La Morte di Ron


L'indomani Ron e Mirina bevvero la solita vomitevole pozione e insieme ad Hermione lasciarono la stamberga alla volta di Findhorn. Usarono i Thestral per raggiungere un luogo appartato nelle vicinanze del villaggio, poi si unirono alla quantità di turisti in attesa di visitare la Fondazione. La guida faceva loro fare il giro dei meravigliosi giardini ma nonostante la bellezza e la singolarità del luogo a Hermione premeva visitare gli interni per trovare indizi del medaglione. Adocchiò un giardiniere e si rivolse a lui con tono gentile:

- Scusi signore mi potrebbe dire cosa si dovrebbe fare per visitare gli interni? -

- Dannati turisti, vengono in questo luogo calpestano le aiuole e sono così arroganti da voler vedere tutto. -

- Ma ... chiedo scusa ... -

- Segua la guida e non mi faccia perdere tempo. -

Sconfitta Hermione tornò a rimettersi in fila allora fu la volta di Mirina.

- Non ho potuto fare a meno di sentire. Tutti questi turisti stanno rovinando anche il mio lavoro. -

- Non me ne parli, devo continuamente risistemare le aiuole. -

- Invece mi stanno impedendo di contattare l'amministrazione. Sono al primo incarico in questo luogo come ispettore delle tasse, faccio il lavoro sporco per quegli scaldasedie di Edimburgo. -

- Ha perfettamente ragione sono solo capaci di mandare in giro la gente a dare fastidio agli onesti lavoratori proprio come fanno questi turisti. -

- Non ci tengo a fare questo lavoro ma devo guadagnarmi la pagnotta quindi seguirò la fila per presentarmi all'amministrazione. -

- Il suo predecessore non si comportava in questo modo, lui si accordava prima e veniva nel giorno di chiusura. Bel giorno quello. -

- Certo nessun rompiballe in giro. -

- Giusto! Allora visto che è nuova faccia così: segua il vialetto quando arriva a un grosso cespuglio di rose purpuree guardi il muro alla sua destra vedrà una porta bussi la faranno entrare. -

Ringraziò e salutò il giardiniere, si diresse lungo il vialetto trovò la porta e bussò, venne ad aprire una signora anziana con i capelli raccolti in uno chignon perfetto portava un paio di occhiali a farfalla una giacca e un tailleur.

- Buongiorno. -

- Buongiorno sono il nuovo ispettore delle tasse. - Si presentò Mirina facendo svolazzare un tesserino di riconoscimento senza dare il tempo alla signora di controllarlo.

- Prego entri. -

- Molto gentile. - Disse sedendosi sulla poltrona che le veniva offerta.

- Ecco questi sono i libri contabili. -

- Grazie! -

Mirina li controllò accuratamente, chiese un paio di chiarimenti usando un tono estremamente formale poi si mostrò soddisfatta.

- Lei tiene la contabilità in modo perfetto. -

- Grazie! Sono quasi trent'anni che lavoro in questo luogo. -

- Le invidio la sua esperienza. -

- Grazie! -

- Mi concederebbe una domanda a titolo personale se questa non le creasse dei disagi? -

- Prego! -

- Vede il mio predecessore era rimasto colpito dalla vista di un medaglione. Non faceva che parlarmene ma se devo essere sincera la sua memoria non era ottimale in quanto le descrizioni che faceva erano diverse di anno in anno. -

- Certo potrebbe essere il medaglione che portava il fondatore, che Dio l'abbia in gloria. -

- Presumo che ci abbia lasciati. -

- Si un terribile incidente automobilistico lo ha condotto davanti al Signore nel 94. -

- Oh ne sono immensamente dispiaciuta. -

- Si è stata una grande perdita. Portava quel medaglione ogni giorno ma non sono mai riuscita a capire che cosa raffigurasse. Sembrava quasi una clessidra circondata da strani simboli. -

- Se non le fosse di troppo disturbo potrei vederlo? -

- Mi dispiace. Il fondatore lo lasciò tramite testamento a un ragazzino di undici anni. Anche lui ebbe una storia particolare; nel mese di Agosto di quell'anno ricevette una strana lettera proveniente da un castello scozzese, mi pare fosse una scuola o un collegio e da allora non l'ho più rivisto. Sa che non mi ricordo il nome di quel ragazzino. Buffo vero? -

- Grazie per aver soddisfatto la mia curiosità e complimenti per la sua perfetta contabilità. -

- Ma le pare. Arrivederci. -

Mirina lasciò l'ufficio per ricongiungersi ai due "turisti" che stavano ancora seguendo la guida quando la videro lasciarono la comitiva per dirigersi verso il luogo in cui avevano lasciato le loro cavalcature. Fatti pochi passi una spiacevole sensazione colpì Mirina.

- Presto togliamoci dalla strada, temo che qualcuno ci stia seguendo. -

Così dicendo lasciarono la via principale passando tra i cespugli, ma vennero subito individuati da due loschi figuri.

