8. Speranza


Voleva farlo. E l'aveva fatto.

La sua prima volta, donata a lui.

La sua innocenza, tra le sue mani.

-Se solo potessi vederti senza questa maschera... vederti davvero...- le aveva sussurrato, prima di baciarla. Lei aveva sospirato, tristemente.

Poi, le parole, non erano più servite.

Parlare non avrebbe avuto alcun senso.

Era tornata umana, era tornata a vivere. Sentiva il vestito che le accarezzava la pelle, e il corpo di Draco premuto sotto al suo. Sentiva brividi percorrerle il corpo tremante.

Lei sentiva. Sentiva ogni cosa.

Era tornata a vivere.

E lui l'aveva fatto con lei.

Si donavano l'uno all'altra, con dolcezza. Volevano trasmettere tutto il loro amore, comunicandolo con baci e carezze. I loro respiri si erano fusi nell'aria, indivisibili. Le loro anime si erano cercate, per poi trovarsi e intrecciarsi. I loro cuori battevano all'unisono, in perfetta armonia.

Si erano trovati, e non avevano nessuna intenzione di perdersi.

Erano due pianeti appartenenti a due galassie diverse, ma erano uniti da una linea invisibile, uniti per sempre. Erano due calamite con i poli opposti. Erano la notte e il giorno, le tenebre e la luce, la vita e la morte.

Ma in quel momento erano solo due ragazzi. Solo questo.

L'anima di Draco era ancora viva, il corpo di Hermione era ancora presente.

In quel momento erano due ragazzi.

Che facevano l'amore.

§§

-Avrei voluto dirle addio...- la voce di Harry fece trasalire Ron.

-Scusa?- gli chiese, sgranando gli occhi.

-Se n'è andata così, come tutte le persone a cui ho voluto bene...- una lacrima gli scese lungo una guancia -Senza che io potessi salutarle per l'ultima volta. E lei, Hermione... la nostra Hermione...- si fermò, con un groppo in gola.

Dolore. Solo dolore.

Per quanto avrebbe dovuto soffrire?

-Già... la nostra Hermione...- Ron annuì tristemente -Se fosse qui ci obbligherebbe a studiare...-.

-Sì, perchè i M.A.G.O. si avvicinano... non possiamo arrivare impreparati...-.

-Hai fatto il tema, Ronald?- il rosso usò il suo stesso tono, e sorrise debolmente -Non te lo scriverò io, stavolta...-.

-Era coraggiosa, tanto.-.

-Intelligente e... ed era una so-tutto-io...-.

-Sì, ma... la nostra so-tutto.- un'altra lacrima sfuggì al suo controllo.

Gli mancava. Gli mancava come nessun altro prima.

La sua migliore amica.

Per lui lo sarebbe sempre stata.

Sempre.

-Era...- Ron scosse la testa -Era...- mormorò ancora.

-Era...-.

Una parola che cambiava tutto.

Una parola che faceva male.

Era.

Qualcuno che non “è” più.

E non lo sarà mai.

Mai.

Mai più.

§§

Draco l'abbracciò, stringendola forte al suo corpo. L'aveva sentita, l'aveva sentita vicina come mai prima. Avrebbe voluto che quel momento durasse per sempre, che gli istanti appena passati potessero essere rivissuti mille e mille volte. Ancora e ancora. Per sempre.

Avevano fatto l'amore.

Il Serpeverde aveva immaginato tanto come sarebbe stato sfiorare la pelle di Mascherina. Aveva immaginato come sarebbe stato baciare ogni punto del suo corpo e viverla, viverla davvero.

Ma lei era un fantasma.

Eppure Draco era certo di non essersi immaginato niente. No, non aveva sognato. Lei era ancora lì, silenziosa e immobile, tra le sue braccia. Il suo respiro era tornato lento e regolare e gli soffiava sul collo.

La sentiva lì.

E voleva che durasse per l'eternità.

Hermione alzò lentamente una mano, andando a sfiorare leggermente il petto del ragazzo. Cominciò ad accarezzarlo con i polpastrelli, lentamente. Lo sentì irrigidirsi a quel tocco improvviso, poi rilassarsi appena un secondo dopo.

Una piuma gli accarezzava la pelle.

La ragazza sorrise, alzandosi per guardarlo meglio. Era così sereno in quel momento. Sul suo volto non c'era traccia delle sofferenze che aveva dovuto passare. Gli baciò delicatamente una guancia.

Le ali di una farfalla posate sul suo viso.

