Fabian Prewett e Dorcas Meadowes

I due protagonisti a cui mi sono ispirata sono un Grifondoro (Fabian Prewett) ed una Tassorosso (Dorcas Meadowes) e l'ambientazione è il 1979, con qualche fash-back nel passato dei due personaggi.


Quei giorni perduti a rincorrere il vento

a chiederci un bacio e volerne altri cento

un giorno qualunque li ricorderai

amore che fuggi da me tornerai

un giorno qualunque ti ricorderai

amore che fuggi da me tornerai





Quartier Generale dell’Ordine della Fenice, 14 febbraio 1979



Dorcas accarezzò piano i capelli rosso fuoco di Fabian e sorrise. I capelli ricci del ragazzo erano ciò che lo distingueva particolarmente dal fratello più grande Gideon, che li aveva dello stesso intenso rosso – come tutti i Prewett d’altronde – ma solo più lisci. Infilò la mano tra quei riccioli morbidi.

*Quante volte l’ho già fatto?* pensò.



Hogwarts, 20 settembre 1969



“Forza Signorina Meadowes! Cosa aspetta? Il Cappello non si alzerà e le verrà incontro, se è questo che spera!”

La voce della McGranitt le giungeva da lontano, quando si vide sospinta verso il lunghissimo corridoio della Sala Grande, che l’avrebbe condotta fino al Cappello Parlante. La piccola sospirò e timidamente iniziò a percorrere lo spazio che restava, tra lei ed il Cappello. Ogni tanto sbirciava intorno, ma la paura era troppa e tornava immediatamente a fissare il “rassicurante” pavimento.

Era troppo emozionata e troppo terrorizzata di tutto quello che la aspettava ad Hogwarts!

Sapeva che quel momento sarebbe arrivato, lo sapeva all’incirca da sei anni: sua madre le aveva spiegato tutto, ma erano sempre vissuti nel mondo di suo padre – quello Babbano – e per lei, quindi, in quel momento, era tutto nuovo.

*Terribilmente nuovo!* pensò.

Seguendo i suoi pensieri, era quasi arrivata in fondo al corridoio, ormai solo pochi metri la separavano dal famoso Cappello che tanto temeva, quando accadde!

Inciampò e, come al suo solito, inciampò violentemente: era spesso impacciata, oltre che timida.

Stava per finire rovinosamente a terra, quando due braccia forti la presero al volo.

Alzò i suoi occhi scuri, per guardare chi l’aveva soccorsa e trovò a sorriderle due occhi azzurri, incorniciati da una massa di riccioli rossi, un po’ lungi, come era la moda del tempo e disordinatamente scompigliati. Il ragazzo le sorrideva ancora, con quel suo viso così aperto e Dorcas, nonostante la sua timidezza, non poté fare a meno di aprirsi in un sorriso, a sua volta.

Il ragazzo, chiaramente di qualche anno più grande di lei, la sostenne fino a che non si ritrovò in piedi.

“Forza, piccola, ormai sei quasi arrivata!” anche la sua voce era gentile, come il suo sguardo.

Le accarezzò i capelli e la indirizzò verso il Cappello, che – Dorcas ne era certa! – sembrava fissarla con noia.

Si sedette ed ancora fu il sorriso del ragazzo e quei bellissimi capelli rossi, l’ultima macchia di colore che vide, prima che il Cappello arrivasse a celare tutta la sala alla sua vista.

“Tassorosso!!!” gridò dopo pochissimo e le urla festanti di una parte del tavolo la acclamarono, mentre il suo misterioso salvatore le porgeva la mano per scendere i gradini e indirizzarla dal lato giusto.

Dorcas lo fissò delusa, mentre il ragazzo la salutava. Il suo cuore perse un colpo.

Lo vide sedersi di nuovo al suo posto, sotto i colori dei Grifondoro. E lei sospirò.



e tu che con gli occhi di un altro colore

mi dici le stesse parole d'amore

fra un mese fra un anno scordate le avrai

amore che vieni da me fuggirai

fra un mese fra un anno scordate le avrai

amore che vieni da me fuggirai



Quartier Generale dell’Ordine della Fenice, 14 febbraio 1979


La sua mano dai capelli scese naturalmente ad accarezzare il volto. Si soffermò a sfiorare le efelidi sul naso e su parte delle gote: erano leggere, ma lui le odiava.

