La Grotta Proibita


Quella risata fu contagiosa e accompagnò i tre sulla via del ritorno, il monaco anziano si ritirò nella sua stanza mentre Harry e il giovane apprendista rimasero nel porticato.

- Visto che il mio maestro ha fiducia in te vorrei provare ad averne altrettanta. - Disse rompendo il silenzio.

- Di che si tratta? -

- Della grotta misteriosa. All'interno della montagna dove poggia il nostro monastero esiste una grotta. Si dice che chi vi entri non ne esca vivo ma che al suo punto più intimo vi siano iscrizioni che svelino un antico mistero. -

- Cosa dovrei fare esattamente, per aiutarti? -

- Venire con me a verificare la cosa. -

- Il tutto di nascosto dal tuo maestro vero? -

Il giovane tentò di giustificarsi nervosamente ma senza essere molto convincente, in quel momento un gruppetto di otto corvi volando disordinatamente e facendo molto chiasso si diressero verso la cima della montagna che ospitava il monastero. Harry considerò questo evento un segnale ed accettò di seguire il giovane all'interno. Lasciarono il porticato per inoltrarsi in un lungo e semibuio corridoio che costeggiava quelle che sembravano essere le celle dei monaci e che si dirigeva sempre più all'interno della montagna. Ad un certo punto si trovarono di fronte ad una scala di pietra che scendeva lungo due strette pareti rocciose.

- Da qui in avanti sto disubbidendo al mio maestro. -

- Capisco, qualcosa mi dice che lui sappia cosa sta avvenendo. -

- Se così fosse sarebbe qui per impedirmelo. -

- Forse o forse ti lascerebbe fare, potrebbe essere una prova per te. -

Il giovane non replicò ma proseguì la discesa lungo la stretta scalinata, una sottile corrente d'aria proveniente dal basso investiva i due giovani provocando alcuni brividi, gli scalini si susseguivano regolari ma sembravano non finire mai. Dopo una lunghissima discesa finalmente finirono e le pareti del corridoio si allargarono un poco da formare una piccola stanza, Di fronte agli scalini si stagliava una antichissima porta di pietra finemente scolpita con scritte in una strana lingua.

- Conosci la lingua in cui sono state scritte? - Chiese Harry

- No! Speravo fossi tu a conoscerla. -

Harry non rispose si concentrò sulla porta poi in un lampo si ricordò di aver già visto quella scrittura, proprio ad Azkaban giù nella stalla dei draghi e che gli aveva permesso di scoprire la magia della prigione e come scappare da essa. Quindi fece le stesse azioni di quella volta contemplò i caratteri finché gli divennero comprensibili e ne poté coglierne il significato.

" ... questa porta custodisce il segreto dei due gemelli collaboratori dell'Imperatore Bianco costretto all'esilio da Atlantide dalle forze della magia oscura. Un avvertimento per colui che cerchi di entrare: non sempre la via più facile è la più sicura."

Harry riferì al giovane compagno ciò che aveva letto provocando in lui un misto di stupore e rispetto.

- Non sempre la via più facile è la più sicura chissà che vuol dire. -

- Significa attenti dove mettete i piedi, Credo. -

- Bene proviamo ad entrare. -

Il giovane spinse la porta ma essa non si aprì. Riprovò con più forza, niente, allora provò a tirarla, senza successo. Guardò scoraggiato Harry.

- Temo che dovremmo trovare il congegno di apertura. - Rispose alla domanda non fatta

- Come? -

- Contempla la porta e fai si che ti dia la risposta. -

- Che vuol dire? -

- Un mio amico in una situazione simile mi rispose: un uomo per avere successo non pensa idee confuse ma agisce. -

- Io ho agito. -

- Certo, ma hai saltato la prima parte "non pensa idee confuse". -

Il giovane non rispose ma si limitò a contemplare la porta e la parete in cui era incardinata, dapprima non riusciva a distinguere alcunché di utile poi si accorse che su un sasso alla destra della porta vi era raffigurato una lettera uguale a quella della iscrizione appena letta da Harry. Su un suo consiglio guardò ancora più attentamente le due lettere e si accorse che erano fissate su un perno che permetteva loro di ruotare su se stesse. Se capovolte raffiguravano una lettera diversa, come per esempio i nostri numeri sei e nove, quindi si accorse di aver trovato una possibile chiave per entrare. Cautamente capovolse le due lettere e alla fine sentì un colpo secco mentre la porta si aprì di alcuni centimetri. La spinse e si ritrovarono a contemplare una stanza vuota a forma di cupola, con un pavimento formato da grosse piastrelle di legno. In fondo su una parete dorata faceva bella mostra di se una lunga iscrizione sempre in quell'antichissima lingua.