Draco la guardò negli occhi e vide il suo sorriso. Era diverso dal solito, era più vero, più sincero. Le sorrise. Il suo era il primo sorriso puro. E lo donava a lei.

Leggerezza.

Questo ciò che sentivano. Finalmente.

Libertà.

Non avevano più quell'orribile peso che li opprimeva.

Il loro cuore era libero.

§§

-Se n'è andata...- Minerva guardava ancora la porta, con la speranza che Hermione rientrasse.

-Te l'aspettavi, vero?- le chiese il ritratto.

Sì, se l'aspettava.

Era la stessa cosa che avrebbe fatto lei.

-Vedrai che tornerà...- le disse ancora.

-Non ne sono convinta, Albus.- la donna sospirò -Avrei dovuto parlarle prima...-.

-Non le hai detto tutto, però... c'è qualcosa che deve assolutamente sapere. Lo sai.-.

-Lo so... ma se non vuole parlarmi?- si prese la testa fra le mani e sospirò ancora.

-Devi parlarle. E, credimi... tornerà.-.

Doveva tornare.

C'era ancora un segreto da svelare.

Il più importante.

§§

Sembrava quasi un angelo.

Quasi.

Non lo era, e non lo sarebbe mai stato.

Hermione lo guardava, cercando di imprimersi nella mente ogni linea del suo viso. Sembrava così innocente, ma la verità era un'altra: era un Mangiamorte. Spostò lo sguardo sul suo braccio.

Quello che vide, non vide, la raggelò.

Il Marchio era scomparso. L'aveva già notato, sì, ma aveva smesso di pensarci non appena le labbra di Draco si erano posate sulle sue. Era svanito, svanito nel nulla.

C'era, l'aveva visto.

Ma era come se non ci fosse mai stato.

-Draco...- lo chiamò, con voce tremante.

-Sì, Mascherina?- le sorrise ancora, era così facile farlo.

-Il...- mormorò -Il tuo...- indicò il suo braccio -Il tuo...-.

-Sì?- Draco abbassò lo sguardo -Il...- s'interruppe, incredulo.

Com'era possibile?

Il braccio era candido, ed aveva ancora le cicatrici che testimoniavano le torture subite. Il Marchio, invece, era scomparso. Sembrava diventato invisibile, forse lo era davvero. Ma come?

E Draco... perchè non sentiva più dolore?

Perchè non aveva più la sensazione di portare catene invisibili?

Perchè il suo cuore sembrava finalmente libero?

-Ma... ma come?- le chiese, incontrando il suo sguardo.

-Io... non... non capisco...- balbettò lei, confusa.

-Devi stare tranquilla...- le sussurrò, capendo la sua preoccupazione.

-Ma... è... è sparito...-.

-Spero sia per sempre...- bisbigliò Draco, a se stesso.

Speranza.

Uno scoglio a cui ti aggrappi quando senti di affondare.

Una mano tesa, pronta ad aiutarti.

Speranza. Leggera e luminosa speranza.

Hermione l'abbracciò, stringendolo forte. Non sapeva com'era successo, ma voleva stargli vicino. Voleva sostenerlo in ogni istante, sempre e comunque.

Qualsiasi cosa fosse successa.

Lei ci sarebbe stata.

§§

-Ti ricordi la prima volta che abbiamo visto Hermione?- Harry si girò verso l'amico e annuì -Era entrata nel nostro scompartimento come una furia... cercava Oscar...-.

-Sì... e ha mostrato subito la sua gentilezza...-.

-Anche la sua bravura, Harry...-.

-Già... ci ha salvati da una punizione e dal Tranello del Diavolo...-.

-Però...- Ron sorrise, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime -Non c'era legna, ricordi?-.

Non l'avrebbero mai dimenticata.

Ogni istante passato con lei era impresso nella loro memoria.

I sorrisi, le lacrime, le avventure.

Li avrebbero ricordati per sempre.

-Riusciva sempre ad aiutarci, anche quando pensavamo che non ne fosse in grado. Era una vera amica, ha sempre fatto di tutto per noi...- anche Harry sembrava sul punto di piangere.

-Vorrei poter tornare indietro, davvero.-.

Lo volevano entrambi.

Avere un solo istante in più, uno solo.

E rivedere il suo sorriso.

-Questa volta temo che una Giratempo non possa bastare...-.

-È ingiusto!- urlò Ron. Ormai stava piangendo. Calde e salate lacrime gli scorrevano lungo le guance.

-Non possiamo farci niente...- piangeva anche lui.

Ormai trattenere le lacrime non aveva più senso.

