Il Peggior Natale del Principe


Prologo - 4 Maggio 1998

La scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts era ancora mutilata e ferita per la battaglia appena conclusa, ma il Signore Oscuro era sconfitto e ci sarebbe stato molto tempo per ricostruire, sistemare e rendere più bello che mai il Castello. La priorità era dare una degna sepoltura ai tanti valorosi che si erano sacrificati per contrastare Lord Voldemort e i suoi seguaci; fra tutti un posto d’onore spettava all’incompreso Severus Piton che fino all’ultimo aveva dissimulato le sue vere intenzioni, rivelando solo alla fine di essere il più fidato sostenitore di Harry e il più leale alleato di Silente. Proprio per questa ragione, la professoressa McGranitt aveva stabilito che, come il suo illustre predecessore, l’ultimo preside della Scuola fosse tumulato all’interno del perimetro di Hogwarts. Un’altra bara sarebbe sorta a imperitura memoria del coraggio e della generosità dimostrate da Piton. Per ragioni che erano ignote ai più, inaspettatamente Harry Potter si offrì di pronunciare l’elogio funebre e, ovviamente, gli fu accordato tale privilegio… infatti, chi avrebbe mai osato negare qualcosa al [i]prescelto, colui che aveva sconfitto Lord Voldemort?

