2. Drusilla Balchair

Questa volta il protagonista è Sirus Black. Mi sono detta possibile che un tipo fascinoso come lui, un Black, un very pureblood, un ribelle, insomma uno di quei tipi per cui le ragazze impazziscono non abbia mai avuto una ragazza??? E così eccovi la mia nuova "creatura", Drusilla Balchair. Baciiiiii


-Cosa ci fai in giro a quest’ora, Black?
-Oh beh sai facevo un giro … - rispose il ragazzo con un ghigno.
-E dimmi i tuoi compari dove li hai lasciati?
-Avevo voglia di camminare da solo. Sai il silenzio dei corridoi, la storia di cui sono pregni … aiuta a riflettere, ti mette in pace con il mondo.
Sotto il mantello dell’invisibilità James, Remus e Peter soffocarono una risata.
-Tu non mi piaci per niente, sai? Ti trovo arrogante, scostumato e oltremodo inopportuno.
-No, ti prego Balchair, se dici così mi spezzi il cuore.
-Buona notte, Black.
-Ciao, ciao.
-E, a proposito, venti punti in meno a Grifondoro.

***

Drusilla era seduta a un tavolo dei Tre Manici di Scopa dandosi mentalmente della stupida. Cosa le era saltato in mente ad accettare quell’invito? Proprio quel giorno per giunta! Erano fortunati se si arrivava a 4° e lei perdeva il suo tempo e la sua salute seduta in quel pub aspettando. Cominciò a farsi strada l’idea che fosse stato tutto uno scherzo, già si immaginava mentre varcava l’entrata della scuola accolta dalle risate dei Malandrini, fieri dell’ennesimo scherzo. Dopo cinque anni di convivenza avrebbe dovuto capirlo, ma l’invito era arrivato così improvviso e galante che la situazione le era sfuggita di mano. Le 10.45, sarebbe dovuto essere lì alle 10. Avrebbe aspettato un altro po’, solo un po’… Oh, al diavolo! Perché aspettare qualcuno che non verrà. Voleva andare via, non voleva stare più lì, ma le sue gambe non accennavano a eseguire nessuno degli ordini imposti dal cervello. La situazione le stava sfuggendo nuovamente di mano, stava per mettersi a piangere, odiava che il suo orgoglio fosse calpestato.
-Drusilla, ti supplico perdonami, ho perso tempo da Mielandia… Ho preso dei dolci.
Sirius le sorrise dolcemente e lei sentì le gambe farsi ancora più molli. Gli sorrise a sua volta.
-Non preoccuparti, ho fatto tardi anche io…
-Cosa desiderate cari?- chiese gentilmente Madama Rosmerta.
-Io una cioccolata calda.
-Per me lo stesso grazie.
-Due cioccolate, allora. Complimenti siete una bellissima coppia.
Drusilla arrossì, stava per negare quando, inaspettatamente, Sirius disse:
-Grazie, lei è davvero gentile.

***

Lo aveva fatto ancora una volta. Forse non le mentiva quando le diceva di non volerla ferire, che lo faceva senza pensarci. Però l’aveva fatto ancora. Si era rinchiusa nel bagno di Mirtilla sicura che li nessuno sarebbe venuto a cercarla.
-Ciao!
-Ciao, Mirtilla…
-C’è qualcosa che non va??? Il tuo ragazzo ti ha lasciata??? Beh, non c’è molto da aspettarsi dai maschi…
Il soliloquio di Mirtilla era l’ultima cosa che ci voleva.
-Scusami, io devo andare. Ciao.
Sgattaiolò il più in fretta possibile fuori dal bagno. Era ora di cena, non doveva esserci nessuno in giro. Per quanto ne sapeva non c’erano fantasmi a infestare il bagno dei prefetti, così vi si diresse. Drusilla non sapeva però dell’esistenza della Mappa del Malandrino. Appena arrivata davanti alla porta del bagno Remus la chiamò.
-Drusilla…
-Che c’è Remus? Ti ha mandato qui come ambasciatore?
-…
-Allora dimmi, Remus, cosa dovrei fare io? Persino James ha messo la testa a posto da quando sta con Lily. Ma lui no. Sono io il problema, allora! Davvero aiutami perché non capisco!!! Sono forse eccessivamente invadente? Non credo poiché, Astronomia esclusa, i Corvonero sono accoppiati ai Tassorosso; e non mi sembra di stargli tra i piedi! Forse non sono abbastanza bella, o intelligente, oppure non lo so!!!
Drusilla cominciò a piangere.
-Ti prego, non fare così. Lo sai lui ti ama tanto, quando parla di te gli luccicano gli occhi, ma…- Remus sospirò – lo sai: è fatto così.
-E allora è fatto male!
Drusilla si infilò nel bagno e si sbatté la porta alle spalle. L’idea che ci fosse Remus dall’altra parte la fece leggermente sorridere. Se ci fosse stato Sirius non le avrebbe dato pace. Avrebbe urlato, preso a pugni la porta, forse l’avrebbe perfino buttata giù… ma Sirius non c’era, chissà dov’era, forse con un’altra ragazza…

*°*°*

-Cosa cazzo stavi per fare???
Sirius era fuori di se. Drusilla rispose freddamente:
-Vorresti dire “cosa cazzo HO fatto”.
Sirius la guardò sconvolto.
-Tu! Con quel bamboccio di Marc Beery. Sei impazzita??? Cosa diavolo ti ha preso???
-Cosa c’è, Sirius, cominci a innervosirti? Cominci a stare male? Se è così è evidente che cominci a capire.
-Cosa dovrei capire???
-Adesso sai come mi sento io, ogni volta che mi tradisci. Ho sopportato tutto questo per tre anni ma adesso sono stanca! Sono veramente stanca! Siamo alla fine del settimo anno e allora è il caso che si mettano i puntini sulle i: non ho più intenzione di sopportare le tue cazzate Sirius! Quindi prenditi quello che ti meriti!
-Beh, allora sai che ti dico Ella: è finita. È finita per sempre!

