Saresti il benvenuto




-SARESTI IL BENVENUTO-


La porta dell'infermeria si aprì cigolando molto rumorosamente.

Un ragazzo magro e pallido girò appena la testa, pensando che Pansy fosse tornata a trovarlo per l'ennesima volta.Che scocciatura! Ma si sbagliava. E la ragazza che vide lo lasciò di sasso. Schiuse appena le labbra, arricciandole in un'espressione stupita.Non poteva essere vero.

Il suo orgoglio lo spinse ad indossare nuovamente la sua maschera. La maschera di un volto illeggibile ed imperturbabile. La maschera di un Malfoy.

-Che ci fai qui?- chiese, amaramente. Le puntò addosso il suo sguardo di ghiaccio, cercando di capire quale fosse il motivo che l'aveva spinta da lui, in quell'infermeria. Occhi freddi, ma comunque troppo deboli.Non era possibile:l'aveva sempre trattata male ora si presentava lì davanti,in cerca di .....di....cosa?

Umani.

-Draco...- la ragazza fece qualche passo verso il suo letto, sorridendo debolmente.

-Mi chiami anche per nome, adesso?- domandò, cercando di non mostrare una seconda volta il suo stupore. Aveva già abbastanza problemi, senza che lei ci si mettesse con la sua assurda pazzia da Sanguesporco.

-Draco...- lei ignorò le sue parole. Era concentrata, tuttavia quella che aveva sul volto non era una delle sue solite tipiche espressioni. Sembrava, in un certo senso, quasi diversa.

-Vattene.- sibilò, freddo. Niente in lui lasciava trapelare quello che aveva passato. Anche se, ormai, lei aveva imparato a leggere nella sua anima. Draco chiuse gli occhi, appoggiando lentamente la testa sul cuscino. -Vattene...- ripeté. Potter l'aveva già umiliato abbastanza.

Umiliato. C'era qualcosa di più umiliante della vita che era costretto a condurre? C'era forse qualcosa di più doloroso?

-Non... non mi vuoi?- balbettò lei, avvicinandosi ancora di qualche passo. La sua voce si era affievolita.

-Granger...- Draco sospirò -Non mi sembravi il tipo di ragazza che fa questo genere di scherzi. Mezzosangue... vattene.-.

Lei non rispose, si limitò a sedersi sul suo letto e a guardarlo negli occhi. Scrutare la sua anima era stato facile, da quando lui le aveva concesso quel privilegio. Come una chiave dorata di uno scrigno, lei aveva trovato un tesoro. Quello che aveva visto, che aveva scoperto, le era piaciuto. Piaciuto più di ogni altra cosa.

L'aveva portata ad uscire dal bagno.

-Cosa fai?- chiese il Serpeverde, sgranando un poco gli occhi.

-Mi siedo qui.- un altro sorriso increspò le sue labbra -È da tanto che non lo faccio...-.

Draco Malfoy non decifrò nemmeno questa risposta. Da quando una come la Granger si comportava così? E... da quanto non si sedeva? Quella situazione, aveva dell'assurdo, ma a lui non interessava minimamente se la ragazza cotta di Weasel stava impazzendo. Magari la Brown era contagiosa, oppure era la Lovegood ad esserlo.Forse si,oppure era lei che le aveva contagiate e lui non lo sapeva

Lei, dal fondo del letto, lo fissava. Cercava di imprimersi nella mente ogni cosa di lui, nonostante non fosse diverso da come lo vedeva di solito. Era strano, però. Era molto strano essere lì. E sentire. -Draco...- lo chiamò ancora, cercando di trovare il coraggio per fargli la domanda che la tormentava da tanto.

-Granger...- Draco sbuffò, infastidito -Vattene.-.

Lei alzò appena lo sguardo, per fare incontrare i loro occhi. Non l'aveva mai guardata così, sapendo esattamente in che punto guardare per far intrecciare i loro sguardi. La ragazza tremò impercettibilmente.

Da quando, uno sguardo, aveva così tanto potere? E lei, della vita, aveva davvero perso così tanto senza accorgersene?

