Un Cercatore inatteso

In un giorno di primavera alcuni Grifondoro decidono di giocare una partita sul Campo di Quidditch. L'amichevole tra i rosso oro verrà però interrotta da un giocatore alquanto particolare.


All'inizio di marzo la neve sulle montagne intorno alla Scuola iniziò a sciogliersi ed il Lago Nero perse l’imponente lastra di ghiaccio dei mesi invernali. Dalle finestre delle alte Torri si potevano vedere gli immensi giardini di Hogwarts che riprendevano vita e la Professoressa Sprite correva indaffarata tra le serre. Era finalmente giunto quel periodo dell’anno in cui il sole riscaldava le vecchie mura di Hogwarts. In un sabato all’insegna della primavera alcuni Grifondoro avevano deciso di prenotare il Campo di Quidditch per svolgere una partita amichevole tra i componenti della Casa. Le domande che, in quell’istante, si affacciarono nella mente di Harry furono principalmente due: cosa stesse facendo Draco Malfoy al settimo piano e come i suoi Concasati avessero ottenuto il permesso dalla Mcgranitt per la partita. Quella mattina, mentre stava per entrare all’interno della Sala Grande, un entusiastico Colin Canon lo accolse.

‘Ehi Harry!’

Esclamò entusiastico il ragazzino cercando di richiamare la sua attenzione. Harry tirò un sospiro di sollievo constatando che Colin non aveva con sé la sua macchina fotografica.

‘Oggi sarai alla partita, vero? Ti farò un bellissimo set fotografico magico!’

Disse il biondo Grifondoro mentre gli scorrazzava intorno nel lungo corridoio tra i tavoli della Sala Grande.

‘Forse… Sì… A dopo, Colin…’

Affermò Harry con un tono poco convinto della voce. Arrivato dinanzi al tavolo dei rosso oro si sedette immediatamente tra Ron e Seamus. Sul tavolo alleggiava il profumo delle salsicce fritte e del bacon, alimenti che non mancavano nel piatto davanti a Ron. Harry afferrò una fetta di toast caldo e vi spalmò sopra del burro salato.

‘Harry, posso essere io il Capitano dell’altra squadra?’

Domandò Seamus con un tono speranzoso. Harry bofonchiò che non aveva molto voglia di partecipare all’evento.

‘Tuf-vefrrai.’

Disse Ron imperioso, con la bocca piena di uova, mentre lo minacciava con una forchetta argentea dalla quale penzolava un pezzo di salsiccia. Harry cercò di ribattere ma le sue spalle giunse una voce imperiosa:

‘Oggi vai a giocare, Harry. Anche io sacrificherò il mio studio e verrò a vedervi dalle tribune.’

Hermione comparve all’improvviso come se si fosse materializzata. Ovviamente non era possibile Materializzarsi o Smaterializzarsi all'interno della scuola e dei confini di Hogwarts, come avrebbe ricordato la puntigliosa Grinfodoro. Dopo quella dichiarazione Harry dovette cedere anche se avrebbe preferito passare la giornata a scoprire ciò che Malfoy stava architettando al Settimo Piano.

***


Harry e Ron, dopo aver finito la loro colazione, si erano diretti verso lo spogliatoio di Grifondoro dove si trovavano le loro divise da allenamento e le loro scope. Una volta pronti, afferrarono il baule contenente le diverse palle per il Quidditch ed uscirono all’aria aperta. Sul Campo, sotto quel splendido e caldo sole primaverile, vi erano una decina di Grifondoro in attesa di iniziare la competizione tra Concasati. Le squadre si formarono velocemente: da una parte vi erano Harry, Ron, Ginny, Angelina Johnson, Nigel Wolpert, Alicia Spinnet e Rionach O’Neal e dall’altra Seamus, Calì Patil, Cormac McLaggen, Dean Thomas, Katie Bell, Dennis Creevey e Delmeza Robins. In pochissimi minuti i ruoli erano stati stabiliti.

‘Scusate ma chi farà l’arbitro?’

Chiese Ron, dopo aver contato con l’indice della mano sinistra sette componenti per squadra.

‘Io!’

