La notte di Halloween

Il forte vento d’autunno soffiava forte, facendo muovere bruscamente i rami del Platano Picchiatore, dandogli l’aria di un Troll arrabbiato, trasformando Hogwarts in un castello lugubre e tetro. Ed, effettivamente, era la notte del 30 ottobre. L’orologio, in bilico sul lato destro del comodino di Penelope, segnava le 23.58. Ancora due minuti di tranquillità l’attendevano, poi Halloween sarebbe arrivato.


Il forte vento d’autunno soffiava forte, facendo muovere bruscamente i rami del Platano Picchiatore, dandogli l’aria di un Troll arrabbiato, trasformando Hogwarts in un castello lugubre e tetro. Ed, effettivamente, era la notte del 30 ottobre. L’orologio, in bilico sul lato destro del comodino di Penelope, segnava le 23.58. Ancora due minuti di tranquillità l’attendevano, poi Halloween sarebbe arrivato. 23.59. Un solo minuto e poi la catastrofe sarebbe scoppiata nel castello. Già immaginava le migliaia di ragazzine nel Dormitorio ad abbracciarsi, impaurite, e che strillavano come delle pazze appena uscite dalla Prigione di Azkaban. Non le piaceva Halloween, affatto. Era una festa stupida. A volte era andata per le case britanniche, nel Mondo Babbano, a gridare, porta per porta, la famosa frase: “dolcetto o scherzetto?”. Erano molti i bambini che si divertivano a farlo, ma lei ci andava sempre perché erano le sue amiche a costringerla, ma finalmente era ad Hogwarts, poteva fare ciò che le pareva. 24.00. In seguito al lento ticchettio dell’orologio, ci fu il secondo più breve della sua vita, poi centinaia di sveglie suonarono tutte assieme. Sentiva la testa pulsare, come se stesse per scoppiare. Ed ecco le urla femminili, seguite dai versi dei gufi, spaventati. Rendevano tutto più… Come dire? Forse l’epressione giusta sarebbe “Halloweenoso”. O almeno lo era per le sue compagne. Lei, invece, rimase nel suo letto caldo, girandosi e rigirandosi. Le altre urla non mancarono, così sì alzò dal letto, stancamente, facendo più rumore possibile, e prese il libro “Mille Erbe e Funghi Magici” sistemato sul suo baule in pelle marrone e cominciò a leggere qualcosa sull’Alga Branchia. Si sentii uno scricchiolio proveniente dal portone in legno di ciliegio, posizionato tra le quattro mura dipinte di blu scuro e grigio-argento. Altre urla. Ma cosa si aspettavano? Pensavano, forse, che da un momento all’altro sarebbe spuntato fuori, magari proprio da uno dei loro letti, il “lupo cattivo”? Patetico. Odiava stare rinchiusa nel Dormitorio senza far niente. Alcune sue amiche le rivolgevano, ogni tanto, sguardi interrogativi. Ah, come le sarebbe piaciuto far loro uno scherzetto con i fiocchi! Chissà se avrebbero continuato a festeggiare Halloween… Aveva tanta voglia di vedere un’amica… Magari l'avrebbe aiutata! Essì, si stava proprio annoiando! Chiamò con un sonoro fischio la sua civetta bianca delle nevi, Brulls, e la indirizzò verso Noemi. Era una delle amiche che stavano più vicine a Penelope, in quel momento. Poteva contare su di lei, poteva considerarla una vera amica. Nel messaggio le chiese di andare al Lago Nero. Era sicura che anche lei era sveglia, e se nel Dormitorio di Grifondoro ci fosse quiete, le urla del Dormitorio Corvonero sarebbero comunque rimbombate ovunque… Sperava che avrebbe accettato. A Noemi piaceva molto Halloween, ma non le faceva paura. Questo, per Penelope, era un fatto positivo. L’avrebbe certamente potuta capire! Aspettò ansiamente una risposta, rannicchiata nelle coperte. Brulls non si fece attendere troppo a lungo. La ragazza slegò delicatamente il foglietto di pergamena dalla zampetta della civetta, aprì il sigillo di cera rossa e, fortunatamente, lesse un enorme “OK” che intestava la risposta. Si infilò dei semplici indumenti Babbani: un paio di jeans, una felpa arancione, per rimanere in tema, e un paio di scarpe da ginnastica. Quella era la roba giusta per affrontare quello che le aspettava. Si sentiva una ladra: stava cercando di schivare Gazza... Ed il che non era molto semplice. Ormai per lei era diventata un’abitudine: le piaceva girovagare di notte per Hogwarts. Rendeva tutto più… Magico. Si accostò ad un muro, spiando verso sinistra. Perfetto, via libera. Proseguì tutto il percorso allo stesso modo, procedendo verso i corridoi di pietra in punta di piedi. E, finalmente, Penelope riuscì a spalancare l’enorme portone di legno: lo aprì lentamente e ci fu un rumore lungo e tenebroso… Forse Gazza l’avrebbe potuta scovare…
-Brrrrrr!
Esclamò, un po’ per la paura e un po’ per il gelo. Era solo il 31 Ottobre e quasi nevicava! Tutto taceva. L’unico rumore percepibile erano le foglie secche che i suoi piedi stavano calpestando. Era una sensazione piuttosto piacevole da provare… Ci sarebbe stato ancora poco tempo per farlo, poi i suoi piedi sarebbero potuti sprofondare nella candida e soffice neve di Dicembre. Aveva il suo diario segreto in mano. Si sedette sotto un albero di castagne e cominciò a scrivere freneticamente, aspettando Noemi.
Vide arrivare la sua amica, vestita in modo stravagante, come sempre: portava un lungo mantello in cui era quasi totalmente nascosta.
