7. Il Marchio


7. IL MARCHIO


Draco Malfoy stava baciando Hermione Granger.

Hermione Granger ricambiava il bacio di Draco Malfoy.

E mai cosa al mondo era sembrata loro piu' naturale.

Draco si stacco' lentamente, per riprendere fiato. La guardo' negli occhi e le passo' il pollice sulle labbra. Hermione tremo' a quel contatto e scatto' all'indietro. Cosa stava facendo? Lui era Draco Malfoy! Lei era un fantasma! Non avrebbe nemmeno dovuto sentire il contatto con la sua pelle, con le sue labbra.

Ma aveva la sensazione di sentire il suo sapore in bocca.

Com'era possibile?

-Sono... sono un fantasma...- sussurro', deglutendo.

-Ti ho baciata.- constato' lui, tornando a sdraiarsi nel letto.

-Come...- avanzo' verso di lui, confusa -Come hai fatto?-.

-Ti ho baciata, Mascherina.- ghigno' -Normalmente un bacio non viene definito a parole...-.

-So cos'e' un bacio...- fluttuo' intorno al letto -Cosi' come tu sai che i fantasmi non possono toccare niente, non possono sentire niente...-.

Era vero: lui lo sapeva.

Ma non voleva ammetterlo.

-Allora...- riprese, con voce tremante -Allora... perche'...?-.

Preferiva rimanere nell'illusione e sperare che quella volta la felicita' sarebbe arrivata veramente.

Sperare che quella felicita' esisteva realmente.

E che non era unicamente una favola.

-Perche'...?- chiese ancora, con la voce incrinata.

-Non lo so.-.

E non lo sapeva realmente.

Anche se avrebbe tanto voluto il contrario.

§ §

-Professoressa...- Hermione entro' fluttuando nell'ufficio della McGranitt.

-Oh...- alzo' la testa dalla pila di scartoffie che occupavano la scrivania e sorrise ad Hermione -Signorina Granger...-.

-Salve.- Hermione si sforzo' di sorridere.

-Come va, cara?-.

-Be'... ecco... io...-.

Voleva dirle tutto.

Raccontarle ogni cosa.

Era uscita dalla stanza dove invece Draco era rimasto. Il senso di colpa le attanagliava le viscere: lei non era una ragazza che amava mentire, lei non voleva farlo.

Ma l'aveva fatto.

-Ascolta...- la professoressa prese fiato -Prima che tu dica qualcosa... devo parlarti di una cosa molto importante. Sono certa che non vuoi ascoltare nemmeno una parola, ma... per favore, non interrompermi. Quando avro' finito potrai fare quello che vorrai. Tutto e non ho intenzione di fermarti. Ma per ora... ora ascoltami.-.

Doveva dirle la verita'.

Senza tralasciare niente.

Mentire ormai non aveva piu' senso.

-Va bene,- Hermione annui', senza realmente capire quello che la donna intendeva.

Ma voleva ascoltarla.

Sentiva di doverlo fare.

-Ho l'eta' di Silente...- inizio', sospirando.

-Ma...- la ragazza si morse la lingua, ricordandosi le parole dell'insegnante.

-Quando avevo diciotto anni...- sospiro' ancora, guardando nel vuoto ed ignorando le parole di Hermione -Sono stata colpita da una maledizione e...- s'interruppe, scrutando brevemente la ragazza -E sono morta.-.

L'aveva detto.

Si era liberata da quel peso che da troppo tempo le premeva sulla coscienza.

-Sono stata colpita dalla tua stessa maledizione...- disse sospirando.

-Ma...- Hermione scosse la testa, incredula.

Le aveva mentito.

Voleva proteggerla o era tutta una farsa?

-Il libro che hai letto... quello che descrive la situazione da fantasma...- si fermo', cercando le parole piu' adatte per continuare -L'ho scritto io, Hermione...-.

-Lei...?-.

