L'inaugurazione di Hogwarts


Harry si svegliò di colpo. Ci volle parecchio tempo prima che si rendesse conto di dove fosse, aveva la gola secca come l’erba al centro di Grimmauld Place in pieno mese di Agosto. Si alzò e scese in cucina per bere un bicchiere di acqua fresca in modo da schiarirsi le idee. Bevve e il ritorno alla realtà fu quasi immediato. Aveva sognato, un sogno vivido, lucido e reale, ma non erano passati tutti quegli anni e non c’era nessun giovane Albus, James o Lily, e, almeno per il momento, nessuna signora Ginny Potter. Era passato solo un mese dalla battaglia di Hogwarts, dove finalmente “il problema Voldemort” era stato risolto.
Uscì da Villa Conchiglia, la casa di campagna di Bill e Fleur, dove aveva vissuto in questo mese, passò davanti alla tomba di Dobby. La guardò e un senso di logoramento ed inadeguatezza lo trafisse dall’interno come se fosse stato colpito da una miriade di scintille fuoriuscite della coda di uno Schiopodo Sparacoda. Si diresse verso la punta dello sperone roccioso, scese lungo la parete fino a raggiungere una piccola sporgenza sulla quale ci si poteva sedere comodamente. L’aveva trovata quando Villa Conchiglia era diventato il centro di raduno della resistenza a Voldemort. La casa a quel tempo era troppo affollata per i suoi gusti così inventava delle scuse per allontanarsi e raggiungere la sporgenza a picco sul mare; adesso come allora si beava della vista delle rocce, del cielo, del mare, del vento freddo e dell’odore di salsedine apprezzando l’eco della risacca che accarezzava gli scogli.
Il suo sguardo si perse all’orizzonte dove il cielo si fondeva con il mare, piccole onde increspavano la superficie e facevano riaffiorare il passato. L’acquisto della sua bacchetta era il ricordo che stava visualizzando e ancora oggi sembrava strano che la sua fosse la gemella di quella posseduta dal suo nemico mortale. Sentiva ancora le parole di Mr Olivander: “Ricordo una per una tutte le bacchette che ho venduto, Mr Potter. Una per una. Si dà il caso che la fenice dalla cui coda proviene la piuma della sua bacchetta abbia prodotto un'altra piuma, una sola. È veramente molto strano che lei sia destinato a questa bacchetta, visto che la sua gemella... sì, la sua gemella le ha procurato quella ferita. Sì, tredici pollici e mezzo. Legno di tasso. Curioso come accadano queste cose. È la bacchetta che sceglie il mago, lo ricordi. Credo che da lei dobbiamo aspettarci grandi cose, Mr Potter... Dopo tutto, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato ha fatto grandi cose... terribili, è vero, ma grandi”.
Il ricordo cambiò e visualizzò la fuga sulla moto di Sirius con Hagrid quando la sua bacchetta “agì da sola”, e subito dopo gli venne in mente Hermione che diceva non è la bacchetta ma è la volontà del mago che agisce tramite la bacchetta, o qualcosa del genere. Il filo dei ricordi si interruppe e una serie di domande affiorarono nella mente di Harry: “Che cos’è l’uomo? Che cosa sta cercando di fare? Quali sono le sue mete? Come avviene un fatto magico? Quali forze governano la magia? Da dove provengono?” Sorpreso da questi pensieri, fissò ancora più lontano come se potesse oltrepassare con lo sguardo l’orizzonte e ripensò al sogno della notte scorsa. Era veramente quella il tipo di vita che avrebbe voluto? Avrebbe appagato la sua irrequietezza che andava via via aumentando sin dal giorno in cui Voldemort era stato ucciso? Non ne era completamente convinto, … se ci fosse stato qualcos’altro da sapere, da conoscere e da scoprire per rispondere alle domande di cui sopra?...
Harry, Harry! – Il suono del suo nome lo riportò al tempo presente. Riconobbe la voce di Ginny ed ebbe un tuffo al cuore.
