L'Anima


Alle prime luci sulfuree del mattino Harry si alzò, uscì e guardò in direzione della capanna di Doppio Sguardo. Non riusciva a distinguerla in quella nebbia giallastra ma sapeva che c'era e rivolse ai suoi due salvatori un ringraziamento silenzioso proveniente dal profondo del cuore. Poi rientrò a salutare Sigfrido.

- Gran giorno vero Harry? - Disse con un sorriso Sigfrido – Una vera impresa ci aspetta entrambi. Tu dovrai recuperare la tua anima. Io proverò a scappare da questo mondo. Devo sbrigarmi, senti questa leggera vibrazione nell'aria? -

- Si! - rispose Harry.

- Ottimo! Ciò vuol dire che stanno per catturare qualcuno. Ho poco tempo per recarmi alla grotta ed approfittare del "risucchio". Forse un giorno ci rivedremo. Buona fortuna giovane Harry. -

- Buona fortuna Sigfrido e grazie di tutto. -

Si abbracciarono e Sigfrido uscì dalla capanna con passo veloce si inerpicò sulla collina per raggiungere la grotta sulla spianata. Harry scese velocemente dirigendosi verso l'albero di agrifoglio che sporgeva sulla strada. Salì velocemente sul ramo che lo accolse e lo nascose con le fronde ed aspettò. Passò un'ora in vigile attesa poi cominciò a udire un rumore soffocato come se qualcosa di molto pesante, in lontananza, picchiasse sul terreno. Erano le grosse zampe dei capronti, il rumore andava via via aumentando, poteva sentirli ma non ancora vederli. Dopo alcuni minuti apparvero dalla svolta della strada, ora dovevano percorrere un breve tratto rettilineo, proprio nel mezzo del quale pendevano le fronde dell'agrifoglio.

Harry si tenne pronto, lasciò passare il primo carro condotto da un orco e quando il postiglione del secondo si trovò sotto di lui si lasciò cadere. La manovra fu fulminea, colpì con entrambi i piedi il ragazzo che guidava il carro stordendolo, appoggiò i piedi sullo scranno agguantando con la destra il corpo del ragazzo lo scaraventò sul pianale, tenne, però, con la mano sinistra il suo mantello che si sfilò dal corpo ormai incosciente, lo indossò e si mise alla guida del carro. Il tutto avvenne molto velocemente, ma per l'allentarsi delle corde il carro scartò di lato. L'orco che conduceva il primo carro se ne accorse, si voltò a controllare, guardò Harry avvolto nel mantello per un attimo che a lui sembrò una eternità, poi si girò e continuò a condurre la carovana. Condusse per un paio d'ore il suo carro, lungo quella strada in leggera discesa, mantenendolo sempre alla stessa distanza dal primo senza incontrare alcuna difficoltà, quando dopo aver oltrepassato una curva cieca il primo carro improvvisamente si fermò. Harry a sua volta fermò il suo e si accorse del motivo dello stop. Un altro orco era rimasto a piedi e stava chiedendo un passaggio. Dimostrava la chiara intenzione di salire sul carro di Harry, il che avrebbe voluto dire rimanere a piedi ed essere scoperto.

Non se lo poteva permettere ma ora era a un bivio: scappare col carro o senza, Harry scelse la prima soluzione. Con la sinistra tirò le corde della guida per scartare il carro che lo precedeva mentre contemporaneamente con la destra tirò le corde della velocità tutte a sinistra il carro ebbe un'improvvisa accelerata superò sulla sinistra il capo carovana ma non avendolo ancora superato completamente tiro le corde della direzione verso destra, cosi facendo il retro del suo carro colpì il capronte di sinistra che in preda al dolore incominciò a correre, mentre il suo collega della pariglia rimase fermo. Il carro dell'orco ruotò facendo perno sul capronte di destra le stanghe si ruppero e il carro si rovesciò. Harry vide tutto questo voltandosi mentre se la filava via, ma vide anche entrambi gli orchi salire sugli altri due carri e iniziare l'inseguimento.

La strada in discesa era un susseguirsi di curve Harry stava imparando a condurre il carro alla massima velocità possibile; prima di svoltare tirava le corde del morso verso destra per frenare poi entrava in curva tirando le corde delle corna una volta entrato in curva tirava fortemente le corde del morso verso sinistra per accelerare.

