Chichén Itzà


Si affrettarono e in breve tempo gli otto amici si radunarono nel porticato, Harry li mise al corrente del prossimo luogo da raggiungere e si incamminarono lungo la strada che avevano percorso per entrare nel monastero. Raggiunsero l'ingresso del passaggio da dove erano sbucati ma non vi entrarono il sentiero proseguiva in discesa lungo il fianco della montagna. Fiori bellissimi e sconosciuti ornavano le scarpate rocciose che costeggiavano il sentiero, il loro profumo era una tentazione per gli otto amici di rallentare e perdere l'attimo del giorno in cui il passaggio diveniva praticabile. Il loro scopo era forte quindi accelerarono il passo e si diressero verso il fondo della valle, Incrociarono i monaci che stavano risalendo verso il monastero e li salutarono proseguendo verso il punto in cui la strada subiva una biforcazione. Una conduceva alla cascata mentre l'altra portava ai villaggi della valle, presero la via dalla quale proveniva un rumore come un leggero rombo di tuono e ben presto il sentiero si trasformò in una pietraia. I massi erano in precario equilibrio l'uno sull'altro e proseguire su di essi rappresentava il rischio di scivolare e farsi male. Hermione cercò di lanciare un incantesimo per renderli stabili ma senza successo, i massi continuavano a mantenere il loro precario equilibrio, non restava altro che saltare da uno all'altro cercando quelli più stabili.

- Faremo così: io e Mirina andremo avanti, sperando di non farci troppo male, se imbrocchiamo il percorso seguiteci. -

Così fecero, grazie al loro allenamento nelle arti marziali riuscirono a scorgere il punto di maggior solidità in quell'immensa pietraia, saltando da un masso all'altro riuscivano ad aprire la strada per coloro che li stavano seguendo. Così senza troppi guai, solo Ron scivolò da un masso ma senza farsi male, riuscirono ad avvicinarsi alla cascata. Il rombo provocato dalla caduta dell'acqua divenne assordante, una nebbiolina colpita dagli ultimi raggi di quella giornata formava un bellissimo arcobaleno, ma avvertiva anche che avrebbero dovuto affrettarsi per trovarsi dietro la massa d'acqua quando veniva illuminata dal sole al tramonto. Arrivarono alla riva del laghetto e si misero a correre lungo la sua sponda il boato era assordante ma non se ne curarono mentre scivolavano spalle alla roccia fin dietro alla cascata, il rumore e l'umidità erano quasi insopportabili ma dall'alto sembrava scendere una massa d'oro. Erano i raggi del tramonto che stavano illuminando la parte terminale della cascata, tenendo a fatica gli occhi aperti riuscirono a vedere la massa d'acqua diventare il colore dell'oro e in mezzo a quell'oro si formò un'immagine di un pozzo circolare circondato da rocce stratificate.

- Presto andiamo! - Disse Ron lanciandosi in quell'immagine.

Gli altri lo seguirono per ritrovarsi immersi in una grande pozza d'acqua, velocemente emersero raggiungendo a nuoto la riva, erano inzuppati tuttavia erano giunti nel luogo dove avrebbero potuto compiere la loro ultima impresa prima del ritorno. Rimasero ad asciugarsi al sole per un paio di ore riposandosi e cercando di smaltire le fatiche dei giorni precedenti. Ormai asciutti, stavano ancora godendosi i caldi raggi del sole quando un rumore di rametti spezzati li mise in guardia, alla loro destra qualcosa sembrava muoversi nei cespugli. Le mani corsero veloci alle bacchette mentre Harry si alzò per accertarsi che non vi fosse alcun pericolo. Si diresse verso i cespugli senza vedere l'essere che aveva provocato quei rumori si addentrò ulteriormente nella boscaglia quando sentì:

- Pss Pss ... -

Guardò nella direzione dalla quale proveniva quel richiamo e vide un bambino, era molto spaventato ma gli stava facendo cenno di seguirlo. Harry gli si avvicinò quando alle loro spalle sentirono un rumore di passi felpati, si acquattarono sotto un grosso cespuglio per vedere chi fosse. Attesero pochi secondi e poi la sagoma di Enceladus si mostrò alla loro vista, sollevato Harry gli sussurrò di abbassarsi e di nascondersi sotto al grosso cespuglio.

