2 settembre - Accettare la realtà

00,05 - Corridoio


Dopo aver salutato Kumigo, mi fiondai velocemente su per le scale, facendo i gradini a due a due. Se mi avessero beccato ancora in piedi, avrei fatto una figuraccia, soprattutto come prefetto.
Avevo ancora i sensi di colpa che mi echeggiavano nella mente. La mia voglia di scherzare e la mia gelosia fraterna mi avevano spinto ad esagerare. Nonostante mi fossi scusato con tutti, provavo del rimorso.
Arrivato davanti alla sala comune di Corvonero mi bloccai. Un pensiero attraversò la mia mente, che fece accrescere il senso di colpa. *Soul…!*
Entrai quasi di corsa, guardando da un lato all’altro della stanza, ma non c’era nessuno. Era vuota.
Mi accasciai sul divano, ero nervoso. *Chissà cosa avrà pensato…?...l’ho invitata a fare due chiacchiere e poi le ho dato buca…* restai seduto lì, con le mani tra capelli. Avrei volentieri spaccato qualcosa.
Ma l’unico con cui potevo essere in collera, era me stesso. Mi ero comportato come uno sciocco.
Vedere quei due così vicini, fece nascere in me un forte impulso di rabbia. Nessuno si era mai avvicinato così tanto a Vea e forse era per questo che mi sembrava così strano. Lei, ai miei occhi, sarebbe sempre stata la mia piccola sorellina, mi era inconcepibile collocarla accanto a un ragazzo. Eppure sembravano così teneri.
Cercai di darmi pace, non volevo comportarmi ancora più da stupido, avevo già fatto abbastanza quella sera. Decisi di accettare la situazione, anche se non sarebbe stato facile.
E poi c’era Soul. *che figura da scemo!* Sperai nel profondo del mio cuore che non ce l’avesse con me, anche se le probabilità erano poche. Avrei dovuto fare qualcosa per farmi perdonare…a tutti i costi…
Il mal di testa era tornato più forte di prima, iniziai a non riuscire più a ragionare. A fatica, mi alzai e andai nel dormitorio, trascinando i piedi.
Non avevo voglia di dormire, ero troppo nervoso e quel mal di testa era atroce. Sedetti sul letto. Fuori pioveva a dirotto, aveva smesso per qualche minuto in tutta la serata.
Pensai alla giornata che mi aspettava e mi disperai ancora di più: non solo avevo il professor Ruf alla prima ora, ma anche aritmanzia…non potevo apparire stanco davanti ai professori.
Con malavoglia, mi misi il pigiama e andai a dormire, sperando che il mal di testa mi avrebbe dato tregua almeno nel sonno, e che il giorno dopo avrei potuto sistemare le cose con Vea, Soul, Mike e Kumigo.

William Charm
VI anno, Corvonero