- Andiamo. - Disse il giovane, entrando nella stanza.

Prontamente Harry lo afferrò per la collottola e lo fermò.

- Che stai facendo? - Urlò arrabbiatissimo il giovane.

- Ricorda "Non sempre la via più facile è la più sicura". -

- Che vuol dire? -

Harry non rispose. Raccolse un sasso dal pavimento di quell'anticamera e lo lanciò nella stanza sul pavimento di legno. Il sasso colpì una piastrella che improvvisamente cedette all'ingiù, come se fosse una botola al contrario, per poi ritornare al proprio posto. Non si sentì alcun tonfo che il sasso avrebbe dovuto provocare con il pavimento sottostante, perciò dedussero che sotto ci fosse un baratro quasi senza fine.

- Grazie. - Si era aperta una breccia nella diffidenza del giovane apprendista. - Che facciamo? -

- Se non sbaglio il tuo maestro ti ha insegnato qualcosa che si chiama la camminata del potere. -

- Si! Come lo sai? -

- Un mio amico me ne ha parlato. -

- Quello che ti ha insegnato a combattere? -

- Proprio lui. -

Rimasero fermi a contemplare il pavimento per alcuni minuti senza però poter distinguere la via che avrebbe permesso a loro di raggiungere l'altro capo della stanza.

- Che facciamo? - Chiese il giovane.

- Smorza i pensieri adotta la camminata che ti hanno insegnato e ... andiamo. -

Il giovane si concentrò mosse un passo e trovò una piastrella che reggeva il suo peso, si stabilì su di essa seguito da Harry. Poi fece un altro passo e si sentì afferrare mentre la piastrella cedeva aprendo la via verso il baratro.

- Che ti ha detto di fare, il tuo maestro, mentre muovi un passo? -

- Di non pensare a niente. -

- Che cosa stavi pensando? -

- Ah beh ... a cosa avremmo trovato dall'altra parte. -

- L'altra parte non esiste c'è solo il cammino quindi non pensare, tieni i piedi sul pavimento. -

Fece un altro passo a destra questa volta e la piastrella li sorresse, poi ne fece un altro e di nuovo fu afferrato per impedirgli di cadere di sotto.

- Questa volta? -

- Mi sono spaventato, temevo di non farcela. -

- La fiducia in te stesso dovrebbe accompagnare le tue azioni. Citazione del mio amico. -

Ripresero a camminare e altre due piastrelle furono trovate, il giovane si voltò e guardò il percorso appena fatto. Sembrava ci fosse uno schema una avanti a destra e due avanti a sinistra poi una avanti a destra. Credendo di aver individuato la mappa posò il piede su quella a sinistra sentendosi immediatamente afferrare mentre la piastrella si apriva.

- E adesso? - Chiese il giovane.

- Le cose non sono mai come appaiono. -

Il giovane sembrò rifletterci poi si concentrò di nuovo e riprese a camminare trovò la piastrella giusta, la prossima e la prossima ancora ormai erano quasi arrivati. Ad un tratto si fermò sentiva che qualcosa non andava, sentiva che qualsiasi piastrella intorno avrebbe ceduto, fece una prova, con un piede esercitò una pressione su una piastrella confinante e quella cedette. Sconsolato guardò Harry.