Spinner’s End

*Mannaggia a me, forse non ho riflettuto quando mi sono offerto di scrivere l’elogio funebre…*
Rimuginava fra sé il giovane Grifondoro entrando nella casa di Severus Piton a Spinner’s End. Si trovò in un minuscolo soggiorno che dava l’idea di una cella ovattata d’oscurità. I muri erano completamente ricoperti di libri, la maggior parte dei quali rilegati in pelle nera logorata dagli anni; un divano consunto, una vecchia poltrona e un tavolo traballante erano raggruppati nella pozza di luce proveniente da un lampadario a candele appeso al soffitto. Il posto aveva un’aria di abbandono, evidentemente negli ultimi mesi il padrone di casa non vi aveva mai fatto ritorno.
*Uhm, se voglio cercare di conoscere meglio il vero Piton forse potrei trovare qualcosa fra i suoi libri, qui ce ne sono tantissimi. E’… ehm era peggio di Hermione, penso che neanche lei si ridurrebbe a mettere delle mensole anche sulle porte per aumentare lo spazio disponibile… o forse lo farebbe, chi può dirlo!*
Borbottò avvicinandosi a uno scaffale ed estraendo la bacchetta per farsi luce.
“Lumos!”
Appena pronunciò la formula puntando il catalizzatore energetico verso il muro, con un bang sonoro, una porta nascosta si aprì rivelando una stretta scala.
“E questo che diavolo è? Un passaggio segreto? Un nascondiglio? Interessante!”
Esclamò allungando la testa per vedere dove portasse la scala, ma era troppo lunga e buia per vedere il fondo.
“Tocca scendere… forse laggiù scoprirò i segreti di Piton… e mi verrà qualche idea decente per il discorso, il funerale sarà domani ed io ho scritto solo una frasetta striminzita: ’Forse, come me, non tutti conoscevamo l’integrità morale, la nobiltà d’animo e l’abnegazione di Severus Piton.’!”
Facendosi luce con la bacchetta scese lentamente i gradini, che erano molto ripidi e resi scivolosi dall’umidità; ovunque aleggiava un soffocante odore di muffa.
*Che schifo di posto, è peggio del sotterraneo dove teneva le lezioni, là almeno non c’era questo terribile tanfo…*
Commentò acido, era già quasi pentito di essere sceso in esplorazione, ma subito si pentì ripensando all’ultima volta che aveva visto vivo Piton, al suo estremo atto d’amore, alle rivelazioni del Pensatoio...
*Glielo devo, è il minimo che posso fare!*
Si rimproverò continuando la discesa con passo più deciso e rinnovata determinazione.
Arrivato in fondo, si trovò in una stanza piuttosto ampia e circolare: al centro un grande tavolo allestito come una fucina alchemica o il laboratorio di un pozionista, sulle pareti laterali vi erano ancora scaffali stracolmi di libri e strani oggetti che Harry non aveva mai visto prima mentre su quella centrale, proprio di fronte alla scala, c’era un vecchio armadio, muffito e tarlato ovviamente.
*Forse non era il mostro che pensavo io, ma tutte le rotelle apposto non le aveva mica… cioè, non gli bastava insegnare pozioni in un sotterraneo tutto l’anno, doveva anche lavorare a casa sua… e in un posto simile, per giunta!”
Esclamò Harry guardandosi attorno allibito, lanciò solo una rapida ovviata ai libri, ne aveva visti già troppi, si avvicinò al tavolo e toccò alcuni strumenti che vi erano appoggiati.
“Anche se dalle pozioni si potesse intuire la personalità di un mago, io certo non sono in grado di farlo… sono sempre stato una schiappa in questa materia e l’unico anno che me la sono cavata alla grande è stato solo merito del manuale chiosato da Piton, da cui ho attinto spudoratamente informazioni e trucchi…”
Mormorò scuotendo il capo e rimettendo gli strumenti esattamente dove li aveva trovati, quindi, si diresse all’armadio che pareva più promettente. Cercò di aprirlo girando la chiave ma l’anta non si mosse, allora tentò con la formula Alohomora ma nulla; evidentemente era protetto da qualche incantesimo particolare.
*Beh, se l’ha stregato, dentro dovrà pur esserci qualcosa d’interessante…*
Continuò ad armeggiare con la bacchetta per un po’ provando tutti gli incantesimi che gli venivano in mente, ma non ottenne alcun risultato. Era quasi deciso ad arrendersi, quando gli venne si ricordò una strana filastrocca che aveva letto l’anno prima nel Libro del Principe Mezzosangue, probabilmente era una specie di nenia che il giovane Severus si ripeteva quando non riusciva a risolvere un problema.
“Non sempre tutto è come appare
e spesso ci si deve lambicare.
Se qualcosa non riesci a capire,
non ti devi subito innervosire,
solo se cuore e testa userai
la soluzione giusta scoprirai.”
Ripeté a voce bassa continuando a girare intorno all’armadio e solo allora vide due piccoli fori a circa quindici centimetri sopra e sotto la serratura, uno era circolare e l’altro triangolare, istintivamente v’infilò le dita e senti uno scatto, il legno fremette un attimo e l’anta si aprì.
“Mi correggo, Piton era pazzo come un gargoyle e un tantino maniacale!”
Commentò, iniziando a rovistare nell’armadio. Subito rimase piuttosto deluso da quel che trovò: ingredienti per pozioni, altri libri e blocchi di appunti e, tanto per dare un tocco vintage, tutta una serie ai oggetti che sembravano presi a un mercatino delle pulci babbano. Ma non si arrese e continuò a cercare, frugando ovunque e sfogliando tutto ciò che trovava: lesse alcuni appunti che Piton aveva preso ai tempi della scuola, molte osservazioni su pozioni e distillati, interessanti annotazioni su Occlumanzia e Legilimanzia, commenti sulle Arti Oscure ed eventuali rimedi contro di esse… era tutto molto avvincente e ne usciva l’immagine di un mago di straordinaria intelligenza e dai mille interessi, in alcuni commenti pareva addirittura ironico, autocritico e sarcastico.
*E’ tutto molto suggestivo e forse un pochino di più ho imparato a conoscere Piton, ma non ho trovato alcuna illuminazione…*
Pensò sconsolato, gli occhi gli bruciavano e la testa iniziava a dolergli ma, proprio quando si era deciso a rinunciare, notò qualcosa che attrasse la sua attenzione, una specie di album rilegato in pelle nera con lo stemma di Serpeverde sbalzato in argento sulla copertina che era stato sapientemente nascosto dietro agli appunti scolastici.

*Bingo, questo sì che promette bene!*
Esclamò entusiasta il ragazzo e lo aprì: nella prima pagina c’era una scritta verde.

