11. Rubami l'Anima


Draco la fissava, stupito.

Lei era... lei era... lei...
Guardava Mascherina, la ragazza di cui si era innamorato. La sua piccola, la persona che gli aveva mostrato il mondo, il vero mondo... e la vita. -Io...- non riuscì a dirle altro, non ne aveva la forza.

Non dopo che l'aveva riconosciuta.

Ma perché gli aveva mentito in quel modo?

Lei osservava lui, le lacrime agli occhi non volevano scorrere. Era viva, poggiava le ginocchia a terra e le mani erano strette a pugno. Raccolse uno dei cocci della maschera ormai rotta, lo strinse con forza. Una punta acuminata le si conficcò nel palmo.

Sangue.

Sangue. Rosso e dannato.

Sangue sporco e indegno.

Il suo fottutissimo sangue.

Hermione sentì una punta di dolore, quasi niente paragonato a quello che provava dentro. Non ci fece caso, un taglio era niente. Draco era di fronte a lei, e stava fluttuando nell'aria. L'aveva perso.

Lui aveva preso il suo posto.

Si era sacrificato.

La sua vita in cambio di un'altra.

-Chi sei?- le chiese ancora, nonostante l'avesse riconosciuta.

-Draco...- Hermione lo chiamò, alzandosi in piedi. Barcollava, ma fece un paio di passi verso di lui -Sono...-.

-Lo so chi sei, cazzo!- sbottò -So chi sei.-.

Non sentiva più niente.

Il suo corpo era svanito nel nulla.

Il suo sangue, così importante, non era più nelle sue vene. Forse... non le aveva nemmeno più, le vene.

Niente lacrime, che non aveva mai versato. Niente, era come se lui stesso fosse diventato niente.

Era buffo. Lui, Draco Malfoy, ora non era più niente.

Anche il respiro, il suo respiro.

Il fiato caldo, che l'aveva fatta tremare. Quel respiro dolce, o affannato. Il suo respiro, unito a quello di lei. Dei soffi, piccoli e lievi.

Ma un fantasma non respira.

Non piange.

Non sanguina.

Un fantasma è un fantasma.

-Perché?- le domandò -Perché?-.

Ma a cosa si riferiva?

C'erano così tante cose che non avevano un motivo.

Hermione non seppe rispondergli, non volle. Aveva paura di pronunciare ad alta voce le sue paure, aveva paura di vederlo andare via. Non le interessava essere tornata in vita, non se ne curava. Le importava maggiormente riportare in vita lui, che era il suo amore. Quello vero. Per tanto aveva sognato una favola, una vita perfetta e semplice. Un principe azzurro.

Lei il principe l'aveva trovato. Se n'era accorta tardi, perché cercava il colore sbagliato.

Guardava gli stereotipi, ascoltava i pregiudizi.

Non aveva mai interpellato il suo cuore, la sua anima.

Fino a quando non le erano rimasti che loro.

§§

-Voi mi state dicendo che avete visto la signorina Granger?- la McGranitt li guardava, sorpresa.

-Esatto.- Harry annuì -E siamo certi che lei ne sa qualcosa.-.

-Perché non ci dice niente?- chiese Ron -Non le interessa che lei sia la nostra migliore amica? Non le importa?-.

La preside non sapeva cosa dire. La sua vita si basava sulle regole, che si imponeva e che imponeva agli altri. Non era più pronta ad infrangerne, non voleva che qualcuno ci rimettesse.

Ma questa volta cos'era realmente importante.

-Signor Weasley, Potter...- sospirò -Venite con me.-.

§§

-Ti amo.- gli disse, sfiorandogli una guancia.

Percepì solo aria.

-Stai mentendo.- sibilò Draco -Sei una bugiarda.-.

-Non ho mai mentito...- le lacrime iniziarono a scenderle lungo le guance.

Non riusciva più a trattenersi.

-Ti sei divertita?- le chiese, ridendo.

Era una risata amara e fredda, vuota. Arida.

Non poteva più provare gioia, era come se il dolore l'avesse prosciugato.

Non sentiva neanche il ghiaccio.

Non aveva più barriere.

E soffriva.

