2. Un applauso fragoroso scoppiò al momento del bacio.


Un applauso fragoroso scoppiò al momento del bacio.
I loro amici e i loro famigliari erano li ad assistere e prendere parte al giorno più importante di Ginny ed Harry. Certo, probabilmente nessuno avrebbe superato il giorno in cui il signor Potter aveva sconfitto il Colui-Che-Non-Doveva-Essere-Nominato, ma quel giorno ci si avvicinava.
Era intenso.
La signora Weasley si era accodata a Petunia Dursley in quanto a pianti.
Era strano vedere quella signora elegante, con il collo più lungo del normale, commuoversi per il matrimonio del nipote. In più occasioni, quando Ginny glielo aveva domandato, Harry gli aveva raccontato di quella famiglia di babbani. Non erano certo le persone più brave al mondo, le persone più affettuose ma erano suoi parenti e in un certo senso Harry aveva stretto un legame con loro, sopratutto dopo tutti quegli anni a vivere con loro.

“Petunia, cara, per l'amor del cielo!”

Disse Vernon Dursley porgendo un bianco fazzoletto alla moglie che si soffiò prontamente il naso.
Ovviamente la moglie non si scusò, ma si giustificò.
“E' pur sempre uno di famiglia e i matrimoni sono sempre così commuoventi!” aveva affermato la donna allampanata riponendo quel fazzoletto della piccola borsetta che teneva stretta se.
Ginny non sapeva come il suo novello sposo avesse preso la notizia della presenza dei suoi zii e di suo cugino li, ma sembrava sorpreso quasi quanto lei.
Aveva in volto una strana espressione, proprio la stessa espressione che aveva, da ragazzino, quando insieme ai suoi amici faceva nuove scoperte di cui nessuno doveva sapere nulla.
Quando infatti la cerimonia terminò e candidi palloncini furono liberati nel cielo, il giovane mago da poco divenuto Auror, si avvicinò a quella che era pur sempre parte della sua famiglia.

“Harry!”

Affermò Dudley, un ragazzo robusto che indossava un vestito elegante che lo rendeva al quanto buffo, ma di certo non meno buffo e strampalato degli altri invitati.
Indossava una camicia bianca con una cravatta multicolor che probabilmente George Weasley aveva incantato dato che i vari colori si muovevano.

“Ehy, ciao Big D.”

“Visto? Ce l'ho fatta.
Convincere mamma è stato facile, papà invece non tanto. Ho dovuto raccontargli che hai salvato persone anche persone normali.. dei babbani. Una specie di eroe.”

Probabilmente il signor Dursley doveva pensare che un eroe in famiglia doveva essere un vanto e proprio per quello si era presentato li con moglie e figlio.
Harry e quei babbani non si vedevano da moltissimo tempo. Anni.
L'ultima volta che si erano incontrati era stato dopo la caduta di Lord Voldemort, dove Harry era andato ad informare che Privet Drive era tornata di nuovo sicura.
Ovviamente la signora Dursley era stata più che felice di ritornare nella sua vecchia e cara casetta, proprio come Vernon, felice di riappropriarsi di ciò che il nipote gli aveva tolto per quasi un anno intero.

“Harry Potter.”

Disse una voce profonda che fece accapponare la pelle sia ad Harry, che a Ginny che si trovava al suo fianco.
Alle spalle di Dudley era comparso zio Vernon che teneva a braccetto la moglie con gli occhi ancora arrossati.

“Vernon.”

“Harry Potter, ringrazia mio figlio perchè è grazie a lui se siamo qua, ci ha raccontato che hai saltato milioni e milioni di vite!
E'-E' vero?”

Harry lanciò uno sguardo interrogativo verso il cugino da cui molti anni aveva ricucito i rapporti.
Quest'ultimo però aveva lo sguardo basso, sembrava quasi osservare la punta delle scarpe tirate a lucido.
Milioni e milioni di persone? Dudley aveva davvero un tantino esagerato per convincere suo padre a presenziare a quel matrimonio pieno di maghi vestiti in modo strampalato.
Si era vero, Harry aveva saltato delle vite, ma non ne faceva un vanto e sopratutto non aveva salvato così tante persone.

“Oh si. Migliaia.”

Negli occhi del signor Dursley comparve uno strano luccichio, come se avere qualcuno che aveva saltato delle vite umane lo rendesse fiero.
L'uomo grassottello, stretto nel suo panciotto da smoking, non fece però in tempo a riprendere la parola che una grande pacca sulla schiena lo fece quasi cadere a terra.
Una mano grande quasi come una padella o due, ispidi capelli scuri avevano subito il percorso del tempo tingendosi sulle tempie di grigio, proprio come la lunga barba.
Hagrid era sorridente come sempre.