Questo diario è di proprietà
del Principe Mezzosangue

*Non si può dire che ai tempi della scuola avesse molta fantasia, ma le poche idee che aveva, in compenso, erano estremamente chiare!*
Commentò Harry ricordando che la stessa frase era scritta sul libro di pozioni appartenuto a Severus. Sorrise scuotendo la testa e cominciò a sfogliare il prezioso reperto; capì subito che si trattava del diario personale di Piton dal 9 gennaio del 1972 (nella prima pagina lesse che era un regalo di sua madre per il compleanno) fino al 25 dicembre del 1977. Praticamente, lì erano contenuti tutti i pensieri più segreti e le emozioni più inconfessabili del giovane Severus.
*Maledizione, se lo avessi trovato prima, avrei risparmiato un sacco di tempo ed energia, scoprendo molte più cose interessanti… ora non riuscirò mai a leggerlo tutto entro domani mattina.*
Si rammaricò il ragazzo mentre sfogliava avidamente le pagine del diario. Fu incuriosito dal fatto che, sebbene ve ne fossero ancora molte bianche, la narrazione si interrompeva a Natale del 1977. Le ultime due pagine erano scritte fittamente e presentavano degli insoliti collage, quindi, decise di sciogliere il piccolo mistero e di iniziare proprio dal fondo.
24 Dicembre

Mi sento particolarmente stupido mentre impacchetto questi biscotti allo zenzero fatti a mano, la Vigilia di Natale. Non sono un granché ma è il pensiero che conta, quindi non importa che non siano perfetti, se avessi usato la magia, di certo sarebbero venuti meglio ma non volevo farlo, lei è nata babbana e credo apprezzerà che abbia “spignattato” nelle cucine tutto il pomeriggio; già ci ho perso tanto tempo perché la prima infornata si è tragicamente bruciata e ho dovuto ricominciare tutto daccapo. Eppure con il calderone non mi è mai accaduto niente di simile, non pensavo che cucinare fosse molto diverso, ma mi sbagliavo! Be’, l’importante è che alla fine ci sia riuscito e che siano commestibili e, tutto sommato, sono anche carini e natalizi.


*Be’, commestibili lo erano forse diciannove anni fa, ma oggi sono duri più dei biscotti di Hagrid ed è un miracolo che non siano ammuffiti con quest’umidità… probabilmente li avrà spalmati con qualcuno di quegli intrugli che gli sono sempre venuti tanto bene.*
Commentò Harry guardando i due biscotti che erano appiccicati sulla pagina; a testimonianza del “capolavoro culinario” del giovane Severus.
*Però su una cosa devo dargli ragione erano davvero graziosi e molto teneri… aveva proprio una brutta cotta, una cosa tanto patetica non l’avrei mai fatta, neanche per conquistare Ginny… poveretto, era davvero messo male!*
Aggiunse scuotendo il capo con un’espressione che oscillava fra la tenerezza e la pietà, quindi, s’immerse nuovamente nella lettura.