-Esattamente...- la guardo' negli occhi -Non te l'ho detto prima perche' credevo che sarebbe stato meglio... per me... lo so: mi sono comportata da egoista, ma non volevo rivivere quei momenti...-.

La ragazza rimase in silenzio.

Aveva cosi' tante domande.

Non sapeva da dove cominciare.

Era confusa, parecchio.

-E' stata dura lasciare tutto alle spalle... e per me e' una ferita ancora aperta.-.

-Mi dispiace...- sussurro' Hermione.

-So bene che per te non e' facile seguire le regole che ti ho dato, ma ti ammiro molto per essere riuscita a seguirle.- le sorrise -E... sappi che sono solo per il tuo bene...-.

-Per il mio bene?- domando', sgranando gli occhi.

-Si'. Per il tuo bene.-.

Quello che una definiva il suo bene, l'altra definiva l'infelicita'.

A chi dare ascolto?

-Il mio bene anche se mi fa stare male?-.

-Mi dispiace Hermione io...- Hermione ricomincio' a fluttuare ed usci' dalla stanza.

-Dispiace anche a me...- sorrise amaramente e scosse la testa.

Non voleva andarsene in quel modo, ma non era riuscita a reggere il dolore.

Nessuno si sforzava di capirla, nessuno sembrava volerlo fare.

Aveva bisogno di qualcuno.

Qualcuno che non le rovesciasse addosso la propria vita, qualcuno che non le desse del peso in piu'.

Qualcuno che la ascoltasse senza fare domande.

Qualcuno che riuscisse a donarle un sorriso, senza volere niente in cambio.

§ §

Draco appoggio' la testa al cuscino e socchiuse gli occhi. Il fantasma se n'era andato da pochi minuti e lui aveva gia' iniziato a sperare che aprisse la porta ed entrasse nella stanza con la sua solita aria malinconica e la sua innegabile bellezza.

Gli faceva uno strano effetto.

Strano, ma piacevole.

Quel bacio era stato come il volo di una farfalla, come un petalo di rosa che si appoggiava sulle sue labbra.

Non aveva mai provato niente di simile.

Mai.

E non aveva mai creduto che fosse possibile provarlo.

Il suo dolore, la sua rassegnazione... erano spariti al solo suono della voce di quel fantasma. Un fantasma che aveva fatto molto per lui, molto piu' di qualsiasi altra persona. Aveva fatto tanto, non potendo fare niente.

-Va meglio?- Draco si alzo' di scatto, mettendosi a sedere -E' passato il dolore?-.

-Si'...- il ragazzo annui' debolmente.

-Ne sono contenta...- Hermione sorrise amaramente e si avvicino' a lui.

-Come mai sei tornata?- le chiese, curioso.

Non sapeva cosa aspettarsi in risposta.

Ma sperava di sentire una sola parola uscire dalle sue labbra.

-Be'...- si rabbuio', ma si sforzo' di sorridere -Sono sola, Draco...- rise amaramente -Sola.-.

-So cosa vuoi dire...-.

Due anime.

Due vite separate.

Due mondi.

Due realta'.

Due cuori.

Un dolore, una mancanza.

-Fa male.- ammise lei, avvicinandosi ancora a lui.

-E' la mia vita. Da sempre.-.

Da sempre.

Parole che gli aprivano ferite non ancora rimarginate.

-Come fai?- gli domando' dolcemente.

-Come faccio cosa?- alzo' un sopracciglio, girandosi a guardarla.

-Ad andare avanti. A vivere.- abbasso' la testa, prima di rialzarla e di guardare ancora nei suoi occhi -Come fai a continuare sapendo di essere inevitabilmente solo?-.

Come faceva?

Come riusciva ad ignorare quel dolore, quel vuoto martellante che gli sostava nel cuore?

Come poteva far finta di niente?

Come poteva andare avanti, alzarsi ogni volta che la vita lo faceva cadere?

Come poteva essere ancora li', dopo tutto quello che era stato costretto a passare?