-Ti amo, come puoi non credermi?- lo guardò negli occhi, in quelle iridi argentee.

Erano uguali, anche se era un fantasma. Erano splendide.

-Come posso crederti, invece? Come? Sto morendo.- sorrise, finto.

Menzogne, menzogne, menzogne.

Erano entrambi dei bugiardi.

Bugiardi che mentivano a se stessi, e non riuscivano a mentire all'altro.

-Ti sto uccidendo.- constatò, chiudendo la mano -È colpa mia. Arrabbiati. Me lo merito.-.

-No.- le disse invece -Non lo meriti.-.

Non meritava niente, niente che fosse sofferenza.

-Lo merito. Ti prego...- lo supplicò, non avrebbe avuto senso tentare di fare altro. Non provava niente, questa volta non sentiva la sua anima. Percepiva il corpo, il cuore che batteva, i polmoni... e quel respiro affannato e irregolare scosso dai singhiozzi. Dentro, invece, era come se non ci fosse stato niente.

La sua anima... se ne stava andando con Draco.

-Mi preghi di cosa?- le chiese, duro -Cosa vuoi che faccia, eh? Cosa posso fare?- lasciò scorrere la rabbia, il dolore. Non l'aveva mai fatto in tutta la sua vita, ma sapeva che quello era il momento giusto in cui un Malfoy era pronto a piangere.

L'ironia della sorte era che non poteva farlo.

-Non lo so. Io... non lo so...- continuava a piangere, senza sosta -Ti amo.-.

-Smettila. Stai zitta, cazzo! Granger, zitta!- sbottò, distogliendo lo sguardo da lei.

-Scu... scusa...- balbettò, spaventata.

-Zitta...- ripeté, tornando a posare lo sguardo su di lei.

Era bella, non poteva più negarlo.

I suoi occhi riuscivano ad essere così vivi, così magnetici.

Le sue labbra, oh, le avrebbe baciate ancora e ancora.

Quei capelli, in cui le sue mani si sarebbero immerse, per accarezzarla.

Quella pelle, di pesca, di velluto.

Era dannatamente bella.

Una Granger, una Babbana, una Sanguesporco.

E com'era mai possibile che tutto questo a lui non interessasse?

Draco la guardava, era certo che non avrebbe mai smesso di farlo. Era rimasto sorpreso quando aveva visto il suo volto, quello vero. Non poteva crederci, forse perché quello che era successo andava contro ogni cosa che gli avevano insegnato. Era un Malfoy, la purezza doveva essere preservata.

Quella ragazza, di purezza, ne aveva da vendere.

Forse era lui che correva il rischio di macchiarla.

-Hermione...- la chiamò, pronunciando il suo nome per la prima volta. La vide, mentre alzava la testa, sorpresa. Un bagliore indefinibile le era apparso nelle iridi dorate.

-Co... cosa?-.

-Shhh...- l'ammonì -Non servono parole, e lo sai meglio di me.-.

Sì, lo sapeva.

Basta uno sguardo per amare.

Basta un sorriso, un respiro.

Basta che sia la persona giusta.

Lei lo era? Lui non ne aveva idea.

Lui lo era? Lei lo sospettava.

-E cosa serve?- Mascherina lo guardava, la sua Mascherina... che non portava più alcuna maschera. Aveva capito chi era, l'aveva capito davvero. Lei era lei, e lui l'aveva accettato.

Con l'amore si accetta ogni cosa.

Amore folle, irrazionale.

Amore assurdamente e totalmente sconvolgente.

L'amore è amore.

E stava logorando e lacerando la loro anima.

La stava coccolando, accarezzando... poi l'aveva colpita con uno stiletto.

Non erano pronti a morire, non lo erano mai stati.

L'avrebbero fatto, per l'altro, solo perché erano pronti ad affrontare le conseguenze dell'amore.

-Ho un ultimo desiderio, solo uno...- le disse Draco, abbozzando un piccolo vero sorriso. Triste, ma vero.

-Tutto ciò che vuoi.-.

Gli avrebbe davvero donato tutto.

