You're Going to Lose That Girl


Le urla festanti dei compagni di scuola riempivano l’aria secca dell’inverno ad Hogwarts.
Il vetro opaco di uno dei dormitori, incorniciava il suo volto imbronciato.
*Al diavolo il Natale!* pensava dentro di sé, mentre vedeva Mary O’Brien salutare il suo Geordie con un caloroso bacio. A quel punto, capendo di non poter resistere oltre, Lizzie decise di uscire dai bui dormitori dei Serpeverde, per prendere una boccata d’aria: le avrebbe fatto bene.
Con un balzo Rasputin le fu in braccio: il gatto, nero come la pece, fece le fusa.
"Se proprio vuoi venire con me..." con decisione infilò il cappotto scuro " …ma ti avverto: farà freddo fuori!"
Mentre abbandonava il dormitorio alle sue spalle, non potè fare a meno di notare, che l’intero castello era pervaso da una strana eccitazione. Con un sospiro, Lizzie si avviò per il cortile della scuola, così per fare due passi e sperare che, al suo ritorno, l’euforia natalizia avesse abbandonato Hogwarts. Non che non le piacesse il Natale, il fatto è che non sarebbe stato bello passarlo da sola… per la prima volta.
Silente le aveva concesso di rimanere: non ce l’avrebbe fatta a tornare a casa, in quelle condizioni.
"Non potrà evitarli in eterno, signorina Dubois... ma capisco che è ancora presto..." le aveva detto qualche giorno prima, riferendosi alla sua particolare situazione familiare.
Dopo un bel giro intorno al castello, fece volteggiare in aria Rasputin e si diresse nuovamente verso la scuola. Fu sorpresa di vedere qualcun altro che, come lei, sembrava intenzionato a schivare l’euforia natalizia.
"Allora Sirius? Sei sicuro di non voler venire da noi? Mà sarà felice di vederti… lo sai…"
"No, James! Non per Natale…forse a Capodanno…"
"Certo che sei strano Felpato, ma dai Potter sei sempre ben accetto! Ricordalo!"
I due si abbracciarono cameratescamente. Lizzie, stringendo al petto convulsamente Rasputin accelerò il passo. Era già abbastanza agitata, senza dover anche preoccuparsi di un’eventuale conversazione con Sirius Black. Un miagolio disperato di Rasputin la riportò alla realtà.
"Oh! Mi dispiace Ras… non avrei dovuto stringerti tanto!"
"Carino… " una mano sbucò dal nulla ad accarezzare Rasputin e, veloce come era arrivata, se ne andò "… il gatto!" ci tenne a precisare il ragazzo e, prima che Lizzie potesse articolare una qualsivoglia frase, Sirius Black si era già inerpicato per le scale, che portavano al dormitorio dei Grifondoro, facendo i gradini a due a due. Lizzie lo fulminò, non vista, con lo sguardo.