Come?

-Non ho mai sperato in qualcosa di diverso, mai. Non ho mai creduto che ci fosse qualcosa di diverso dal mio destino gia' segnato. Era li'. Allora perche' combattere? Perche' sprecare energie per qualcosa che alla fine sai non accadra' mai?-.

-Perche' vale sempre la pena... puo' andare tutto male, puo' cadere tutto giu'... ma puoi sempre risalire...-.

Era un conisglio.

Per se stessa.

E per lui.

-Se non ho la scala? Se ne ho solo meta' e non c'e' nessuno disposto a cedermi la sua meta' per aiutarmi a salire?- le chiese.

Egoismo.

La sua arma.

Ma anche quella usata dagli altri contro di lui.

-Fa male...- sussurro' Hermione, ancora -Sapere di essere cosi' vicini alla soluzione, ma non vedere nessuno pronto a darti una mano. Tutti pronti a prendere, ad avere. Pronti a giudicarti, a vederti su un gradino piu' basso.-.

Soli.

E fermi.

Se solo avessero avuto l'altra meta' di quella scala.

Se solo ci fosse stato qualcuno pronto a credere in loro.

-Sono un Mangiamorte. E' inevitabile per me essere giudicato.- copri' l'avambraccio sinistro con la mano destra.

-Po... posso vedere?- gli chiese, con voce tremante.

-Come?- la guardo' negli occhi, sorpreso.

-Vorrei... vorrei vedere come... come hanno macchiato il tuo corpo, per avere la tua anima...-.

Nessuno aveva mai visto il Marchio come una cosa del genere.

Nessuno aveva mai voluto vederlo.

E lui non aveva mai voluto mostrarlo.

Era la sua colpa.

Era la sua pena.

Il suo prezzo da pagare per la sua mancanza di coraggio.

Ed era li', beffardo.

Pronto a guardarlo, a fissarlo... a ricordargli il suo fallimento.

Come sempre.

-La mia anima era gia' macchiata.- disse, girando la testa.

-No...- gli prese il viso tra le mani e lo giro' verso di se' -Non se sei qui...- gli sorrise, per rassicurarlo.

-Sono qui...-.

Con te.

-Sono qui...- ripete', prendendo le mani del fantasma tra le sue e facendola sussultare. Le dita erano gelate e gli raffredavano il viso bollente, scaldandosi.

-Sei qui...- sussurro', accarezzandogli le guance, prima di staccare le mani dal suo viso ed osservarle, mentre tornavano inconsistenti.

-Non urlare, non scappare. Io non sono cosi'...- Hermione rialzo' gli occhi e vide la determinazione in quelli argento di lui. Riabbasso' lo sguardo e rimase a bocca aperta.

Il Marchio troneggiava sul suo avambraccio.

Era opaco e percorso da tagli e cicatrici.

Ma era li'.

Il serpente si mosse leggermente, muovendo la lingua, come per sibilare qualcosa.

Il Marchio.

Il dolore, la causa di tutto.

Un tatuaggio.

Che aveva il potere di cambiare ogni cosa. E di fare male, maledettamente male.

-Fa male?- gli sussurro', avvicinando la mano al suo braccio.

-Ogni giorno, ogni ora, ogni attimo.-.

-Non meriti di soffrire per una cosa del genere... nessuno lo merita...- sfioro' delicatamente il Marchio -Sei freddo...- constato'.

-La pelle, il mio corpo... non hanno piu' la liberta' di agire. Non in quel punto.-.

Nessuno lo merita.

Nessuno.

-Non senti piu' niente?- chiese, con voce tremante.

-Solo dolore...- rispose -Solo dolore. E nient'altro.-.

-Come...?- non ebbe il coraggio di finire la domanda, e la lascio' in sospeso.

-Lui. In persona. Ha puntato la bacchetta contro il mio braccio ed ho sentito solo dolore. Un attimo prima ero ancora innocente, un attimo dopo... condannato. Per sempre.-.

