Ritorno a Hogwarts


L'indomani, quando le ombre della notte stavano ritirandosi per far posto alle prime luci del giorno, Harry entrò nel passaggio segreto che conduceva al Platano Picchiatore per poter entrare al castello di Hogwarts. Attraversò il prato e poi le serre, data l'ora non v'era anima viva intorno, entrò nel castello, approfittando della sua nuova abilità di Metamorfomagus assunse le sembianze di Gazza. Replicando alla perfezione la tipica camminata del guardiano si diresse verso l'ufficio del preside, veloce e silenzioso raggiunse il gargoyle di pietra a guardia dell'ufficio, si limitò a fissarlo intensamente per alcuni secondi la statua si animò e fece un balzo di lato; la parete al suo fianco si aprì rivelando la famigliare scala a chiocciola di pietra in continuo movimento, come una scala mobile. Percorse velocemente i gradini; mentre la parete si chiuse con un tonfo, arrivando di fronte alla lucida porta di quercia con il batacchio a forma di grifone. Toccò la porta, ed essa si aprì ora era all'interno e non doveva far altro che aspettare la Professoressa McGranitt. Dovette attendere un'ora prima che la preside entrasse nel suo ufficio, aveva un grosso libro in mano e sembrava pensierosa. Posò il libro sul tavolo e solo allora si accorse della presenza di Gazza nell'ufficio.

- Signor Gazza, che cosa ci fa qui? - Esclamò, ma subito si rese conto che non avrebbe potuto essere il custode. Non aveva alcun potere magico da usare per poter essere in quel luogo. - Chi è lei? Si identifichi o sarà peggio per lei. - disse estraendo la bacchetta.

- Oh lo farò, ne stia pur certa professoressa, ma solo quando avrà oscurato tutti i ritratti di questa stanza. Non sarebbe utile ne a me ne a lei se venissi visto in questo luogo. -

- Non credo che lei sia nella posizione di chiedermi qualcosa, signore. - Disse minacciando Harry con la bacchetta.

- Per favore faccia come le ho chiesto. Non sono una minaccia non ho nemmeno una bacchetta. -

Minerva lo squadrò da capo a piedi sempre tenendolo sotto minaccia della bacchetta. Poi decise che al momento quell'individuo non costituiva una impellente minaccia.

- Obtenebrus! - Esclamò e tutti i quadri vennero resi neri mentre i loro occupanti protestavano a gran voce. - Muffliatio! Repello Phantasma! Repello Poltergeist! Ecco fatto siamo isolati ora si faccia riconoscere. - Esclamò sempre puntando la bacchetta.

Harry riprese le sue sembianze e sorrise alla sua cara professoressa.

- Harry James Potter ... tu qui! Cosa...? Come...? -

- Oh mi sembra di aver già udito queste parole. - Disse sempre sorridendo.

- Ma tu non eri ... Voglio dire ... Dove ... Come? - Disse una sempre più sorpresa Minerva.

- Ricorda che le chiesi delle creature mezze uomo e mezze bestie? -

- Si! -

- Bene rapito da loro. -

- Ma Harry da quel mondo non si fa ritorno. -

- Beh sono l'eccezione che conferma la regola. - Rispose ridendo.

- Accidenti! Nemmeno sapevo che tu fossi un Metamorfomagus!-

Neanch'io fino a un po' di tempo fa. Per favore faccia entrare Hermione, sta salendo le scale. -

- Ma ... -

Proprio in quel momento un bussare leggero interruppe la Preside.

- Chi è? -

- Hermione signora professoressa! -

- Entra pure. -

- Buongiorno professoressa, ho una domanda da farle. -

- Prego dimmi pure. -

- Ha mai sentito parlare del bastone di Salazar Serpeverde? -

- No non mi sembra ... Perchè? -

- Vede professoressa, Merlino lasciò a ognuno dei suoi quattro allievi un dono, il Bastone a Salazar, la Coppa a Tosca, il Cristallo, poi incastonato nel diadema, a Cosetta e la Spada a Godric. - Spiegò Harry.

- Dannazione, quando sei arrivato? -

- Circa da un'ora. -

- Già ma come fate a sapere queste cose e cosa avete a che fare con questi doni? Ma prima di rispondere prego sedetevi. -

- Queste cose le abbiamo lette in un libro. - Rispose Hermione sedendosi

- Ho bisogno di avere i quattro doni per poter ripristinare la magia primordiale che rende Hogwarts e dintorni il posto esclusivo che merita di essere. -

- Temo non sia più lo stesso posto che hai conosciuto Harry. - Disse sconsolata Minerva.