"Insomma, basta, per Merlino!" si disse, stringendo i lunghi capelli in un severo chignon "Non è possibile!"
Era nervosa all’idea di rivederlo e paurosamente in ritardo per la cena.
Così si costrinse ad uscire dal dormitorio.
"Al diavolo!"
Mrs Purr la seguì per tutto il tragitto dalla sala comune fino alla Sala Grande, che per Natale era stata addobbata non più con i colori delle quattro case, ma di blu ed oro. Un grande albero di Natale, in cui dominavano gli stessi colori e accuratamente incantato - le decorazioni saltavano da un ramo all’altro! - faceva bella mostra di sé al centro della sala. A Lizzie venne spontaneo sorridere: le piaceva di più così, senza differenze tra ragazzi che avrebbero dovuti essere uguali, accomunati solo dalla passione per la magia. E con un respiro gonfiò il petto e vagò con lo sguardo per la sala. C’erano altri due di Corvonero del secondo anno e tre di Tassorosso, che sarebbero andati via il giorno dopo. Due occhi azzurri, nascosti dalle lenti a mezzaluna, la fissavano con simpatia (e senza che se ne rendesse conto) dal tavolo, che per quell’occasione era unico. Dopo aver attraversato la sala, con il suo miglior sorriso, si accorse che l’unico posto rimasto disponibile era tra il preside Albus Silente e …. Sirius Black!
Sospirò, facendo buon viso a cattivo gioco e con eleganza si mise a sedere.
*Beh non è stato poi così difficile* pensò compiaciuta tra sé ed ancora sorridente si decise anche a salutarlo: avrebbe fatto questa concessione al Grifondoro! Il ragazzo non sembrò neanche accorgersi di lei: aveva appena infilato in bocca un altro dolce allo zenzero e senza staccare gli occhi dal libro che aveva in mano, si alzò dal posto in cui era seduto e si avviò verso l’uscita. Lizzie ebbe un attimo di smarrimento, il viso era arrossato per l’imbarazzo e lo sguardo, fino ad un attimo prima baldanzoso, si rabbuiò. Fissò la ciotola, che si era appena riempita di una minestra fumante.
La ragazza vi affondò il cucchiaio: come mai si sentiva così delusa?
" ‘sera signorina Dubois" la voce di Albus Silente la fece raddrizzare immediatamente, come se si fosse trovata colta in fallo "...serata freddina, ma vedrà che domani sarà tutta un’altra cosa!" le battè una pacca sulla spalla prima di aggiungere "Potrebbe essere talmente bello da consentirle anche di volare"
Lizzie sorrise: forse “il vecchio” aveva ragione, almeno domani avrebbe potuto giocare a quidditch! *E al diavolo Sirius Black!*

"Evanesco!" e con un tocco leggero della bacchetta gli occhiali scomparvero: il loro posto venne preso dalle lenti a contatto. Lizzie infilò la giacca cerata e afferrò i guanti di pelle di drago prima di uscire come un fulmine dal dormitorio. Non capitava di avere lo stadio da quidditch tutto per sé e non sempre riusciva ad allenarsi come voleva. Era comunque generalmente considerata un’ottima giocatrice. Aveva letto di quella azione – il bludger backbeat – e voleva assolutamente provarla: poteva essere un ottimo diversivo nella nuova partita e non molti riuscivano ad eseguirla correttamente! Edward, il capitano della sua squadra ci teneva molto!
Leggera come una piuma, giunse al campo.
"Accio scopa!" le parole furono dette all’unisono da una voce maschile alle sue spalle, che, evidentemente sorpreso come lei, si ritrovò a prendere la scopa di Lizzie invece che la sua!
"Black" lo salutò educatamente, mentre con un sorriso tirato gli porgeva la sua scopa.
Lui, stancamente, passandole davanti, prese la sua con uno strattone.
"Potresti almeno degnarti di salutarmi, Sirius! " il tono di Lizzie era risentito.
*Dopo tutto quello che c’è stato*
Di prima mattina, così come aveva previsto il professor Silente, era una splendida giornata. La neve brillava luminosa sotto i raggi dorati del sole e Lizzie si era vestita di tutto punto. E mentre, ignorandolo, cercava nervosamente nella tasca del giubbotto un elastico per raccogliere i capelli, l’unica cosa che trovò fu la sua bacchetta.
"Al diavolo!" e con stizza la rigirò tra i lunghi capelli scuri, a mò di fermaglio.
In tutto questo, un incuriosito Sirius Black la fissava, come se fosse la prima volta.
"Lizzie…o scusa…. Elisabeth Marie Dubois… " la voce strafottente ripetè il suo nome completo. Da quando aveva scoperto che le dava fastidio, lo usava spesso per rivolgersi a lei. Le puntò un dito contro, come ad indicare qualcosa in lei che non andava, cercando di mettere a fuoco cosa fosse.
" Sei diversa oggi… "
Lizzie si fermò di botto, come colpita da un bolide in pieno stomaco, gli occhi spalancati per la sorpresa. *Scherza?* poi ebbe un’idea improvvisa. Sorrise a se stessa, prima di voltarsi a guardarlo.
"Due tiri Black? Non mi pare di ricordare che facessi parte della squadra di Grifondoro…"
Il tono era di leggera canzonatura, quasi a dare per scontato la sua incapacità in quello sport: quello era il territorio in cui lei era forte e intendeva rimanere tale.
Le sarebbe piaciuto dare una lezione a Sirius Black!
"Perché no? Cercherò di non farti troppo male Dubois e cercherò di scordare che sei una Serpe!"
"Certo" disse Lizzie di rimando, aprendo con un gesto la scatola dei bolidi "ti ricordi che sono uno dei due battitori di Serpeverde, vero?"
Dall’espressione meravigliata di Sirius quando per poco non ricevette il primo bolide in faccia, no, aveva scordato che Lizzie fosse battitore!