Sosteneva che lo facevano sembrare ancora un ragazzino.

E lei spesso gli diceva che lui ERA un ragazzino!

Lo era nell’animo, lo era nei modi, lo era nella vivacità tipica del suo carattere, che lo rendeva sempre benvoluto da tutti, sempre allegro e divertente. Ma era anche dispettoso, come un ragazzino: il povero Frank era uno dei suoi bersagli preferiti, troppo buono e tranquillo per ribellarsi agli scherzi dei fratelli Prewett. Perché Gideon, ovviamente, gli dava man forte! Sempre!

Un sorriso gli increspava le labbra e Dorcas non poté fare a meno di passare con un dito leggero a sfiorare quel sorriso…


Quartier Generale dell’Ordine della Fenice, 27 agosto 1975


“Quindi, date il benvenuto ad un nuovo membro dell’Ordine della Fenice” la mano tesa di Silente verso di lei, la introdusse al gruppo al completo “La signorina Dorcas Meadowes, che penso alcuni di voi, intendo quelli più giovani, Malocchio…” disse strizzando l’occhio al famoso auror, che stava già borbottando qualcosa “…hanno già avuto modo di conoscere, penso.”

La ragazza avanzò, abbassando timidamente lo sguardo e salutò tutti con un cenno del capo.

Dorcas dubitava fortemente che qualcuno dei “giovani” potesse ricordarsi di lei, in quanto aveva sempre fatto di tutto per non farsi notare, a scuola. E pur essendo una ragazza carina (lunghi capelli lisci castani e occhi color nocciola), non era mai stata appariscente ed in realtà, non aveva mai fatto nulla per diventarlo.

“Si è diplomata con il massimo dei voti quest’anno” Dorcas accennò ad un timido sorriso, mentre Silente parlava “e dopo l’ultimo attacco ai danni di quella scuola babbana a marzo, aveva già espresso, ancor prima della fine della scuola, il desiderio di unirsi a noi.”

Gli occhi di Dorcas si persero nei ricordi di Jane, la sua amica del cuore ai tempi dell’asilo, di quando viveva ancora nella Londra babbana.

“Sei sicura, ragazza?” Malocchio interruppe con i suoi soliti modi schietti il corso dei suoi pensieri “La ragazza mi sembra un pò gracilina…” terminò rivolto al vecchio preside e fissandola, come se stesse valutando del bestiame.

Silente sogghignò.

“Non sono sicura” disse con quella sua voce estremamente pacata “Ne sono certa!”

Silente sorrise, con le mani dietro la schiena, quasi gongolando alla risposta della giovane.

Il suo tono era rimasto neutrale e pacato, come era solita esprimersi.

“Bene! Benvenuta allora!” il primo a rompere gli indugi fu Edgar Bones, subito seguito da sua sorella Amelia.

Hagrid le strizzò un occhio (*Ecco, si, lui si ricorderà di me! Avevo curato un suo marciotto!*), mentre tutti gli altri le stringevano la mano per presentarsi o le dicevano che erano felici di rivederla. In particolare Marlene McKinnon fu molto carina e la salutò con un abbraccio. Non erano mai state grandi amiche ad Hogwarts, ma si era ricordata di lei…

Dorcas cercava di fissare i volti noti e meno noti di quelli che sarebbero diventati i suoi compagni di battaglia: non sapeva chi faceva parte dell’Ordine e per lei era tutto nuovo.

Aveva comunicato ai suoi genitori la sua intenzione di restare in Inghilterra, quando loro le avevano comunicato l’intenzione di emigrare in Francia, almeno fino a che le acque non si fossero calmate. Sua madre, sempre apprensiva, non aveva condiviso la sua scelta, pur comprendendone i motivi, e suo padre, pur abituato al contatto con il mondo magico, non si rendeva pienamente conto del brutto periodo che stavano vivendo. Erano due persone che amavano la vita tranquilla e che non avrebbero fatto del male ad una mosca, non faceva parte del loro carattere “scendere in campo” o “dare battaglia”. Ma l’episodio alla scuola l’aveva turbata: neanche i Babbani erano ormai al sicuro, men che meno i Mezzosangue. E lei, fedele ai principi della sua casa di appartenenza ad Hogwarts, era troppo leale per tirarsi indietro: poteva fare poco a 18 anni, ma quel poco che poteva fare, andava fatto!

