2. Yin&Yang della Memoria


SCARLETT

Da quando era tornata ad Hogwarts Scarlett non era ancora riuscita a beccare una sola mattina Melinda nel suo letto a dormire; ogni giorno la trovava con il suo solito toast seduta allo stesso tavolino in Sala Comune, già vestita e pettinata e con torri di libri e pergamene che le facevano da barriera. Lei invece aveva la folta chioma mogano tutta arruffata, il pigiama rosso ancora addosso e per di più due occhiaie scure accentuate dai residui di trucco del giorno prima... e aveva dormito tutta la notte!
"Mi spieghi come diavolo fai a stare già in piedi bella attiva?! Io ho ancora sonnoooooo!" Si lamentò Scarlett guardando l'amica con una punta di invidia. Melinda era la migliore del suo anno e anche nel Quiddich era formidabile. Ma non era per lo studio o per gli allenamenti che saltava giù dal letto ogni mattina... era per Lucas.
Scarlett non era mai stata quel tipo di ragazza che cerca il principe azzurro anzi, piuttosto scappava da quei tipi sdolcinati tutti coccole e moine! Andava molto d'accordo con i ragazzi ma si era sempre fermata all'amicizia. Eppure guardando la sua amica provava solo una profonda ammirazione per il forte sentimento e la determinazione che stava dimostrando in quel momento così critico. Da bambina era piuttosto piagnucolona ed era sempre Scarlett che doveva difenderla da questo o quel bambino rompiscatole... vederla così forte e decisa la fece sentire orgogliosa.
Si tuffò sul divano accanto a Melinda sbadigliando e stiracchiandosi come un gatto e con un movimento rapido le rubò un pezzettino di toast.
"Vedi di non far correre troppo quella penna sulla pergamena! Se scrivi troppo veloce arrivi al clou prima del tempo... tra poco non è il vostro anniversario?"
Melinda la fissava con sguardo interrogativo. "Beh si e con questo? Tanto lui nemmeno lo sa!"
"Scema! Da quando io sono la romantica e tu l'acida?! Volevo dire che sarebbe carino se gli inviassi il capitolo di quando vi siete messi insieme proprio quel giorno... potrebbe anche associare il racconto alla data e..."
"Ferma! Non darmi altre false speranze! Non so nemmeno perchè sto continuando con queste stupidaggini inutili..."
Melinda guardò verso la finestra, gli occhi spenti colmi di tristezza. "Lui vuole che continuo ed è l'unico motivo perchè lo faccio ma in ogni caso non dà segni di ricordare! Per lui continuo ad essere un'estranea che inventa una stupida storiella!"
"Perchè non gli dici la verità?" Scarlett fece esplodere tutto il suo dispiacere in quella domanda. Non tollerava più quella situazione ma non poteva in alcun modo aiutare la sua amica a risolverla e questo, se possibile, la irritava ancora di più.
"Che cosa dovrei dirgli... che stiamo insieme, o almeno stavamo? O che non sa dove si trova casa sua perchè ha difeso me da quella banda di scimmioni? Mi odierebbe!"
"Ma che dici..."
"La realtà dei fatti! Se non sa chi sono per lui non posso avere la stessa importanza di prima e mi vedrebbe solo come la causa della sua sofferenza! E poi cosa credi? Che dicendogli che stiamo insieme tornerebbe tutto come prima? Non è possibile... se si ricorderà o si innamorerà di nuovo di me allora gli dirò ogni cosa altrimenti... non lo so."
Melinda arrotolò il pezzo di pergamena e lo legò alla zampa di Stark che la attendeva quieto e puntuale alla finestra della Sala Comune, poi prese i suoi libri e si allontanò silenziosa. Scarlett attese un pochino per non darle l'impressione che la stesse seguendo. Mentre si infilava l'uniforme e litigava con i capelli mise in moto il cervello e le vennero in mente tantissime idee curiose.
Camminò spedita lungo i corridoi di tutta la scuola guardandosi intorno, "Ma dove diavolo è finito quell'idiota? Sta sempre buttato per i corridoi e quando serve non c'è mai!" Borbottava tra se mentre perlustrava il castello in lungo e in largo finchè la sua ricerca non andò a buon fine...
"Mike! Maledetto te, ma è possibile che sparisci sempre quelle poche volte che ti cerco?"
Un paio di occhi smeraldini un po' confusi la guardarono dall'alto in basso. "E tu che vuoi?!"
"Buongiorno eh... comunque mi devi accompagnare immediatamente dal Preside..."
"Wowowo ferma! Se pensi che confesserò che..."
"Scemo! Non mi interessa minimamente quello che combinate tu e i tuoi amichetti! Devo chiedere tutt'altro e due studenti che pregano in ginocchio fanno più effetto di uno solo."
Senza aggiungere altro Scarlett lo prese per un orecchio e lo trascinò lontano dai suoi amici che intanto lo guardavano divertiti.
"Ah riccioli d'oro, ho bisogno anche di un altro paio di cosette! Vedrai, riuscirò a trasformare una tragedia in un giorno speciale!"