Come aveva potuto scordare che James qualche mese prima era stato disarcionato proprio da lei?
*E come posso scordare che qualche mese fa lei era....*
Cosa? Cosa era lei per lui? *Ed ora?*
Distolse la mente da pensieri, che si stavano facendo pericolosi, ed inforcò la scopa, iniziando a giocare.
Da una finestra al sesto piano della torre ovest si intravedeva la figura del professor Silente: ciò che la neve depositata celava alla vista, era il sorriso sornione dell’uomo, nel seguire i giochi dei due ragazzi.
"Andiamo Fanny! " disse alla sua inseparabile fenice "Diamo le indicazioni per la cena di Natale."

"Sei brava Dubois … " la voce era affannata. Un sorriso si dipinse sul volto di Lizzie, mentre lui si slacciava il casco di protezione "…per essere una Serpe!"
"Grazie" la voce gentile e quasi intimidita della ragazza fece sorridere lui.
Com’era possibile che fosse ora timida e feroce in campo? Si stava ancora massaggiando il braccio, che doleva per aver ricevuto i due bolidi uno dietro l’altro: Lizzie stava cercando di sistemarsi la bacchetta tra i capelli, per fermare i suoi riccioli ribelli, quando si interruppe improvvisamente, preoccupata dal suo gesto. Lui lo accentuò: voleva fargliela pagare per tutte le volte che aveva tentato di disarcionarlo (riuscendo in un paio di queste!), aggiungendo una faccia contrita dal dolore, per rendere più credibile la messinscena.
"Non dovresti usare la bacchetta…" la sua mano, veloce come il guizzo dei suoi occhi, gliela levò, per porgergliela nuovamente " …intendo dire che non dovresti usarci nulla, ma lasciarli così"
Ed i suoi occhi fissarono, come rapiti, le lunghe ciocche nere, che si inanellavano come onde del mare, incorniciando il suo volto arrossato.
"Mi sono sempre piaciuti, così…"
"... è che..m-mi danno fastidio q-quando studio..."
*E’ imbarazzata! Non l’ho mai sentita balbettare*
"Si, ma adesso non stiamo mica studiando, no?" e con una pacca amichevole la sorpassò, diretto verso il castello. Lizzie sorrise, prima di seguirlo, andandogli quasi a sbattere contro, quando lui si bloccò improvvisamente e le chiese a bruciapelo
"Hogsmeade? Devo comprare ancora un regalo… e vorrei una cioccolata calda!" disse fissandola intensamente.
"O-ok" disse lei.
Avvertì nel suo tono una punta di stupore. Non poteva biasimarla.
Negli ultimi tre giorni aveva avuto un comportamento a dir poco schizofrenico con lei!
"Ci vediamo tra mezz’ora in cortile!" le disse compiaciuto, prima di salire i gradini a due a due e scomparire dietro la prima rampa mobile di scale.
*Sirius, Sirius.... stai giocando con il fuoco!*
Era colpa di Remus! Era lui che aveva iniziato a fargli strane domande su Lizzie, fino a fargli capire che ad un occhio esterno - ovvero il suo! - era palese che la francese gli piacesse.
Aveva negato. Ma Remus, pur con gentilezza e tatto, gli aveva detto di non mentire.
"Non lo dirò a James, fratello, ma stai attento a non ferirla, potrei non perdonartelo, Sirius."
Era serio: Remus era diventato amico della ragazza, nonostante fosse un’odiosa Serpeverde, dopo tutto quello che le era successo. E lei, che fino a qualche mese fa odiava, aveva dimostrato un coraggio degno di un Grifondoro. Alle volte, la storia delle Case, rovinava del tutto dei rapporti che, invece, avrebbero potuto essere pacifici, in circostanze normali.
"E stai tranquillo, Felpato: le piaci anche tu!" ricordò ancora la conversazione.
"Sul serio?"
"Sirius " gli aveva detto Remus, scuotendo il capo "davvero, non ti riconosco più…"
Sorrise al ricordo. Aveva negato, ovviamente, ma lei gli piaceva. Molto più di chiunque altra finora.
E, per la prima volta, si sentiva come un ragazzino alle prime armi: lui, Sirius Black!
Non lo avrebbe mai pensato possibile, ma era così. D’altronde chi avrebbe mai pensato possibile l’ascesa di un Mago Oscuro come Voldemort fino a un anno fa?
*Alle volte la vita ti riserva delle strane sorprese*
Sorrise soddisfatto di avere Hogwarts ed Hogsmeade solo per loro e lontano da occhi indiscreti.
Sarebbe stato strano per tanti vedere un Grifondoro, come lui, ed una Serpeverde, come lei, insieme!
Voleva un po’ di pace e godersi quelle sensazioni nuove, senza dover rendere conto a nessuno.
Se pensava, poi, a quello che le aveva fatto da quando la ragazza si era trasferita ad Hogwarts, solo all’inizio di quell’anno, dalla natìa Francia, non poteva che provare vergogna.
Era stato inqualificabile! Anche per uno come lui!