“Dursley, vecchia prugna! Anche tu qui?”

“Non mi tocchi la prego!”

Ginny non potè far altro che sorridere e ridacchiare tra sé e sé.
L'allegria di Hagrid era contagiosa, qualsiasi cosa succedesse lui era li pronto a tirare su il morale a chiunque.
Vedere quel mezzo gigante e quel babbano scambiarsi quelle poche parole era comunque qualcosa che i novelli sposi si sarebbero ricordati per sempre. Era qualcosa che non sarebbe accaduto mai più nella vita.
Petunia si liberò dalla stretta di suo marito avvicinandosi al nipote che, anche se era cresciuto, indossava sempre quegli stupidi occhiali tondi sopra gli occhi chiari ereditati dalla madre.

“Sai, sono sicura che sarebbero fieri di te.”

Affermò la zia alludendo ai genitori di Harry.
Petunia era infatti la sorella di Lily Evans, moglie di James Potter e madre di Harry. Ginny la osservò attentamente: non assomigliava per niente alla donna dai capelli rossi che vedeva ogni tanto in alcune foto che Harry aveva disseminato per Grimmauld Place.
Ritornò in se quando quella donna, che si chiamava proprio come un fiore, uno dei fiori preferiti da Ginny, si rivolse a lei.
Le fece gli auguri per quel giorno dedicato all'amore tra lei ed Harry, inoltre affermò che lei assomigliasse molto alla madre di Harry. Lo disse quasi come la voce spezzata, di certo il ricordo della sorella doveva essere molto doloroso, sopratutto se la sposa le assomigliava.
Ginevra Potter stava per ringraziarla, per dirle qualcosa quando fu salvata fa Cho Chang.
Chi l'aveva invitata li? A lei non era mai stata molto simpatica.
Non era astata lei ad occuparsi degli invitti a sua madre Molly, era colpa sua se quella Corvonero era li, ma in fin dei conti erano per sempre amici... Nonostante la ragazza dai tratti asiatici fosse stata per un breve periodo la ragazza di suo marito.
Cho, come molti altri, fece le congratulazioni ai due sposi che, terminato di stringere mani e abbracci si avviarono verso il grande tendone allestito per il ricevimento.
Kreacher, l'Elfo Domestico, aveva preparato deliziose portate con l'auto di altri elfi domestici provenienti da Hogwarts e gentilmente inviati li dalla preside Minerva Mcgrannit, e la strega Molly Weasley che aveva supervisionato il lavoro delle piccole creaturine.
Alla vista di quelle piccole creature, che camminavano tra gli invitati con grandi vassoi tra le mani, zia Petunia urlò e per poco non svenì, mentre il figlio osservava divertito tutto quanto.

“Foooorte.”

Disse quel giovane babbano.
Ron ed Hermione non si erano ancora visti da dopo la cerimonia, chissà che fine avevano fatto.
Erano stati i due testimoni della sposa e dello sposo (loro erano le persone più adatte per quel ruolo), ma quel pensiero, quella curiosità non durò molto. infatti Harry con la sua giacca dagli strani colori si avvicinò a lei, le diede un leggero bacio sulle morbide labbra, cosa che provocarono un leggero brivido lungo la schiena della rossa sposa, e poi la invitò a ballare.
L'ultima volta che avevano danzato era stato al matrimonio di Fleur e Bill, sembrava essere passata quasi un eternità.
L'abito di Ginny era gonfio nella parte inferiore, ma per quello non le impediva i movimenti più complessi. Era stato creato infatti con una stoffa magica,una stoffa all'apparenza pesante ma che una volta indossata si rivelava leggera quasi come una piuma.

“Hai preso lezioni di danza?”

Chiese curiosa la giovane donna accorgendosi che il suo sposo aveva acquisito in quella pratica, che non era solito svolgere, un agilità quasi innata. Non lo aveva mai visto danzare, si e no giusto un paio di volte, ma a parte quelle mai.

“L'ho fatto per rende fiera la signora Potter.”

Aveva sentito giusto? L'aveva chiamata “signora Potter”, appellativo a cui non aveva ancora pensato. Ginny osservò il suo amato negli occhi che, le ricambiavano lo sguardo.
Si, Signora Potter le piaceva e si sarebbe abituata in pochissimo tempo.