Magari non importa neppure il fatto che il pacchetto non stia venendo esattamente come pensavo, in fondo è in linea con i miei abiti fuori moda e dall’aspetto bizzarro, ai suoi occhi non apparirò più ridicolo di quanto non sia. Già, i suoi occhi, quegli occhi limpidi e cristallini che da sempre mi tolgono il fiato e, se non fossi tanto pallido e smunto, mi farebbero arrossire fino alla punta delle orecchie…
Lily è una delle mie migliori amiche - per non dire l’unica - e forse se le dicessi quello che provo potrebbe rovinare per sempre la vostra amicizia, ma da qualche tempo sembra fin troppo interessata da quell’arrogante, spocchioso, irritante di James Potter e se aspettassi ancora, potrebbe essere troppo tardi, di certo lui non è timido e goffo come me e, prima o poi, si farà avanti: ho notato come la guarda quel maiale lussurioso! Quanto lo detesto, non solo per tutte le dubbie “qualità” sopra citate ma soprattutto perché insieme ai suoi “degni” amici non perde occasione per mettermi in ridicolo, o peggio in cattiva luce agli occhi di Lily. Se potessi, lo crucerei, e ogni tanto nei miei sogni penso di torturarlo, ho anche ideato un incantesimo apposta per lui, il Sectumsempra, ma dubito che mai lo userò contro James, non perché ciò non mi causerebbe un’indicibile soddisfazione ma solo perché so che la dolce Lily non approverebbe, anzi ne soffrirebbe e il mio unico desiderio è che sia felice, è veder ridere i suoi meravigliosi occhi verdi.
Per un certo periodo ho anche accarezzato (coccolato, direi) l’idea di sfruttare le mie indubbie doti di pozionista per farla innamorare di me, ma è stata solo una follia momentanea, la rispetto troppo per somministrarle l’Amortentia… eppoi, non voglio che sia un filtro d’amore a portarla da me, non m’interessa un’infatuazione artificiale ed effimera, non saprei che farmene! Vorrei che anche lei provasse realmente lo stesso sentimento assoluto che infiamma la mia mente e il mio cuore... be’, in realtà, infiamma anche altro, ma non è questo il punto!
Probabilmente ciò che sto per fare è terribilmente stupido, ma non posso impedirmi di terminare il mio ridicolo pacchetto cercando di renderlo il più grazioso possibile: una bella carta rossa e uno sfavillante fiocco dorato; tinte natalizie, certo, ma soprattutto i colori della sua Casa, magari noterà che ho rinunciato al verde-argento (abbinamento altrettanto natalizio e molto più adatto a me) in favore del rosso-oro.
Il risultato non è proprio orribile… soprattutto considerando che l’ho fatto io che sono sempre stato un disastro con i lavori manuali, fatta eccezione per la composizione delle pozioni, ovviamente, ma quella è tutta un’altra storia, è una questione di testa.


[Magifoto applicata sulla pagina del diario]

Spero di trovare il coraggio per fare questa pazzia, dopo anni passati ad amarla in silenzio ne ho bisogno per me stesso. Questa potrebbe essere la mia ultima occasione: infatti, anche se l’irritante Potter non dovesse farsi avanti (eventualità che mi pare ogni giorno più improbabile) comunque, fra pochi mesi termineremo gli studi e ognuno andrà per la propria strada, non avremo più modo di frequentarci come da bambini quando abitavamo vicini né come adesso che, seppure in Case diverse, siamo sotto lo stesso tetto.
Non ho scelta, questa è l’occasione giusta! Forse, grazie al clima natalizio, al mio patetico regalo e alla mia ancor più goffa dichiarazione (sono timido e imbranato, forse la gang di Potter non ha tutti i torti a soprannominarmi Mocciosus) riuscirò a far breccia nel suo cuore o almeno a farmi scaricare in modo garbato con la fatidica frase ”non mi piaci ma possiamo restare amici, se ti va”, che poi non sarebbe tanto male, perché non cambierebbe nulla, o quasi, rispetto a oggi. A conti fatti, non ho nulla da perdere, Lily è troppo buona e gentile per prendersi gioco dei miei sentimenti, quindi, in ogni caso, mi conviene rischiare… che Merlino, Salazar e tutti i magi più potenti mi assistano!


La pagina successiva era scritta con una calligrafia molto più nervosa e frammentaria, inoltre, sembrava macchiata, come se l’autore stesse piangendo mentre scriveva.
*L’idea di leggere di mia madre che se la fa con Piton non mi alletta più di tanto… ma è probabile che lo abbia “gentilmente” respinto e che lui ci sia rimasto parecchio male; sia come sia, oramai sono troppo curioso di vedere cosa è accaduto… in fondo, considerando le recenti rivelazioni, un pochino inizio a tifare per lui, anche se so bene quale sarà l’epilogo della faccenda, anche perché, se la storia fosse andata in modo diverso, io non sarei mai nato…*
Disse fra sé il ragazzo, quindi, si sistemò gli occhiali e proseguì con rinnovato entusiasmo.