Sono quì Ginny aspettami salgo subito. –
Rispose e si arrampicò velocemente lungo lo sperone roccioso raggiungendola in un attimo. Si corsero incontro e si abbracciarono baciandosi appassionatamente. Il tocco dei suoi capelli sulla sua faccia, il suo profumo e le sue morbide labbra cancellarono improvvisamente tutte le domande e tutti i ricordi che affollavano la sua mente solamente un minuto fa. Si sedettero sulla roccia a guardarsi negli occhi e a sorridersi.
Hai preparato il discorso per la riapertura di Hogwarts? – Chiese improvvisamente Ginny
Discorso? Riapertura? Che? – Disse Harry sgranando gli occhi sotto le sue lenti sporche di salsedine.
Ma dove vivi? – Lo incalzò Ginny – Il castello è quasi completamente restaurato, i danni della battaglia sono stati completamente riparati, e tra due giorni ci sarà la festa di riapertura. Non puoi mancare, sei la prima celebrità e ora sei la persona più famosa del mondo magico. La re-inaugurazione non può essere fatta senza di te. –
L’orgoglio traspariva dalla voce di Ginny e il suo sorriso le inondava il volto.
Ma come hanno fatto? – Chiese incredulo Harry.
Sottovaluti la potenza della magia mio caro Harry, ma soprattutto è stato fatto con uno sforzo spalla a spalla di tutti i maghi del paese includendo gli Elfi e persino i Goblin.
Anche i Goblin? – Chiese Harry con una buffa espressione di stupore.
Si, strano vero? Penso abbiano pensato che con Hogwarts riportato agli antichi splendori, anche i loro affari e guadagni sarebbero migliorati …
Come sarebbero migliorate le entrate alla Gringott … dopo le ultime spese che anche loro hanno dovuto sostenere. –
Convenne ridacchiando Harry, ricordando la devastazione causata dalla sua irruzione e fuga. Anche la risata cristallina di Ginny risuonò nell’aria facendo garrire uno stormo di gabbiani.
Allora il discorso? – Lo incalzò Ginny
Non so se… - Disse pensieroso Harry
Per la lunga barba di Silente – Lo interruppe irritata Ginny – NON puoi mancare, ci sarà un favoloso party sia per festeggiare la ricostruzione, sia per festeggiare la liberazione dall’oppressione dei mangiamorte ma soprattutto per festeggiare: Colui-Che-Ha-Sconfitto-Colui-Che-Non-Doveva-Essere-Nominato. Quindi, come vedi, hai le spalle al muro Harry, sarà meglio per te presenziare alla festa preparato e tirato a lucido. Non voglio aprire le danze con uno sciattone balbettante. - Disse con un’aria tremendamente seria e minacciosa.
Va bene! – Si arrese Harry Potter
Arry, Ginnie, venite la pranzo è sopra il tavolo – Fleur stava loro ricordando l’ora di pranzo.
I rapporti tra Ginny e Fleur erano migliorati anche se non erano proprio perfetti, infatti lei in sua assenza la chiamava ancora Flemma, così come era migliorato l’Anglese di Fleur ma era ancora ben lontano dall’essere scorrevole. Entrarono in casa, il profumo delle vivande era invitante e subito si sedettero a tavola. Gli abitanti della casa erano molto affamati e il pranzo si svolse in silenzio e abbastanza velocemente.
Abbiamo un cadeau per voi - disse Fleur mentre sparecchiava elegantemente usando la bacchetta – Bill prendi li pacchetti pour loro grazie. –
Bill salì di sopra e scese subito dopo con due grossi pacchi coperti da una spessa carta beige.
Arrivano dall’Italia apposta per voi – cinguettò Fleur – provare ma credo che calzino a fagiolo. Li ha mandati mia cugina Eloise andata per studio di Gargoyles. Ora è in visita al castello di Sarriod de la Tour nella Valleè d’Aosta per studiare un bel soffitto legnoso decorato da 171 mensole con scolpite figure magiche come Gargoyles. –
Harry molto sorpreso indugiò contemplando il suo pacco senza toccarlo, mentre Ginny si buttò sul suo scartandolo con fare molto eccitato. Ne uscì un lungo, elegantissimo abito da sera, molto sobrio, color notte con delle minuscole finiture in argento, che parevano i raggi della luna splendenti in una notte tersa.
