Una zucca molto speciale

Mentre con uno straccio lucidava la sua zucca, l’uomo ripensava alle ultime ore e alla fatica che aveva fatto per procurarsi quel meraviglioso esemplare e per intagliarlo in modo tanto artistico. Tutto era iniziato la sera precedente quando, dopo un lungo e snervante appostamento aveva adocchiato la zucca che faceva al caso suo...


*Finalmente la zucca era pronta, Manfred guardò estasiato il suo capolavoro.*
E’ perfetta, meglio di qualunque altra!
*Si disse ad alta voce, ascoltando con compiacimento il suono delle sue parole e accarezzando con lo sguardo ogni particolare della sua creazione: le orbite vuote quasi perfettamente sferiche, il naso finemente cesellato, la bocca semiaperta in un ghigno inquietante. Mentre con uno straccio lucidava la sua zucca, l’uomo ripensava alle ultime ore e alla fatica che aveva fatto per procurarsi quel meraviglioso esemplare e per intagliarlo in modo tanto artistico. Tutto era iniziato la sera precedente quando, dopo un lungo e nervante appostamento aveva adocchiato la zucca che faceva al caso suo. L’aveva presa a una ragazza in un vicolo buio, dietro al mercato ortofrutticolo. La giovane era talmente stupita che non aveva opposto la minima resistenza e non aveva gridato neppure quando l'uomo vestito da vampiro l'aveva minacciata con un coltello.*
Halloween è vicino e di tipi strani in giro se ne vedono tanti, questo sarà l'ennesimo burlone.
*Pensò la donna senza preoccuparsi troppo. Nei suoi grandi occhi verdi vi era incredulità, velata, forse, da un certo disappunto, ma non paura mentre fissava la figura mascherata che le sbarrava il cammino.*
Come ti chiami?
*Chiese il suo misterioso assalitore gentilmente e la ragazza, convinta che si trattasse di uno scherzo, invece di rispondere, scoppiò a ridere. Per Manfred era di vitale importanza conoscere il nome di colei cui avrebbe sottratto quella stupenda zucca, quindi, ripeté la domanda ma questa volta il suo tono era perentorio e minaccioso. La risata le si gelò in gola alla e sul suo giovane viso comparve un’espressione di terrore. La poverina si affrettò a dire con voce rotta dal panico.*
Miriam, mi chiamo Miriam
*Era tutto ciò che Manfred voleva sapere.*
Ci voleva poi tanto a rispondere?
*Esclamò con fare beffardo il vampiro mentre affondava la lama affilata nella tenera polpa della zucca.
Il trasporto era stato l’aspetto più rischioso ma Manfred era un uomo pragmatico e nulla aveva lasciato al caso. Il sacco di plastica era già pronto nel retro della sua jeep e in un attimo il prezioso bottino era scomparso alla vista. Una volta a casa aveva iniziato il rituale che tanto lo entusiasmava, preparare la zucca per Halloween. Tutto doveva essere assolutamente impeccabile. Per prima cosa, partendo dal sottile taglio inferto in precedenza, aveva praticato una lunga incisione circolare nella parte superiore, poi, inserendo il coltello e facendo leva con forza, aveva scoperchiata la zucca e l’aveva svuotata di tutta la viscida poltiglia contenuta al suo interno. Infine, era passato agli occhi, aveva cavato i bulbi aiutandosi con un cucchiaio e aveva appoggiato con cura le piccole sfere biancastre in un barattolo di vetro pieno di formaldeide.*
Non posso certo rischiare che queste meraviglie color smeraldo si rovinino!
*Esclamò mettendo il coperchio e avvitandolo con forza. A questo punto doveva occuparsi del lavoro più pesante, staccare la zucca senza romperla. Per aiutarsi nella manovra recise con precisione chirurgica muscoli e tendini del collo, poi si mise nella posizione che gli avevano insegnato quand’era nei Marines e tirò energicamente. L’Atlante si disarticolò dall’Epistrofeo producendo un rumore sordo e agghiacciante, la pelle non oppose alcuna resistenza e la zucca grondante rimase in mano Manfred mentre il corpo si afflosciò a terra.*
Il grosso è fatto!
