Il Volo che Passione!


Era una fresca mattina d'inverno, tutto intorno al villaggio era coperto da uno spesso strato di neve, che rendeva l'ambiente magico.



Shana adorava quei momenti dell'anno, perché niente era divertente come correre nel bosco con la sua Mysia e lasciare le impronte mentre sprofondavano passo dopo passo.
Quel giorno, però, avrebbe dovuto correre da sola nel fitto della boscaglia, perché la sua lupa aveva dovuto accompagnare sua nonna e alcuni altri abitanti a caccia.

"Che peccato, ci tenevo tanto. Dopo tutti gli impegni al Castello, torno qui e non posso neanche scorrazzare con lei."

La giovane sospirò un'altra volta, richiamando l'attenzione della madre, impegnata i fornelli poco distanti.

"Coraggio, tornerà presto da te.
Lo sai che anche lei avrebbe preferito non andare. Ma la zona è pericolosa e la sua presenza sarà molto importante."


Shana lo sapeva, e non avrebbe certo voluto fare la gelosa; era però dispiaciuta di non essere arrivata in tempo per partire con tutti loro.
Un tempo glielo avrebbero impedito, ma adesso era sufficientemente grande per poterli seguire in questa impresa fondamentale.
Ma adesso erano troppo distanti e non sarebbe mai riuscita a raggiungerli.
Neanche sapeva bene dove erano diretti.
Tutti gli anni, andando a procacciare il cibo nel momento in cui era più facile ottenerlo, venivano scelte zone di caccia differenti; e lei non ne era informata.

"Lo so, ma vorrei essere con loro."

La madre la osservò per qualche istante, finendo per sorridere. Raggiunse lo scaffale in dispensa senza dire una parola e ne uscì con in mano una scatola lunga e sottile.

"Perché non vai allora?
Volevo giusto aspettare il momento migliore per darti questo regalo; e direi che è arrivato."


Non capiva cosa volesse dire, ma la curiosità la fece alzare in piedi nonostante la tristezza. Cosa poteva esserci in quella scatola dalla forma così insolita che le permettesse di raggiungere Mysia?
La sua mente non riusciva a formulare nessun pensiero coerente, così si arrese e scartò il pensiero con crescente curiosità.
Le sue mani finirono per sfiorare una superficie liscia e fredda, che le ricordava tanto la sensazione che provava con la sua Firebolt.
E non aveva sbagliato: era proprio una scopa!

"Ma..."

Non sapeva cosa dire, era troppo sorpresa per riuscire a parlare ed esprimersi.
Sua madre la precedette.

"Visto che quest'anno non sei riuscita a venire a Natale per il tuo lavoro al Castello il regalo te le do ora.
So che la tua Firebolt è ancora in ottimo stato, ma quando ho letto le caratteristiche di questo nuovo manico ne sono rimasta affascinata.
Adesso il tuo volo durante le partite di Quidditch sarà ancora più sicuro, e io potrò stare più tranquilla."


Non era la prima volta che si faceva male sul serio durante il gioco. Chissà come quel manico di scopa avrebbe potuto aiutarla a ridurre i voli a terra?
Ma non era il momento di pensare a quei dettagli.

"Grazie mamma, non dovevi.
Lo apprezzo davvero tanto e non vedo l'ora di cavalcarla!"


L'abbracciò con sincero entusiasmo e felicità. Quel piccolo momento le aveva fatto dimenticare perché era triste fino a poco prima.

"E allora vai subito. Le condizioni atmosferiche sono ideali; basta che ti copri bene per non prendere troppo freddo.
Sono sicura che Mysia sarà felice di vederti, e le tue capacità saranno utili al resto degli uomini impegnati nella caccia."


Non si fece pregare. Si mise la sciarpa al collo e in pochi istanti uscì dalla porta, pronta a partire.
Si osservò intorno e quando fu certa che nessuno potesse scorgerla, inforcò il manico di scopa e staccò i piedi da terra.
La scopa ondeggiò pericolosamente, rischiando di portarla dritta a terra quasi subito, ma prima che ciò potesse accadere, udì uno strano bip provenire dalla stessa e tutto si stabilizzò alla perfezione.
Volteggiava a qualche metro da terra, in un equilibrio impeccabile, senza la minima difficoltà, come fosse la scopa a fare tutto.

"Appena tornerò a casa voglio studiare le particolarità di questo manico. Sembra davvero unico nel suo genere."