- Chiedi al ragazzino che cosa lo sta preoccupando. - Disse

Enceladus porse la domanda ma come risposta ricevette un segno di silenzio e l'invito a seguirlo. Attenti a non fare rumore seguirono il ragazzino fino a una ripida parete rocciosa nascosta da un'intricata selva di piante rampicanti e grossi cespugli. La loro guida li condusse attraverso ai cespugli e sotto ai rampicanti fino a giungere all'ingresso di una caverna ben nascosta dalla folta vegetazione. Entrarono nella caverna e fatti pochi passi si sentirono afferrare da dietro e immobilizzati. Furono condotti in una grotta laterale illuminata da diverse torce e posti in una zona ben illuminata.

- Liberateli riconosco uno di loro. -

Ordinò una voce che proveniva dalla zona più buia della grotta, la persona che aveva dato l'ordine si mostrò parandosi davanti a Enceladus.

- Mio caro Ixtil hai fatto finalmente ritorno. - Disse abbracciandolo. - La notte scorsa ti ho sognato, arrivavi da una terra molto lontana in compagnia di alcuni amici per questo motivo ho mandato il ragazzino a cercarvi. -

- Sono molto felice di rivederti Xoloc, ma che cosa sono tutte queste misure di segretezza e perché rimanete nascosti? ... Aspetta a rispondere che metto al corrente il mio amico di chi sei. -

Enceladus spiegò ad Harry che la persona con cui stava parlando era il padre del suo più caro amico nel tempo in cui aveva vissuto con loro. Sentendo che stavano parlando in inglese Xoloc riprese il suo racconto in quella lingua.

- Da circa un anno uno stregone proveniente da Tula soggiogò i nostri governanti, i tre saggi, e li costrinse alla prigionia all'interno della piramide. I tre saggi erano i "maghi dell'acqua" più potenti della zona ma a nulla valsero i loro sortilegi contro quello stregone. Furono rapidamente catturati e tenuti prigionieri mentre il resto della popolazione fuggì per nascondersi in queste grotte. Solo pochi giovani soggiogati dal potere seguirono il malvagio stregone ed ora sono i suoi assistenti. -

- Ho capito. - Disse Harry. - "Maghi dell'acqua"? -

- Vedi il nome di questa città: Chichén Itzá deriva dalle parole chi - "bocca" e ch'en - "pozzo", e significa letteralmente "Alla bocca del pozzo degli Itza". A sua volta, il nome "Itza" viene in genere ricondotto a itz - "magia" e (h)á - "acqua", e tradotto in "maghi" o "streghe" "dell'acqua". Ovvero il titolo onorifico dato ai saggi che governano gli Itza. -

- In che modo ritenete che possiamo esservi utili? -

- Credo siate gli unici in grado di contrastare quello stregone, in base a quanto ho visto nel mio sogno, anche se il finale purtroppo mi è stato celato. -

Non appena ebbe finito di parlare qualcosa nella tasca di Harry cominciò ad essere caldo, molto caldo, era il doblone incantato. Subito lo estrasse e ne scrutò l'immagine era una stanza molto buia e vedeva i suoi amici legati, non erano stai tutti catturati da quello che si poteva intuire. Mostrò l'immagine che si era formata nel doblone a Xoloc che riconobbe l'interno della piramide a gradini. Scartò l'idea di materializzarsi all'interno non sapendo a cosa sarebbe andato incontro quindi decise di ritornare indietro verso la piramide seguito da Enceladus. Uscirono dai cespugli e per poco non incocciarono in Mirina e Ron che spaventati raccontarono come gli altri furono catturati e come loro due erano riusciti a fuggire. Furono sorpresi da alcuni giovani che parlano una lingua strana e cavalcavano degli strani animali simili a un drago senza zampe e dalle ali e coda piumate, quelle bestie sembravano vederci molto bene e come i draghi avere un soffio infuocato letale. Non ebbero nemmeno il tempo di estrarre le bacchette venendo subito catturati ma a causa della sua grande abilità nel corpo a corpo Mirina e lui riuscirono a scappare e a nascondersi nei cespugli. Harry disse che erano tenuti prigionieri nella piramide a gradoni e che avrebbero dovuto liberarli al più presto, perché nell'immagine che si era formata sul doblone aveva visto, in alto, dei corpi appesi richiusi entro dei bozzoli, come le prede dei ragni, Ron confermò, dato che anche lui aveva visto la stessa cosa. Sempre rimanendo nascosti dagli alberi e dai cespugli si avviarono verso la piramide, evitando qualsiasi rumore, attraversarono il boschetto e arrivarono davanti a quella antica costruzione ma per poterla raggiungere avrebbero dovuto percorrere alcune decine di metri allo scoperto senza alcuna possibilità di nascondersi. Sfortunatamente il mantello dell'invisibilità, mai così tanto desiderato, era rimasto nella borsa di Hermione e la vista di ciò che stava avvenendo fuori dalla prigione non li stava aiutando. Infatti il luogo era pattugliato da quattro giovani a cavallo di quegli strani draghi, era impensabile attraversare senza essere visti.