E lui, lui si era piegato a supplicarla. Era arrivato al limite, e ne era consapevole. Le lacrime versate qualche ora prima, ne erano state la prova. Supplicare una Sanguesporco, da quando era caduto così in basso?

-Vattene.- mormorò ancora.

Voce atona.

Che nascondeva troppo, che nascondeva il suo mondo. Il mondo di un ragazzo che aveva un compito da portare a termine, e non era sicuro di farcela.

-Non voglio andarmene...- riuscì a sussurrare lei, tendendo un braccio.

La mano rimase sospesa a mezz'aria.

-Cosa vuoi fare?- le domandò lui, fissando l'arto immobile.

-Draco...-.

Era come se lei non sapesse pronunciare altro, se non il suo nome e qualche piccola ed insignificante parola.

E quel momento era troppo importante per sprecarlo così.

La ragazza si sporse in avanti, la mano calda e dolce sfiorò la pelle fredda di lui. Marmo, era come marmo. Una carezza.

Lei lo stava accarezzando.

-Granger...- iniziò lui, la voce a metà tra il sorpreso e l'arrabbiato. Ma come si permetteva, una Sanguesporco, di sfiorarlo?

-Posso abbracciarti?- chiese allora lei, in un sussurro.

-No.- esclamò, indignato -Vuoi insudiciarmi?-.

Lei fece finta di niente, sapeva che quelle parole non erano rivolte a lei. Si sporse ancora in avanti, quel tanto che bastava per abbracciarlo forte. Desiderava farlo da quando l'aveva conosciuto. Da quando aveva iniziato ad aprirsi con lei.

-Mi daresti il mio primo bacio, Draco?-.

Una richiesta appena sussurrata. Una domanda che era rimasta dentro di lei per troppo tempo. Si era innamorata di lui, e non poteva più negarlo. Quel sentimento era diventato troppo grande per essere nascosto.

Fu come se il tempo si fosse fermato. Ma le lancette continuavano a girare. La terra era ancora sul suo asse, sempre che negli ultimi minuti non avesse deciso di farsi un giro in un altro sistema solare.

-Cosa stai dicendo?- chiese lui, staccandosi bruscamente da lei. Se era uno scherzo, non era divertente dall'inizio -Sei matta, Granger. Vattene.-. Una lacrima minacciò di rompere in mille pezzi la sua maschera. A lei si strinse il cuore. C'era una soluzione, c'era sempre. Non sopportava vederlo piangere.

-Non sto scherzando... ti prego, io...- questa volta fu lei a supplicare.

-Vattene. Non hai già baciato Krum?- le chiese. Cosa voleva? Perchè era andata da lui con quella richiesta assurda? Cosa diavolo stava succedendo?

-No.- lei scosse la testa, sorridendo dolcemente.

-Ah, no?- Draco la guardò, scettico. Aveva un sopracciglio alzato, come la prima volta che era entrato nel suo bagno e lei gli aveva parlato. -Non sei per niente divertente. Te lo ripeto ancora: vattene.-.

-Ti chiedo solo il mio primo bacio.- la sua voce era tremante, fievole. Aveva solo un'opportunità, solo quella in un'intera eternità. Se fosse andata diversamente da come sperava, lei non avrebbe mai dato il suo primo bacio.

Era Mirtilla Malcontenta, dopotutto.

Chi altri avrebbe voluto parlarle? Chi le avrebbe detto ogni cosa di sé, come aveva fatto lui? Probabilmente nessuno, ed era lui che amava.

-Granger...-.

La ragazza fece un respiro profondo. -Io non sono Hermione Granger...-.

***

La classe era vuota, era rimasta solo lei a riordinare gli appunti ed a metterli nella borsa. Era sempre diligente e meticolosa.

Mirtilla studiò attentamente i suoi movimenti, senza perdere di vista l'ampolla con la pozione che le interessava. Avvicinarsi a lei senza essere notata sarebbe stato facile, quello che veniva dopo... avrebbe determinato tutto. Era stato strano andare in giro per la scuola, quando non usciva dai bagni da anni. Ma per quello che doveva fare, ne valeva decisamente la pena.

Fluttuò lentamente verso di lei, trattenendo un singhiozzo. Non poteva rischiare di essere scoperta.

