2. Reagisci


La scuola era iniziata da pochi giorni e nell'aria si percepiva gia' la tipica atmosfera caotica di Hogwarts: c'erano ragazzi che passeggiavano nei corridoi, che chiacchieravano oppure che stavano appoggiati al muro o ad una colonna.

Draco camminava lentamente, con il suo portamento fiero e regale, sempre a testa alta, con la schiena dritta e il passo sicuro. Il principe dei Serpeverde era seguito dai suoi scagnozzi, Tiger e Goyle, che sembravano essere le sue guardie del corpo, e da Pansy Parkinson, la ragazza piu' smorfiosa di tutta la scuola. All'inizio dell'anno la Serpeverde aveva cominciato a seguirlo: ovunque lui andasse c'era anche lei. La ragazza era convinta di poterlo conquistare sfoderando ogni volta tutte le sue qualita'. Al momento, per esempio, stava utilizzando la sua parlantina per attirare l'attenzione di Draco.

-Devi sapere...- diceva, sorridendo, -Che io e Daphne ci stiamo organizzando per la prima gita ad Hogsmeade.- abbasso' la voce e si avvicino' al ragazzo -Vogliamo comprarci dei vestiti... non si sa mai... l'anno e' lungo e si potrebbero fare molti festini, non credi?- chiese. Ma non aspetto' nemmeno la risposta, ricominciando a parlare: -Oh... c'e' una cosa che ti devo dire per forza! Hai presente...-.

Draco smise di ascoltarla: la trovava troppo petulante! Inizialmente al ragazzo non dispiaceva la compagnia di Pansy, anzi, la cosa lo divertiva, poi, pero', aveva cominciato a vedere la cosa in modo obbiettivo: la Serpeverde sembrava aver messo le radici nella sua ombra, essere diventata la sua ombra. Tempo un mese, Draco ne era convinto, Pansy l'avrebbe accompagnato persino in bagno! Una cosa intollerabile! E questo era solo l'inizio. Infatti la ragazza parlava troppo e, inoltre, la sua voce era acuta e stridula. Draco temeva di diventare sordo! Oltretutto quel brusio incessante gli impediva di riflettere, cosi' era costretto ad utilizzare le notti per pensare al segreto della Mezzosangue, invece di dormire. Stava seriamente pensando ai modi possibili per uccidere quella faccia da carlino!

-Dracuccio, mi ascolti?- gli chiese lei, fermandosi.

-Certo Pansy, ovviamente- cerco' di trattenersi dall'attaccarla: era riuscita un'altra volta ad interrompere il flusso dei suoi pensieri!

-Ok, ti credo, Dracuccino caro... mi sembravi un po' sovrappensiero.- gli sorrise, cercando di essere dolce.

-Pansy trovo non ti debba interessare minimamente quello che faccio!- sibilo' lui, freddo -Per quanto io possa essere affascinante, e so di esserlo veramente tanto, tu non devi controllare quello che faccio, ne', tanto meno, dove vado! Sono stato chiaro?- le chiese, alzando leggermente il tono di voce.

-Ma io...- comincio' lei, con la voce incrinata ed il labbro inferiore tremante.

-Niente ma, Pansy! Io non devo essere controllato!- sibilo', mantenendo il suo solito tono distaccato -Devo, capito? Quindi tu non devi farlo!-.

-Io...- gli occhi le si riempirono di lacrime, mentre il castello di carte che aveva immaginato crollava, in seguito al leggero soffio del vento. Forse non avrebbe dovuto credere di poter ottenere tutto cio' che voleva. Sarebbe stato meglio lasciare tutto al destino, limitandosi a comportarsi normalmente.

-Tu, Pansy? Ormai penso che anche Tiger e Goyle abbiano capito che conosci quel pronome... prova a cambiarlo. Il mondo non gira intorno a te!- celio' Draco, cominciando ad allontanarsi, mentre i suoi due scagnozzi sorridevano soddisfatti, credendo di aver ricevuto un complimento dal capo.

Draco percorse dei corridoi, senza nemmeno sapere il luogo in cui era diretto. Si godeva la sua liberta'. Finalmente solo con i suoi pensieri. Poteva dedicarsi al segreto di Hermione, ora che non aveva accanto nessuno che potesse dargli fastidio. Ci aveva pensato a lungo, aveva pensato spesso al motivo che aveva spinto la sua Mezzosangue a perdere la voglia di vivere che la caratterizzava. Erano successe molte cose che avevano incrementato la sua curiosita':

-la ragazza aveva smesso di ridere, sorrideva poche volte e solo con una breva e leggera, non che' falsa, tiratura di labbra;

-aveva smesso di alzare continuamente la mano durante le lezioni e di intervenire in qualunque modo;

-sembrava avere la testa perennemente tra le nuvole e non ascoltava mai quello che le veniva detto.

Ma c'era una cosa, solo una, che era in grado di sconvolgerlo piu' di ogni altra: il suo sguardo perennemente vacuo, gli occhi spenti. La voglia di vivere sparita con un soffio per chissa' qualche scherzo del destino, un'ingiustizia. Una di quelle cose che ti entrano nel cuore come spilli infuocati, che fanno male. E ci sono solo due cose che puoi fare: cedere e seguire la corrente lasciandoti andare, o lottare, combattendo per cio' in cui credi, per le cose che per te sono veramente importanti. Hermione aveva ceduto, e questo non era da lei. Draco credeva che la cosa che l'aveva ridotta cosi' era sicuramente molto dura da sopportare o la sua Mezzosangue non avrebbe ceduto. No, Hermione sapeva troppo bene che la realta' non puo' essere cambiata e che l'unica cosa che puoi fare quando cadi e' rialzarti e ricominciare a camminare.

