1 settembre - Che fame!

14,15 - vagone numero 15


Vea era rimasta lì, ad ascoltare tutta la vicenda. Avevo sputato fuori il mio segreto.
Sembrava di essersi tolti un masso dal fondo dello stomaco. Tirai un lieve sospiro.
Anacleto si era addormentato, così lo rimisi piano sul trespolo della sua gabbietta.
Vea trovava il mio segreto qualcosa di affascinante. Non riuscivo a crederci! Per tutte le persone che lo conoscevano (ovvero i miei genitori e zia Calendula) quello era risultato un avvenimento orripilante. Insomma, ero una specie di… Ibrido? Un qualcosa di non definito, diverso… Speciale.
Era la prima volta che guardavo la mia caratteristica in un altro modo.
Sorrisi tra me e me.
“Beh…. Dopotutto non è poi così male…” mi dissi.
Vea intanto mi aveva proposto di andare a prendere qualcosa dal carrello, e un gorgoglio nella pancia mi ricordò che non avevo ancora pranzato.
“Oh, giusto, buona idea!” le dissi, frugandomi nelle tasche. Cavai fuori un po’ di falci e qualche zellino. La mia amica sembrava non riuscire a trovare i suoi soldini, assunse un’aria un po’ colpevole, e si maledì per aver lasciato il suo denaro a un certo Will…
“Non importa, dai. Offro io!” esclamai.
Mi alzai dal sedile e aprii la porta dello scompartimento.



Justine O'Connell
III anno, Tassorosso