Stava apprendendo velocemente ma gli orchi lo stavano raggiungendo. Stavano anche tirando qualcosa verso di lui, sentì un colpo e il retro del suo carro ebbe un sussulto. Apparve una stretta curva a sinistra, in discesa. Harry tirò con forza le corde del morso verso destra, il carro sembrò scivolare sui sassi, tirò la corda delle corna e contemporaneamente la corda del morso verso sinistra, percorse la curva sulle ruote di destra, per poi ricadere sulle quattro ruote con una forte botta percorrendo un breve rettilineo. Dietro si sentirono le zampe dei capronti inseguitori battere sul terreno velocemente sembrava quasi che tuonasse.

Più avanti si presentò un'altra curva a gomito. Harry tirò le corde del morso verso destra in modo deciso all'inizio ma allentandole mentre tirava le altre verso sinistra per percorrere il tornante. Il carro era su due ruote al limite del ribaltamento ma riuscì a percorrere il tornante e a rimettersi sulle quattro ruote. Harry guardò i massi che sfrecciavano pericolosamente sui lati. Usando le corde con sempre maggior sicurezza frenò e poi, accelerando, percorse sparato una nuova curva.

Tuttavia, gli inseguitori erano ancora li. Davanti poteva vedere un breve rettilineo. Sentì di nuovo un rumore appena dietro di lui e il carro scartò nuovamente, ma con una rapida manovra sulle corde lo riportò nella giusta direzione. Passò sopra una cunetta e il carro quasi si staccò dal terreno. I carri inseguitori avevano perso un po' di terreno mentre continuava ad andare al massimo della velocità. A lato un grosso masso restringeva la carreggiata, Harry riuscì a sfiorarlo. Poi frenò e si lanciò in una nuova curva. Con un rombo di tuono il carro sfrecciò in mezzo a un bosco. Il carro doveva essere condotto a zig zag per evitare gli alberi. Il rumore delle zampe proveniente dai carri inseguitori era sempre presente mantenendo Harry estremamente concentrato alla guida.

Proprio davanti a loro un albero aveva deciso di spostarsi. Harry tirò di scatto le corde della direzione. Il carro finì su una distesa scivolosa di foglie al lato della strada. Sbandò paurosamente, lottando con tutte le forze lo riportò sulla carreggiata.

Usando le corde per frenare e accelerare stava superando una nuova serie di curve. Un'altra serie di massi sfrecciava ai lati. I carri degli inseguitori erano a qualche centinaio di metri di distanza e continuavano a fare il solito preoccupante rombo.

Superò un'altra curva su due ruote. Attraversò con grandi schizzi un ruscello salendo a razzo sulla piccola collina che seguiva. Alle sue spalle risuonò lo scalpiccio delle zampe nel ruscello. Un carro inseguitore si era avvicinato approfittando della salita. Portò i suoi capronti all'altezza delle ruote posteriori del carro di Harry,

Sentì un grugnito. «FERMATI!»

Harry fece un destra sinistra improvviso e portò il retro del suo carro davanti a quello dell'orco. Il quale in preda al panico tirò il freno. Harry controllò le sbandate e tirò al massimo il morso verso sinistra. Il carro scese a razzo verso un punto in cui la strada raggiungeva un breve rettilineo per poi risalire su un'altra collinetta. Il carro quasi si sollevò quando ne superò la cima continuando a sfrecciare sulla strada accidentata. Ma il rombo degli inseguitori stava aumentando di volume.

Harry sentì una altro colpo nel retro, stavolta il carro non era stato colpito. In lontananza si vedeva un bivio Harry frenò. Si alzò una nuvola di polvere. Lasciò il freno ed entrò sparato nella strada che andava nella direzione da cui era venuto.

I carri degli inseguitori entrarono a loro volta nella strada presa da Harry, continuando l'inseguimento. Harry aveva notato che per un tratto la strada che ora stava percorrendo era parallela a quella percorsa in precedenza. Cercava con lo sguardo periferico di individuare un possibile passaggio per ritornare su quella precedente. In quel tratto, la strada era ondulata, con molti dossi e cunette.