Salutò sua madre con un cenno della mano, e inclinò subito dopo il corpo lungo la scopa per accelerare. Percepì un fruscio alle sue spalle e quasi istantaneamente la scopa rispose ai suoi comandi, slittando in avanti con un movimento elegante e fluido.
Forse un po' troppo veloce. Era abituata con la Firebolt.

"Serve inclinarsi molto meno per partire. Ma sono sicura che con questa scopa potrei raggiungere velocità più elevate."

Doveva provare; appena questo pensiero le aveva attraversato la mente aveva compreso che doveva subito fare un tentativo.
Scese verso il manico con il corpo, per appiattirsi sempre di più, e sentì nuovamente uno strano fruscio dietro di sé. Subito la scopa aumentò la sua velocità, schizzando nel cielo blu e terso.
Non c'era sbandamento, nonostante il vento aumentasse sempre di più; era davvero incredibile.
Si appiattì ulteriormente, arrivando a sfiorare il legno con la giacca, e, dopo il solito fruscio, la scopa spinse ancora di più in avanti.
La capacità con cui restava ancorata senza difficoltà con le gambe, nonostante le potenti sferzate di vento, aveva dell'incredibile; a quella velocità elevata di solito doveva stringere le gambe sul manico per mantenere l'assetto ottimale.

"Volare così è una passeggiata!"

Pensò sorridendo, e per un istante si immaginò con in mano la Pluffa. A quale velocità avrebbe raggiunto gli anelli avversari? NOn l'avrebbero quasi neanche vista a bordo di quella!
Il vento, però, se non minava il suo equilibrio, cominciò a darle fastidio alla vista. Iniziarono a lacrimarle gli occhi per l'assenza dei soliti occhiali, e il freddo le intorpidiva i muscoli; doveva cominciare a rallentare.
Alzò lentamente il corpo, per non rischiare un brusco arresto, e la scopa, accompagnata da un fruscio lento e continuo, rallentò il proprio incedere nell'arco di pochi metri.
Il sistema frenante doveva essere stato migliorato.
Ma con la coda dell'occhio Shana notò il retro della scopa gonfiarsi visibilmente.

"Ma cosa? Me lo sono sognata io?"

Non era sicura di quello che aveva scorto; eppure non era ubriaca. Forse si trattava di una delle caratteristiche della scopa.
Accelerò un poco e notò che non aveva visto male: la coda della scopa si sgonfiò visibilmente man mano che la sua velocità aumentava. Le due cose erano sicuramente collegate.

"Probabilmente è tutta un questione di attrito."

Meditò la giovane strega tornando a osservare davanti a sé. Non sapeva molto di aerodinamica e annessi, ma non era del tutto digiuna e qualcosa lo conosceva anche lei.
Chissà che i tre strani anelli attorno al legno della coda non avessero un qualche collegamento?
Una cosa era certa: quella era la scopa più sorprendente che avesse mai cavalcato!

"Mia mamma mi ha fatto un regalo davvro superbo!"

Non se lo meritava, con tutte le assenze da casa che stava collezionando da quando aveva iniziato a lavorare, ma sua madre sapeva che non era lei a volerlo.
Quando tornava indietro doveva ringraziarla meglio.
Adesso era arrivato il momento di concentrarsi, doveva trovare Mysia.
Grazie ai suoi istinti maggiormente sviluppati sapeva di potercela fare. E la sua lupa, appena compreso che la stava cercando, si sarebbe sicuramente fatta sentire.
Avevano la capacità di capirsi subito, ma nessuno tranne loro sapeva quanto a fondo si era sviluppato il loro rapporto e la loro grande amicizia.

"Mysia, sto arrivando!"

Diede una lieve accelerata, desiderosa di colmare la distanza che ancora la separava dal ricongiungimento con la sua lupa, quando qualcosa le andò contro.
Fu tutto talmente tanto veloce che non ebbe il tempo per capire di che cosa si trattasse, sentì solo una fitta al fianco e percepì il suo corpo mentre si piegava a sinistra.
Stava per cadere dalla scopa!
Cercò di raggiungere la bacchetta, ma la fitta al braccio destro la immobilizzò in una maschera di orrore. Chiuse gli occhi, pronta al peggio: si sarebbe schiantata al suolo. Probabilmente di lei non avrebbero trovato neanche i resti del suo corpo fatti a brandelli per l'impatto violento.
Pensò a sua madre e sua nonna, a quanto avrebbero pianto per la sua scomparsa, alla sua lupa, che sarebbe rimasta sola, senza più una famiglia...
Tutta la sua vita le scorse davanti agli occhi, in pochi, terribili istanti, quando si rese conto di essere ferma.
Non percepiva il movimento tipico della caduta a terra.
Aprì gli occhi, sorprendendosi subito di vedere ogni dettaglio al contrario.
Il cielo sotto di lei e la terra sopra, gli alberi rivolti verso l'alto... tutto sembrava fuori posto.