Lizzie si lasciò andare stanca, ma stranamente a suo agio, contro il divano della sala comune dei Serpeverde. Ma cosa le stava accadendo? Mai e poi mai, avrebbe pensato di passare l’intera giornata della vigilia di Natale con Sirius Black. Non dopo tutto quello che era successo tra loro…
*Né dopo che Sirius mi ha evitata, come se avessi la spruzzolosi!*
Prima il quidditch, poi le compere ad Hogsmeade e poi Mielandia e addirittura da Madame Pièdiburro a prendere la cioccolata insieme! E avevano riso, e scherzato e parlato, per delle ore, come mai fino ad ora! *Neanche la fatidica scorsa notte…* La ragazza scuoteva il capo incredula.
"E mi devo anche preparare per la cena!!" era tardissimo. Aveva fatto appena in tempo a farsi una doccia. Nascose il viso dietro l’asciugamano umido: cosa si sarebbe messa?
Silente (che l’aveva incontrata per le scale) le aveva ricordato che era comunque una serata di gala, anche se erano in pochi. Un crac improvviso la fece sobbalzare di paura!
"Mademoiselle! Il professor Silente le manda il suo regalo di Natale!"
E con un altro crac (che la fece sobbalzare di nuovo!) Lizzie rimase a fissare l’enorme pacco rosa, che ora si ritrovava fra le mani, con enorme fiocco bianco.
"Wow!" sussurrò, parlando a se stessa, dopo aver aperto il pacco. Era l’unico che avrebbe ricevuto, probabilmente. Ed era il più bel vestito che avesse mai visto: blu cobalto, con uno scollo lungo le spalle, gonna corta sopra il ginocchio e le maniche ampie. *E ci sono anche le scarpe!*
Con un sorriso raggiante iniziò a vestirsi, mentre la sua bacchetta, accuratamente stregata, iniziava a farle la messa in piega.