- Dobbiamo saltare e non abbiamo alcuna possibilità di correggere uno sbaglio. -

- Come facciamo scoprire quale piastrella è quella giusta. -

- Lasciati guidare dal potere. -

- Cosa intendi. -

- Esattamente quello che ho detto. Ed è esattamente quello che il mio insegnate mi disse quando combattevamo. Come farlo sta a te questa è la tua impresa. -

Il giovane rimase li fermo riesaminando il percorso fatto fin'ora e i suoi errori, la spavalderia, la paura, la lucidità tutte cose che nascevano da sé stesso. Cercò di abbandonare tutto questo e trovò infine la fiducia che sgorgava dal profondo di sé. Contemplò le piastrelle e noto che una sola di quelle che costeggiavano la parete dava una sensazione di stabilità, ai suoi occhi pareva ergersi su tutte le altre. Nessun dubbio ora occupava la sua mente nessun pensiero la annebbiava, come se niente fosse saltò e raggiunse la parete con la scritta. Harry lo seguì e si trovarono tutti e due a contemplare una lunga serie di strani caratteri. Per quanto si sforzasse i segni al giovane discepolo apparivano senza senso ma cominciavano a diventare chiari nella mente di Harry che cominciò a leggere.

"Negli ultimi giorni di Atlantide la guerra infuriava e i seguaci di coloro che seguivano la magia nera ebbero il sopravvento, l'Imperatore Bianco e il suo gruppo di consiglieri vennero esiliati dalla Città dei Cancelli D'Oro, sede del comando centrale, dopodiché gli stregoni misero uno di loro sul trono. L'Imperatore Bianco, i suoi consiglieri e la maggior parte dei re, erano al quel momento sufficientemente coscienti delle interrelazioni di tutte le forme di vita, potendo cosi' prevedere le conseguenze della stregoneria. Tutto questo diede il via alla grande migrazione, l'Imperatore Bianco e i suoi seguaci, evasero dalla prigione in cui erano stati relegati, incominciarono a spostarsi in varie parti del mondo nel tentativo di salvare se stessi e la loro gente dal disastro che avevano previsto. Due di questi seguaci erano gemelli dotati di forti poteri telepatici capaci di comunicare tra loro attraverso grandi distanze. Uno di loro migrò verso Est e si stabilì in questa valle l'altro migrò verso Ovest in un luogo chiamato all'Entrata del Pozzo situata nel Messico Centrale. La loro magia era potente e riuscirono a costruire un passaggio segreto tra le due regioni. Il passaggio era ben nascosto dietro alla cascata dorata di questa valle visibile solo quando le luci del tramonto illuminano l'ultima parte di essa prima che formi il piccolo lago sottostante. Questo passaggio conduce direttamente sulla sponda di un cenote, un tipo di grotta con presenza di acqua dolce, ingresso nascosto della loro città. Alla destra di questa scritta viene conservato un archivio degli avvenimenti che hanno reso Shambala quello che è diventata, documenti che dovranno essere letti da ognuno che si appresti a governarla."

- Adesso è chiaro il motivo per cui siamo arrivati fin qui. - disse Harry.

- Chiaro? -

- Si per me era vitale scoprire come raggiungere quell'altra città per te scoprire come si governa questa valle. Ora possiamo fare ritorno. -

- Ma io dovrei leggere i documenti. -

- Certamente, quindi memorizza dove mettere i piedi visto che dovrai scendere qua sotto molte volte. Andiamo ora. -

Realizzando la cosa il giovane apprendista si accordò con Harry e intraprese la via del ritorno. Quando attraversarono il corridoio semibuio che costeggiava le celle dei monaci incontrarono il monaco anziano.

- Complimenti per come avete raggiunto il vostro scopo. - Disse sorridendo.

- Grazie maestro, ma gran parte del merito è suo. - Rispose indicando Harry.

- Pochi hanno saputo trovare la strada e pochi hanno potuto leggere quegli antichi documenti. Ma coloro che l'hanno fatto sono stati gli artefici dell'età d'oro di questa valle. -

- Devo andare, probabilmente arriveranno tre personaggi uno rosso di capelli, uno calvo e un indiano d'America che chiederanno di noi. Dite all'indiano che siamo andati nello Yucatan. Riguarda una promessa. - Disse Harry

- Capisco e che l'occhio di Shiva illumini la vostra strada. -

Harry salutò il maestro e il suo discepolo e si incamminò per raggiungere i suoi amici, affrettandosi perché il tramonto era ormai prossimo a venire.

- Finalmente! Dov'eri finito? - Sbottò Hermione non appena lo vide.

- Aiutami a radunare gli altri ce ne andiamo. -