Akasha


Era ormai pomeriggio inoltrato e per Hermione l'impegno didattico era ormai concluso, aveva fretta, rimise in ordine i libri e si avviò velocemente verso la Stamberga Strillante per poter chiacchierare con Harry. Il suo ritorno aveva accentuato in lei il senso di perdita dovuto all'arresto di Ron e sentiva la necessità di parlarne con qualcuno.

Harry era seduto alla finestra e contemplava le colline che si stagliavano all'orizzonte quando Hermione entrò nella stanza.

- Ciao! Sei rimasto solo? -

- Ciao! - rispose con un largo sorriso Harry. - Si! Luna e gli altri sono andati a casa per far vista a suo padre. -

- Come stai? -

- Molto meglio, ma dovresti dirlo tu. - Alludendo al problema energetico.

- Molto meglio direi, ma scusami non riesco ancora ad abbracciarti. -

- Bene parlami di Ron. Costruiva bacchette? -

- Oh si ... - rispose Hermione diventando triste con una lacrima che scendeva sulle sue guance. - Non immagini quanto mi manchi. -

- Capisco ... molto bene. -

- Non riuscivo a capacitarmi che avesse combinato quel guaio. Ma le prove raccolte parlavano della sua colpevolezza. E la cosa che adesso mi rode di più è aver dubitato di lui. - Disse tra i singhiozzi.

- Su su ... non disperare se sono riuscito a evadere da un mondo sigillato posso far evadere qualcuno da Azkaban. - Disse fiducioso Harry.

- So che sei un grande Mago Harry, ma coloro che sono evasi sono stati aiutati. -

- Non tutti. Sirius ce l'ha fatta da solo. -

- Oh si ma era un animagus e questa sua abilità non era conosciuta alle guardie della prigione. -

- Silente una volta affermò di fronte al Ministro della Magia, di poter facilmente evadere da Azkaban, magari "facilmente" è una parola grossa ma ciò vuol dire che non è impossibile. -

- Si! Potrebbe essere. -

- A proposito dov'è Azkaban? Dov'è situata? -

- Sai Harry, la cosa è molto controversa. Nonostante abbia chiesto a diverse persone che hanno fatto ritorno da quella prigione, Hagrid per primo, nessuno è stato capace di dire con certezza dove fosse situata. Persino le guardie e coloro che vanno e vengono dall'isola non sanno determinare la sua posizione. Attorno all'isola ci dovrebbe essere un incantesimo Confundus molto potente in modo da impedire a chi entra e a chi esce di ricordarsi esattamente dove si trova e cosa vi succede. Si viene condotti sull'isola in una carrozza volante chiusa e trainata dai dissennatori stessi. Alcuni pensano che si trovi nel Mare del Nord, ma la cosa non è certa. -

- Uhm la faccenda si sta complicando. Nemmeno Voldemort sapeva dov'era la prigione. -

- Come fai a saperlo? - chiese stupita Hermione

- Vedi, come già sai, una parte della sua anima ha convissuto con me per tanto tempo. Ora tutte le sue conoscenze sono a mia disposizione. La mia anima le ha, per così dire, registrate dalla sua. Posso conoscere tutti i suoi trucchi, ma mi sono ripromesso di usare solo quelli che mi servono veramente, e che apportano il minor danno possibile. -

- Capisco perfettamente. Ma allora come ha fatto a far evadere i mangiamorte? -

- È stato aiutato dai dissennatori stessi. Lo hanno fatto loro. -

- Forse c'è una soluzione. Il libro di Demelza quello regalatogli dagli Elfi. Li potrebbe essere citata l'esatta posizione dell'isola. -

- Giusto stasera glielo chiedo.-

- Non mi hai chiesto di Ginny. - Cambiò discorso assumendo un tono titubante.

- Lasciami indovinare. Allora dovrebbe essere entrata a far parte degli Auror e se la conosco un pochettino ora sta con qualcuno, penso Dean Thomas. -

- Sono stupefatta ... Sei diventato un veggente! Hai completamente azzeccato la situazione. -

- Veggente magari no ma quando hai menzionato Ginny ho visto tutto questo. -

- Come ti senti? -

- Sono contento per lei. Non potevo aspettarmi che fermasse la sua vita e le sue aspettative per aspettare qualcuno che era prigioniero in altro mondo con nessuna speranza di fare ritorno. -

- Ma ora sei tornato.-

- Si ma a causa di una fortunatissima ed incredibile concatenazione di eccezionali circostanze. Ho anche imparato a non avere aspettative e di fare le cose nel modo migliore nel momento in cui si presentano. -

- Nessun rimpianto? -

- Solo un pochettino. - rispose sorridendo Harry.