***

MELINDA

"Che fine ha fatto quell'irresponsabile scansafatiche?! Se pensa che copierà da me al prossimo esame si sbaglia di grosso!" Melinda prendeva furiosamente appunti mentre pensava al banco vuoto accanto al suo che doveva essere occupato da Scarlett.
La lezione di Storia della Magia procedeva lenta e soporifera come al solito, il professore sembrava con curarsi della quiete innaturale che regnava in classe, turbata solo dal grattare monotono delle penne prendiappunti mentre i rispettivi proprietari dormivano tranquilli.
"Scarlett avrebbe dormito come il 95% della classe... con l'unica differenza che sarei stata io la sua penna prendiappunti!" pensò irritata.
Melinda si era fatta un bel programmino per i prossimi tre giorni che l'avrebbe tenuta impegnata fino allo stremo. Così facendo non avrebbe avuto tempo per riflettere anche se non poteva ignorare la data che si stava avvicinando inesorabilmente.
Tornò in Sala Comune dopo aver finito le lezioni per prendere il suo manico di scopa nuovo e andare a svagarsi un po'. Volare la faceva sentire più leggera, l'aria tra i capelli le svuotava la mente e poteva sfogare tutta la sua rabbia contro i bolidi. Trovò invece Scarlett e Mike impegnati in uno dei loro classici battibecchi da bambini.
"Hei voi due, che state combinando?!" La voce di Melinda li colse di sorpresa e i due si bloccarono di colpo.
"Ehm, ciaooo Melinda! Noi ecco, stavamo..." Mike non sapeva nascondere proprio nulla.
"Al diavolo Mike, ti fai sgamare in un nanosecondo! Melinda, questo è per te!"
Scarlett le tese una piccola scatoletta quadrata rossa e una pergamena chiusa da un bel nastro verde. Melinda scelse di leggere prima la pergamena e mentre scorreva le parole i suoi occhi si inumidirono per la commozione.
"Ma...questo?"
"Un capitolo così importante meritava qualcosa di speciale, così abbiamo pensato di raccontarlo dal nostro punto di vista. Per quante volte ci avete detto e ridetto come sono andate le cose conosciamo i fatti in dettaglio... e poi almeno è più obiettivo!"
Con le mani tremanti Melinda aprì anche la scatola e vide due piccole gocce di vetro che insieme formavano un cuore trasparente.
"Prendi quella di destra!"
Melinda prese sottile catenina dorata che sosteneva il ciondolo misterioso. una sottile fascia dorata avvolgeva orizzontalmente i due gusci di vetro. Sulla sua metà, inciso in corsivo, c'era scritto "Lucas". La mente di Melinda si annebbiò e nello stesso istante uno sbuffo di fumo scarlatto comparve nel ciondolo.
"Ma è una..."
"Ricordella, esatto! Sono state modificate apposta da me e il mio fido compare per creare queste due piccole meraviglie! Non ti dico cosa ho dovuto fare per trasferire quel dannato vapore dalla Ricordella al ciondolo!"
"E l'altro?" Melinda era attonita.
"L'altro è per Lucas, ovvio! Dopodomani è pur sempre il vostro anniversario, no? Tu non dimentichi mai nulla, quindi il tuo ciondolo sarà sempre bianco ma quando sei con Lucas dimentichi anche su quale pianeta ti trovi! Il suo dovrebbe funzionare al contrario: quando è con te il suo ciondolo sarà bianco visto che gli stai raccontando la vostra storia e sei la sua unica certezza al momento, per il resto del tempo sarà rosso... sarete lo Yin e lo Yang della memoria!"
"Non credi sia crudele regalare una Ricordella a una persona a cui hanno cancellato la memoria?" disse Melinda con un filo di voce.
"Ma perchè vedi sempre tutto in negativo? Con questi cosi lui si renderà conto che è in te che deve cercare i pezzi per riavere la sua vita! E quando ricorderà tutto i vostri ciondoli si sincronizzeranno perchè quando sarete insieme diventeranno rossi entrambi... e sarete come prima due imbecilli innamorati in riva al lago che non si accorgono di niente e di nessuno!"
Le occhiaie di Scarlett e le ripetute assenze dalle lezioni fecero capire a Melinda quanto l'amica si fosse impegnata per donarle tutto quello. Così mise il suo ciondolo a posto e la abbracciò forte mentre una lacrima le accarezzò la guancia.
"Va bene, tra due giorni spedirò tutto. Oggi vado da Stark in guferia..."
"Quel povero allocco ha fatto così tante volte il tragitto Hogwarts - San Mungo che se gli chiedessi di andare da un altra parte non saprebbe come fare! Devi essere tu questa volta a consegnare il tutto!"
"Scarlett non scapperò dalla scuola, ne abbiamo già parlato!"
"Perchè pensi sempre male?! Mike tocca a te, prima che va a denunciarmi al Preside..."
Il migliore amico di Lucas, l'unico che gli era stato vicino sempre, in ogni momento, la guardò e le tese una busta bianca sigillata con il marchio della scuola. Melinda la aprì ed estrasse una pergamena rettangolare delle stesse dimensioni della busta, scritta con inchiostro verde e la grafia obliqua del Preside.
"Vado al San Mungo?! Tre giorni??!! Ma come avete fatto a..."
"Queste non sono cose che ti riguardano! Prepara tutto quello che ti serve e vai a liberare quel poveraccio da quel posto orribile!"
Melinda li abbracciò, felice come non lo era da tempo. Non le importava di nulla in quel momento, voleva solo rivedere Lucas... prima che accadesse tutto aspettavano quel giorno più del Natale e se qualcosa del suo Lucas era rimasto in quel ragazzo bloccato in ospedale, allora era il giorno migliore per capirlo!