25 Dicembre

Che scemo, stupito, babbeo: sono rimasto imbambolato come un idiota, nascosto dietro una colonna, senza trovare il coraggio di avvicinarla. Non ho avuto il coraggio di darle il mio regalo, quando ero in tempo e ormai è troppo tardi: MI ODIO!
MA ODIO ANCORA DI PIÙ SIRIUS E SOPRATTUTTO JAMES! Sono riusciti a rovinarmi questo Natale. Perché diavolo sono tornati? Non potevano restare nella bella, accogliente casetta dei Potter a festeggiare, invece di venire a rompermi le uova… ehm i biscotti nel pacchetto?
Se si fossero limitati a schernirmi, mettendomi in ridicolo come al solito, prendendo il mio regalo e lanciandoselo come una palla in un campo di rugby babbano, non ci sarebbe stato nulla di nuovo, lo avrei sopportato come ho fatto negli ultimi sei anni. Tuttavia, oggi è accaduto qualcosa di assai più grave, qualcosa che cambierà la mia vita per sempre, qualcosa di tragicamente ineluttabile: mentre Sirius mi teneva impegnato correndo da una parte all’altra con il mio pacchetto, divertendosi ad appellarlo ed esiliarlo solo per farmi girare come una trottola, James ha avvicinato, e sedotto, Lily, così ho perso la mia ultima occasione di dichiararmi. Non ho visto tutta la scena perché ero alle prese con quell’idiota di Sirius, ma quando finalmente lui si è stancato di vessarmi e mi ha restituito il prezioso dono, sono corso a cercare Lily: sentivo che ce l’avrei fatta a darle il regalo, il biglietto, a dichiararmi, insomma, avevo trovato il coraggio di farmi avanti. Ma James mi aveva battuto sul tempo e lei, com’era prevedibile, aveva ceduto alle lusinghe di quel maiale, arrogante e meschino di un Grifondoro! Erano sotto il vischio, teneramente abbracciati che si baciavano, ovviamente, loro non mi hanno visto ed io non mi sono certo fatto notare; sono tornato strisciando a testa bassa qui nei sotterranei e ho gettato quell’insulso ridicolo pacchetto nel fuoco del camino. L’odore di zenzero appesta ancora tutta l’aria, per fortuna i pochi Serpeverde che sono rimasti al Castello adesso sono tutti al banchetto in Sala Grande… è probabile che anche Lily e James si siano uniti agli altri; il Natale a Hogwarts è davvero un’esperienza unica; non è solo per le pietanze che sono davvero squisite, ma è tutta l’atmosfera, con le decorazioni, il coro e tutto il resto... E’ inutile recriminare, tanto non ci andrò, non potrei sopportare di vederli insieme, non oggi di certo: questo è sicuramente il Natale peggiore della mia vita!
Se solo ripenso a ciò che è accaduto, una morsa gelida mi attanaglia lo stomaco, un senso di nausea mi toglie il fiato e la testa mi gira come se fossi ubriaco… non posso stare così male, devo trovare un rimedio! Forse sarebbe meglio che non conservassi il vivido ricordo di questa giornata nella mia mente… sì, ho deciso: raccoglierò in un’ampolla l’essenza del fallimento, dei sogni infranti e del mio indicibile dolore, quindi, lo affiderò a te, caro diario.


L’ampolla faceva bella mostra di sé, come fosse un gioiello incastonato nell’ultima pagina, probabilmente Severus si era servito un Incantesimo di Estensione Irriconoscibile debitamente modificato e combinato con un altro sortilegio che aveva all'incirca lo stesso effetto del Magiscotch. L'insolito abbinamento magico faceva sì che la fialetta non sporgesse rispetto alla superficie delle pagine e restasse ferma dove si trovava fino alla fine dei tempi. Harry non resistette alla tentazione e, con non poco sforzo, riuscì staccarla dal suo alveo incantato.
*Ne ho perso di tempo per prenderti, piccoletta... e per fortuna Piton non ha usato una protezione magica, un incantesimo di Adesione Permanente o che so io...*
Pensò con enorme sollievo, continuando a fissare il minuscolo trofeo, ammaliato dal tenue bagliore che s’irradiava dal ricordo in essa contenuto, poi, sempre stringendo l’ampolla fra le dita, terminò la lettura.