- Ora è in Romania. Come sai suo fratello Charlie lavora con i draghi laggiù. Ultimamente ci sono stati dei problemi pare che siano spariti dei draghi dall'allevamento compreso uno che tu conosci: Norberta. -

- Siiii il drago che è nato in casa di Hagrid.-

- Esatto! Il Dorsorugoso di Norvegia, sembra siano stati rubati. -

- Rubati? Chi si lancerebbe in una impresa del genere? -

- Non saprei ... si dice che vengano addestrati come guardiani delle ville dei maghi più ricchi. Ma sono solo voci. -

- Ciao! - La voce scintillante di Luna interruppe la conversazione.

- Ciao! - risposero all'unisono Harry ed Hermione.

In quel mentre entrò nella stanza anche Demelza mentre Ency si fermò in cucina dato che era il cuoco della compagnia.

- Ciao Demelza, devo chiederti una cosa. - Disse Harry

- Prego, fai pure. -

- Potrei vedere il libro, quello che ti hanno regalato gli Elfi? -

- Lo hanno regalato a mia nonna. Comunque si, anche se penso che non potrai ricavarci niente. Io stessa non sono mai riuscita a leggere niente in quel libro. Eccolo! -

Demelza estrasse il libro dallo zainetto di Luna, stregato con l'Incantesimo Estensivo Irriconoscibile e lo posò sul tavolo. I caratteri della copertina erano dorati e scritti in una strana lingua. Hermione diede subito uno sguardo nel tentativo di decifrarne la scritta.

- Mai vista una scrittura del genere. Non sono le rune antiche. - Disse sconfitta.

- Non potrebbero esserlo è scritto nell'alfabeto degli Elfi. - Rispose Demelza.

- Lo conosci? -

- Ahimè no. -

Harry scrutava il libro in silenzio. Non lo aveva toccato lo stava solo guardando.

- Il libro si chiama Akasha: gli avvenimenti. - Affermò Harry.

- Conosci questa lingua? - Chiese stupita Hermione.

- Neanche per idea. - Rispose Harry.

- Akasha ... siii! Cosi lo chiamava mia nonna.- Esclamò Demelza.

- Bene allora aprilo alla prima pagina. - Disse Harry.

Demelza voltò la pesante copertina e dalla pagina originariamente bianca fuoriuscirono i caratteri dorati. Harry fissò la pagina per un periodo che a Hermione, Demelza e Luna sembrò interminabile poi lesse:

- Questo libro tratta di tutte le imprese, di tutti i luoghi e di tutti gli esseri di questo universo. Si potranno, però, leggere solo gli argomenti a cui si è veramente interessati. Questi argomenti appariranno in qualsiasi pagina il libro venga aperto. Questa è una registrazione situata nell'anima dell'universo, dalla quale il libro per una antichissima magia trae gli argomenti pertinenti. Per questo motivo il libro in sé è bianco ma è il lettore che ne determina il contenuto. Auguro un intento inflessibile a colui o colei che si accinge ad usarmi perché solo in quel modo potrà estrarre le informazioni che gli necessitano. -

- Incredibile! - Esclamarono insieme Luna ed Hermione.

- Su Harry prova ad aprirlo. - Disse eccitata Hermione.

- Un momento devi sapere che cosa vuoi conoscere. - Avvertì Demelza.

- Ok lo so. Il motivo per cui ti ho chiesto questo libro era sapere qualcosa sulla prigione di Azkaban. Vorrei liberare Ron ma mi servono delle informazioni sicure.-

- Perfetto! Aprilo pure. -

- Prima di aprirlo, toglimi una curiosità. Come fai a capire quella scrittura se, come tu stesso hai ammesso, non conosci quella lingua. -

- Vedi Hermione, un mio caro amico mi ha insegnato a farlo. Purtroppo è confinato in quel mondo giallastro, ma gli sarò riconoscente per tutta la vita. Il suo nome è Tiensing Wao. -

- Sei diventato un'infinita fonte di sorprese. - disse stupefatta Hermione.