***

LUCAS

Un altro giorno rinchiuso in quella stanza era iniziato per il povero Lucas. Si annoiava da morire senza potersi muovere da lì ma d'altra parte, se fosse uscito, non avrebbe saputo dove andare o cosa fare. Così tornò sul suo letto, aprì il cassetto del comodino e prese uno dei libri che vi erano riposti. Era un album fotografico che gli era stato regalato da un simpatico ragazzo riccio con gli occhi verdi e vivaci. Era andato a trovarlo qualche mese prima insieme ad una ragazza rossa dal carattere deciso e avevano detto di chiamarsi Mike e Scarlett. Mike sosteneva di essere il suo migliore amico fin da quando erano piccoli ma, ovviamente, Lucas non ricordava nemmeno dove fosse casa sua... figuriamoci cosa faceva da piccolo o con chi giocava! "Riccioli d'oro", come lo chiamava Scarlett, doveva aver ragione sulla loro amicizia: guardando le foto si capiva che tra loro doveva esserci un legame sincero e forte. Girò distrattamente una pagina e una foto catturò la sua attenzione: c'erano Scarlett e Mike che gli rivolgevano linguacce e facce buffe e, proprio tra loro due, uno spensierato Lucas stringeva a se una bellissima e raggiante... Melinda. Anche lei aveva negli occhi una luce diversa da quella che le aveva visto quando era andata a trovarlo. Senza nemmeno accorgersene Lucas stava pensando a lei e desiderò per un attimo di rivederla.
Il rumore della porta che si apriva lo riportò alla realtà, richiuse l'album e lo sistemò dove l'aveva preso. La Guaritrice prese il vassoio vuoto della colazione e gli lasciò una copia della Gazzetta del Profeta, poi uscì silenziosa rivolgendogli un sorriso gentile.
"Oggi Stark è in ritardo..." pensò Lucas mentre guardava fuori dalla finestra. Prese il giornale e guardò la data.
"19 Novembre." Una fitta gli attraversò la testa come un fulmine.
"Ciao Lucas... tutto bene?" Una voce femminile dolce come il miele lenì subito il dolore.
"Melinda?! Che ci fai qui? Non credevo di vederti prima di Natale!"
"Beh ecco, sono riuscita ad ottenere un permesso speciale per... venire a trovarti!" A Lucas non sfuggì la lieve sfumatura rossastra che le colorò gli zigomi.
"Mi stavo giusto chiedendo che fine avesse fatto il tuo allocco grigio per leggere un pochino ma devo ammettere che mi è andata meglio! Allora, mi tendi la zampina così posso prendere il mio messaggio o me lo leggi tu?"
Lucas si sentiva invaso da un'onda di travolgente positività e il tutto proveniva dalla ragazza di fronte a lui. Le fece cenno di sedersi accanto a lui sul letto e si sistemò il colletto del pigiama, giusto per apparire un po' meglio.
"Sono rimasto che quei due stavano per fare il grande passo... ma li fai decidere o no? Guarda che per chi leggerà il tuo libro sarà una tortura aspettare!"
Melinda prese la prima parte del regalo di Scarlett e Mike e accantonò la borsa. "La mia amica Scarlett si è appassionata alla storia e... ecco, mi ha fatto una sorpresa. Ha scritto lei la sua versione del prossimo capitolo e me l'ha regalata. Per te va bene lo stesso?"

