli mogano, mossi e ribelli, raccolti nella solita coda alta. Melinda si alzò e prese i suoi effetti personali e, abbozzando un debole sorriso, disse: "Certo, si andiamo!". Ogni volta che ripensava a quello che era successo tre mesi prima, sentiva una morsa attorno al cuore e il senso di colpa la invadeva. Era appena arrivata a Hogwarts ma già faceva il conto alla rovescia per le vacanze di Natale. Camminava senza sapere dove stesse andando e l'amica, che ormai la conosceva come una sorella, capì dove stavano volando i pensieri di Melinda: "Smettila di sentirti in colpa... sai che non potevi evitarlo! Lui ti ama troppo e non poteva permettere che ti facessero del male!"
"Questa non è una giustificazione al fatto che Lucas sia su quel letto a fissare il soffitto, senza nemmeno ricordare chi è! Non sa chi sono, quindi non è servito a nulla mettersi in mezzo... ha perso tutto! E io non so come aiutarlo..." Melinda abbassò ancora di più lo sguardo, la lunga frangia le copriva gli occhi umidi e Scarlett capì che non era il caso di aggiungere altro. Raggiunsero la prima carrozza vuota e si avviarono verso il castello illuminato. La Sala Grande era come sempre meravigliosa, le candele accese che fluttuavano sopra i tavoli delle quattro Case e il soffitto trapunto di stelle che rifletteva il cielo notturno. Le due ragazze presero posto insieme ai loro compagni Grifondoro e guardarono la lunga fila di ragazzini timorosi del primo anno farsi avanti per lo Smistamento. Quando l'ultimo bambino prese posto tra i Corvonero, il Preside si alzò e disse: "I discorsi possono attendere...per adesso, godetevi il banchetto!". Immediatamente la cena si materializzò sui tavoli e un piacevole chiacchiericcio si mischiò ai deliziosi profumi delle prelibatezze appena servite. Sembrava che il cibo avesse spruzzato un po’ di buon umore su tutta la Sala e persino Melinda, che era rimasta nel suo silenzio malinconico, parve abbandonarsi alle leggere conversazioni tra le sue amiche. Quando tutti ebbero finito il dolce, i piatti d’argento tornarono lucenti come specchi. Il Preside si alzò e istantaneamente calò il silenzio.
"Come sempre auguro un caloroso benvenuto ai nuovi studenti che si sono uniti a noi quest'anno! E ai vecchi, bentornati! Siamo di nuovo insieme per trascorrere un altro anno qui nella scuola. Inizio con i soliti avvisi..."
"Mamma mia, quel custode diventa sempre più paranoico!" borbottò Scarlett ascoltando il Preside che elencava le nuove norme del castello suggerite da Gazza.
"… inoltre come sapete, nell'ultimo anno molti sono stati vittima di un gruppo di maghi che si fanno chiamare Plasmamentis. Essi aggrediscono le loro vittime e ne cancellano la memoria ma non solo! Se riescono, inseriscono nelle loro menti ricordi modificati di una vita che non hanno mai vissuto, cambiano la loro personalità e tutto questo per farli unire alle loro fila. Sembra una cosa stupida, quasi uno scherzo, ma vi invito a riflettere. I ricordi di ognuno di noi sono i tasselli del mosaico della nostra vita! Ogni tassello rappresenta un'esperienza fondamentale, ogni viso un incontro che ha dato un senso diverso alla nostra esistenza! Senza essi siamo contenitori vuoti quindi difendeteli ad ogni costo! E adesso non vi trattengo oltre, i vostri comodi letti vi attendono… buonanotte!" Il Preside congedò i suoi studenti e tutti si mossero, sazi e insonnoliti, verso i propri dormitori. I Prefetti cercavano di attirare l’attenzione di quelli del primo anno mentre gli altri si muovevano pigramente verso le loro destinazioni. Melinda stava pensando al discorso del Preside. E se fossero riusciti a prenderlo, se avessero preso Lucas e gli avessero ficcato in testa una marea di stupidaggini e convinzioni fasulle forse si sarebbe trovata a combatterlo! Vederlo inerme su quel letto d’ospedale non era certo uno spettacolo consolante ma trovarselo di fronte con un ghigno perfido e la bacchetta puntata contro sarebbe stato nettamente peggio.
Salì le scale che portavano alla sua stanza cercando di mettere da parte per un attimo tutta quella faccenda. Esausta si infilò il pigiama e si addormentò guardando la foto che aveva appena appoggiato sul comodino. Nella semplice cornice scura, un ragazzo dai folti capelli castani e gli occhi azzurrissimi abbracciava affettuosamente una ragazza molto magra, con capelli neri lisci e gli occhi nocciola. Nemmeno la lunga frangetta poteva oscurare la luce che emanava il suo sguardo. Entrambi esprimevano un amore profondo e sincero l’uno per l’altra, un legame speciale che non poteva essere spezzato facilmente.
La mattina seguente Melinda si svegliò un po’ più energica. Scese in Sala Grande di buon ora a fare colazione e si perparò per le lezioni. Mentre sgranocchiava il suo toast, guardava l’amica Scarlett disperarsi per l’orario che le era appena stato consegnato e dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere.
“Il martedì abbiamo solo due ore di Storia della Magia mentre il mercoledì sgobbiamo con Trasfigurazione, Pozioni e Incantesimi… ma un orario più omogeneo no?” sbuffò mentre infilava con forza il foglietto di pergamena tra i libri. A Melinda non importava molto di essere impegnata. Le interessava solo avere abbastanza tempo per gli allenamenti di Quidditch. Era un’ottima Cacciatrice ed essere concentrata su qualcosa le facilitava l’arduo compito di non pensare.
“Io torno in Sala Comune a scrivere la mia lettera a Lucas, poi ti raggiungo in classe. A dopo!” e così dicendo, si diresse alla Torre di Grifondoro dove avrebbe certamente trovato un angolino tranquillo.
“Aconito!” disse al ritratto della Signora Grassa, la quale si fece gentilmente da parte per lasciarla passare. Melinda trovò una comoda poltroncina di pelle consumata di fronte a un tavolo di legno rotondo. Posò la borsa colma di libri e prese una pergamena nuova, una boccetta di inchiostro e una meravigliosa penna d’aquila bianca e scrisse:

Caro Lucas,
adesso che sono tornata a scuola non potrò venirti a trovare prima delle vacanze di Natale, ma ti scriverò ogni giorno per continuare a raccontarti la storia che tanto ti piaceva.


Una lacrima silenziosa le scese lungo il viso. Non era facile per lei raccontare a Lucas la loro meravigliosa storia d’amore come se fosse una semplice favola. Tutto quello che gli stava raccontando era realmente accaduto, e proprio a loro due! Si fece forza e continuò a scrivere; era il suo unico modo per andare avanti, per sperare che qualcosa di loro era rimasto ancora ancorato nella mente e nel cuore di Lucas.

Stella non sopportava i modi altezzosi di Edwin ma era decisa a farlo cambiare. Qualcosa di lui le faceva credere che era tutta apparenza quella spavalderia che lui mostrava agli altri. Dal canto suo Edwin considerava Stella semplicemente una forza della natura, ma non lo voleva ammettere così continuava a trattarla male come al solito. Un giorno durante la lezione di Pozioni Edwin lanciò uno scarafaggio addosso a Stella e lei sbottò “Edwin mi hai stancata! Prendi questo!” e con un gesto di bacchetta rovesciò tutto il contenuto del calderone addosso al ragazzo che era troppo intento a ridere per accorgersi di quello che stava accadendo. Il professore, vedendo la scena disse: “signorina Renneck e signor Haber, benché i vostri battibecchi siano divertenti e attirino l’attenzione di tutti, non sono appropriati alla mia lezione! Vi voglio entrambi nel mio ufficio per stabilire una punizione!”. Stella non aveva mai preso una punizione e quasi cadde a terra dallo sconforto. Edwin invece era abituato ad essere punito e quasi non ci fece caso.
A fine lezione andarono entrambi dal professore di Pozioni il quale stabilì che dovevano rimettere a posto tutta la sua dispensa degli ingredienti, armadi e cassetti compresi, lucidare calderoni e ogni sorta di attrezzo, il tutto ovviamente senza magia. “Insieme?!” chiese Stella che non voleva passare mezzo secondo in più con Edwin. “Certo signorina Renneck, anche questo fa parte della punizione. Buon lavoro!” disse il professore e li congedò. La dispensa faceva davvero schifo, e il professore doveva essersi impegnato a tenerla come un tugurio in vista del primo studente punibile dell’anno. E doveva capitarci proprio lei! Edwin e Stella passarono tutto il pomeriggio a pulire e quella fu per loro la prima occasione di conoscersi. Qualche coda di ratto volante o uovo di rospo aiutò i due ad avvicinarsi in un modo inaspettato per entrambi e cominciarono a guardarsi con occhi diversi.