***

Dio quanto tempo era passato! Sembrava una vita… Si era imbambolata a guardare l’acqua nell’acquaio, ripieno di piatti sporchi. La porta della cucina era ben chiusa, così si concesse una piccola magia. Estrasse la bacchetta dal vestito e mormorò “gratta e netta”. Mise sul fuoco il bollitore del tè e si sedette ad aspettare. Lui le era venuto in mente così, di punto in bianco. E mentre pensava le affioravano alla mente le promesse, le scuse infinite, i litigi e tutte quelle cose che avevano reso il loro rapporto quello che era. Non glielo aveva mai detto, non ne aveva mai avuto il coraggio, però quando l’ultimo giorno di scuola lo vide salire sul treno avrebbe voluto rivelarglielo “io non ho fatto niente, Sirius, non sono mai stata con Beery, te lo giuro”; ma era troppo orgogliosa per ammettere di essere dipendente fino a quel punto da lui, così era stata semplicemente zitta. E a distanza di anni si ritrovava sposata con un marito babbano, due figli e un grande e grosso segreto. Un gigantesco segreto; sproporzionato, a suo dire. Una volta finita la scuola lei e la sua famiglia si erano concessi una vacanza in Spagna, era lì che aveva conosciuto Javier. Il biondo, affascinante, Javier,con i due laghi neri negli occhi. Dopo qualche anno si erano sposati e lei aveva cominciato a fumare, in maniera convulsa si era detta, e poi, ovviamente aveva “nascosto” la magia. Qualcuno bussò alla porta della cucina e la testa di Javier fece capolino.
-¿Estás bien? *Tutto ok?*
-No te preocupe, estoy un poco cansada… *Non preoccuparti, sono un po’ stanca…*
-¿Te puedo ayudar? *Posso aiutarti?*
-No importa… Yo iré a la casa de mi hermana, ella me quiso de la ayudar. ¿Esto te afecta? Serà como máximo una semana. *Non fa nulla… Andrò a casa di mia sorella. Mi ha chiesto di aiutarla. Ti spiace? Ci vorrà massimo una settimana.*
-No te preocupe.
Suo marito stava per uscire quando lei lo richiamò.
-Javier… Te amo.
Lui sorrise e si richiuse la porta alle spalle.
In quel momento fu colta dalla rivelazione più magica di tutte: lei lo amava, davvero, con tutto il suo cuore il suo Javier; era semplicemente un amore differente da quello che aveva provato per Sirius… Nonostante questa consapevolezza, sapeva di avere ancora un conto in sospeso con il suo amore passato e aveva deciso di chiuderlo.

***

Quella sera stessa, mentre i bambini guardavano la tv, Javier le disse qualcosa che non si sarebbe mai aspettata di sentir dire da lui, tantomeno in inglese.
-Io so cosa ti tormenta Ella, non è né stanchezza, né mal di testa. Forse ho sbagliato a non dirtelo prima, ma non ho mai trovato il coraggio… So che sei una strega, ma non so perché non la usi più, la magia. Ho un sospetto ma non ne ho la certezza.
-Mi ricordava il mio ex ragazzo e questo mi faceva male…
-Già. Da tua sorella puoi restare quanto vuoi, io ti aspetterò.
“Puoi andare a cercare il tuo ex ragazzo, io ti aspetterò.”
-Tornerò presto.
“Tornerò prima di quanto immagini, Javier, ti amo.”

***

Drusilla si materializzò ai piedi di una collina. La nebbiolina mattutina rendeva i contorni sbiaditi, come se tutto fosse sospeso nel tempo. Risalì il pendio e giunse davanti a un monumento funebre: una bara di granito si stagliava all’orizzonte. Poggiò un mazzolino di nontiscordardime sulla superficie ruvida della tomba, poi sedette sull’erba fresca.
-Avevi un pessimo carattere, Sirius. Davvero pessimo. Permaloso, possessivo, egoista,… forse era per questo che ti amavo tanto. Non mi piaceva quello che facevi, come ti comportavi eri davvero vanesio, astioso, inopportuno e odiavo i tormenti che davi a Piton e ai “pivelli” come li chiamavi tu. Ma, ripeto, ti amavo tanto. Non ti ho mai tradito, ma volevo farti soffrire come soffrivo io. Mi dispiace tanto, ma egoisticamente mi rendo conto che così mi sono risparmiata il dolore di vederti prima ad Azkaban e poi morto a causa di tua cugina. Mi si sarebbe pietrificato il cuore. Ora però, ti prego, liberami dalla malinconia, dalla nostalgia che ho di te; adesso sono sposata e amo mio marito, non voglio farlo soffrire...
Con la testa poggiata sul granito freddo, gli le palpebre chiuse e un sorriso dolce ad incresparle le labbra, Drusilla udì la risposta nel vento d’ottobre.
“Non temere, Drusilla. Ti lascerò andare.”