La Nave Fantasma


CRACK! Uno schianto svegliò i passeggeri della nave. Urla, spari, lassù in coperta qualcuno gridava all'abbordaggio. Gli otto amici uscirono nel corridoio, si guardarono l'un l'altro poi Harry disse:

- Prendete le bacchette saliamo sul ponte, presto. -

In men che non si dica furono sul ponte, la nave era stata attaccata, ve n'era una simile agganciata a babordo dalla quale arrivavano come formiche orde di pirati.

Stupeficium, Petrificus Totalus, Impedimenta, Everte Statim, Incarceramus ... -

- Questa selva di incantesimi lanciati dalla bacchette riuscirono a fermare l'avanzata dei pirati rendendo più agevole la difesa del brigantino. In quel momento Harry vide Henry che stava lottando contro un avversario.

- Stupeficium! - Urlò, l'avversario fu scaraventato via ed Henry tornò libero.

- Dov'è l'Ammiraglio?. -

- E' stato rapito e portato sulla nave avversaria. -

- Che nave è? -

- La nave fantasma, attacca tutte le navi che passano in questa zona di mare vicino alle isole Bermuda. -

- Ok vado a recuperare l'ammiraglio. -

- Stai in guardia mai nessuno è tornato da quella nave. -

Harry si mosse velocemente, stordì due pirati che gli si pararono davanti con due calci volanti, arrivò nei pressi di Mirina che stava stendendo tutti gli avversari che incontrava, la prese per un braccio e le ordinò:

- Vieni con me. -

Attraversarono il ponte di corsa aprendosi il passaggio a forza di pugni e calci saltarono i corpi storditi che giacevano sulla coperta entrambi all'unisono si aggrapparono a un fune e forti dello slancio atterrano sulla coperta della nave avversaria. Mirina atterrò su un pirata intento a dare ordini, rapidamente gli sfilò il pugnale e glielo puntò alla gola.

- Ben fatto, ora chiedigli dove hanno portato l'ammiraglio. Non esitare a tagliarli la testa se necessario. -

Terrorizzato dal perdere la testa, nonostante fosse un fantasma, rispose subito:

- Lo hanno portato sul cassero. -

Mirina stordì con un colpo il malcapitato ed entrambi si misero a correre verso la poppa, tale era la confusione l'eccitamento sulla nave che nessuno fece loro caso. Arrivarono all'entrata del cassero, Harry diede una forte calcio alla porta che si spalancò, entrambi però non entrarono ma si ripararono ai due lati della stessa; una scarica di pallottole uscirono dalla porta senza colpire nessuno. Non successe niente, dall'interno qualcuno si sporse per vedere cosa fosse successo, ma si sentì afferrare e fu scaraventato in mare. Di nuovo silenzio, poi una voce dall'interno gridò:

- Razza di buoni a nulla fannulloni, devo proprio risolvere tutte le cose che avvengono su questa nave? Prega che non veda ancora la tua sporca faccia o ti scaravento in pasto agli squali! Tu non muoverti, controllo cosa è stato e poi penserò a te schifoso damerino. -

Il comandante della nave pirata estrasse la pistola e invece di uscire dalla porta uscì dalla finestra di poppa. Harry sentì una leggera corrente d'aria che gli ricordava i movimenti dei fantasmi ad Hogwarts, fece cenno a Mirina che stava dalla parte della poppa di saltare sul tetto del cassero. Con un agile balzo la ragazza si sistemò proprio sopra alla porta. Proprio in quel momento il pirata con il volto coperto da una folta barba nera vide Harry, e gli puntò la pistola.

- Non riesco a distinguerti chi sei? -

Nessuna risposta Harry non si mosse. Il pirata avanzò di qualche passe sempre con la pistola puntata.

- Identificati o sparo! -

Di nuovo nessuna risposta, il comandante della nave pirata era ormai giunto in prossimità della porta scardinata da Harry.

- Va bene lo hai voluto ... -

Non fece tempo a finire la frase che Mirina piombò sulla sua testa a piedi uniti stordendolo. Di corsa entrarono nel cassero e liberarono l'ammiraglio Lane che era legato ad una sedia.