“Ho dovuto buttare una divisa nuova perché mi aveva spiaccicato quel maledetto uovo di rospo sulla schiena!” pensò Melinda tra l’esasperato e il divertito. E pensare che le sue amiche si ingegnavano tanto con filtri d’amore o inganni di ogni genere per conquistare il ragazzo dei loro sogni! A lei e Lucas era bastato un pomeriggio a pulire calderoni incrostati nella stessa stanza per rendersi conto che qualcosa al di là della magia c’era tra di loro.

Eh si, si stavano innamorando! Ma ancora ne erano pienamente coscienti. Da qui in poi entrambi si sono chiesti “ma cos’è quella sensazione di formicolio nello stomaco quando è nei paraggi?”. Non ci voleva un genio per capirlo, ma ci misero un po’ a venirne fuori.
Ti lascio immaginare quello che succederà poi. Ora devo andare a lezione, ma non preoccuparti, ti scriverò domani per raccontarti ancora.
Aspetto tue notizie. A presto!
Melinda


Rilesse tutto un’ultima volta e arrotolò con cura la pergamena. Poi riprese la borsa e si diresse verso la Guferia. Individuò subito il suo meraviglioso allocco grigio e lo chiamò: “Stark vieni qui per favore, devi consegnare un messaggio a Lucas!”. Il rapace planò dolcemente sul braccio teso di Melinda e porse la zampa. La ragazza legò ben stretto il messaggio e lo condusse fino all’ampia finestra dalla quale Stark si allontanò.
“Melinda sei arrivata per un pelo! Vuoi finire in punizione il primo giorno?” la rimproverò Scarlett quando la vide. “Ma se sei la prima combinaguai di questa scuola, e adesso vieni a fare la predica a me?” rispose Melinda con l’aria di chi la sa lunga. I commenti tra le due si spensero quando entrò il professore di Pozioni che con un gesto di bacchetta fece comparire le istruzioni del giorno sulla lavagna e disse solo “Buon lavoro!”. La pozione era abbastanza complicata, ma non impossibile. La lezione procedette tranquilla, anche troppo per i gusti di Melinda, la quale aveva appena richiamato alla mente quando uno stupido quanto bellissimo ragazzo le aveva lanciato uno scarafaggio addosso. Con un sorriso nostalgico terminò il suo compito e uscì dall’aula.

Quella sera Melinda decise che doveva assolutamente imparare a giocare a Scacchi Magici. La sua amica Scarlett non era la migliore ma comunque se la cavava e così acconsentì a farle da insegnante. Stavano ridendo a crepapelle mentre la regina di Scarlett distruggeva la torre di Melinda quando Stark entrò dalla finestra e atterrò sul bracciolo della poltrona di Melinda. Aveva un messaggio legato alla zampa.
“Una risposta?! Aprila, coraggio!” disse Scarlett in preda alla curiosità. Melinda era paralizzata dalla sorpresa; non si aspettava una risposta così rapida. Sfilò il rotolo di pergamena dalla zampa di Stark e lesse il messaggio con il fiato sospeso:

Cara Melinda,
spero che il tuo primo giorno di scuola sia andato bene e che le lezioni siano interessanti. Leggere la storia non è certamente come sentirla raccontare da te ma fino a Natale mi accontenterò. Non vedevo l’ora che questi due imbecilli si decidessero! Sono sicuro che il tuo libro avrà un enorme successo.
Aspetto le nuove avventure di Edwin e Stella.
Un abbraccio forte.
Lucas


“Sei arrivata all’uovo di rospo eh? Ci credo che gli sia piaciuto, in fondo rimane sempre Lucas!” disse Scarlett dopo aver letto il biglietto. Melinda balzò dalla sedia e abbracciò l’amica. Il fatto che Lucas apprezzasse e seguisse la storia voleva dire che in fondo non era cambiato, che era sempre lui e che magari, da qualche parte dentro di lui, quei racconti avevano lasciato un’impronta che nemmeno un abile Plasmamentis poteva cancellare. Soddisfatta e felice andò a dormire, pensando al prossimo capitolo della storia che gli avrebbe inviato.