- Weilà, Noe!
Esclamò, richiudendo il diario, con un enorme sorriso. Lei fece altrettanto.
- Ehy, ciao Penny…
Le disse. Finalmente poteva passare, per la prima volta, un Halloween in modo divertente…
- Che ne dici di organizzare qualche scherzetto?
Le chiese Penelope, armata del suo solito fare complice e del suo sorrisetto malefico. Anche Noemi sorrise.
- Massì, dai, chebbello!
Disse la ragazza Grifondoro, munita delle sue solite espressioni, stravaganti quanto lei.
- Che potremmo organizzare? Non ho proprio fantasia nel periodo di Halloween, sai?
Esclamò Penelope pensierosa. Il volto di Noemi si fece serio.
- Ma a chi li dovremmo fare?
La ragazza sorrise all’amica, felice e maligna. Quella sarebbe stata una luuunga, notte!
- Alle nostre compagne, ovviamente!
Disse il più piano possibile Penelope. Il volto di Noemi si illuminò così tanto da sembrare una lampadina rosa.
-Ehy ohi Noe!
Esclamò, sorridendo all’amica che sembrava un leoncino imbalsamato. La ragazza dai capelli rosso fuoco si riprese subito.
- F-f-f-f-f-f-fantaaaaaaaaaaaaastico!
Esclamò la studentessa, felice. Penelope annuii malefica.
- Benissimo, allora! Cosa potremmo mai organizzare?
Chiese a Noemi, con aria interrogativa. Poi mi venne un lampo di genio.
- Che ne dici se, anche se è uno scherzo banale, ci travestiamo da fantasmi?
Chiese la ragazza dagli occhi azzurri a Noemi. Gli occhi le scintillavano per l’emozione, ma aveva paura che la ragazza dall’aria tanto stravagante avrebbe disapprovato.
- Oh, bell’idea! Talvolta sono gli scherzi più banali ad essere i più belli…
Rispose Noemi, dando una risposta che si spiegava da sé. Penelope le regalò un enorme sorriso. Corsero velocemente verso il Giardino e si diressero negli spogliatoi del campo da Quidditch: entrambe facevano parte delle rispettive squadre, quindi lì avevano tutto il necessario per organizzare uno scherzo con i fiocchi. Presero un grande lenzuolo bianco ed un’enorme rotolo di gazza-magica. Penelope mise sopra di sé il “mantello” bianco e lo stregò, facendoci comparire due fessure fosforescenti, mentre Noemi avvolse attorno a sé tutto il rotolo di gazza-magica. Ora erano un fantasma ed una mummia perfette. Si avviarono caute e tranquille verso l’aula di Incantesimi, sapendo che alla loro amica e professoressa Sheevarhas sarebbe sicuramente piaciuto diventare loro complice. E, come loro immaginavano, trovarono la professoressa intenta a lavorare per la lezione che ci sarebbe stata ad ore. Sheevarhas non si spaventò affatto alla visione delle due ragazze, bensì alzò in aria la bacchetta, pronta ad aizzare qualche Creatura Magica pericolosa contro di loro. Penelope e Noemi non si fecero aspettare e si tolsero i loro costumi, felici per il loro gran successo.
- Salve Prof!
Esclamò Noemi con un sorrisetto. Sheevarhas sapeva bene che le due ragazze, quando volevano, potevano essere due grandi burlone. La professoressa di Incantesimi si limitò a sorridere ed a farle sedere.
- Bene, cosa volete combinare?
Chiese con un grande sospiro. Le due ragazze si guardarono con uno sguardo innocente e dolce, sperando di conquistare la professoressa e convincerla ad entrare dalla loro parte
- Stavamo pensando… Di organizzare uno scherzetto alle nostre compagne, e tu… Beh, tu potresti darci una mano!
Dissero entrambe, con le mani tese verso di loro.
- E va bene! Cosa dovrei fare?
Chiese, quasi disperata.
- Dovresti aiutarci a scrivere dei biglietti… Sai, così verranno nel Salone d’Ingresso e saremo pronte ad acconciarle per le feste! E… Magari potresti anche aiutarci con gli effetti speciali!
Disse Penelope, tutto d’un fiato, sorridendo, sperando che Sheevaras le avrebbe aiutate.
- Ok, va bene…
Disse, sapendo di non avere via di scampo. Spedirono moltissimi biglietti con i gufi della scuola, dove invitavano le loro compagne a recarsi nel Salone d’Ingresso per una… Sorpresa! Si diressero il più velocemente possibile al Salone, per preparare lo scherzo.
- Bene, dovrebbe essere tutto pronto…
Disse Noemi, guardandosi intorno.
- Sheeva, allora… Al nostro segno fai comparire gli effetti speciali, d’accordo?
Chiese Penelope all’amica. Lei annuii. Le compagne cominciarono ad entrare, un po’ impaurite, abbracciate tra loro. Noemi e Penelope entrarono, galleggiando nell’aria, nel Salone. Le compagne emisero delle urla spaventate che si fusero formando un unico grande grido. Sheevarhas proseguì con gli effetti speciali: sul soffitto comparvero tante zucche intagliate nei modi più strani, delle grandi spirali di fumo e delle piccole fiammelle di fuoco. Le ragazze urlarono ancora di più e scapparono via, più spaventate di prima. Ci erano riuscite? Forse. Sicuramente avrebbero continuato a festeggiare l’Halloween… Oppure no. Le tre ragazze batterono le mani assieme: si potevano davvero ritenere soddisfatte! Quello sì che era un bell’Halloween…
- Alla fine ce l’abbiamo fatta…
Esclamò Penelope soddisfatta, dirigendosi verso il Lago Nero con le sue amiche.