- Presto andiamo! - Disse Harry

- Temo non sia così semplice, è praticamente impossibile lasciare la nave fantasma. Quando vieni abbordato dalla loro nave diventi come uno di loro, questo è il motivo per cui avete potuto colpirli. -

- Sono morti alla dipendenza di qualcuno? -

- Si. Il loro capitano era un potente pirata ma anche un valente mago, al momento della sua morte avvenuta durante una battaglia navale riuscì a raccogliere le sue ultime energie e a formare questa ciurma di fantasmi. -

- Appaiono solo di notte? -

- Si! -

- Ho capito statemi vicino. -

Harry prese una lanterna dal soffitto del cassero, la aprì prese la fiamma in mano uscì in coperta seguito da Mirina e dall'Ammiraglio, cominciò a roteare la fiamma facendo cerchi sempre più ampi. Lingue di fuoco si sprigionavano dalla sua mano andando ad incendiare le sartie della nave pirata, il fuoco in effetti era un efficace deterrente per i pirati-inferi, in quanto tali, temono il suo bagliore e il suo calore. Per evitare quella che ai loro corpi pareva essere una insopportabile tortura si buttarono a mare liberando la nave. Velocemente Harry e Mirina trascinarono l'Ammiraglio sulla Delight anch'essa miracolosamente libera dagli avversari che si erano "inspiegabilmente" buttati a mare quando la loro nave aveva preso fuoco. Il brigantino fu rapidamente disincagliato e si allontanò velocemente dalla nave che continuava a bruciare in mezzo al mare. Il viaggio verso le coste del Sud America riprese e gli otto amici furono ricevuti dall'ammiraglio nel suo spazioso ufficio. La notte stava per terminare e nessuno di loro aveva voglia di dormire.

- Chi erano quei Pirati? - Chiese Neville.

- Fantasmi-inferi! L'Ammiraglio mi ha raccontato la storia, molti anni fa un potente pirata che era anche un bravissimo mago, in punto di morte riuscì con un incantesimo a trasformare la sua ciurma, ormai sterminata, in inferi e lui stesso rimase al comando della sua nave come un fantasma. Questa condizione lo lascia talmente frustrato che attacca chiunque venga a tiro del suo brigantino nelle ore notturne. Come sapete gli inferi temono il fuoco e la luce del sole. - Spiegò Harry.

- Ma ... se erano dei fantasmi come potevamo colpirli. - Chiese Mirina.

- Quando ci hanno abbordato, in qualche modo, la nostra e la loro condizione si sono pareggiate, per questo potevamo colpirli. Essi reclutano l'equipaggio portando i malcapitati sulla loro nave, una volta fatto questo gli sfortunati non possono più fare ritorno. Mentre io e Mirina non siamo stati portati ma ci siamo andati di nostra iniziativa, quindi l'incantesimo per noi non valeva. -

- Ma per me invece? - Domandò l'Ammiraglio

- Per Voi si, valeva, ma noi vi abbiamo portato indietro sulla vostra nave e quindi lo abbiamo spezzato. -

- Suppongo debba ringraziarvi. -

- Chiediamo solo di essere condotti nell'America del Sud in modo da proseguire il nostro viaggio. Piuttosto quali circostanze vi fanno condurre i passeggeri che necessitano di un passaggio? -