-Baciami.- non un ordine, non questa volta. Malfoy non esisteva, c'era Draco. E Draco la stava implorando di dargli un bacio. -Anche se sentirai aria... baciami.-.

-Ti amo.-.

-Hermione...-.

-Rubami l'anima.- gli sussurrò -Prendi la mia vita. Te la dono, ti dono tutto ciò che ho. Ti prego... prendi la mia anima... ti prego...-.

-Non posso.- le disse Draco -Non posso. È tua, e non sono un ladro.-.

-Mi hai già rubato il cuore, prenditi anche l'anima.- lo stava supplicando, pregando. Non voleva più sentire il dolore e quella consapevolezza di essere la causa di tutto quel male, della sua morte. -Prendimela, portamela via.-.

-Baciami.- le disse ancora -Baciami e basta. Non la voglio, mi basta il tuo amore, un tuo bacio. Non ho bisogno della tua anima, quando mi hai fatto conoscere la mia.-.

Hermione si alzò in punta di piedi, si sporse in avanti. Le sue labbra, cercavano quelle di lui. Sapeva che non avrebbe sentito. Dell'aria gelida le sfiorò il volto, ma non badò per niente a quello che stava succedendo. Iniziò a baciarlo. E lui ricambiò.

Era un bacio strano, assurdo.

Lei non sapeva dove fossero le sue labbra, chiuse gli occhi... voleva sentirlo. Baciava, senza sapere cosa stesse succedendo. Voleva solo sentirlo. Lui ricambiava con dolcezza, anche se non percepiva niente. Chiuse gli occhi anche lui, vedere non avrebbe avuto senso. Voleva sentirla, solo questo.

-Ti amo...-. Voce dolce e vellutata, nella sua mente.

Anche lui l'amava, sarebbe stato così difficile provare a dirglielo?

§§

-Dovrebbe essere qui...- la preside indicò la porta, la aprì per farli entrare.

-Ok...- i due Grifondoro sorrisero, precedendola.

Quello che videro li lasciò senza fiato.

A pochi centimetri da terra, Hermione stava fluttuando. Ma non era un fantasma, era la loro Hermione. E le sue labbra erano incollate a quelle di... di Draco Malfoy. Ron strabuzzò gli occhi, a Harry caddero gli occhiali. Non erano decisamente preparati a quello che stava succedendo.

Poco distante da questa strana coppia, ce n'era un'altra. Fluttuavano. Neanche la McGranitt riuscì a capire chi fossero.

Draco ed Hermione, ecco chi erano.

Erano trasparenti, come fantasmi.

Si stringevano forte, al cuore e all'anima.

Loro erano il cuore e l'anima.

Il cuore e l'anima della coppia che lì accanto stava vivendo il suo amore.

Due coppie, sempre loro.

I corpi e le anime, che dimostravano quanto grande può essere un sentimento all'apparenza così piccolo e fragile. Quanto può essere forte.

Le anime si donavano l'una all'altra.

Era come se fossero una cosa sola.

I corpi erano come il guscio di questo sentimento, e l'avrebbero protetto sempre.

Come in uno scrigno.

Era come se sia Draco che Hermione si fossero divisi in due parti, solamente per unirsi completamente.

Il loro amore.

Importava solo quello.

Non esistevano il dolore, la rabbia, la tristezza. Esistevano solo loro.

I due fantasmi, i due ragazzi.

L'amore.

Improvvisamente le due anime, i due fantasmi si spostarono verso i due corpi. Erano mano nella mano, sorridenti, mentre Draco ed Hermione continuavano a baciarsi. Sapevano esattamente cosa dovevano fare. L'anima di Hermione le si avvicinò e le si sovrappose, lo stesso fece l'anima di Draco.

I due ragazzi aprirono gli occhi.

Hermione vedeva Draco, il suo corpo. E dentro di lui era come se vedesse ancora il fantasma che era stato fino a pochi istanti prima.

Draco vedeva Hermione, il suo corpo. Dentro di lei, Mascherina.

Era una sensazione strana, vedere l'altro da vivo e da fantasma contemporaneamente.

-Resta con me...- gli sussurrò Hermione -Non lasciarmi.-.

-Non lo farò mai.- le rispose Draco -Mai.-.