*Si complimentò con se stesso mentre avvolgeva il suo trofeo in un asciugamano e, mettendoselo sotto il braccio, lo portò in bagno, dove la vasca era già piena di un potente acido. Dopo aver indossato dei guanti spessi liberò la zucca e la immerse nel liquido corrosivo, facendo ben attenzione che affondasse abbastanza da essere completamente sommersa. Prima di andare a letto tornò in garage per ultimare il lavoro e raccogliere i teli di plastica che aveva usato, impiegò ancora diverse ore per portare a termine la sua opera ma alla fine tutto era lindo e ogni prova dell’orrore che si era perpetrato in quel luogo era scomparsa come per magia. Il mattino seguente Manfred dormì fino a tardi, fece colazione e iniziò a preparare l’arrosto che avrebbe offerto ai suoi ospiti. Ormai era una tradizione che la sera di Halloween amici e colleghi si auto-invitassero per gustare quello che lui amava definire, “il mio speciale manicaretto dei morti”. Mentre preparava la carne, guarnendolo con grosse fette di pancetta e insaporendolo con alloro, timo e rosmarino, l’uomo fischiettava allegramente immaginando i commenti lusinghieri dei convitati. Solo dopo aver infornato la pirofila, tornò a dedicarsi alla sua preziosa zucca che ormai era candida dopo le molte ore trascorse nell’acido. Proteggendosi con i guanti la estrasse dalla vasca, poi, aiutandosi con un retino, raccolse i residui di cartilagini e capelli che non si erano sciolti, tolse il tappo affinché l’acqua defluisse e pulì la vasca con una generosa dose di candeggina. Dopodiché tornò in cucina, buttò i resti raccolti nel trita-rifiuti della cucina che in pochi secondi ne eliminò ogni traccia, sciacquò sotto l’acqua corrente la zucca e la asciugò con cura, verificando che fosse completamente pulita e lucida.*
E’ perfetta, meglio di qualunque altra!
*Ripeté l’uomo entusiasta del risultato ottenuto. Quindi, prese una grossa cassetta per gli attrezzi, in cui vi erano perline, pietre dure e zirconi, suddivisi per dimensione e colore, selezionò quelli che gli sembrarono più adatti e decorò il suo cimelio. Completò l’opera inserendo due lumini nelle cavità orbitali e una grossa candela sferica nella bocca in modo che la mandibola restasse socchiusa, facendo filtrare la luce attraverso i denti bianchissimi e quasi trasparenti. Ora non doveva far altro che addobbare la casa e indossare il costume per la festa di Halloween. Eccitato come un bambino il giorno di Natale, tirò fuori le sue belle zucche dal baule in cui le conservava e le dispose tutte in fila per ammirarle. Ognuna era guarnita con pietre dure e allegre candele arancio: c’erano Sara e Virginia dagli occhi blu come il mare, Pamela, Laura e Barbara con gli occhi nocciola da cerbiatte, Anita che aveva gli occhi color dell’acciaio, e adesso era arrivata anche Miriam con le sue rare gemme verde smeraldo.*
Non c’è che dire, è una meravigliosa collezione...
*Pensava Manfred compiaciuto mentre disponeva i suoi tesori in punti strategici della casa. Quando finalmente fu soddisfatto si fece una rapida doccia e indossò il suo costume da vampiro ma, prima di mettere il lungo mantello nero lo guarnì con una dozzina di bulbi oculari di colori differenti, che prese da altrettanti barattoli nascosti in soffitta. Poi tornò in bagno ed estrasse dalla formaldeide l’ultima coppia di occhi, la più preziosa, e la appuntò al papillon, servendosi di un sottile filo di nylon rigirato e annodato in modo assai complesso. Vedendo che erano già quasi le sette si diresse in cucina, sbucciò e tagliò grossolanamente delle patate che aggiunse nella pirofila dell’arrosto, in tal modo, cuocendo, si sarebbero insaporite con l’aroma della carne. Il suo manicaretto di Halloween era quasi pronto, sarebbe stato tenero e gustoso come sempre negli ultimi sette anni.*
I miei ospiti mi faranno i complimenti assaggiando questa delizia… e le mie meravigliose zucche luccicanti conquisteranno tutti con la loro macabra bellezza!
*Manfred fu riscosso dalle sue fantasie perché qualcuno stava suonando il campanello.*
Arrivo!
*Gridò, prendendo una cesta piena di minuscoli involucri di carta velina arancio infiocchettati con nastrini di raso in tinta. Aprì la porta e tre ragazzi in maschera gli chiesero all’unisono.*
Dolcetto o scherzetto?
*L’uomo sorrise senza dir nulla e regalò a ognuno un pacchettino color zucca che conteneva, oltre alle caramelle e ai dolciumi, le uniche parti di Miriam che non potevano essere messe in forno, cioè le ossa finemente sminuzzate. Ma chi ci avrebbe fatto caso in quel giorno particolare?*
Peccato che Halloween venga una sola volta l’anno!
*Sospirò tristemente Manfred mentre richiudeva la porta.*