***

LUCAS

Tutte le mattine Lucas si svegliava con la colazione fumante accanto al letto e i fiori sul comodino erano freschi e profumati. Un pigiama pulito e appena stirato era pronto per lui e gli bastava chiamare la Guaritrice dai ricci capelli biondi che era sempre nei dintorni per ottenere tutto ciò che desiderava. Ma nonostante questo, i suoi occhi azzurri come il cielo guardavano la finestra in attesa di un allocco grigio che doveva portargli un altro pezzo dell’avvincente storia inventata da una ragazza la quale aveva scelto proprio lui per raccontargliela prima di pubblicare il suo libro. Da quel poco che ricordava si trovava da sempre in quel letto d’ospedale e tutti i giorni una simpatica ragazza dai lisci capelli scuri era andata a trovarlo. Aveva dei modi incredibilmente gentili e c’era qualcosa nei suoi profondi occhi nocciola che risvegliavano in lui strane sensazioni. La ragazza di nome Melinda però non poteva più andare a trovarlo perché era tornata a scuola ma lei gli aveva promesso che avrebbe continuato a scrivergli la sua storia via gufo.
Lucas aprì il cassetto del comodino dove teneva ordinatamente tutti i frammenti di storia che Melinda gli aveva letto o inviato da quando la conosceva. Sorrise appena pensando che era da pazzi leggere una storia d’amore… lui era un ragazzo! Doveva appassionarsi a letture di tutt’altro genere! Eppure qualcosa in Edwin e Stella, e nel modo di scrivere di Melinda esercitava un certo fascino su di lui… aveva bisogno di continuare a leggere. Puntuale come tutte le mattine l’allocco entrò dalla finestra e atterrò sulle lenzuola di Lucas che lo accarezzò sulla testa prima di prendere la pergamena fissata alla sua zampa. Lesse tutto d’un fiato l’episodio del giorno, ridendo un po’ di quei due che continuavano a beccarsi anche durante il loro primo appuntamento in riva al lago. “Dev’essere meravigliosa la scuola di Melinda!” pensò Lucas immaginando il castello e il lago di cui tanto leggeva in quella storia. Era strano, ma non si stupiva mai di quel che accadeva e nessun colpo di scena della storia lo coglieva impreparato. Non che Melinda fosse scontata, ma era come se già conoscesse quella storia, e si chiedeva spesso perché mai avrebbe dovuto sapere ciò che accadeva a due personaggi di un romanzo inventato. Ripose la pergamena insieme alle altre nel cassetto e sistemò il vassoio della colazione sulle gambe. Mentre finiva la colazione scrisse il suo commento al nuovo capitolo e lo spedì a Melinda in attesa del giorno seguente. Era ormai di routine e questa quotidianità lo aiutava ad andare avanti.
Si alzò pensando a quello che aveva appena letto e immaginò la scena: due ragazzi seduti sull’erba di fronte a un meraviglioso specchio d’acqua che rifletteva un luminoso cielo primaverile. Era come se fosse lì, sentiva le loro risate, le loro voci, poi li vide… vide se stesso accanto a una Melinda bella come non l’aveva mai vista, che lo guardava con i suoi occhi profondi e pieni di un affetto sincero, e vide se stesso ricambiare lo sguardo con altrettanto amore. Durò un attimo ma gli bastò. Come mai aveva immaginato loro due in riva a quel lago? Effettivamente Melinda non aveva mai descritto fisicamente Edwin e Stella ma non era una giustificazione a quel flash. Un po’ sconvolto ma deciso a non indugiare ulteriormente su quel pensiero prese il vassoio vuoto e lo mise insieme agli altri. Era una bella giornata soleggiata, chissà quante ne aveva vissute in felice compagnia.