- Sono al corrente di questo problema, per questo motivo ho assolutamente bisogno dei quattro doni. -

- Tre sono qui in questo ufficio, due di essi piuttosto malconci. Ma del Bastone che io diventi un fantasma se ne ho mai sentito parlare. Come dovrebbe essere? -

- Un caduceo. Due serpenti attorcigliati a un bastone. -

Poi le ripeté le parole lette la scorsa notte.

- I due serpenti rappresentano le due possibilità dell'uomo operare per il maggior bene di tutti oppure seguire l'importanza di sé ed agire solo per la ricerca del potere personale. Il bastone rappresenta il sottile sentiero che permette all'uomo che lo segue di trovare la libertà. La via corretta è tra il bene e il male tra la vita e la morte tra la costruzione e la distruzione, perché nessuna di queste cose esisterebbe senza il suo opposto. -

- Interessante, ecco il motivo per cui alcuni Serpeverde erano dei grandi Maghi Oscuri e altri erano dei Maghi Eccezionali. -

- Eppure sono convinto che anche il bastone sia qui nel castello.-

- Cosa te lo fa pensare? -

- Ho imparato a fidarmi delle mie sensazioni. -

- Raccontami che cosa ti è successo. -

- Hermione lo farà, intanto vedo di localizzare il dono di Serpeverde. - Detto questo indossò il suo mantello dell'invisibilità e sparì alla vista dei suoi amici.

Mentre Hermione metteva al corrente Minerva degli avvenimenti che lo riguardavano Harry, uscì velocemente dal castello per poi materializzarsi sulla cima della collina antistante il maniero dall'altra parte del lago. Si sedette comodamente su un masso e incominciò a fare l'esercizio di contemplazione ad occhi aperti. Dopo alcuni minuti poteva vedere cosa succedeva nel castello meglio di quanto potesse fare la Mappa del Malandrino. Vedeva Hermione e Minerva nell'ufficio del Preside, il professor Lumacorno intento a contare i Galeoni guadagnati da chissà quale traffico, Neville e la professoressa Sprite intenti a preparare le mandragole per le future lezioni, le cucine dove gli Elfi domestici preparavano il cibo per i professori, la professoressa Cooman intenta a lucidare le sfere di cristallo. Dopo aver indugiato a lungo su quei luoghi e personaggi a lui cari Harry si concentrò sul caduceo. Piano piano nella sua mente cominciò a formarsi l'immagine della statua di Salazar Serpeverde proprio quella enorme esistente nella Camera dei Segreti. Incominciò a concentrarsi sulla statua, la esaminò da cima a fondo decine di volte, si soffermò parecchio tempo su questa immagine quando si sentì attratto dalla grande e spaziosa fronte della statua. La ispezionò attentamente e una delle rughe colpì la sua attenzione, quella centrale che andava dalla radice del naso fino alla sommità della fronte sembrava una possibile apertura. Si concentrò su quel punto ma niente di quello che percepiva lasciava intendere che cosa vi fosse nascosto, eccetto una convinzione, che mano a mano aumentava, che il dono fosse proprio nascosto nella testa della statua.

- ... ecco tutto questo è quanto mi ha raccontato Harry. - Con queste parole Hermione terminò il suo racconto.

- Veramente incredibile! - sbottò Minerva

- Certo ... se non l'avessi vissuto in prima persona! - Disse Harry lasciando scivolare a terra il mantello.

- Allora? - Chiese curiosa Hermione

- Penso sia nella capoccia della statua di Salazar nella Camera dei Segreti. - Disse Harry.

- Andiamo! - Esclamò impaziente Hermione.

- Un momento non posso girovagare per il castello come Harry Potter. Professoressa potrebbe far venire qui Neville, in modo che io possa girare per il castello con le sue sembianze? -

- Certamente! -

Cinque minuti dopo Neville bussava alla porta dell'ufficio del preside.

- Entra pure Neville.-

- Ha bisogno di me Professoressa? -

- Oh si signor Paciock. Dovrà rimanere qui con me mentre il signor Potter e la signorina Granger vanno a recuperare il Bastone di Salazar. - Rispose indicando i due amici.

- Oh siete qui anche voi.-

- Si Neville scusa ma se voglio passare inosservato dovrò assumere le tue sembianze ed è assolutamente necessario che tu rimanga qui con la professoressa McGranitt fino al mio arrivo. Non desidero che si sappia che sono di nuovo in circolazione. -

- Allora lo avete trovato, dov'è? -

- Non ne sono sicuro, andiamo a controllare. Aspettate il nostro ritorno. -