I due mondi lontani di Edwin e Stella si erano ormai così avvicinati da ruotare l'uno intorno all'altra. Durante le lezioni si lanciavano occhiatine ogni dieci secondi e dove trovavi uno c'era sicuramente anche l'altro. Lui spesso la guardava studiare mentre lei si concentrava per finire i suoi compiti in fretta e stare con lui a ridere e scherzare in riva al Lago Nero.
Erano due piccioncini... si, di fatto ma non ufficialmente! Eh si, avevano ancora il barbaro coraggio di definirsi "più che amici, ma non fidanzati", insomma, neanche loro sapevano più come giustificarsi. Dopo un po' anche loro si stancarono di prendersi in giro da soli così, facendo finta di nulla, si diedero il solito appuntamento nel loro posticino speciale.
Iniziarono a battibeccare come al solito, lei gli diceva di impegnarsi un pochino nello studio, lui rispondeva che era lei a studiare troppo e che doveva divertirsi di più. Di colpo Edwin divenne serio, guardò Stella e le disse a bruciapelo "devo parlarti".
"Sai, se qualche mese fa mi avessero raccontato come mi sono comportato negli ultimi mesi mi sarei messo a ridere e gli avrei infilato una caccabomba sotto il letto! Sono cambiato e senza rendermene conto e tutto da quando mi sono avvicinato a te. Pochi dei miei amici di prima mi parlano ancora ma sai, questo nuovo me mi piace molto. Per questo ti chiedo: Stella, vuoi continuare a starmi accanto e rendermi una persona ancora migliore?" E sorridendo le mostrò cosa teneva nascosto in mano...
"Un uovo di rospo?! Ma sei..."
Edwin agitò la bacchetta e l'uovo si aprì, ma dal suo interno uscì un meraviglioso fiore rosso che lui sistemò sulla chioma corvina di lei.
"Sei bellissima Stella". Lui accarezzò il viso sorpreso di lei e...la baciò.