- Ah ... è una lunga storia. Ai tempi facevo il corsaro al servizio delle colonie inglesi in terra d'America. Poi scoppiò la guerra di indipendenza, in quel momento il mio compito era di procurare alle colonie quanto più oro possibile. Modestamente non me la cavavo male, tuttavia i rischi erano troppo alti in confronto alla ricompensa. Un giorno attaccai Liverpool, la vinsi ed ottenni un lauto riscatto, con tutto quell'oro per me e i miei sarebbe stata una nuova vita come la riscossione di una pensione. Così decisi di recarmi ai Caraibi per far perdere le mie tracce. Era una notte buia, appena oltrepassai l'isola di Bermuda il tempo cambiò improvvisamente. Venti tempestosi si levarono sconvolgendo il mare altissime onde inondavano il brigantino manovravamo a fatica nonostante avessimo ammainato tutte le vele. Ad un certo punto finimmo in un gorgo, credevo fosse finita per noi e per la nave, invece continuammo a girare in quel gorgo per molto molto tempo, finché esausti ci addormentammo. Quando ci svegliammo il mare era calmo come l'olio, e riprendemmo la navigazione. Più avanti ci accorgemmo che quella tempesta aveva cambiato la nostra relazione con il tempo. La nave non si sporcava, le nostre barbe non crescevano, non era nemmeno necessario mangiare, in poche parole per noi il tempo non passava, ma per qualche motivo ci trovavamo a Liverpool ogni volta che qualcuno, come voi, avesse avuto bisogno di un passaggio. Praticamente siamo immortali ma condannati da un destino beffardo a vivere su questa nave. Se dovessimo scendere, oh si possiamo scendere, e andare in giro ecc. ma quando ci addormentiamo ci svegliamo su questa nave, non importa in che luogo ci siamo addormentati. -

Le parole dell'Ammiraglio lasciavano trasparire una disperata tristezza e la ruga sulla sua ampia fronte accentuava ancora di più quella malinconica impotenza. Il silenzio scese sul gruppo e durò molto a lungo, finché Harry lo ruppe.

- Mi scusi Ammiraglio, non siamo stati i soli a salire sulla nave a Liverpool vero? -

- No, In effetti sono salite altre tre persone. -

- Se non chiedo troppo, dove sono dirette? -

- Coste del Sud America come voi. -

- Durante la battaglia non ho visto nessuno oltre a noi e l'equipaggio. - Affermò Hermione.

- Henry, assicurati che gli altri viaggiatori stiano bene. - Ordinò L'Ammiraglio.

Henry lasciò la stanza e andò a controllare, dopo alcuni minuti fece ritorno.

- Stavano ancora dormendo, quei tipi hanno il sonno molto duro. -

- Grazie! - disse l'Ammiraglio – Per ringraziarvi ho un piccolo presente per ognuno di voi il frutto delle mie antiche scorribande: dei veri dobloni d'oro. -

Così dicendo estrasse dal giustacuore un borsellino di cuoio e porse ad ognuno di loro un doblone del 1700. I ragazzi ammirati accettarono il dono e ringraziarono calorosamente.

- Dicono che portino fortuna, ne avrete bisogno. - Affermò l'Ammiraglio - Preparatevi tra poco potrete sbarcare. -

Uscirono dalla stanza lasciandolo solo, ognuno di loro si stava preparando per lo sbarco imminente. Il viaggio era stato terribilmente veloce e solo adesso le prime luci dell'alba scacciavano le ombre della notte. Harry era già pronto sul ponte e il suo sguardo esaminava la costa che velocemente gli veniva incontro. Riusciva a distinguere una lunga striscia sabbiosa a forma di u circondata da due promontori rocciosi. Al di la della sabbia si estendeva una ricca e lussureggiante foresta, dalla quale provenivano i rumori più strani che avesse mai sentito, gli uccelli che abitavano su quegli alberi stavano intonando le loro migliori canzoni. Il brigantino si fermò a debita distanza dalla sabbia e l'Ammiraglio diede ordine di calare la scialuppa, in effetti era una barca bella capiente adatta al trasporto di una ventina di persone. Ad uno ad uno i passeggeri scesero dalla nave salutando e ringraziando l'Ammiraglio per il viaggio appena concluso. Ultimo a scendere sulla scialuppa fu Harry, che strinse la mano salutando l'Ammiraglio:

- Grazie di tutto Ammiraglio! -

- Grazie a voi, senza il vostro aiuto non avrei portato a casa la pelle questa volta. -

- Arrivederci. -

Scendendo la scala di corda che conduceva alla scialuppa Harry salutò con la mano sia Lane che Henry.

- Fatevi catturare dalle bellezze del luogo. - disse Henry ricambiando il saluto.