- Eccoli sono loro, hanno il medaglione, prendiamoli. -

Si misero all'inseguimento, Ron e Mirina stavano già seminandoli ma Hermione stava rimanendo indietro, vista la cosa Ron rallentò, nel frattempo gli inseguitori si stavano avvicinando, Hermione tentò di estrarre la bacchetta ma gli inseguitori se ne accorsero.

- Attento ha una bacchetta. - Disse uno dei due.

- Ora la sistemo. Avada Kedavra! -

La maledizione stava per colpire la ragazza quando Ron si lanciò e fece scudo con il suo corpo salvandola, purtroppo rimase colpito stramazzando al suolo morto. Una grossa ondata di rabbia avvolse Hermione che sparò una raffica di incantesimi contro i due malviventi riducendoli ad un ammasso informe di rocce. Poi la rabbia scomparve per lasciare spazio a una tremenda afflizione. Ora se ne stava li in ginocchio sorreggendo la testa di Ron interrompendo ogni tanto il pianto a dirotto con delle frasi sconnesse. Nel frattempo Mirina aveva estratto il doblone per chiamare in loro aiuto i suoi amici.

Harry, aveva appena terminato la sua ultima lezione giornaliera quando sentì la sua coscia bruciare, estrasse il doblone, vedendo Ron esanime sostenuto da una affranta Hermione realizzò quanto fosse successo. Si precipitò alla Stamberga Strillante prese per mano Luna, Demelza e Enceladus per smaterializzarsi. Un attimo dopo erano davanti ai loro amici ancora scossi da quanto era successo.

- Ora è il momento di attraversare quel muro. - Disse rivolgendosi alle due ragazze.

- È sempre qui alla mia destra. - Risposero all'unisono.

Harry non rispose ma afferrò entrambe le ragazze sulla loro spalla destra e diede loro un forte strattone costringendole a fronteggiare la nebbia giallastra. Sentirono l'orecchio destro stapparsi, e una sensazione di distacco che svanì di colpo quando realizzarono che il muro giallastro poteva essere visto da un'altra prospettiva.

- Ora è davanti a noi. - Disse Demelza.

- Io prenderò in braccio Ron, Mirina e Hermione mi terranno sottobraccio mentre voi due sarete alle estremità Demelza terrai sottobraccio Mirina mentre Enceladus terrà da una parte Hermione e dall'altra Luna. -

Si sistemarono come pianificato, Hermione era in stato di shock e doveva essere sostenuta principalmente da Ency ma anche da Harry che reggeva il corpo di Ron.

- Andiamo. Ma non mollate la presa per nessun motivo. -

Si avviarono sembrava di attraversare uno spesso strato di colla poi sentirono un risucchio che colpì principalmente le due ragazze all'estremità della catena per ritrovarsi in quella landa desolata di sabbia giallastra. Sciolsero la catena, tutti erano molto scossi tranne Harry che adagiò il corpo di Ron sulla sabbia. Attese che riprendessero fiato poi disse:

- Ora cercheremo di dargli un po' della nostra vita. Sigfrido mi ha detto che in questo mondo un vivo può riportare in vita un morto soffiandogli in bocca. Quindi gli faremo una buona respirazione bocca a bocca. -

A turno soffiarono nella bocca di Ron, ultima fu Hermione ma non appena ne ebbe toccato le labbra Ron cominciò a tossire e a agitarsi. Lo lasciarono fare per alcuni secondi poi si riprese e si mise a sedere.

- Miseriaccia! Dove siamo? -

- Ron! - Hermione lo abbracciò con tale impeto che lo stese di nuovo a terra.

- Quando Ron riuscì a districarsi realizzò quanto fosse successo.

- Allora sono morto e risuscitato? -

- Si! Temevo di averti perso per sempre. - Disse tra i singhiozzi Hermione.

- Visto che ti sei rimesso in forma che ne dici di tornare nel nostro mondo? - Chiese Harry

- Nessuna obiezione. -

Riformarono la catena precedente, stavolta Ron era sottobraccio di Hermione e Harry e riattraversarono quel muro colloso per ritrovarsi davanti alla Stamberga Strillante. Furono immediatamente raggiunti da Neville che aveva appena terminato i suoi compiti di docente e passarono il resto del giorno scaricando le intense emozioni provate. Harry spiegò a coloro che non riuscivano a vederlo che cos'era quella nebbia giallastra ovvero il confine tra i mondi e perché solo alcuni di loro riuscivano a vederlo. In effetti solo le persone che avevano raggiunto un certo grado di abilità nel sognare riuscivano a vederlo. Ora che lo avevano attraversato le probabilità di percepirlo, per gli altri, erano notevolmente aumentate. Poi si passò all'altro argomento, la visita a Findhorn. Prima che Mirina iniziasse il resoconto Hermione la interruppe:

- Ho una domanda. -

Mirina la guardò con aria interrogativa.