Melinda sospirò come per raccogliere le sue ultime forze. Lucas la guardò, gli occhi fissi sulla pergamena, e solo allora notò il fiore rosso che le bloccava una ciocca di capelli ribelle.
"Ehm, che ne pensi?" Chiese lei per spezzare il silenzio mentre frugava nella borsa.
"E' stata molto brava anche la tua amica! Era anche ora che si decidessero... Ehm, ti è caduto qualcosa dalla borsa..." Lucas indicò la scatoletta rossa che era appena scivolata dalla borsa di Melinda.
"Cos'è, il regalo di un ammiratore?"
"Veramente è per te..." rispose Melinda sempre più imbarazzata.
Lui aprì la scatola e guardò il contenuto con aria confusa.
"Ma cosa..." prelevò dalla scatola la sottile catenina dorata e osservò curioso la goccia trasparente.
"Beh ecco, l'hanno fatto apposta per noi... quel ciondolo, ecco, è una piccola Ricordella e..."
"Ricordella?!"
"Beh si... quando la tocchi se il fumo è bianco vuol dire che sei a posto, se è rosso hai dimenticato qualcosa..."
"Ma dico, sei forse impazzita?!" Lucas non si rese conto che stava gridando, il ciondolo stretto in pugno. "Non ti sembra un po' meschino? Sono rinchiuso qui perchè ho perso la memoria...non ricordo nulla, NULLA!"
"No aspetta... guarda, ne ho uno anch'io!"
"Ancora peggio! Ma dico, mi stai prendendo in giro?!"
Melinda con gli occhi colmi di panico prese l'altro ciondolo e lo indossò. Il fumo esplose di un rosso vivido mentre lei lo guardava disperata e le lacrime le rigavano il viso.
"Perchè il tuo è rosso? Mi hai detto una stupidaggine!"
"No, non è vero..."
"E cosa avresti dimenticato, Melinda, eh?"
"Tutto! Tranne... te!" Melinda, sguardo basso e frangetta a farle da scudo, prese la borsa e si diresse verso la porta.
Lucas aprì la mano serrata intorno al ciondolo. Vide il nome di Melinda inciso sulla sottile fascia dorata che abbracciava il vetro e un candido sbuffo riempì il mezzo cuore. Alzò subito lo sguardo ma Melinda era già andata via. Come se fosse appena stata trafitta, la piccola nuvoletta bianca si tinse di porpora.
Lucas non dormì tutta la notte, si sentiva in colpa per come aveva trattato Melinda. Continuò a fissare il nome inciso sull'oro e il fumo bianco fluttuare come una nuvola catturata dal cielo.
"E' lei la chiave di tutto."
La mattina seguente Lucas era un po' agitato ma ci teneva a farsi perdonare. Delegò uno dei Guaritori con cui aveva stretto amicizia di andare a comprare un bel fiore rosso, si tolse il pigiama a righe e indossò una camicia blu notte e un paio di jeans stretti.
"Ti viene a trovare la fidanzata?"
"Falla finita Sam!" Il Guaritore rise divertito. Era un ragazzo rotondetto dai vivaci occhi color caramello e i capelli ribelli. Era molto simpatico e si era dimostrato un buon amico.
"Eccola, sta arrivando!" Sam se ne andò facendo finta di niente per lasciarli soli.
Melinda entrò cautamente, indossava una tuta blu e scarpe da ginnastica bianche, giubbotto bianco con pelliccia sul cappuccio: doveva far freddo lì fuori.
"Lucas scusami, sono stata un'egoista. Volevo solo..."
"Melinda ferma! Non devi scusarti di nulla. Io... devo parlarti." Si guardarono l'un l'altra per qualche secondo senza dire nulla, gli occhi di lei intensi e quieti come una notte di luna nuova, quelli di lui burrascosi come il mare in tempesta.
"Mi sono sempre chiesto perchè venissi qui tutti i giorni da quando sono stato rinchiuso qui e perchè mi raccontassi quella storia. Mi avevi detto che prima dell'incidente eravamo amici e che ti stavo aiutando a scrivere il tuo libro... e me la sono bevuta anche perchè non avevo motivo di dubitare di te! Mi sono chiesto anche perchè continuassi a leggere quella storia assurda scritta da una ragazza che per me era una perfetta sconosciuta ma soprattutto perchè mi prendesse tanto. Melinda... tu sei la mia ragazza giusto?"
"Si."
"Questa cosa del libro l'hai inventata per raccontarmi la nostra storia sperando che ricordassi."
"Si."
"Perchè non me l'hai detto dall'inizio?" Lucas si sentiva più leggero, libero da un peso che lo opprimeva e lo soffocava. Voleva assolutamente uscire da quella clinica e aveva appena trovato una ragione per andare avanti.
"Era un'informazione che non avrebbe cambiato nulla anzi, probabilmente ti avrebbe soltanto confuso. Per te ero un'estranea e se ti avessi detto che stavamo insieme ti saresti sentito solo in obbligo nei miei confronti e..."
"...STIAMO insieme..."
"Cosa?!"
"Hai detto «se ti avessi detto che STAVAMO insieme» ma noi non ci siamo lasciati giusto?"
"No, noi non..." Melinda rimase spiazzata e non sapeva che dire.
"Bene, allora abbiamo un anniversario in sospeso da festeggiare!"
Lucas si sentiva felice per la prima volta da quel che ricordava, anche se sapeva di essersi sentito così sereno altre volte prima di quella. Qualcosa dentro di lui si era riacceso e lo riempiva di un calore dolce e piacevole. Melinda era talmente insicura che si era bloccata senza riuscire a dire una parola. Lucas rise divertito e senza pensarci la tirò a se e la abbracciò forte.
"Sei bellissima Melinda."
Senza darle il tempo di realizzare la baciò.
C'era silenzio in quella stanza ma l'atmosfera era leggera come se tutto fosse chiuso in una bolla fluttuante che li portava lontano. Non l'avrebbe più lasciata andare, il tempo si sarebbe fermato a quel preciso istante e l'unico ricordo che avrebbe occupato la sua mente era quel bacio e l'amore che lo invadeva. Era questo che avrebbe voluto Lucas.
Il ciondolo di Lucas era candido come la neve, adesso ricordava l'unica ragione della sua vita, tutto ciò che gli bastava era avere Melinda di nuovo nella sua vita.
Gli occhi di Melinda racchiudevano la luce delle stelle. Gli gettò le braccia al collo e gli disse: "Oh Lucas... finalmente sei tornato!"
Fuori pioveva ma in quella stanza brillava il sole. Lucas non si rendeva nemmeno conto del tempo che scorreva e non gliene importava nulla. Aveva un unico chiodo fisso in testa, un'ultima cosa che voleva assolutamente sapere. Forse avrebbe potuto scegliere un altro momento per fare quella domanda, forse non era il caso di oscurare il bagliore di quell'istante ma non poteva più aspettare.
"Melinda... come ho perso la memoria?"