Oooooh …. – Esclamò Ginny, con un sorriso a 180 gradi, senza aggiungere altro. -
Incredibile! Quale oscura magia ha fatto Fleur? – esclamò Bill
Magia? – dissero all’unisono Harry e Fleur.
Certo, bisogna fare un potente sortilegio per lasciare mia sorella senza parole. – Rispose ridacchiando.
Ginny fece la faccia scura e lo inseguì correndo intorno al tavolo, brandendo l’attaccapanni come un’arma letale. Quando si calmarono, Harry aprì il suo pacco che conteneva una camicia bianca, una cravatta grigia e un abito nero classico, somigliava a un frac ma aveva un taglio più sportivo, pareva perfetto per rappresentare l’ufficialità della sua presenza all’inaugurazione lasciando però trasparire la dinamicità dell’eroe. Ginny ed Harry andarono di sopra a provarsi gli abiti, e dopo una decina di minuti scesero.
Oooooh …. – Esclamarono in coro con molta sorpresa e ammirazione Bill e Fleur.
Senza parole? Stessa magia eh? Ho imparato subito l’incantesimo. – Disse ridendo Ginny. Formavano una splendida ed elegantissima coppia, quegli abiti evidenziavano le loro figure dando loro un non so che di principesco.
Ginnie preparati che andiamo da coiffeur non vorrai capelli così alla festa – Disse Fleur.
Bene ci vediamo prima della festa, io vado a trovare un amico. – Disse Harry salendo di sopra per cambiarsi.
Aveva realizzato che non era molto bravo come ballerino, e che avrebbe dovuto prendere qualche lezione prima di mandare Ginny al San Mungo per curarsi i piedi. Si ricordò del primo Ballo del Ceppo a cui aveva partecipato e di come Neville Paciock aveva fatto tardi ballando. Il suo piano era di ottenere qualche consiglio e qualche lezione da lui. Sapeva che era rimasto ad Hogwarts, quindi prese con se la Mappa del Malandrino e usando la Materializzazione si recò a Hogsmeade.
Voleva fare una passeggiata per raggiungere il castello, costeggiando la foresta proibita, facendo visita a Hagrid per poi recarsi da Neville. Entrò dalla porta nelle mura che circondavano il castello, il sole era già sceso oltre le montagne e la luce del giorno cedeva sotto l’incalzare delle ombre, a quest’ora del giorno le alte mura davano un senso di sicurezza ma anche una sensazione tetra. Si incamminò con passi veloci costeggiando la foresta, ascoltando i rumori del bosco e degli animali diurni che si apprestavano a riposarsi e di quelli notturni che incominciavano la loro attività, arrivò nei pressi di una piccola sorgente che scaturiva dalla roccia e che formava una pozza di acqua limpida.
Improvvisamente si rese conto di qualcosa di strano, si voltò preoccupato ma non vide niente, “eppure c’è qualcosa che non va” pensò. Ad un tratto si rese conto, un silenzio innaturale era calato nella zona, nessun uccello cantava, nessun rumore proveniva dal bosco, solo il rumore dell’acqua che cadeva nella pozza. Provò un forte crampo alle viscere, all’altezza dell’ombelico, e brividi di freddo. “I dissennatori” pensò Harry ma il terreno intorno a se non era gelato, si voltò di scatto verso la foresta, e nel buio tra gli alberi noto due punti ancora più scuri, non riusciva a distinguerli bene ma parevano due “cose”, umane dalla cintola in giù e bestie dalla cintola in su. Le sue gambe si mossero da sole e lo portarono velocemente a salire la china passando davanti alla casa di Hagrid, proseguì senza fermarsi passò davanti al Platano Picchiatore quasi correndo e finalmente raggiunse il Castello. Non era stato seguito, e la sensazione di crampi alla pancia era scomparsa. Riprese fiato, poi estrasse la Mappa del Malandrino e si assicurò che Neville fosse al castello. Infatti c’era ed era da solo nella sua stanza al settimo piano nella sede dei Grifondoro, entrò evitando di incontrare altre persone e si stupì per come erano stati fatti i lavori, non era rimasto alcun segno della battaglia di un mese fa. Salì le scale e si trovò di fronte al ritratto della Signora Grassa, “Acc... - Pensò – non conosco la parola d’ordine”.