- Come hai fatto ad ottenere la collaborazione del giardiniere e dell'ufficio in cui sei stata? -

- Adattandomi al loro livello di energia, ovvero alle emozioni che le persone mostravano. Il giardiniere era ovviamente risentito, doveva continuamente riparare i danni alle aiuole che i turisti provocavano. Anch'io mi sono mostrata risentita sia sui turisti sia sugli agenti delle tasse e in questo modo abbiamo avuto un accordo che mi ha concesso la sua fiducia. Mi sono comportata allo stesso modo con la segretaria una donna molto conservatrice, quindi mi sono mostrata anch'io allo stesso modo ottenendo le risposte che stavo cercando. È curioso ma è quasi la stessa tecnica che si usa nell'addestrare gli animali. -

- Per la miseria è quello che ci ha insegnato quel mago in Messico. - Esclamò Ron come se potesse ricordarlo solo in quel momento.

Esaurito l'argomento, Mirina confermò i sospetti di Harry ovvero che il medaglione non fosse in quel luogo, mise al corrente gli amici che bensì fosse stato di proprietà del fondatore della comunità, sin dal 1994 non se ne avevano più notizie. Fu ereditato da un ragazzo che andò a studiare in un "collegio" situato in un castello in Scozia.

- Hogwarts! - Esclamò Ron

- Si ma per ora non ho trovato niente che ci possa aiutare. - Disse Harry

- Ricapitoliamo! - Disse Hermione. - Sappiamo che un alunno iniziò i suoi studi nel 1994, nessuno si ricorda chi fosse e che aspetto avesse, tuttavia Minerva disse che era una specie di genio in Pozioni. Conosciamo bene l'abitudine di Lumacorno di selezionare con attenzione i suoi "preferiti" ad Hogwarts, a volte per la loro ambizione o cervello, altre volte per il loro fascino o talento, e ha una straordinaria abilità nel scegliere quelli che stanno per diventare eccezionali nei loro vari ambiti. Penso non si sia fatta sfuggire l'occasione di avere quel ragazzo nel club dei suoi preferiti. -

- Potresti aver ragione, ma se nemmeno Minerva si ricorda di lui come potrebbe Horace? -

- Come hai fatto ad ottenere le informazioni sugli Horcrux? -

- Facendomi dare un suo ricordo ... Geniale! -

- Posso farlo io stavolta. Sono la persona che con Enceladus lo conosce meglio, e il ricordo da ottenere non è poi così imbarazzante come quello che hai ottenuto tu. - Disse Neville.

- Splendido. -

Passò una settimana prima che Neville riuscisse ad ottenere il ricordo nel frattempo le lezioni del professor Tang continuavano specialmente quelle "originali" rivolte alle matricole. Avevano superato gli esercizi riguardo al corpo sia con gli occhi chiusi che con gli occhi aperti. Non ci fu alcuna ulteriore intromissione da parte di Malfoy.

- Bene voglio congratularmi con voi per i progressi e i risultati che avete raggiunto. Ora parleremo della più grossa difficoltà che uno studente che ambisca a diventare un grande Mago debba superare. Qualcuno potrebbe indicarmela? -

Ci fu un silenzio di tomba tuttavia gli alunni fissavano il loro professore con occhi curiosi.

- L'importanza personale! Io sono meglio di te, sono il migliore, devo distinguermi ecc. sono quelle aspirazioni che portano a commettere azioni di magia oscura. Ora vi dirò che cosa si intende con Magia Oscura. Sono tutte quelle azioni che vanno contro la possibilità di sopravvivere dei nostri simili e del mondo intero. Quasi tutte le azioni "cattive" provengono da quella smisurata fonte di "importanza personale" che c'è in ognuno di noi. L'esercizio che faremo vi aiuterà ad individuarne la fonte e, spero, a controllarla. -

L'attenzione della classe aveva raggiunto il massimo, gli alunni si raccontavano le scemenze combinate e le punizioni avute dai genitori a causa di quel fattore.

Quando il brusio terminò Tang riprese:

- Ora vi metterete l'uno di fronte all'altro e a turno vi insulterete, vi prenderete in giro, vi minaccerete ecc. Ogni reazione da parte della persona che subisce verrà considerata un errore. Non sono ammesse azioni di violenza o contatto fisico ma qualsiasi cosa vi venga in mente per offendere il vostro compagno è lecita. Buon lavoro. -

Metà della classe trovava la cosa divertente, specie i ragazzini che avevano subito qualche angheria da parte dei compagni, l'altra metà invece sembrava una teiera in ebollizione. Il trambusto in quella classe aveva assunto toni da rivolta popolare e ben presto la Preside fece irruzione.

- Professor Tang cosa sta succedendo. -

Il professore accompagnò fuori dall'aula la Preside e rispose:

- Sto insegnando. -

- Per la barba di Merlino che tipo di insegnamento è questo! -

- Controllo delle emozioni. Non vorrei che i miei allievi si comportassero come me al quinto anno, dove avevo fatto azioni assurde a causa del cattivo controllo sulle mie emozioni. -

- Ma è il metodo che sto indagando. -

- Se si riesce a superare impassibilmente gli insulti e le malignità che ci vengono rivolte si riuscirà anche a controllare le proprie emozioni e ad agire con razionalità. -

- Devo dire che Draco ha ragione i suoi metodi sono alquanto bizzarri. - Disse sorridendo Minerva congedandosi.