Ogni fantasma, nella sua eternità, aveva la possibilità di controllare per pochi istanti una sola persona. Passandole attraverso e rimanendo a contatto con tutto il suo corpo.

A lei bastava che Hermione bevesse un sorso della pozione che l'avrebbe fatta entrare nel suo corpo, padrona di prendere delle decisioni, padrona di controllare ogni cosa, ma solo temporaneamente.

Purtroppo, quella pozione sarebbe durata troppo poco tempo.

***

Vedere Hermione Granger dire di non essere Hermione Granger era assurdo.

-Cosa?- Draco alzò un sopracciglio.

-Ti chiedo un bacio, un solo bacio...- ripeté Mirtilla. Era una vita, anche più di una vita, che aspettava il momento in cui le labbra di un ragazzo si sarebbero posate sulle sue.

-Vattene.- disse lui, chiudendo ancora gli occhi.

Non la voleva, nessuno l'avrebbe mai voluta. Si alzò dal letto, rassegnata. Quello che aveva fatto non aveva avuto nessun senso. Ma lei ci aveva creduto fino alla fine. Ricordarsi di quella pozione, leggendo un frammento di una pergamena che qualcuno aveva lasciato in bagno, era stato strano... eppure la cosa più bella che le fosse mai capitata.

A quanto pare, l'unica volta in cui aveva potuto controllare una persona... era stata sprecata. Il suo primo bacio, non l'avrebbe mai ricevuto.

-Tornerai da me, vero?- gli chiese poi -Tornerai nel mio bagno a parlare con me?-. Draco si alzò a sedere, interessato. Fissò la Granger negli occhi, e non vide il suo solito sguardo. -Se ti servirà... verrai ancora a sfogarti?- continuò Mirtilla.

-Come... come hai fatto?- domandò, sorpreso.

-Ho poco tempo, Draco. Puoi passare da me, se ti va.- questa volta non riuscì a sorridere, ma ricacciò indietro le lacrime.

-Cosa...?-.

-Volevo un bacio, ma non importa. Ti aspetto.- la ragazza fece una pausa, cercando di controllare il battito accelerato del suo cuore.

Come si faceva a badare a quello e al respiro, e a tutto il resto? Si era dimenticata come fosse essere viva.

-Cosa...?- ripeté ancora lui. Non riusciva a pensare a niente, non credeva possibile che proprio la sua confidente fosse entrata in infermeria nei panni di Hermione Granger.

-Un'ultima cosa...- Mirtilla, ora, sorrise -Per te, nel mio cubicolo, c'è sempre spazio. Se ti dovesse succedere qualcosa... da me, saresti il benvenuto...-.

Silenzio.

Mirtilla lo guardò ancora negli occhi, poi decise che era il momento giusto di andarsene. Una lacrima le scese lungo una guancia. Le mancava piangere, forse. Le mancava la sensazione di una goccia calda che le scorreva sulla pelle.

-Aspetta...- mormorò Draco, stupendo anche se stesso.

-Sì?- alzò la testa, speranzosa.

-Avvicinati.-.

Lei lo fece, Mirtilla si avvicinò al ragazzo che amava. E Draco, alzandosi lentamente a sedere, le sfiorò una guancia, chiuse gli occhi... e le posò un piccolo bacio sulle labbra. La ragazza sgranò gli occhi, sorpresa, mentre lui la baciava ancora.

Era strano.

Sentire labbra non sue baciare labbra non sue.

-Draco...- sussurrò, poi, quando lui tornò a guardarla negli occhi -Ti amo...-.

-Mirtilla...- lui disse il suo nome con dolcezza, come non aveva mai fatto -Grazie.-.

-Grazie a te...- bisbigliò, prima di correre fuori dall'infermeria. In lacrime.

Altre lacrime. Odiava piangere, l'aveva sempre odiato.

Le mancava il suo bagno, e le mancava il suo cubicolo.

Sentiva di perdere il controllo su quel corpo, ormai sarebbe tornata un fantasma. Questa volta per sempre.

Però, aspettava sempre Draco. Aspettava che arrivasse a farle compagnia.