Ovviamente non aveva condiviso con i suoi la parte più importante.

*E la più pericolosa!*

La sua determinazione ad unirsi all’Ordine della Fenice.

E così, qualche giorno prima, aveva salutato i suoi genitori che partivano e aveva contattato Silente.

I convenevoli e le sue riflessioni furono interrotti dall’irruzione di quello che sembrava un tornado e che fece sobbalzare sia Frank Paciok, che il vecchio e sempre affannato Elphias Doge.

“Gid andiamo!!! Siamo ancora in ritardo!!!” la voce tonante di Fabian Prewett richiamò il fratello. Questi, entrando nel quartier generale come un forsennato, gli arrivò addosso.

“Fab! Insomma spostati!” poi, vedendo che il fratello minore rimaneva immobile, alzò gli occhi su di lui “Per Merlino, ma cosa diavolo…” i suoi occhi seguirono la traiettoria di quelli del fratello e finalmente anche Gideon Prewett si accorse di lei.

“Però…” fu il suo commento “…finalmente un nuovo acquisto!”

E scalzando il fratello, ancora imbambolato ad intralciarlo sulla soglia, lo superò, mettendolo da parte e facendo un elegante baciamano a Dorcas.

“Mademoiselle!”

“E questi sono due terzi degli esuberanti fratelli Prewett, mia cara” le venne in aiuto Silente "Benchè il terzo mancante non si sia potuto schierare con noi per... problemi di famiglia!".

“Già! L’ultimo terzo ora è a casa con Charlie e la sua scarlattina, signore!” Fabian Prewett sembrava aver riacquistato il suo solito temperamento giocoso “Fabian…” si presentò porgendole la mano, dopo aver dato un’occhiataccia al fratello “… Ma noi ci conosciamo…”

Prese la sua mano con lentezza, la gola le si era improvvisamente seccata.

*Fabian Prewett…*

Il suo primo amore di bambina era lì di fronte a lei e le sorrideva, come la prima volta, solo i suoi occhi azzurri la scrutavano, cercando nei meandri della memoria un appiglio.

“Dorcas Meadowes” rispose in un sussurro, tanto che il ragazzo dovette abbassarsi un po’ per udirla. “Hogwarts”

Fu l’unico indizio che gli diede.

“Ovviamente!” disse ridendo e lasciò andare, dopo un po’ di esitazione, la sua mano.

Dorcas sorrise ed abbassò lo sguardo per terra, arrossendo leggermente.

Poi, Malocchio le mise in mano un bicchiere di Burrobirra e le diede una forte pacca sulla schiena.

“Bene ora hai conosciuto proprio tutti! Bevi, abbiamo sempre meno occasioni di festeggiare!” e poi, puntando con due dita i suoi occhi, le disse “Vigilanza costante! Ricordalo, ragazza!”

Dorcas accennò un piccolo ringraziamento con il capo e prese con gentilezza il bicchiere che Moody le offriva, sorridendogli.

Quello che non vide fu Fabian, che la fissava, rapito dalla dolcezza dei suoi gesti e dei suoi occhi.


venuto dal sole o da spiagge gelate

venuto in novembre o col vento d'estate

io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai

amore che vieni, amore che vai

io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai

amore che vieni, amore che vai




Quartier Generale dell’Ordine della Fenice, 14 febbraio 1979



Amava il suo sorriso. Il volto di Fabian si illuminava letteralmente ed era irresistibile. O almeno lei non era in gradi di resistergli! Pensava che i suoi sentimenti per lui fossero palesi, ma per un carattere esuberante come quello del ragazzo, la pacatezza dei suoi modi dissimulava ciò che provava e Fabian giurava e spergiurava di non essersi mai accorto di piacerle.

Le sue dite si erano fermate sulle labbra di Fabian.

Poi, impulsivamente, le baciò!

Non era da lei.

*Questo è quello che mi hai insegnato tu, amore mio...”