Harry aprì il libro a caso, dalle pagine bianche ben presto emerse una illustrazione tridimensionale. Era la raffigurazione dell'isola sulla quale era stata costruita la prigione di Azkaban. Al centro dell'isola c'era un'alta montagna dalla quale scendeva un fiume impetuoso. Ad un certo punto il suo corso veniva turbato da un grosso salto, una gigantesca ed altissima cascata. A metà della stessa sopra un grosso sperone roccioso sporgeva, circondata dalle acque, la prigione di Azkaban. Era una torre triangolare fatta di roccia, sopra e sotto di essa la cascata si estendeva per alcune decine di metri rendendola inaccessibile. Vista dall'alto si notava che la costruzione era doppia una dentro l'altra come una matrioska. Vi era uno spazio tra la parete esterna e quella interna e in questo spazio scorreva l'acqua della cascata che entrava dall'unica apertura in cima alla torre. Uno spiazzo si stagliava alla base della torre e fungeva da punto di approdo per entrarvi. L'illustrazione svanì per lasciare il posto alle lettere di quella lingua sconosciuta. Dopo averle esaminate attentamente Harry incominciò a leggere:

- Molto tempo fa esisteva il continente di Atlantide. La sua posizione era nell'Oceano Atlantico tra la Spagna e gli Stati Uniti. Era governato da un Imperatore conosciuto come l'Imperatore Bianco; dal momento che la sua conoscenza superava di gran lunga quella dei suoi sudditi, veniva paragonato a una grande luce bianca. L'Imperatore governava il suo popolo dalla Città dei Cancelli D'Oro. I governanti delle città di quel continente erano paragonabili ai Re ma erano invidiosi ed erano assetati della conoscenza dell'Imperatore. Uno di questi chiamato il Re Nero si era impadronito con l'inganno delle formule magiche usate dall'Imperatore per governare saggiamente la nazione. Tuttavia non avendo tutta la conoscenza e la comprensione delle formule rubate le usò per la pura ricerca del potere. Questo avvenne e in breve tempo il Re Nero divenne così potente da poter sottomettere gli altri Re ed infine destituì l'Imperatore Bianco. Riuscì a rinchiuderlo nella torre di Azkaban situata su un Isola situata al Sud dell'Irlanda. Quest'isola era l'abitazione concessa agli esseri più malvagi richiamati dall'estrema periferia dell'Universo dai rituali magici del Re Nero. In cambio del loro aiuto per la sua ricerca del potere il Re Nero concesse a questi esseri di potersi nutrire della felicità e dei ricordi migliori dei suoi sudditi. Ma fu l'ingordigia di questi esseri e lo scempio delle forze naturali perpetrato dal Re Nero e dai suoi stregoni che fecero inabissare il continente con tutti i suoi abitanti. Solo l'Imperatore Bianco e i suoi collaboratori si salvarono in quanto l'isola in cui erano stati rinchiusi non sprofondò. Riuscirono tuttavia ad evadere e migrarono nelle altri parti del pianeta insegnando la loro conoscenza ai meritevoli che incontravano. Nei tempi moderni potete ancora notare il loro lavoro nelle scuole di Magia e Stregoneria. Ora l'isola sulla quale è stata costruita la torre prigione, è uno dei vertici di un triangolo equilatero, gli altri due sono Londra e Avalon. -

Le lettere svanirono e le pagine ridivennero bianche. Harry rimase pensieroso senza staccare lo sguardo dal libro, ma i suoi occhi vagavano lontano.

- Così Azkaban è appena sotto l'Irlanda, chi l'avrebbe detto! - Disse Neville appena entrato nella stanza.

- Avalon? - Chiese Demelza.

- Avalon è un'isola leggendaria dove, si narra, Re Artù si rifugiò ferito gravemente dopo la sua ultima battaglia. Il posto in cui si trova è tutt'ora sconosciuto ma si vocifera che gli abitanti di quel luogo vivano in armonia con la natura e con la collaborazione di: deva (spiriti della natura associati alle piante), elfi, silfi e fate che forniscono tutto il necessario per il loro sostentamento. Si narra che sia il luogo dove è stata forgiata la spada Excalibur e che vi sia conservato il Sacro Graal. - Rispose con il suo abituale tono da saputella Hermione.

- Ricordi lo scontro che ebbi il giorno della re-inaugurazione a Hogwarts? Ebbene quei personaggi che tentarono di farmi fuori cercavano il medaglione con il simbolo di Avalon. In effetti lo chiedevano a Percy ma lui mi giurò di non averlo mai visto. -

- Curioso allora Avalon esiste da qualche parte la fuori! - Disse Luna.

- Forse ma adesso abbiamo una certezza. Riuscite a starmi vicini, quindi vuol dire che sono effettivamente tornato. -

Scoppiarono tutti in una fragorosa risata e a turno abbracciarono Harry, mentre dalla cucina il profumo delle vivande giungeva invitante.

- Venite la cena è in tavola. - Li chiamò Ency.