3. Il Binario


- Giù dalle brande: sono le otto e mezzo!
- Appunto: non aspettatevi di vedermi sveglia prima delle undici! E chiudi quella finestra, che c’è troppa luce!- Protestai insonnolita. Era il 31 agosto, mancava solo più un giorno al nostro ingresso a Hogwarts, e Nickolas era mooolto esaltato. Troppo se pensava di potermi svegliare prima delle nove, ma non importa.
Alla fine, purtroppo l’ebbe vinta, e scendemmo alle 8.45 per la colazione. Fede, più che scendere ruzzolò dal decimo gradino fino a che un ragazzo con gli occhiali tondi e i capelli neri arruffati non fermò la sua caduta.
- Arrrghhhhhhh!- ululò Federica.
- Ma che...?- protestò il ragazzo.
- Tu...tu...tu...- balbettò Nickolas.
- c’è il telefono occupato, riprova più tardi!- sbottò Mat.
- ...tu sei Harry Potter!!!!!!!!!!!- concluse Nick esterrefatto- Il bambino sopravvissuto! Mio padre mi ha parlato di te!
- Ah.- commentò Harry- e per questo mi devono piombare addosso le persone?
- No, è Federica che è... come si può dire... ciucca.
Le nostre risate riempirono il corridoio, mentre aiutavamo i due a rialzarsi.
- Quindi andrai anche tu a Hogwarts! Accidenti che fortuna! Sei quasi più famoso di Nicholas Flamel!
E tra queste domande e chiacchiere scendemmo per la colazione, mentre Nick continuava ad essere incredulo dell’incontro.
- Devi essere figlio di maghi, visto che mi conosci più di quanto non mi conosca io.
-Beh, Harry, è così. Anche se considerare mio padre semplicemente un “mago” è molto, molto poco.
Harry squadrò con sospetto Nickolas, indignato da quella frase altezzosa, e gli chiese: -Non sarai mica uno di quelli con la mania del sangue puro...!
-Io?! Certo che no! Anche perché mia madre è una cosiddetta”nata babbana” e comunque...- si voltò a guardare me e le mie compagne.- ... anche loro lo sono.
Io risposi allo sguardo: -Ho dello sporco in faccia?- Gli chiesi.
-Sì, hai la Nutella fin dentro le orecchie,- rispose Mat- ma come diavolo mangi?!?
-Si vede che non ti sei guardata i gomiti!!!!!!
-I gomiti?!...!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Opporca!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! La felpa! Argh!!!!!!!!!!
Quando finalmente le risate cessarono Nick continuò la sua chiacchierata con Harry: -Ti dicevo, non ho la mania del sangue puro. I miei sono maghi tutti e due, ma sono entrambi mezzosangue. Intendevo dire che mio padre è un Cavaliere dei Draghi!
- Un COSA?!?
- UN CAVALIERE DEI DRAGHI, MARTINA VECCHIA SORDA CARAMPANA CHE NON SEI ALTRO. VUOI CONTATTARE AMPLIFON?
- E VA BE’ NON URLARE CHE SE NON FOSSE PER QUESTA CHE MI SGRANOCCHIA NELL’ORECCHIO...
- SE TI STESSI “SGRANOCCHIANDO” NELL’ORECCHIO SARESTI PIENA DI BRICIOLE E DI ACARI DEL CIBO. NON CERCARE SCUSE. SEI SORDA COME UNA TROTA E BASTA.
-Ma perché, le trote sono sorde?
-Hai mai sentito un pesce parlare?
Harry intervenne:- Io ho parlato con un boa constrictor, allo zoo.
- Ah- commentò Giò –chissà che conversazioni intelligenti...!
- Beh,-intervenne Sara- più intelligenti delle conversazioni con Fede, che è matta, o con Mat, che è sorda!
- O con Sara che è di una gentilezza squisita, come sempre...!
- avete finito?- ci chiese Nick, spazientito.
- SARA!!!!!!!!!!!!!- non c' eravamo rese conto che Sara la vedevamo in quel momento e che non sapevamo che sarebbe venuta a Hogwarts.
- ciao.- rispose lei semplicemente. Nick ci fissò:-No,- concluse- non la smettono.
- Zitto scemo!- gli disse Mat
- senti chi parla!
- Nessuno ti ha chiesto commenti
- affogati nel caffelatte!
- non ho del caffelatte come colazione, è nesquik!
- e allora affogati nel Nesquik! O, se preferisci, strozzati con le fette biscottate alla Nutella!
- Ma sei sempre così gentile, oppure oggi sei particolarmente di buonumore?
- OH, ADESSO BASTA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ok. Non credevo che la mia voce avrebbe avuto un effetto così immediato e micidiale, giuro. Fatto sta che avevano smesso tutti e due. Si voltarono:- Hai ragione, scusaci Paz.- mormorò Nickolas.
- Mi spiace. – Aggiunse Martina. E la colazione trascorse senza ulteriori intoppi, tant’è che verso le undici, dopo due ore che giravamo ci fermammo da Florian per un gelato. Beh, anche lì successe qualcosa. Questa volta per colpa delle mie manie da piemontese. Eravamo lì che esaminavamo la carta dei gusti quando lanciai un grido di disappunto:- Come: gelato alla CIOCCONOCCIOLA?!?!
- Beh? Che c’è che non va?- mi chiese il gelataio.