Alla fine delle sue numerose riflessioni Draco era giunto a delle conclusioni, be', ad una conclusione:

-Non e' un problema da niente.

Questa era l'unica cosa che gli ronzava in testa. Non stava certo facendo progressi. E la cosa lo irritava, non poco. La curiosita' lo stava pian piano consumando, facendolo stare sempre piu' male quando si sentiva all'oscuro di qualcosa. Non lo dava a vedere, essendo bravo ad indossare la sua solita maschera, ma gli rodeva dentro.

-Ciao, Malfoy!- un gruppetto di primini di Serpeverde lo saluto', facendogli interrompere le sue preziose considerazioni. Non rispose, limitandosi a fissarli, con una punta di disgusto.

-Malfoy!- lo saluto' un Serpeverde del sesto anno -come va? Spero bene! Scusa se non mi trattengo, ma purtroppo ho da fare!- draco non gli rispose, limitandosi ad andarsene il piu' lontano possibile da quel corridoio.

Draco Lucius Malfoy odiava essere trattato con quel rispetto reverenziale, come un dio. Certo, la cosa gli faceva tremendamente piacere, ma sapeva che era effimera. Lo trattavano con rispetto solo per il suo nome, per nessun altro motivo. Lo trattavano da amico solo per la sua fama. Ma la cosa non sarebbe durata per sempre e lui lo sapeva. Come avrebbe fatto a non essere trattato piu' cosi'? Si sa, quando qualcuno non puo' piu' dare quello che gli altri si aspettano viene gettato nel dimenticatoio. Quello che e' certo e che la popolarita' non dura per sempre. E lui aveva paura di sentirsi tremendamente solo. Di fatto lo era gia', ma la cosa non aveva peso, quando era circondato da persone che facevano quello che voleva. Tutte, tranne una. La sua Mezzosangue... ed ecco che Draco aveva un altro motivo per farla tornare come prima: sperava che almeno lei sarebbe stata sempre se stessa, trattandolo come meritava.

Aveva anche un impellente bisogno di essere amato, Draco. Era sempre stato circondato da persone che non sapevano com'era veramente e nessuno provava sentimenti sinceri e puri nei suoi confronti. Quello che il ragazzo non sapeva era che presto qualcuno sarebbe andato oltre le apparenze, giudicandolo per quello che e'.

il ragazzo senti' un tonfo e si guardo' intorno per capire da dove era arrivato' il suono. Vide la Mezzosangue china a raccogliere dei libri, stancamente. Le si avvicino' lentamente, per poi chinarsi per aiutarla. Fece per prendere un libro, che Hermione arrivo' a toccare nello stesso istante. Le loro mani si sfiorarono piano, sentirono una scossa. Entrambi alzarono il viso, fino ad incontrare gli occhi dell'altro. Per un attimo Hermione era ritornata quella di prima, i suoi occhi erano quelli di prima. Per un breve istante il cuore di Draco si fece piu' leggero, vedendo di nuovo quella voglia di vivere. Ma fu breve. Solo un breve momento. Hermione distolse bruscamente lo sguardo, ritraendo la mano, mentre Draco le passava il libro.

-Tieni, Granger.- disse, sorridendole, con la voce bassa e tremante.

-G... grazie- balbetto', girandosi di nuovo verso di lui.

-Prego- i due si alzarono lentamente, Draco non distolse lo sguardo da lei, nemmeno per un secondo. Rivide i suoi occhi vacui e senti' un groppo in gola -Reagisci, Granger- disse. Lei non rispose, girandosi e cominciando a camminare.

Hermione si era sentita colta in fallo, mentre si rattristava. Per un attimo aveva sentito la tristezza svanire, poi tutto era tornato come prima ed ora Malfoy le diceva come comportarsi! Non aveva nessun diritto! E lei non aveva voglia di combattere.

Draco la guardo' allontanarsi, indeciso sul da farsi. Poteva lasciarla sola, a riflettere, con quel problema a corrodere la sua anima oppure aiutarla, farla reagire, darle una mano per rialzarsi.

-Ferma!- si avvicino' a lei, e la fermo', tenendola per un braccio. Lei non reagi', limitandosi a fissarlo con sguardo assente. -Reagisci Granger! Cazzo non puoi lasciarti andare!- la guardo' negli occhi, urlando quelle parole, che erano quasi una supplica.

-Cosa?- chiese, con la voce ad un sussirro.

-Cazzo Granger ma non vedi come sei? Non sei piu' tu!- la guardo' di nuovo negli occhi.

-Io...- gli occhi cominciarono a lacrimare.

-Non piangere adesso! Reagisci! Picchiami! Insultami! Fa' qualcosa! Ma non comportarti cosi!-.

Hermione strattono' il braccio, togliendolo dalla stretta del ragazzo. L'aveva ferita, e la cosa che le faceva piu' male era il sapere che Draco aveva ragione. Si giro' e si allontano' da quel corridoio, doveva riflettere, da sola. Doveva decidere come reagire agli spilli che erano conficcati nel suo cuore, ferendola.

Draco la guardo', impotente. Si sentiva inutile! La ragazza doveva reagire! La cosa era certa! E ora che Draco era piu' sicuro si era piu' che mai deciso a scoprire il suo segreto.