1 settembre - Il dolore delle ferite

21,25 - Sala Grande


*Non.. non posso crederci..*
Quel ragazzo aveva appena accarezzato la guancia di Vea. Lei era lì, impassibile, e lui la guardava con quegli occhi. Mi sentii morire.
Abbassai lo sguardo, rassegnato. I capelli castani sul mio viso. Non volevo essere visto in quelle condizioni.
*Io.. mi sono soltanto illuso. SONO UNO STUPIDO!!* pensai, mentre mi dirigevo correndo verso le scale, la testa china ed uno sguardo misto a rabbia e rassegnazione.
Appoggiai la mia schiena dietro un pilastro nascosto alla vista. Il mio respiro era affannoso. Tentai di calmarmi, ma fù inutile. Così presi a stringer i pungni più forte che potei.
*Non sento male..* dissi tra me e me. In effetti non sentii alcun male, il male del corpo era così insignificante rispetto a quello che sentivo dentro. Credetti che il mio cuore fosse stato trafitto da una spada di ghiaccio, in quell'istante, mentre l'immagine di lui che continuava a sorriderle, di quella mano che le sfiorava la guancia.. Fra tutto quel trambusto mi ero avvicinato, per capire meglio. Non volevo aver frainteso. Così avevo udito una sola frase: "..mi sembri un tipo simpatico e apposto, e le persone così sono sempre benvenute nel mio cuore.." aveva detto Vea.
I pungni si fecero ancora più serrati. Creteddi di veder saltare via le mie dita da un momento all'altro. Mi voltai, appoggiando la fronte al pilastro. Respirai profondamente, faticosamente. Il mio volto schiacciato contro la parete. Ansimavo.
"Cosa credevo? Mi sono soltanto illuso. Non ha certo detto di provare qualcosa per me, non ha neppure detto che sono carino. Niente. No, magari quello è il suo ragazzo, ed adesso io ho fatto la figura dell'idiota.. Perchè mi scaldo tanto?? CAVOLI!!!" urlai.
Avevo tentato di calmarmi in qualche modo, ma non riuscii. Mollai un pungo al muro dinnanzi a me. Il risultato fù un dolore atroce alla mano destra. Ma non m'importava, non m'importava di niente ormai. Appoggiai nuovamente la schiena alla parete. Era da tanto che non mi sentivo così. Solitamente le mie giornate erano fatte di schiamazzi e corti varie. Non ero abituato a sentirmi così per una ragazza.
*Già, è soltanto una ragazza. E' come tutte le altre.* sospirai.
E ancora con la testa china al pavimento, iniziai a salire le scale..


Mike Lanon
V anno, Grifondoro