Quartier Generale dell’Ordine della Fenice, 10 ottobre 1976


“Con chi sei di ronda, Dor?”

La voce gioiosa di Marlene le fece alzare gli occhi dalla Gazzetta del Profeta.

“Con Fabian”

“Come sempre, ultimamente”

Sottolineò con malizia l’amica. Dorcas sorrise scuotendo il capo.

“Tu e le tue teorie…” sussurrò pacata.

“Non è teoria, Dor, è una certezza! E’ da un mese che andate a fare la ronda insieme e non è perché tu sia un’incapace, Dor: vallo a dire a quel Mangiamorte di ieri sera!”

Ma Dorcas riteneva realmente di non essere all’altezza degli altri membri dell’Ordine: le sembravano tutti migliori di lei!

“E tu sei gentile, come sempre, Marly!”

I loro discorsi furono interrotti dalla porta che si apriva. Entrambe portarono la mano alla bacchetta, solo che Dorcas fu più veloce. Fabian Prewett fece il suo ingresso irruente e si sedette scompostamente sul divano accanto a lei.

“Per Merlino, che giornata!”

“Visto? Che ti dicevo? Sei stata più veloce tu!”

Dorcas scosse la testa, ripose la bacchetta e finse di rimettersi a leggere il giornale.

“Visto cosa?” la curiosità di Fabian era proverbiale, ma nessuno gli rispose “Visto, cosa?” ripetè insistente.

“Dor sostiene di non essere capace come tutti gli altri membri dell’Ordine!”

Fabian pur ascoltando le parole di Marlene, iniziò a giocare con la sua bacchetta e l'orologio che portava al polso.

“Si, certo, vallo a dire al Mangiamorte di ieri sera! A proposito, è finito ad Azkaban, per direttissima!” e le sorrise con quegli occhi azzurri, che la facevano sciogliere.

“Aha!” disse Marlene “Ho sempre ragione, Dor, sempre!”

Poi si alzò dalla poltrona, su cui era seduta.

“Raggiungo tuo fratello Fab, oggi siamo di ronda alla Testa di Porco! Mi farà girare per tutta Hogsmeade!” ed alzando gli occhi al cielo, infilò l’uscita, dopo aver mandato un bacio con la mano a Dorcas. La ragazza la salutò con la mano e riprese il suo giornale. Avevo lo sguardo grave, mentre leggeva l’editoriale della Gazzetta. Era evidente che Voldemort prendeva potere, ormai erano più le magifoto con il Marchio Nero, che altro! Dopo un po’, si rese conto di non essere da sola nella stanza e rialzò di scatto gli occhi. E subito trovò, ad incontrarla, quelli sorridenti di Fabian!

“Mi fai morire…” lei arrossì violentemente alle sue parole.

Fabian si distrasse subito, continuando a toccare l'orologio con la bacchetta.

“In che senso?” chiese preoccupata.

"Niente..." disse non noncuranza, poi aggiunse con altro tono "Durante lo scontro di ieri deve aver preso una botta... No, no, no!!! Si è anche ammaccato! Molly mi ucciderà...."

“In che senso?” insistette lei, senza farsi distrarre dal tentativo di Fabian di deviare l'argomento.

Tirò fuori la sua di bacchetta e con un piccolo ma aggraziato colpo, i pianeti sull'orologio di Fabian iniziarono nuovamente a muoversi.

Lui le sorrise, felice come un bambino, quasi appoggiando il suo capo sulla sua spalla.

“Tu e la tua capacità di perderti nel tuo mondo!” le schioccò un bacio sulla guancia e si alzò in piedi. "Grazie!"

Dorcas era sempre presa in contropiede dalla spontaneità di Fabian: era quello che le piaceva di più di lui ed era quello di cui lei era totalmente carente!

“Andiamo?” le disse senza risponderle e porgendole la mano.

“In che senso?” incalzò lei, non aveva ancora capito fino in fondo quello che intendeva il ragazzo.

“Andiamo!” disse in tono deciso e le fece segno che erano in ritardo.

“Tanto sei sempre tu quello in ritardo, Moody se la prenderà con te!”

“In che senso, mi chiede… Anche Moody pende dalle tue labbra!”