-Vorrei che potessimo...-.

Impotenza.

Si sentivano inutili.

Non l'avevano salvata.

Ed ormai era troppo tardi.

Il passato non si cambia.

-Ormai non c'è più niente che possiamo fare, Ron... solo andare avanti.-.

Non avevano più speranze.

§§

-Io sono un fantasma...- mormorò Hermione, alzandosi a sedere.

-In questo momento non lo sembri, credimi.- Draco la guardò. Il suo sguardo vagò sul suo viso, poi scese sul suo collo e arrivò ai suoi seni.

La guardava come non aveva guardato nessun'altra.

-Cosa... io...- Hermione arrossì, come se si fosse appena resa conto di essere nuda. Afferrò il lenzuolo e si coprì.

-Non essere imbarazzata... sei bellissima...- le sorrise -Vorrei vederti senza quella maschera... vorrei vedere come sei davvero...-.

Lo voleva veramente.

-Non posso toglierla...- disse, amareggiata -Non riesco.-.

-Posso provare io? Posso vedere chi sei realmente?-.

Fu come se il tempo si fosse fermato.

Quella domanda.

La cui risposta poteva cambiare ogni cosa.

Hermione non rispose. Lo guardava, lo guardava e basta. Non sapeva cosa dire, non sapeva come trovare la risposta giusta. Temeva che la verità non gli sarebbe piaciuta.

Non voleva perderlo.

Non ora.

Perchè aveva bisogno di lui.

-Posso, Mascherina?- le chiese ancora, pieno di speranza. Anche stavolta non ottenne risposta -Posso sapere il tuo nome? Il tuo vero nome?-.

Voleva sapere.

Voleva conoscere ogni cosa di lei.

Voleva imprimersi nella memoria ogni aspetto della sua vita, così come aveva fatto con il suo volto ed il suo corpo.

Draco la fissava attentamente. Non voleva rispondergli, aveva paura. Aveva paura e lui riusciva a sentirlo. Avevano fatto l'amore, ma lei non era ancora pronta a fidarsi totalmente di lui. Qualcosa la tratteneva, ma lui non riusciva a capire di cosa si trattasse.

-Ecco io...- inizò lei, titubante -Vorrei, ma...-.

La paura la stava bloccando.

Perchè non poteva fidarsi?

Perchè non riusciva a capire quale fosse la cosa giusta?

-Non puoi, giusto?- sospirò, rassegnato.

-Vorrei poterti dire tutto...- gli disse, sfiorandogli una guancia.

-Non importa.- si scostò.

Aveva paura che lei l'allontanasse.

Non voleva.

Così si allontanava lui, per illudersi che lei, andandosene, non gli avrebbe fatto male.

-Invece importa!- urlò lei. Voleva piangere, voleva fargli capire quanto lui fosse importante.

Ma nessuna lacrima usciva dai suoi occhi.

-Io...- Hermione si fermò improvvisamente -Draco...- lo chiamò -Draco...- la sua voce aveva assunto un tono supplicante. Lui si girò a guardarla.

Stava tornando ad essere un fantasma.

-Mascherina...- pronunciò il suo nome a bassa voce, in un sospiro -Non andare...-.

-Io...- una luce bianca aveva avvolto il suo corpo, e lentamente stava riportando il suo corpo ad essere quello di un fantasma. La sua pelle stava scomparendo e lasciava spazio al nulla, ai deboli contorni di una figura quasi invisibile.

Un fantasma, ancora.

L'illusione di poter tornare in vita per sempre, stava svanendo.

-Ti prego...- la supplicò.

La sua prima supplica.

La prima.

E stava supplicando lei.

Di restare.

-Non... non riesco a controllare... ciò che mi succede...- voleva piangere, voleva restare con lui.

Ma non poteva.

Una forza invisibile la stava trascinando in quel baratro, ancora.

Stava tornando un fantasma.

-Non voglio che tu te ne vada...- allungò la mano, per afferrarle il polso.

Toccò solo aria fredda.

-Non posso cambiare ciò che sono...- lo guardò, sentiva un peso sul cuore.

Era vero, non poteva.

Ma poteva accettarlo.

Anche se era dannatamente difficile.

-Non posso...- ripetè, guardandolo -Mi dispiace.-.

-Non andartene...- la supplicò, vedendo che si allontanava da lui, fluttuando verso la porta.

-Mi dispiace...- mormorò ancora, prima di attraversare la porta.

Non voleva che lui la vedesse così fragile.

Ma sopratutto, era lei a non volersi accettare.