Quando passava sulle cime delle salite, il carro sembrava galleggiare nell'aria. Le corde del morso erano costantemente tirate verso sinistra i suoi capronti andavano al massimo del loro potenziale. Arrivarono in cima a una salita. Le quattro ruote del carro si sollevarono dal terreno! Harry si lanciò come una pallottola per la discesa. Nascosti dalla salita, i carri degli inseguitori erano scomparsi. Harry notò una piccola apertura in mezzo alla fila dei massi che scorrevano alla sua sinistra appena prima di una curva cieca verso destra. Tirò con forza le corde del freno. Poi tirò con forza le corde del morso verso sinistra tirando contemporaneamente le corde delle corna verso sinistra. Il carro, con una sbandata tremenda, s'infilò nella stretta apertura tra i due massi, saltellò su due – quattro - due ruote sul terreno sassoso e ritornò sulla strada percorsa poco prima. Si lanciò come un razzo nella direzione opposta.

Sulla strada appena abbandonata da Harry i carri inseguitori superarono a tutta velocità la fila dei massi curvando a destra. Il rombo provocato da quegli zamponi si affievoliva in distanza.

"Bene adesso, posso raggiungere tranquillamente la pianura e avvicinarmi alla collina traforata." Pensò Harry. Mantenendo un'andatura moderata scese dall'ultima collina e si avventurò in quella pianura deserta. Non si vedeva anima viva e in lontananza, offuscata dalla nebbia, si intravedeva una collina a forma di cono. "Ecco la mia meta, vicina eppure ancora molto lontana!"

Proseguì senza intoppi fino all'imbrunire quando all'improvviso tre orchi si pararono davanti al carro come la migliore delle apparizioni. La sua reazione fu fulminea, tirò le corde del morso a sinistra e con le corde delle corna manovrò per investire gli avversari. Il carro ebbe uno scatto in avanti gli orchi si buttarono di lato, ben presto furono alle spalle, guardò la strada che gli veniva incontro velocemente, vide un quarto orco poco distante davanti a lui, fermo e impassibile nel mezzo della strada, quando fu sul punto di essere investito l'orco picchiò con forza il suo bastone per terra, improvvisamente i capronti svoltarono, uno a destra e l'altro a sinistra squarciando il carro nel mezzo.

Harry fu catapultato per aria e dopo un bel volo atterrò quasi ai piedi dell'orco con il bastone. Ora poteva vederlo bene aveva un corpo tozzo tipo un troll, ma la faccia era coperta da squame verdastre e gli occhi erano viola con le pupille biancastre. Lo sguardo non lasciava trasparire alcuna emozione avrebbe potuto baciare o uccidere senza che vi fosse un apprezzabile cambiamento. In generale, nonostante sembrasse goffo, era estremamente agile. Con un balzo si portò davanti ad Harry puntandogli il bastone alla sua gola. «Sono spacciato!» Pensò ed alzò istintivamente le mani in alto.

Sentì le mani afferrate da due artigli e si sollevò da terra, vedeva l'orco che stava agitando il bastone verso di lui diventare via via più piccolo mentre prendeva quota in quel cielo di zafferano. Alzò gli occhi e inquadrò il suo salvatore: era una fenice, l'altro componente della sua bacchetta, giunta appena in tempo a salvarlo. Volò velocemente attraversando la pianura mentre il buio stava sopraggiungendo, arrivarono in prossimità della collina traforata quando ormai era piena notte. Ce l'avevano fatta.

Stremato Harry si lasciò cadere al suolo e dormì tutta la notte. Non appena si fece chiaro si alzò e si sentì pronto per l'impresa. Stava guardando la collina distante circa mezzo chilometro ovvero ventidue passi di stivale magico. Era una roccia dorata a forma di un enorme ditale. Si potevano intravedere delle affossature che da quella distanza parevano nicchie. Emanava una intensa luce giallo-biancastra e dava la sensazione di rendere energizzata l'aria, come quella caricata da un temporale con abbondanti fulmini.

Si incamminò verso la collina e ben presto arrivò ai suoi piedi. Si fermò a scrutarla dal basso, cercava di individuare la nicchia in cui era prigioniera la sua anima. Non distolse lo sguardo dalla collina per circa un'ora senza riuscire a distinguere dove potesse essere. Poi si ricordò dell'addestramento ricevuto, si sedette tranquillamente su un masso e rimase li a percepire la collina. Dopo alcuni minuti sentì un senso di famigliarità proveniente dal lato destro. Poi vide la luce che andava via via aumentando di intensità e localizzo il punto dal quale provenivano quelle percezioni.