Nulla da oggi sarà più lo stesso, tutto per me è cambiato: Lily è perduta ed io non potrò mai innamorarmi di nessun’altra… no, non è il solito melodramma adolescenziale, ne sono certo. Lei era, e continuerà a essere, l’unica che è riuscita a vedere oltre le apparenze, a penetrarmi nell’anima con i suoi cristallini occhi verdi, toccando il mio cuore e straziandolo inconsapevolmente con la sua infinita dolcezza.
Posso sperare che si stanchi di lui oppure che si accorga del fatale errore commesso, ma non mi sembra un’ipotesi verosimile, se lo ha baciato (o ha ricambiato il bacio di James, in fondo è lo stesso) significa che è sicura dei suoi sentimenti; lei non è il tipo che si concede al primo che capita con incosciente leggerezza. Be’, certo, lui è un maiale, come ho spesso ripetuto, e potrebbe approfittare di lei per poi abbandonarla… ma non lo auspico, perché ciò farebbe soffrire Lily, e questa è l’ultima cosa che desidero. Tuttavia, se ci provasse, allora avrei l’occasione di lanciare contro di lui Sectumsempra e starei a guardarlo mentre muore affogando nel suo stesso sangue senza rimorsi né timori… anzi potrei usarlo come cavia vivente per le Maledizioni senza Perdono. Tanto, che se ne esegua una, due o tre, il risultato sarebbe sempre lo stesso: un biglietto di sola andata per Azkaban, quindi, perché privarmi della soddisfazione di renderlo ridicolo con l’Imperius, di vederlo soffrire implorando la morte, con il Crucio, per poi finirlo con l’Avada Kedavra. Inoltre, al di là dell’innegabile piacere personale che ne trarrei, lo farei per una “nobile causa”: vendicare l’onore di Lily, per lei farei qualsiasi cosa, un soggiorno vitalizio nella prigione dei maghi è ben poca cosa, affronterei Satana in persona pur di proteggerla e donerei con gioia la mia vita in cambio della sua, oggi e sempre.


Harry restò un attimo perplesso, era ancora turbato da ciò che aveva letto. Si rigirò in mano l’ampolla; una parte di lui avrebbe voluto correre al pensatoio di Silente per vedere cos’era davvero successo quel lontano Natale; l’altra parte, quella che poi ebbe la meglio, desiderava riporre la fiala al suo posto e rispettare la volontà di Piton.
*Non, non posso farlo, sia perché sarebbe ingiusto nei suoi confronti, sia perché non mi va di vedere mio padre e Sirius fare gli idioti, quel che scorsi nella mente di Piton durante l’ultima lezione di Occlumanzia mi basta e avanza… tanto il ricordo non mi direbbe nulla di più su di lui e potrebbe solo farmi giudicare male due persone che amo e stimo profondamente.*
Prese la sua decisione in fretta, quindi, rimise al suo posto l’ampolla e chiuse l’armadio, ma tenne con sé il diario. Poi percorse a ritroso la strada che aveva fatto poche ore prima e, dopo essersi accertato di non aver lasciato nulla fuori posto, uscì dalla casa di Piton. Passeggiò un poco nell’oscurità, l’aria era frizzante lo aiutò a schiarirsi la mente. Giunto alla piazza si bloccò, sorrise e si smaterializzò.