Parole che non avrebbe mai voluto pronunciare uscivano dalle sue labbra come un fiume in piena.

Era cosi' facile parlare con lei.

Era come se per tutta la vita non avesse fatto altro.

-Volevi...?-.

-Non e' stata una mia scelta. Ma non mi sono certo opposto.-.

Paura.

Sempre. In ogni animo umano.

In agguato o ben visibile.

Paura.

Di tante cose, ma mai di niente.

Perche' tutti hanno paura.

-Non hai mai pianto, vero?-.

-Io non piango mai.- le rispose Draco, amaramente.

-Vorrei farlo per te...- percorse ancora il Marchio, toccandolo con il dito -Vorrei piangere quelle lacrime che tu non hai mai versato.-

-Non devi preoccuparti per me.-.

Lei piu' di tutti.

Lei era troppo pura, troppo ingenua.

Anche solo per vedere quel Marchio.

-Ma voglio farlo.- lo guardo' con la tristezza negli occhi -Vorrei poterlo fare... veramente...- riabbasso' lo sguardo -Mi dispiace.-.

E una lacrima.

Una goccia d'acqua calda e salata.

Una lacrima percorse la sua guancia.

Lentamente, leggermente.

Arrivo' al suo mento e atterro' sul avambraccio del ragazzo.

-Hai pianto...- le asciugo' la guancia, che aveva preso la normale consistenza del corpo umano.

-L'ho sentita.- disse, riferendosi alla goccia.

-Nessuno aveva mai pianto per me. Nessuno.-.

-Sono contenta di essere stata la prima...- sorrise -Almeno non mi dimenticherai mai. Saro' per sempre nella tua memoria.-.

-Vorrei poter rimanere anch'io tra i tuoi ricordi.-.

C'era gia'.

Dalla prima parola che le aveva detto.

Si era solo spostato.

Ora era nel suo cuore.

Marchiato con il sangue, con il fuoco.

Dentro alla sua anima.

E non sarebbe mai riuscito ad uscirne.

-Non mi dimentichero' di te.- Hermione sorrise sinceramente. Uno di quei sorrisi sinceri, uno di quei sorrisi ai quali partecipano anche gli occhi. La ragazza si senti' cadere, venne afferrata al volo dalle braccia muscolose di lui, che gemette per il dolore.

-Tutto...?- si blocco', e la fisso' ancora.

-Cosa mi e'...?- comincio'.

-Alzati in piedi.- ignoro' la sua domanda.

Lei lo fece.

Si alzo' in piedi.

Toccava terra, i suoi piedi erano appoggiati al suolo.

-Com'e' possibile?- gli domando', mentre un'altra lacrima rotolava sulla sua guancia e si poggiava sull'avambraccio di lui.

-Sei stupenda.- le sussurro' -Abbracciami Mascherina. Non lasciarmi solo. Voglio...-.

-Voglio sentire il tuo calore.- gli disse lei, salendo lentamente sul letto e sdraiandosi tra le braccia di Draco.

Il suo corpo era tornato.

Aveva le sue mani, le sue braccia.

Quelle labbra che Draco le baciava, quel corpo che Draco le accarezzava.

Ma aveva ancora quella maschera a coprirle gli occhi.

-Sei un angelo... che io sto dannando per sempre...-.

-Meglio l'inferno...- gli sorrise -Meglio l'inferno...-.

... del paradiso senza di te...

-Il Marchio e'... e' scomparso.- Hermione sgrano' gli occhi.

-Non mi interessa. Non m'interessa niente. Non ora.-.

-Ma...- cerco' di protestare.

-Voglio sentirti sulla mia pelle.- le sussurro' in un orecchio, prima di cominciare a baciarla.

E lei si lascio' baciare.

Non era da lei. Non era assolutamente da lei.

Ma voleva farlo. Con lui.

La sua prima volta.