"Ma cosa...?"

Solo in quel momento si rese conto di essere appesa alla scopa come un pipistrello. Le sue gambe erano ancora attorcigliate attorno al manico e il suo corpo pendeva dalla scopa, che era rimasta immobile e perfettamente stabile nel cielo.
Non era possibile che il suo istinto le avesse fatto agire in quel modo, senza che lei se ne rendesse conto.
Era qualcosa nella scopa stessa che aveva impedito alle sue gambe di staccarsi, salvandole così la vita.
Era tutto così strano che faticava a crederci, ma non poteva essere diversamente: lei era lì, appesa come un capo messo a stendere al sole.
Superato lo spavento iniziale, afferrò il manico con entrambe le mani e, con qualche difficoltà, riuscì a rimettersi dritta.
La testa le girava leggermente, un po' per lo sforzo un po' per via del tempo che era rimasta sottosopra, ma non poteva non essere felice.
Aveva sfiorato la tragedia, ma tutto si era concluso nel migliore dei modi.
Avrebbe dovuto ringraziare ancora di più sua madre, ma preferiva evitare quel dettaglio con lei. Non le avrebbe più permesso di montare su una scopa se pensava che non fosse in grado di evitare i pericoli del cielo!

"Certo che quell'uccello, o qualunque cosa fosse stata, poteva prestare maggiore attenzione."

Non era solo colpa sua, erano entrambi in concorso di colpa.
Ma non era il momento di pensarci ancora.
Con un leggero tremito nelle mani che non riusciva ancora a controllare, riprese il volo nella direzione che il suo istinto le suggeriva.
Sentiva dentro di sé che non mancava ancora molto; in fondo non potevano essersi allontanati troppo a piedi.
A quella velocità presto sarebbe dovuta atterrare.

"Chissà come sarà l'atterraggio con questa scopa?"

Era abile nella manovra e non aveva difficoltà, ma non conosceva il manico che stava inforcando in quel momento. Certo, a giudicare da ciò che aveva visto finora sicuramente si sarebbe rivelato semplice se non addirittura più facile rispetto alla Firebolt, ma non poteva escludere qualche tecnica particolare da adottare di cui era all'oscuro.
Leggermente pensierosa, si avvicinò sempre più a una grande foresta, che si espandeva oltre la sua visuale. Era arrivato il momento!
Spinse con delicatezza la punta della scopa verso il basso, individuando il punto preciso dove scendere: una radura abbastanza ampia e con pochi alberi. Un posto isolato ma al contempo privo di rischi in caso di errori di calcolo.
Come aveva immaginato, la scopa stava reagendo bene ai suoi comandi, e puntava dritto verso lo spiazzo verde. Il vento a quella quota era pressoché assente e Shana non incontrò la minima difficoltà a mantenere l'assetto ideale, incontrando presto il soffice terreno coi piedi.
Assaporò per qualche istante la sensazione di tornare coi piedi per terra, prima di smontare e osservare il manico della scopa che stringeva tra le mani.
Sembrava brillare di luce propria, era davvero speciale.
Forse lo vedeva con occhi diversi perché era un regalo di sua madre, ma sotto sotto sapeva che non era solo quello il motivo: le caratteristiche di cui era stata dotata dai suoi creatori ne avevano fatto un modello incredibile e davvero utile.
Accarezzò delicatamente la coda, scoprendo solo in quel momento il manto soffice che si celava sotto quei rametti.
Sembravano piume, di un bianco quasi accecante.
Quella scopa non finiva proprio di stupirla!

Un improvviso uggiolio, decisamente familiare, la distrasse dalle sue osservazioni.
Alzando lo sguardo vide subito una dolce lupa correrle incontro a gran velocità.



E a quel punto niente altro aveva importanza. Adagiò il manico di scopa a terra, dedicandogli un ultimo ringraziamento per averla portata fino a lì sana e salva, e corse anche lei verso Mysia, abbracciandola di slancio e con felicità; finalmente erano di nuovo insieme!