“Gli sto simpatica” disse a mò di scusa, mentre uscivano dal Quartier Generale.

Fabian la prese sottobraccio e si incamminarono per le fredde strade di Londra.



Un’ora dopo a Godric's Hollow



“Dorcas!” la voce preoccupata di Fabian Prewett le giunse da lontano.

La testa le rimbombava, mentre il ragazzo, parato di fronte a lei cercava di proteggerla da tutti gli attacchi dei Mangiamorte, che li avevano sorpresi nella notte.

Aveva ragione Silente! I suoi seguaci si facevano sempre più forti e spavaldi: non li avevano mai attaccati in un posto del genere, così apertamente.

Molte finestre si erano aperte e chiuse, mentre loro continuavano a combattere.

Ma era spuntato un terzo uomo incappucciato e l’aveva attaccata alle spalle, era riuscita a scartare in parte il primo schiantesimo, ma ne aveva ricevuto un secondo in pieno petto.

Ora tutto le doleva: la testa, la pancia, la schiena su cui era caduta.

“DOR!” Fabian ora era quasi isterico, mentre la richiamava a sé.

*Appena in tempo!*

Dorcas impugnò la bacchetta, che stringeva ancora saldamente tra le mani, con grande sforzo e scagliò una fattura Orcovolante ad uno dei tre Mangiamorte.

“Protego maxima!” la voce era fievole, ma l’incantesimo riuscì.

E l’aura del suo incanto li protesse dall’attacco del secondo, mentre il terzo era stato contemporaneamente messo fuori combattimento da Fabian.

Lui le fu accanto e in attimo sparirono con un sonoro “pop” tra le ira dei tre uomini.


Quartier Generale dell’Ordine della Fenice


Sentiva Fabian ansimare nello sforzo di sorreggerla e correre nello stesso tempo.

Era vietato materializzarsi direttamente nel quartier generale dell’Ordine, per espressa indicazione di Malocchio Moody. Ora, Fabian estenuato dallo scontro, dallo sforzo e dalla preoccupazione per lei, era impaziente di arrivare.

Quando finalmente varcarono la soglia, solo allora, si voltò a guardarla. Dorcas era semi-svenuta tra le sue braccia e quando - il più delicatamente possibile - la adagiò sul divano, il viso le si contrasse in una smorfia di dolore. La liberò dal pesante cappotto e le sfilò la camicia, aveva già mandato il suo patronus a chiedere aiuto. Muoveva le mani febbrilmente, aveva visto che la ragazza aveva incassato lo schiantesimo in pieno, ogni istante era prezioso.

“Maledizione!” imprecò nello scoprire la pelle bianca del corpo di Dorcas, tumefatta per l’impatto subito con la maledizione del Mangiamorte. Praticamente tutto il fianco sinistro della ragazza era di un brutto colore blu/viola: il colpo era andato a segno fin troppo bene, sicuramente aveva un’emorragia interna in corso.

Fabian disperato si passò una mano sul volto.

Era lei quella brava con gli incantesimi di guarigione, lui sapeva solo combattere e basta!

“Dor…” la richiamò dolcemente, prendendole il viso tra le mani “Stai con me, Dor…” la supplicò.

Lei cercò flebilmente di aprire gli occhi, sembrava quasi che cercasse di sorridergli.

“Dio come ti amo!” lo disse quasi a se stesso, poi impetuoso come sempre, alzò il tono: voleva che lo sentisse, doveva sentirlo! “Dor, ti amo, Dor, capito? Io ti amo!”

Lei aprì gli occhi, ancora inebetita, e vide gli occhi azzurri di Fabian, sorridergli, come sempre.


Un’ora dopo


“E’ fuori pericolo, ragazzo mio!” la mano di Silente sulla spalla lo ridestò dai suoi cupi pensieri “Madama Chips ha detto che non ha mai visto una tempra del genere in una donna: siamo arrivati appena in tempo!”

“Posso vederla?”

“E’ lei che vuole vedere te!” e gli sorrise, mentre Fabian lo superava per precipitarsi nella stanza di Dorcas.

Appena entrò, lei si voltò a guardarlo.

Era imbarazzata, ma era così indifesa…

Fabian non resistette oltre, si precipitò da lei, l’abbracciò il più delicatamente possibile e finalmente diede libero sfogo alla sua ansia.