- Vado avanti io, mi sembra di riconoscere, uno di quei giovani. - Disse Enceladus.

Senza attendere il consenso dei suoi amici uscì dal boschetto e si diresse verso uno di loro, fu riconosciuto e si fermò a parlare, la discussione si protrasse per alcuni minuti e dal loro nascondiglio non riuscivano a comprendere cosa stava succedendo nonostante il grande gesticolare dei due. La discussione infine terminò il cavaliere e il suo destriero si allontanarono mentre Enceladus raggiunse i suoi amici.

- Ho fallito, non c'è nessuno spazio per negoziare la liberazione dei nostri amici. -

- Dobbiamo dunque fare un'azione di forza? - Chiese Mirina.

- L'unica cosa che hanno detto è che avrebbero liberato gli ostaggi se, e solo se, venissero sconfitti al Tlachtli. -

- Che cos'è? - chiese Ron.

- Una specie di Quidditch locale. Si gioca a cavallo di quegli animali in squadre di quattro o più persone. Per fare punto bisogna infilare con la palla un anello posto in alto su di un muro. La palla va infilata dalla parte in cui si viene schierati se la si infilasse dall'altro lato il punto andrebbe agli avversari, ovviamente si può giocare in qualsiasi parte del campo. Chi per primo segna cinque volte ha vinto. Questo è il loro modo di praticare quel gioco. -

- Ci hai mai giocato? -

- No, non avevo mai visto nemmeno quelle bestie prima d'ora. -

- Va bene accettiamo. - Disse Harry – Tu, però, devi negoziare un po' di tempo affinché ci possiamo famigliarizzare con quegli animali. -

- Ammesso che li sappiate cavalcare, vi daranno i più riottosi e imbizzarriti. -

- Sappiamo! Siamo in quattro, quindi ci sei dentro anche tu. Non è detto che sia uno svantaggio avere quel tipo di cavalcature di solito i più riottosi sono anche i migliori. -

- Per tutti gli dei hai veramente calcolato la grande quantità di rischi a cui andiamo incontro? -

- No ma sappi che noi abbiamo un vantaggio: non possiamo fallire. Quindi torna da quel ragazzo e digli che accettiamo cerca di ottenere quanto più tempo sia possibile per famigliarizzare con gli animali. -

In preda a grossi dubbi Enceladus lasciò il boschetto e si diresse di nuovo verso la piramide, di nuovo ingaggiò una lunga discussione con quello strano cavaliere e dopo alcuni minuti fece ritorno.

- Sfida accettata, ci hanno concesso del tempo, non molto in effetti, quando l'ombra del cerchio in cui si dovrà infilare la palla sarà perfettamente perpendicolare la partita avrà inizio. -

- Bene andiamo a domare i nostri destrieri. -

Harry e Mirina uscirono allo scoperti seguiti da Ron e Ency alquanto timorosi e instabili sulle gambe.