Bentornato Harry, - Disse la Signora Grassa facendogli segno di entrare – non hai bisogno della parola d’ordine la porta per te è sempre aperta, sei il benvenuto. -
Grazie – Disse entrando e dirigendosi verso Neville
Ciao Harry, che piacere vederti – Lo salutò Neville mentre lo abbracciava.
Ciao Neville, … conosci qualche essere, animale o creatura magica mezzo uomo e mezzo animale? Tipo Viktor Krum quando si era trasformato in mezzo-pesce nel torneo dei Tre Maghi. –
Uhmmm … no, non mi pare, perché? –
Ah … niente … mi e’ sembrato di vederne un paio prima di arrivare al castello … forse mi sono sbagliato. Beh ma non è questo il motivo della mia visita –
Qual’è allora? – chiese sorridendo Neville
Sono in un brutto guaio – disse Harry con aria seria – dopodomani devo essere presente alla festa di inaugurazione e devo aprire le danze. Come sai perfino Hagrid balla meglio di me, allora ho pensato che tu potessi darmi un paio di lezioni giusto per non pestare i piedi alla mia partner. –
Va bene, ho da poco incontrato una persona che mi ha insegnato a ballare in modo decente e penso che la cosa si possa fare. Iniziamo subito! – Disse prendendo per una mano Harry e sistemando l’altra al suo fianco. - Ora segui i miei passi, usa la gamba opposta alla mia –
Dopo alcuni passi Harry perse la concentrazione, e sbagliò muovere la gamba sinistra incocciando in quella destra di Neville, facendogli perdere l’equilibrio. Caddero a terra con Harry che si divincolava sopra Neville senza riuscire ad alzarsi.
Interrompo qualcosa di interessante? – Disse la voce di Hermione divertita
Ehm … no … non è come sembra – Rispose un imbarazzatissimo Harry schizzando in piedi mentre Neville rideva ancora sdraiato a terra.
Sono venuta per assicurarmi che tutto fosse pronto per la festa, aiuto la McGranitt nei preparativi e raccolgo le conferme, volevo assicurarmi che Neville partecipasse. –
Sicuro. – Rispose Neville.
Senti Hermione – Disse sottovoce Harry tirandola da una parte – conosci qualche creatura mezzo uomo e mezzo animale? –
Uhm … ho sentito voci su questo tipo di creature ma non ho mai letto niente di loro. Dovresti chiedere alla McGranitt, mi pare fosse stata lei a parlarne. Perché me lo chiedi? -
Mi è parso di vederne due alla piccola fonte sotto la casa di Hagrid. Ma forse ho visto male. –
E’ possibile, io non ho mai visto niente del genere. Comunque adesso devo continuare il mio giro di conferme per la festa. Ciao! – Hermione usci velocemente dalla stanza.
Così tu sei il famoso Harry Potter! –
Quella voce senza alcuna inflessione, sconosciuta ad Harry, proveniva dal letto vicino a quello di Neville.
Harry sobbalzò credeva che non ci fosse nessuno oltre a loro due, la sua sicurezza era dovuta al fatto di aver controllato accuratamente sulla mappa prima di entrare, e, a parte Hermione, nessuno aveva varcato la soglia della stanza.