“Hey…” disse Dorcas, presa alla sprovvista da quelle che erano lacrime, le lacrime di Fabian “Sto bene: grazie a te!”

Infilò la mano tra i suoi ricci rossi - da quanto tempo desiderava farlo! – e lo accarezzò dolcemente.

“Fab, sono qui! Non vado da nessuna parte, sto qui con te…” lo tranquillizzò, mentre il ragazzo cercava di ricomporsi.

Fabian si scostò da lei quel tanto che bastava per vederla sorridere: lo faceva così di rado, ma era così luminosa in quel momento!

Le prese il volto tra le mani e lo fece.

Senza pensarci, senza riflettere, seguendo solo il suo cuore.

La baciò. Prima dolcemente, era evidente la sua paura di farle male ed in fondo anche la paura di essere rifiutato, ma poi sentì che anche Dorcas si lasciava andare, ed il bacio divenne sempre più appassionato.

“La ragazza deve riposare...” la voce di Gideon li prendeva in giro dal corridoio.

Dopo un tempo che ad entrambi sembrò eterno, le loro labbra si staccarono.

Dorcas non potè fare a meno di abbassare lo sguardo, vedendo che nessuno aveva osato entrare.

“Ti amo anch’io...” gli disse semplicemente “...da sempre!”

E per la prima volta Fabian Prewett fu colto di sorpresa!

Non immaginava che lei avesse sentito, ma il sorriso che illuminò il suo volto, fece intenerire Dorcas.

E Fabian iniziò nuovamente a baciarla!


io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai

amore che vieni, amore che vai



Quartier Generale dell’Ordine della Fenice, 14 febbraio 1979



Mentre staccava dolcemente le sue labbra da quelle di Fabian, accarezzandogli il volto, sorrise.

L’urlo straziato di Molly Weasley riempì la casa.

Le gelò il sangue.

Gli occhi di Dorcas si riempirono di lacrime.

Si rialzò dal capezzale di Fabian, mentre il respiro le si faceva affannato.

“NOOOOOOOOOOOOO”

Molly si era precipitata dentro la stanza, finendo in ginocchio ai piedi del letto.

Le sue mani toccavano ora Fabian, ora Gideon.

Fu solo allora che per lei divenne tutto reale.

Fino a quel momento aveva potuto pensare che stesse solo dormendo.

*Ora non più!*

Non seppe quando le lacrime iniziarono a scorrere. Forse quando pensò che erano serviti cinque Mangiamorte ad avere la meglio sui fratelli Prewett, o forse quando sentì ad un tratto Molly che la abbracciava convulsamente.

Lei era scossa da un tremito che non riusciva a fermare. Non riusciva a parlare.

Sapeva solo che il suo Fabian non le avrebbe sorriso più, con i suoi occhi azzurri, i suoi capelli rossi, le sue efelidi chiare, non l’avrebbe fatta ridere più, non l’avrebbe baciata più.

Mai più.

Qualcuno la staccò da Molly, che fu subito abbracciata da suo marito: era Silente, che la guidò con dolcezza fuori da quella stanza, fuori da tutto quel dolore...

E da tutta la sua rabbia!


tre mesi dopo, Cimitero di Godric’s Hollow


I suoi occhi commossi fissavano le lapidi dei fratelli Prewett.

Per quanto tempo ancora avrebbero pianto i loro morti?

Quanta sofferenza doveva ancora consumarsi prima che Voldemort fosse sconfitto?

La rete era stata gettata e stava per stringersi attorno alla preda.

*Ma a quale prezzo?*

Quante altre giovani vite sarebbero state spezzate?

Lasciò scorrere lo sguardo lungo le tre lapidi.

*Almeno sei riuscita nel tuo intento!*

Era stata determinata nel far finire ad Azkaban chi aveva uscciso il suo amore!

E dopo la cattura di Dolohov, si era scomodato addirittura Voldemort, furioso per la perdita del suo Mangiamorte ad opera di una Mezzosangue!

Albus Silente sorrise ed accarezzò con una mano la gelida iscrizione.

“Addio piccola...”


Dorcas Meadowes

Love, alwais

1957 - 1979