- Harry tu sei pazzo! Le hai viste, quelle bestie ci arrostiranno. -

- Non ti preoccupare ce ne occuperemo una volta che le avremo di fronte. -

Arrivarono davanti alla piramide, incontrarono i quattro sfidanti che li derisero perché tra loro c'era una donna. Non ci fecero caso ma, tramite Enceladus, chiesero di poter famigliarizzare con i loro destrieri. In risposta dissero che due erano pronti e altri due dovevano essere trasportati da un recinto situato nelle vicinanze. Il che si manifestò come una fortunata coincidenza perché solo Mirina e Harry sapevano come tener testa a tali bestie. In men che non si dica due draghi furono portati al loro cospetto, avevano piume molto più brillanti e un aspetto più fiero rispetto alle cavalcature dei loro avversari. Mirina e Harry fronteggiarono una bestia per ciascuno guardandole dritte negli occhi senza abbassare lo sguardo, quel tipo di combattimento durò per alcuni lunghissimi minuti poi il drago di Harry abbassò la testa e mitemente si fece avanti. Harry gli si avvicinò lentamente senza mai distogliere lo sguardo fino ad arrivare in prossimità dell'orecchio sinistro. Si fermò e sussurrò qualcosa in serpentese all'animale che si arrese sottomettendosi, sussurrò di nuovo qualcosa e poi fece cenno a Ron di avvicinarsi. Tremante come una foglia nel vento mattutino si avvicinò.

- Forza, fifone, saltagli in groppa. Tieniti saldo ma attento a non strappargli le piume. -

- Se muoio ti uccido Harry. -

Balbettò mentre saliva sul suo destriero, non successe niente allora prese coraggio e diede un leggero colpetto con il tallone sul fianco dell'animale. Spiccò il volo velocemente e Ron dovette aggrappasi al suo collo per bilanciare l'improvvisa accelerazione, tuttavia trovò che cavalcare quella creatura fosse più semplice del previsto. Mentre stava divertendosi a sorvolare la zona anche Mirina aveva domato con lo sguardo il suo animale, Harry sussurrò le stesse cose ricevendo anche qualche risposta e una richiesta, se la creatura lo avesse aiutato avrebbe dovuto rendergli la libertà. Ottenuto l'assenso il drago divenne docile come un agnello così Ency poté cavalcarlo senza problemi. Nel frattempo arano arrivati i quattro giovani con altri due draghi persino più temibili di quelli precedenti uno continuava sputare fuoco ed era impossibile avvicinarsi mentre l'altro continuava a dimenarsi. Mirina si parò davanti a quest'ultimo fissandolo decisamente negli occhi, mentre Harry si mise a correre verso lo sputafuoco cercando di evitare il suo caloroso benvenuto. Ci riuscì e in un attimo, con un gran balzo salì in groppa abbracciando il collo della bestia, nel frattempo incominciò a sussurrare all'orecchio in serpentese. Scoprì che il drago era il capobranco, arrabbiatissimo per essere stato catturato lui stesso e i suoi compari ma ancora più arrabbiato perché le femmine erano state domate e usate per quel gioco dai quattro ragazzi. Ora Harry iniziava a capire come mai le loro cavalcature erano così difficili, notoriamente i draghi maschi erano molto fieri e indomabili a differenza delle femmine. Promise al capo che se fossero riusciti a compire la loro missione avrebbero liberato il branco dalla schiavitù in cui era relegata. Detto fatto, ora i quattro amici stavano cavalcando i loro destrieri sentendosi sempre più a loro agio nel cielo azzurro dello Yucatan. L'ora stabilita per l'incontro era ormai giunta, gli otto cavalieri si ritrovarono nel piazzale rettangolare dove si praticava questo sport. Il muro rivolto a ovest reggeva a circa cinque metri di altezza un cerchio entro cui doveva essere fatta passare una palla piuttosto pesante. Le due squadre si schierarono gli sfidanti si sistemarono con il muro rivolto alla loro destra mentre Enceladus e gli altri nell'altra metà del campo. Harry consigliò a Ron di stabilirsi in prossimità dell'anello nella parte avversaria in modo da impedire alla palla di entrarci mentre ad Enceladus consigliò di volare piuttosto lentamente non molto distante ma in prossimità del cerchio mentre lui e Mirina sarebbero andati alla caccia della palla.