Scattò in piedi e senza perdere di vista la nicchia salì sulla collina. Ben presto scoprì di dover evitare le entrate delle nicchie, dal momento che passando davanti si sentiva sopraffatto da un'energia a lui aliena che gli faceva perdere le forze. Scalando la collina tenendosi ai bordi delle nicchie riuscì non senza fatica ad arrivare al punto individuato dalla pianura.

Questa volta nel posizionarsi davanti alla nicchia per sbirciare all'interno sentì un'ondata di famigliarità e di affinità così forte mai sperimentata in vita sua. Seppe che era al posto giusto nel momento giusto ed entrò. Dopo alcuni passi vide una luce bianca, brillante che illuminava il fondo della nicchia. Questa luce era preceduta da una rete di fili luminosi gialli che sembravano tenerla prigioniera.

Mise a fuoco la luce bianca e si riconobbe, era lui Harry, certo però era quell'Harry coraggioso che voleva svelare i misteri, che poteva sentire le cose ma senza conoscere l'origine di questa spinta. Era l'Harry che si fidava di Silente, che amava i suoi amici e che aveva una certa noncuranza per le regole, si era l'Harry con tutti i suoi sogni.

Come un fulmine si rese conto che da quando era arrivato in quel luogo non aveva più sognato, aveva fatto le cose che gli erano state insegnate senza discutere, mai un rifiuto, mai una protesta, nemmeno quando le buscava a kung fu da Tiensing, ovvero sempre. Ora come non mai sentiva la spinta di recuperare quella parte luminosa ed intraprendente che lo stava amorevolmente fissando oltre la rete luminosa. Ma non aveva idea di come fare ... si fermò a pensare, poi chiese alla sua anima come fare, ma la risposta fu un caldo sorriso. Niente, più passava il tempo e più sembrava che tutti quegli sforzi fossero stati inutili, non avrebbe mai salvato la sua anima ma sarebbe rimasto lì per sempre per non perderla di nuovo.

Giunto al massimo della disperazione e senza nessuna soluzione, si sfogò dicendo ad alta voce:

- Voglio essere li! -

Improvvisamente si sentì nella sua anima, ora poteva vedere il suo corpo stagliarsi contro l'entrata della nicchia. Si sentiva strano un mucchio di idee passavano per la sua mente una più improbabile dell'altra. E nessuna aveva un barlume di logicità. Aveva un sacco di energia ma non poteva muoversi essendo imprigionato da quei fili giallastri. Un mucchio di sensazioni lo stavano attraversando ma nessuna poteva essere utile a risolvere la cosa perché si basavano sul nulla, fuori da ogni contesto logico. Quindi disse di nuovo rivolgendosi al suo corpo:

- Voglio essere li! -

Si ritrovò a guardare la sua anima imprigionata dai fili. Un senso di frustrazione lo stava assalendo, disperatamente riprovò a spostarsi di nuovo ora nella sua anima ora nel suo corpo, ma né le sensazioni né la logica potevano presentare una soluzione al problema. Harry credeva di impazzire e si lanciò ancora qui – la – qui – la ma c'era sempre quella barriera di fili luminosi giallastri. Riprese qui – la – qui – la – qui ...

- Basta! - urlò

L'urlo gli uscì proprio nel momento in cui si stava spostando. Rimase a metà, sorpreso, poteva vedere sia il suo corpo che la sua anima, non era niente ma era tutto. Ecco la soluzione non era un pensiero, non era una certezza, non era logica e nemmeno irrazionalità: era la soluzione. Decise che la sua anima ritornasse con il suo corpo. Immediatamente i fili gialli imprigionarono una nicchia vuota e il corpo di Harry era circondato dalla sua anima, erano in effetti una cosa sola, ma dal punto di vista esterno che aveva assunto poteva vederli tutti e due. "Questa è fatta" pensò dopo aver deciso di rientrare. Ora si sentiva completo, poteva abbinare irrazionalità con la razionalità e sfruttò subito l'occasione: fischiò con l'intenzione che arrivasse la fenice, sentì un frullo d'ali e la creatura fu davanti a lui. Si aggrappò alle sue zampe e le disse di condurlo a casa di Doppio Sguardo.