Era in ritardo solo di qualche minuto, quando giunse trafelata all’appuntamento con Sirius. Il ragazzo le dava le spalle ed era vestito con un elegante completo nero. Si muoveva perfettamente a suo agio: si vedeva lontano un miglio che era cresciuto in mezzo ad eventi del genere.
*Un’altra cosa in comune* pensò.
Si riavviò nervosamente una ciocca di capelli, che aveva lasciato sciolti, prima di chiamarlo.
"Sirius…"
Lui si voltò e, per la prima volta da quando lo conosceva, rimase a bocca aperta, senza proferire parola.
"Oh Sirius, mio caro, sono felice di vedere che finalmente qualcuno ti ha fatto perdere la lingua!"
La voce gentile di Silente li sorpassò entrambi, mentre il professore li precedeva con un cenno di saluto in Sala Grande.
"Non ci conti, professore! Io mi riprendo sempre!"
La risata di Silente li accompagnò ancora per un poco, mentre Sirius le porgeva galantemente il braccio e la accompagnava dentro la sala.
"Sei splendida!" le sussurrò ad un orecchio "Mi chiedevo come ho fatto ad essere così folle a perdermi tutto questo, fino ad ora…scusami…"
E fu la volta di Lizzie di rimanere senza parole!

"Beh! Si è fatto tardi per noi: Minerva, mia cara, vuoi accompagnarmi per il brindisi della staffa nel mio ufficio? Ti unisci anche tu Horace?" poi rivolgendosi ai due ragazzi "In quanto a voi, non penso che sarebbe piacevole tediarvi oltre, per questa notte, ma vi suggerisco la Torre est. Ci dovrebbe essere un bello spettacolo da Hogsmeade, se non ricordo male… " strizzò l’occhio a Sirius, prima di aggiungere "Buona notte e buon Natale!"
Gli eco degli auguri degli altri professori e delle loro voci si accavallarono per qualche minuto e, mentre la risata della McGranitt si perdeva tra le scale del castello, Sirius e Lizzie si avviarono fuori dalla Sala Grande."
"Torre est?!?" disse Lizzie perplessa " e cosa mai voleva dire il “vecchio”?"
"Lo so io" gli rispose Sirius "Non è il primo Natale che passo qui: di solito mi piace andare sulla torre est a vedere… beh, ti ci porto!"
Gli porse la mano, mentre lei lo fissava interrogativa.
Senza farci quasi caso, le prese la mano e la condusse su per la torre.
Un boato li sorprese per le scale, mentre ancora non erano arrivati in cima.
"Dai, svelta, corri" e Sirius tirò Lizzie.
Lei era rimasta un po’ indietro, ancora sorpresa dalla sua improvvisa euforia, mentre lui la sollecitava a raggiungerlo.
"Ecco!" disse con la voce eccitata di un bambino ed indicò il cielo con un dito appena lei gli fu vicino.
Il suo profumo gli dava alla testa.
*Possibile che il cuore possa battere tanto forte in petto? Con tutte le altre non mi era mai successo*
Il cielo stellato di Hogwarts era coperto da mille giochi di luci colorate: i fuochi magici di mezzanotte di Hogsmeade! Sirius sorrise.