§§

Hermione si stropicciò gli occhi, prima di aprirli. -Dove... dove sono?- mormorò, confusa. L'ultima cosa che ricordava era di aver baciato il fantasma di Draco.

-Hermione!- esclamarono Ron e Harry, insieme.

-Ehi...- tossì -Ciao...-.

-Non affaticarti.- Harry le sorrise, lei era la sua Hermione, la loro Hermione.

-Potter, appesti l'aria. Spostati o evapora.-. Quella voce, la ragazza sorrise ed alzò lo sguardo. Draco era lì, accanto a lei. Era vivo, era in carne ed ossa. Era... era... così bello, così perfetto.

-Fottiti Malfoy.- Ron gli diede un'occhiataccia.

-Se tu e il tuo amico uscite dall'infermeria...- indicò Hermione con un cenno del capo -Così ho compagnia.-.

-Ora ti meno.- il rosso scattò in avanti.

-Ron!- sbottò Hermione -Non provarci!-.

-Ma cazzo...!- sbuffò sonoramente, guardandola negli occhi -Ok, non lo meno adesso... posso farlo tra mezz'ora?-.

-No!- gli rispose.

-Tra un'ora? Due? Stasera? Domani?- le chiese ancora.

-Mai Ron, rassegnati.- Harry rispose per lei.

-Draco...- Hermione lo guardava, poi guardava loro. Perché non le avevano fatto domande? Perché erano così tranquilli? Lei era viva e... e loro? Non le avevano chiesto niente, assolutamente niente.

-Mascherina ha spiegato tutto.- il Serpeverde le sorrise -Mentre dormivi, è... come dire... uscita dal tuo corpo e... ha spiegato tutto...-.

-Co... come?- domandò Hermione, confusa.

-A quanto pare... potete separarvi in due entità diverse. Come se tu ti sdoppiassi in due. Ha promesso che non tornerà più. Non morirai, Granger. Non oggi, non domani...- ghignò, per poi iniziare a sorriderle -Non fino a quando mi amerai.-.

-In... in che senso?- gli chiese allora.

-Oh, be'... mi arrabbierei molto.- sorrise ancora.

Era così facile farlo.

-Poi lo posso picchiare?- saltò su Ron, pregustando l'idea.

Hermione scoppiò a ridere, sentendo una mano che si intrecciava con la sua. Era Draco, finalmente lo sentiva, si sentivano. Harry la seguì nella risata, anche Draco rise per la prima volta.

Sì, era decisamente facile.

Il ghiaccio era svanito.

La sua anima era leggera.

Lui amava.

Assurdo, ma ora che conosceva il sapore dell'amore, non se lo sarebbe lasciato scappare.

-Ma che avete da ridere?- chiese Ron.

-Non cambierai mai.- gli disse Harry, dandogli una pacca sulla spalla -Ah, Hermione... devi parlare con Ginny ed è decisamente tanto arrabbiata... le sei mancata molto.-.

-E a nessuno di voi è venuta l'idea di farla venire qui, vero?- loro rimasero in silenzio, come immaginava -Siete incorreggibili. E...- sorrise a Draco -Per inciso, primo o poi devi dirmi cosa vi ha detto Mascherina, ok?-.

Lui ricambiò il sorriso.

Avevano tutto il tempo che volevano.

Era stato strano il modo in cui si erano innamorati. Strano e folle.

Un dolore, che era stato trasformato in gioia.

Non avrebbero mai sperato tanto.

Hermione aveva il suo lieto fine, e non poteva che esserne contenta.

È strano come la vita si comporta certe volte, come ti fa male, come ti ferisce... e come il sorriso ti venga riportato sulle labbra dalla persona che meno ti aspettavi.

È la vita. Strana, assurda.

Come l'amore.

È folle.

Lei aveva colto quell'attimo, senza sapere dove l'avrebbe portata. Aveva tentato il tutto per tutto, quando credeva che non esistesse più niente. Anche lui l'aveva fatto.

Ora erano pronti ad andare avanti.

Forse la vita avrebbe avuto altre idee folli, o forse li avrebbe lasciati tranquilli nel loro piccolo angolino di pace.