Esclamò con entusiasmo una voce in fondo al piccolo gruppo. Una massa di conosciuti capelli ricci si manifestò tra lo stupore generale.

‘Tu?! Ma se non sai nemmeno cavalcare una scopa!’

Urlò Ron nei confronti di Hermione che, spavalda, indossò un paio di strani occhiali.

‘Questi mi permetteranno di vedere chiunque commetta un fallo, Ronald.’ Disse Hermione picchiettando la mano destra sugli strambi oggetti. ‘Anche se non so stare su uno scopa, la magia può sempre essere d’aiuto’.

Dopo aver affermato ciò, Hermione invitò entrambe le squadre a salire sulle loro scope e si avvicendò per liberare tutte le palle da gioco. Harry salì sulla sua Firebolt proprio mentre Hermione soffiò forte nel suo fischietto d'argento. Quattordici scope si levarono in volo tra il cielo di quella splendida giornata. La partita, dunque, era iniziata. Harry notò che Ginny si era subito impossessata della pluffa e si stava dirigendo verso i pali avversari. Era strano non sentire nessuno commentare quella stranissima partita. Harry sorvolò il Campo di Quidditch alla ricerca del Boccino d’Oro. L’aria birichina solleticava le gote di Harry e lo aiutava a cancellare, per un breve istante, tutte le preoccupazioni che l’avevano avvolto in quell’ultimo periodo. I raggi del sole lo confortavano: lo stavano avvolgendo come quello che pensava potesse essere l’amorevole abbraccio di una madre.

’10 a 0 per la squadra di Harry!’

Hermione doveva aver applicato l’incanto Sonorus alla sua voce in quanto rimbombò con vigore nell’aria intorno a Harry. Quest’ultimo rivolse la sua attenzione verso i pali degli avversari: vicino a questi vi erano alcuni componenti della sua squadra che circondavano raggianti Ginny. Sul volto di Harry comparve un piccolo sorriso mentre si soffermava con la scopa qualche metro sopra Ron. Il suo migliore amico parò diverse palle ben tirate ma con poca forza. A venti minuti dall’inizio della partita la squadra di Harry conduceva la partita per 50 a 10. Quella era una partita piuttosto tranquilla, nessuno sembrava aver commesso ancora un fallo oppure l’inesperienza di Hermione non faceva fermare il gioco. Harry guardava con circospezione ogni angolo del cielo azzurro: un Bolide aveva attentato alla vita di due piccole farfalle che erano distrattamente sorvolate sul campo. Un brilluccichio sul prato verde chiaro attirò Harry. Anche Dean Thomas, il cercatore dell’altra squadra, sembrò aver identificato qualcosa e partì di gran carriera sulla sua Nimbus 2001. Harry lo inseguì ed entrambi si avvicinarono pericolosamente al prato del Campo di Quidditch. Il Boccino era proprio là: stava svolazzando indisturbato circa alla metà sinistra dell’area di gioco. Dean, vicinissimo al piccolo oggetto, allungo la sua mano destra. Harry era troppo lontano e…

‘Meooooooooow!’

Un gran polverone si alzò dal terreno di gioco. Dean era rovinosamente caduto dalla sua scopa e Harry era riuscito ad effettuare una rapida frenata per non cadere e finire addosso al ragazzo disarcionato. Harry scese dalla sua scopa per vedere se Dean si fosse fatto male ed anche tutti gli altri Grinfondoro accorsero intorno a loro. Dean si alzò da terra riportando una piccola sbucciatura al ginocchio sinistro.

‘Ed il Boccino?’

Dean rivolse delle scuse alla sua squadra in quanto non era riuscito ad afferrare la piccola pallina dal momento che qualcosa era apparso sul Campo.

‘Gattaccio!’

Un urlo belluino si levò dalle bocca di Ron che stava squadrando con sguardo omicida un placido Grattastinchi che deteneva tra la sua bocca il Boccino d’Oro. I Grinfondoro eruppero in una fragorosa risata e, tra la furia di Ron e l’esuberanza di Hermione, elessero vincitore di quella stravagante partita il gattone dal manto rosso.