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"E’ il più bel Natale che abbia mai passato" lei mormorò "Grazie…"
Il buio della notte li circondava con il suo silenzio ovattato, quasi irreale dopo l’ora pirotecnica di fuochi d’artificio. E Sirius appoggiato con la schiena contro il parapetto di pietra si voltò a guardarla. Lizzie, seduta accanto a lui, abbassò lo sguardo, arrossendo e stringendo la sua giacca intorno alle spalle nude. Il corto abito la copriva poco ed il gelo notturno di Hogwarts cominciava a farsi sentire. Quell’anno era stato tremendo per lei. Silente lo sapeva bene. Perdere suo fratello in quel modo, era stato terribile, come ormai sapeva tutta la scuola. E per lei, così altezzosa e fiera, era stato un duro colpo da sopportare: gli sguardi di compassione dei suoi compagni (anche dei grifondoro!), il dolore per la perdita di Etienne, il coinvolgimento colpevole di suo padre, l’indifferenza di sua madre, troppo fragile per sopportare tutto… e lei, che era ancora un’adolescente viziata! Etienne era il loro preferito, era il preferito di tutti, era un grifondoro…
"...sai…per la mia famiglia è come.."
"...come se non esistessi... " finì lui per lei "…lo so…"
Il tono era grave e lo sguardo di Sirius divenne improvvisamente serio, fissando un punto immaginario nel cielo.
"Remus è eccezionale, sai? Se non ci fosse stato lui, non sarei riuscita a farmene una ragione…"
"So anche questo" disse passandosi una mano tra i capelli, un po’ infastidito.
*E’ una punta di gelosia, quella che sento?*
"Alle volte vorrei tornare indietro nel tempo… cambiare tutto…"
" Io no!" le disse impulsivo. Lei sorrise imbarazzata.
Gli occhi di Lizzie seguirono i bei tratti del suo volto ed appoggiò la testa alla sua spalla.
"Sirius… " gli sussurrò dolcemente, accarezzandogli una guancia e richiamandolo a sé.
Lui si voltò a guardarla.
"Sono stato un idiota con te. Fin dal tuo primo giorno qui: ero prevenuto, eri una Serpeverde"
"Ero figlia di un Mangiamorte" finì Lizzie per lui.
"Ma non avevo il diritto di giudicarti"
"Sono tempi cupi, anche io ho la mia parte di colpe: non mi sono certo fatta ben volere... da te e da tutto il resto della scuola..."
"Beh, certo, quella tua aria altezzosa non ti giovava!"
Lei sorrise tristemente ed abbassò lo sguardo, colpevole.
*Non posso vederla così triste... non oggi...*
"Dovresti lasciarli sempre così, Lizzie…" le sussurrò, prima di iniziare a giocare con una ciocca dei suoi capelli, sfiorandole il viso.

"E tu dovresti sempre sorridere così, Sirius..." gli rispose con dolcezza di rimando.
Le pareva impossibile che l’atteggiamento del ragazzo fosse cambiato così all’improvviso. Eppure era così. Era accaduto tutto una sera di qualche giorno prima.
Nevicava.
Entrambi si erano trovati fuori orario e fuori dal rispettivi dormitori.
Lui le aveva parlato di Etienne.
Lei aveva pianto.
Lui l’aveva consolata, mostrandole la sua dolcezza.
Lei si era lasciata consolare, mostrandogli la sua debolezza.
E così si erano trovati.

E quel bacio!
Lungo, intenso.
Durato tutta una notte.
Il mattino li aveva sorpresi ancora abbracciati...

"Mi dispiace Sirius… so che le volevi bene…"
"Grazie, professore" il tono era formale, distante.
In quel momento non sembrava un adolescente, ma un uomo fatto e finito. Quell’anno era stato impegnativo per lui: il primo veramente lontano dalla sua famiglia, un reietto. E proprio quando pensava di aver trovato un pò di pace, gli era crollato tutto addosso.
*Ancora!*
Vedeva tutto nero e gli sembrava che l’unico modo per restare in vita, fosse chiudere il suo cuore e lasciarlo lì, sepolto, con lei, lontano da tutto e da tutti.
"Perché professore? Non era una Mezzosangue… " il tono era sofferente.
"Ma suo padre ha fallito: era stato già avvertito con Etienne... " Silente lo fissò gravemente "... e con Voldemort non si scherza, Sirius."
"Alle volte vorrei tornare indietro nel tempo… cambiare tutto…"
"Mi dispiace, ragazzo, ma purtroppo non si può."
"Allora spero di raggiungerla presto…"
"Ci sono dei misteri insondabili, che neanche la magia può vincere. Uno di questi è la morte. Ma ce n’è un altro, infinitamente più prezioso: l’amore. C’è chi vive una vita senza neanche conoscerlo... sii grato per averlo potuto provare, ragazzo. Questo ti renderà solo un uomo più forte!"

Il cielo stellato.
Nevica.
Hogwarts.
Sembra la stessa notte.
Solo che tutto tace.
Solo che tutto è cambiato.
Un guaito, straziante, si perde nella notte.