Epilogo – 5 Maggio 1998

Il sole non era ancora sorto quando Harry varcò i cancelli di Hogwarts, aveva fatto una bella scarpinata da Hogsmeade, dove si era materializzato, e non aveva neanche potuto servirsi dei passaggi segreti che erano oramai tutti inagibili, eccetto quello attraverso il ritratto di Ariana Silente, ma non sarebbe stato opportuno svegliare Aberforth a quell’ora; inoltre, preferiva fare ciò che doveva senza che nessuno lo vedesse. Il parco e le mura del Castello recavano ancora visibili le ferite della recente battaglia, quel luogo non era mai apparso tanto feprimente e spettrale.
*Le cose si possono ricostruire o sostituire, le persone, purtroppo no!*
Pensò tristemente, mentre una fitta di dolore gli trafiggeva l’anima: in un attimo, gli amati caduti sfilarono davanti ai suoi occhi; il ridente, scanzonato Fred, l’irrequieto e leale Remus, l’eccentrica e solare Tonks e tutti gli altri, non solo quelli morti durante l’ultimo scontro ma anche coloro cui il signore Oscuro, direttamente o indirettamente, aveva tolto la vita. Per un attimo rivide il povero Cedric, ucciso solo perché era nel posto sbagliato al momento sbagliato, il caro Sirius colpito dalla maledizione di Bellatrix e scomparso dietro il velo, il fedele Dobby anche lui vittima della crudele strega e, ovviamente, Piton, ammazzato nel modo più assurdo e crudele a causa di un fatale errore di Voldemort che credeva in tal modo di ottenere l’obbedienza della bacchetta di Sambuco.
*A pensarci è davvero grottesco: l’Oscuro Signore ha creduto fino alla fine che gli fosse fedele e l’ha ucciso solo per un suo capriccio… quel volpone di Piton è riuscito a prendersi gioco di lui e ha dimostrato di avere una mente più potente di quella del grande Lord Voldemort… forse avrei fatto meglio ad applicarmi con maggiore serietà alle sue lezioni di Occlumanzia, non c’è dubbio che fosse il più abile in quella difficile pratica.*
Cullato fra i malinconici ricordi e le argute congetture, Harry arrivò a varcare il portone d’ingresso quasi senza accorgersene. I cadaveri erano stati tutti rimossi dall’ingresso: le salme degli studenti erano già state inviate alle famiglie e anche molti membri dell’ordine erano stati sepolti. Erano giorni davvero tristi: certo, il Bene aveva trionfato ma il prezzo era stato troppo alto, non si poteva gioire appieno della vittoria se, per raggiungerla, si erano persi tanti amici… alla fine, Harry, come tutti i sopravvissuti, sarebbe riuscito a metabolizzare il lutto e avrebbe festeggiato ma, per il momento, tutto ciò che avvertiva era un incolmabile senso di vuoto.
*E’ un peccato aver scoperto la vera natura di Piton, la sua parte migliore, per così dire, solo dopo la sua morte… gli altri, almeno, avevo potuto già apprezzarli e stimarli anche in vita.*
Sospirò il ragazzo, aprendo la porta della Stanza dei Trofei dove era stata allestita la camera ardente per Preside, in attesa della sepoltura. La bara era aperta in modo che chiunque lo volesse e potesse dargli un ultimo saluto. La salma era stata perfettamente ricomposta e il morso che aveva causato la morte era stato coperto con una delle tuniche a collo alto che tanto piacevano a Piton. Sembrava che dormisse e il volto, sempre un po’ arcigno e corrucciato, appariva sereno e disteso, anche i lineamenti sembravano meno spigolosi, quasi dolci, ma forse era un’impressione di Harry che, per la prima volta, guardava Piton non come un nemico malvagio ma come un alleato che avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggerlo, un uomo che per tutta la vita aveva seguito il suo cuore e aveva difeso fino all’estremo sacrificio ciò che gli restava del suo perduto amore.
“Salve Professore, devo confessarle che ho un po’ ficcanasato fra le sue cose, ma le assicuro che non ho guardato il suo ricordo…”
Disse il giovane come se il cadavere potesse rispondergli oppure rimproverarlo per la sua impudenza.
“A proposito, questo è suo, e credo che le farà piacere portarlo con sé… se non altro, così, potrà essere sicuro che nessuno mai leggerà i suoi segreti o curioserà nell’ampolla…”
Precisò, estraendo dal mantello il vecchio diario e mettendolo fra le mani di Piton.
“Grazie di avermi indicato dove trovare la spada di Grifondoro, senza di quella non so se saremmo riusciti a distruggere tutti gli Horcrux… e di tutto ciò che in questi anni ha fatto per me.”
Così dicendo fece una specie di buffo inchino e uscì, aveva molta fretta perché doveva ancora scrivere l’elogio funebre e aveva poco tempo per farlo.
*La visita a Spinner’s End è stata molto lunga ma proficua, almeno ora so che cosa scrivere e, per una volta, farò un componimento degno di Hermione.*
Il sole stava spuntando mentre Harry si dirigeva verso la Torre di Grifondoro, dove avrebbe riposato un po’ prima di mettersi a scrivere: quella probabilmente sarebbe stata l’ultima volta che sarebbe entrato in Sala Comune.