Ti presento Enceladus Ananda Ixtil. E’ il mio consulente di erbologia esotica, oltre ad essere un eccellente ballerino – Esclamò un divertito Neville – è molto discreto e bravo a passare inosservato. –
Enceladus era un ragazzo, non molto alto, magro di pelle scura tipica degli indigeni andini con dei capelli neri corvini portati a caschetto, il suo naso ricordava il becco di un rapace cosi come lo ricordavano i suoi occhi scuri quasi neri che ti penetravano fino al cuore. Il suo sguardo dava l’impressione di un temporale estivo per come cambiava repentinamente e il più delle volte metteva a disagio. Una fila di denti candidi impreziosiva il suo sorriso contrastando con l’aria inquietante che il resto del volto emanava. Indossava giacca, maglione, pantaloni e scarpe nere il che contribuiva a rendere il suo aspetto alquanto sinistro, in certi momenti ricordava vagamente Severus Piton.
Pi … Pi ... Piac… Piacere - salutò uno sbalordito e spaventato Harry , poi raccogliendo il suo coraggio chiese – come hai fatto a non farti notare? Hai anche tu un mantello dell’invisibilità? –
No, niente mantello - rispose esibendo i suoi candidi denti in un divertito sorriso – è una questione energetica. Ognuno di noi possiede un’energia che lo rende vivo, ma se si riesce ad aumentarla e a farla vibrare più velocemente si diventa invisibili alle persone che ci stanno intorno, questo è il segreto. –
Enceladus, ma a me non lo avevi mai detto! – esclamò Neville
Ah è vero, ma tu non lo avevi mai chiesto, non è un segreto e nemmeno un incantesimo, uno di quelli che voi siete ben capaci di fare. –
Temo di non aver capito – disse confuso Harry
Ok, come mai i babbani, come li chiamate voi, non vedono questo meraviglioso castello bensì un mucchio di rovine? La risposta che date è a causa di un incantesimo, e questo è vero. Se però analizzaste la cosa più a fondo vi accorgereste che l’energia risiedente in questo posto è più alta e vibra più velocemente del resto della contea. Questo rende invisibile Hogwarts ai babbani o almeno alla quasi totalità di loro. –
Ehi, attento, stai distruggendo tutti i miei studi e le mie supposizioni sulla causa della magia – disse sbalordito Neville.
Infatti la magia è solo un affare energetico. –
Da dove vieni? Ehm voglio dire dove sei nato o sei vissuto fino ad ora? – chiese Harry
Sono nato in Perù a Cuzco, ma mio nonno, quando i miei genitori sono morti, avevo un anno allora, mi ha portato a vivere con lui nella città di Machu Picchu. –
Credevo fosse una vecchia città degli Inka ormai ridotta a un mucchio di rovine – Disse Harry.
Esatto, un “mucchio di rovine” come il vostro castello; al mio settimo compleanno mi ritrovai improvvisamente e senza nessun intervento o volontà da parte mia, a Shambala la città “perduta” sulle montagne del Tibet, al mio quattordicesimo compleanno mi ritrovai a Chichen Itza, altra città “perduta” nel Messico, una città Maya. Al mio ventunesimo compleanno, tre settimane fa, mi ritrovai a Hogsmeade e li conobbi Neville al negozio di erbe esotiche. –
Una vita piuttosto movimentata direi – disse Harry
Oh ... un po’ … ma mai quanto la tua. – rispose sorridendo.
Come mai ti succede questo? – Chiese Neville
Non lo so, succede; qualcuno di cui non ricordo il nome mi ha detto che devo trovare la mia famiglia, ma famiglia nella lingua in cui si è espresso vuole dire anche un gruppo con legami molto stretti tra i vari componenti. –
A proposito come mai parli così bene la nostra lingua se sei qui da solo tre settimane? – chiese Harry
Questo è un altro mistero, penso però di adattarmi molto bene al livello energetico del luogo in cui mi trovo assorbendone anche le caratteristiche compreso la lingua. Almeno così è successo in passato. Comunque se desideri delle lezioni di ballo io sono disponibile. – Disse Enceladus con uno sguardo penetrante.
Ok inizieremo domattina, se per te va bene. Ora vorrei sdraiarmi e riposare ho avuto una giornata movimentata. –
D’accordo, buonanotte. -