- COME COSA C’E’ CHE NON VA? SI DICE NOCCIOLATO QUANDO E’ UNA BARRETTA DI CIOCCOLATO CON LE NOCCIOLE INTERE, SI DICE GIANDUJA QUANDO E’ GELATO CON CACAO E NOCCIOLE, E INFINE SI DICE BACIO QUANDO E’ GIANDUJA CON NOCCIOLE INTERE!!!! CHE ERESIA: ‘CIOCCONOCCIOLA’! MA ROBA DA CHIODI! MONDO DRAGO!
Il gelataio sembrava sconcertato. E probabilmente era turbato dalla mia uscita. Però ciocconocciola davvero non lo potevo sopportare. Non io che ero un’appassionata di nocciolato fondente novi con nocciole intere delle Langhe! Corretta questa imperfezione ‘ciocconocciola’- ‘nocciolato’, tornammo nelle nostre camere per verificare che la nostra dotazione fosse al completo. Non volevamo certo arrivare al nostro primo giorno di scuola senza di qualcosa. Insomma, non ci tenevamo a fare brutta figura, io come Nick, Mat, Giò. Più snervante decisamente Federica, che correva per tutto il ‘paiolo magico’ cercando il suo cellulare. Certo che quando uno ha la testa perennemente in viaggio tra le nuvole e i cieli...! Buffo fu, invece quando Sara ritrovò il cellulare di Fede tra la sua biancheria intima (- ma come diavolo ci è finito qua dentro? FEDERICA!). Un mistero tuttora irrisolto.
Di buon ora andammo a dormire, giusto per non arrivare a King’s cross mezzi morti di sonno. Poi Federica non si reggeva più in piedi, ma questo è un caso a parte. Nickolas non stava più nella pelle:- credo che sarò in Grifondoro, come papà, ma neanche Corvonero mi dispiacerebbe! Tu lo sai in che casa erano i tuoi genitori?- chiese, rivolto a Harry.
- Come potrei? Neanche sapevo che fossero maghi, e ora mi chiedi in che casa erano?
- Effettivamente...
- a proposito,- intervenni – qualcuno sa come raggiungere il binario nove e ¾ ?
- ergh, papà si è dimenticato di dirmelo...
- Oh, grandioso, e ora come facciamo? – borbottò Marty. Fortuna che in quel momento passò una signora dagli accesi capelli rossi, con dei ragazzi che, a giudicare dai capelli, dovevano essere i suoi figli. La signora brontolò: - la stessa cosa tutti gli anni, pieno zeppo di babbani!
- Babbani?!- ci precipitammo dietro di lei.
- Scusi, - chiese harry- Può dirmi come...?
- Come raggiungere il binario? Ma certo caro! Devi correre dritto tra il binario nove e dieci, e ti troverai là!
Ci fissammo tra noi, perplessi. Tra il binario nove e il dieci c’era, incredibile ma vero, il muro!!! Quella doveva essersi bevuta il cervello qualcosa di simile.
- io una volta sono andata a sbattere contro un lampione mentre, tornavamo dalla visita alla sampaolo, ma non ci sono passata attraverso, anzi, mi sono fatta un gran male...!- raccontai.
- Certo che se non guardi dove vai!
- stavo parlando con te, se ti può interessare!
Mentre io e Mat litigavamo, nick e gli altri erano intenti a guardare i ragazzi con i capelli rossi partire spingendo i carrelli.
- Ma come ha fatto?- esclamarono in coro. Io e Marty ci voltammo.
- Cosa?-chiesi io.
-chi?- chiese Mat
-Come?- aggiunsi io
- Quando?- terminò Marty
- Avete dimenticato ‘perché’.- ci disse nickolas tra le risate generali. Non avevamo capito ancora la storia del binario. Cominciava a farsi tardi. Giorgia era nel panico.
- Scusi- azzardò Nick- non credo di aver capito bene...
- Devi passare tra il binario nove e il dieci!
- ma c’è il muro!
- se ci fosse il muro, come avrebbe fatto George a passare? Guarda dritto davanti a te, corri e non ti fermare!
Nickolas squadrò il muro con aria poco convinta, si fece il segno della croce e partì. Un attimo dopo era sparito. E così, uno dopo l’altro, passammo tutti nel muro, e raggiungemmo il binario senza ulteriori intoppi.
- Leggete là: binario 9 e ¾ evviva!
Anche quell’ostacolo era superato, e sembrava che nient’altro potesse intromettersi tra noi e hogwarts. Sembrava di vivere in un sogno!
Finalmente il treno partì, e noi assediammo uno scompartimento, cercando di costringere le nostre valigie nel piccolo spazio del portabagagli. Il risultato finale fu sicuramente discreto, nonostante che per tutto il viaggio sembrò che stesse per esplodere. Poi ci mettemmo a giocare tutti insieme a Mario kart ds, in un atmosfera da manicomio: Federica guidava scivolando da una parte all’altra del sedile, Sara lanciava insulti e inettive al suo personaggio, il quale non ne voleva sapere di superare donkey Kong (-Emerito pirla! Immenso balengo!), e Martina che continuava ad urlare (- Miticozzo!- non chiedetemi cosa significa perché non lo so). Poi, a cinque minuti dall’arrivo, una voce gracchiante ci ordinò di indossare le nostre divise, e non sarebbe stato un problema se nella divisa non fosse stata compresa una gonna di velluto nero. Né io, né Mat, né Sara avevamo intenzione di infilarci una roba del genere. Rimanemmo a discutere finché non scorgemmo Hogsmeade dal finestrino. Allora prendemmo una decisione lampo, potenzialmente pericolosa: jeans. Morte, piuttosto che mettere una gonna.