3 settembre - I segreti donati all'amico

16,19 - Giardino
PG:William Charm


Non riuscii ad allontanarmi da Will proprio perché lui stesso mi volle fermare ... un semplice gesto, una piccola attenzione da farmi ritornare sui miei passi: una mano sulla spalla. Ecco l’amicizia … ecco il camminare sulla stessa lunghezza d’onda, ecco lo scommettere sull’altro … solo un piccolo gesto che parla forte e fa riecheggiare le su parole lontane nel vento. Ascoltai con attenzione le sue parole … parole amiche indubbiamente, che trasudavano di comprensione e di stima: non mi ero mai sentito così felice, perché finalmente riuscii a capire che avevo trovato, non so in che modo, un vero e autentico amico su cui contare per cui sacrificare il mio tempo, per fare una sana risata, per una confidenza tra “uomini” e soprattutto per crescere con il suo aiuto. Ascoltai con attenzione il monologo di Will … rimasi senza parole … continuavo a fissare l’erba che veniva accarezzata dalla brezza settembrina. Si era tutto vero quello che lui mi diceva … io avevo paura … paura del confronto, paura nel confidarmi, paura dei miei sentimenti, paura di me stesso addirittura … Non so come fece, ma Will inquadrò perfettamente la situazione … sembrava che mi conoscesse da tempo … meglio di chi mi aveva cresciuto. Non trovai la forza di replicare per nessuna delle sue “provocazioni” … rimasi silenzioso finchè non si allontanò da me dandomi un buffetto sulla testa. Stava cominciando a piovere … come in una rinascita dall’oscurità, come nella più impensabile catarsi mi sentii illuminato, scaldato nell’animo … felice … un sentimento a me purtroppo estraneo per troppo tempo … Will mi aveva fatto capire quanto potessi essere diverso con me stesso e con il mondo che mi circondava, come potessi presto imparare ad essere un amico speciale per il prossimo, come potessi sentirmi felice … bastarono quelle poche parole per farmi svegliare dal torpore in cui riposavo da anni. Lui mi lanciò un amo, io dovevo solo abboccare. Non sarebbe stato difficile ... *Anche i pesci sanno abboccare … Kumigo non lo saprà fare??!*. Mi smaterializzai e mi ripresentati davanti a lui a pochi metri di distanza con il braccio destro teso verso di lui … il palmo aperto di fronte a lui … “E adesso fidati di me …” … vidi un po’ di paura nei suoi occhi, anche perché levitavo in aria e non sembravo nemmeno più io … “Occlumens Ostia Oporteeeeeeeett” … così concessi tutti i miei pensieri, tutti i miei dolori, tutta la mia vita passata e presente all’unica persona di cui mi fidavo … William Charm …

Kumigo Ogawa
VI anno, Serpeverde