L'Isola Che Non C'è


Quel fine settimana era il periodo stabilito per tentare di raggiungere Avalon i compiti furono distribuiti. Luna tramite Hagrid avrebbe procurato due barche, Neville essendo un Grifondoro avrebbe chiesto la spada al Cappello Parlante, Hermione avrebbe custodito la giratempo mentre Luna e Demelza avrebbero preparato il necessario per il viaggio compreso il custodire gli altri tre oggetti. Tutti poi prima di imbarcarsi avrebbero lanciato incantesimi di protezione e di disillusione sulla barca in modo da non essere individuati. Partirono dal porticciolo delle barche all'alba l'acqua aveva uno strano colore nerastro dal quale il lago aveva preso il nome. Harry pronunciò lo stesso l'incantesimo che Hagrid aveva usato per andarsene dalla catapecchia sullo scoglio, in cui lo zio Vernon e famiglia si erano rifugiati per sfuggire ai gufi. Le imbarcazioni filavano veloci allontanandosi dal castello, Harry teneva d'occhio il disegno in modo da poter distinguerne lo sfondo ed individuare così la posizione dell'isola. Finalmente arrivarono in un punto in cui il disegno e il paesaggio circostante coincidevano. Le barche si fermarono Harry disse a Hermione di azionare la giratempo stimò che ci volessero tre giri. Hermione radunò i suoi compagni tutti sulla barca vuota passò la catena attorno ai loro colli, mentre Harry lanciava un incantesimo di ancoraggio per fissare la barca, azionò lo strumento. Immediatamente davanti a loro apparve l'isola mentre la seconda barca scomparve, era una splendida visione, un corta striscia sabbiosa faceva da contorno a prati verdissimi costellati da alberi di mele, il pendio saliva gradatamente fino a raggiungere un altopiano, sul quale era stato costruita un villaggio dalle strane case, sembravano trulli. Leggermente più in alto si stagliava un castello formato da una singolare aggregazione di quei trulli con il tetto a cono. Dietro al castello sorgevano i due picchi rocciosi che sostenevano i due cristalli responsabili del controllo temporale. La spiaggia era a poca distanza e fu facilmente raggiunta, individuarono una strada che attraversando quel magnifico paesaggio raggiungeva il villaggio. Salirono a passo deciso, senza incontrare ostacoli, le persone che incontravano si limitavano a salutarli amichevolmente. Ben presto raggiunsero il castello qui furono intercettati da un'anziana signora.

- Benvenuti a Avalon, sono Gliton, vi aspettavo per accompagnarvi alla presenza di Morgana colei che dirige la nostra comunità, prego seguitemi -

Senza attendere risposta si avviò verso l'entrata, gli otto la seguirono in silenzio. Attraversarono una grande stanza a forma circolare, furono fatti salire lungo un'ampia scala a chiocciola fino ad arrivare davanti a un portone finemente intagliato che rappresentava una stranissima città con lo stesso aggeggio applicato sopra due enormi torri. Gliton bussò dolcemente, la porta si aprì lentamente e i ragazzi furono fatti entrare. Si trovarono davanti a una copia della persona che li aveva introdotti solo che la sua personalità emanava rispetto e dolcezza allo stesso tempo.

- Benvenuti nell'isola che non c'è! - Li salutò facendo cenno di accomodarsi. - So perché siete qui e devo riconoscervi delle doti straordinarie. Nessuno a parte Merlino era riuscito a trovare quest'isola. Invero il suo compito è stato più facile, l'isola seppur protetta da antichi incantesimi si trovava ancora nel suo tempo. Ora grazie a un suo accorgimento è indietro di tre giorni rispetto al vostro quindi è l'isola che non c'è a tutti gli effetti. -

- Grazie di averci accolti. Abbiamo intrapreso questa avventura per ... -

- Conosco le motivazioni che vi hanno condotto qui signor Potter. Forse avreste potuto anche evitare un simile viaggio. -

- Di grazia perché dice questo? -

- Conosci la spada. - Disse sorridendo. - Non è difficile da scoprire.

- Come abbiamo fatto a non pensarci. Le armi forgiate dagli elfi e specialmente la spada assorbe solo ciò che le fortifica. Abbiamo fatto un viaggio inutile. -

- Mia cara Hermione, hai ragione ma non del tutto. Questa spada è stata forgiata in tempi molto remoti quando il mondo era molto diverso da quello odierno, e per un particolare processo deve tornare in questo luogo ogni anno. Qualcuno la deve portare oggi è toccato a voi. -

- Ogni anno? -

- Si signor Weasley temo però che il nostro concetto di anno sia molto diverso dal vostro. L'ultimo che portò la spada prima di voi fu Merlino. Ora chiamerò l'Elfo che si occuperà di essa. -

Batté le mani e un elfo apparve nella stanza, gli consegnò la spada affinché la esaminasse. L'elfo la guardò attentamente poi estrasse dalle sue tasche delle stranissime foglie e con esse la lucidò. Poi con delicatezza la appoggiò sul tavolo davanti a Morgana.

- Grazie Rodrick! -

L'elfo nel lasciare la stanza sorrise.

- Ora dovete mettere davanti alla punta della spada gli altri tre oggetti che avete con voi. In questo modo il potere rinnovato di quegli oggetti la fortificheranno maggiormente. -

Luna estrasse gli oggetti dal suo zaino e fece quanto detto da Morgana. Una volta posizionati una luce abbacinante si sprigionò dal tavolo impedendo agli occhi dei presenti di distinguere qualsiasi particolare del luogo, poi la luce piano piano diminuì di intensità finché scomparve.

- C'è ancora una cosa che dovete sapere, Merlino riuscì a trovare il luogo dove i sopravvissuti di Atlantide avevano portato i loro tesori. Questo luogo è ricaduto nell'oblio, sebbene la leggenda narra che si trovi da qualche parte in Africa, ma poco importa due di essi sono conosciuti, uno è la giratempo che vedete qui sopra al castello e l'altro è il Giant's Dance. È li che dovrete essere, con i quattro oggetti, nel mattino dell'equinozio primaverile, se volete avere successo, portate con voi in quel luogo gli amici più fidati e sinceri. Ora dovrete affrettarvi i tre giorni stanno per scadere, ricordate che in questo luogo il tempo scorre diversamente. -

- Grazie signora e addio! - Disse Harry imitato dai suoi compagni.

Raccolsero i loro oggetti e lasciarono velocemente il castello raggiunsero la barca e si diressero la dove avevano lasciato l'altra. Fu un'idea sensata perché forniva da punto di riferimento per il ritorno altrimenti avrebbero vagato senza fine nei meandri del tempo. Dopo qualche attimo di incertezza trovarono la barca proprio quando stavano svanendo, velocemente presero posto su quella che li stava aspettando e in men che non si dica fecero ritorno.

Mancavano un paio di settimane all'equinozio di primavera, la vita a Hogwarts scorreva tranquilla, l'ispettore non si era fatto più vedere. Gli allievi di Tang facevano passi da gigante nella loro materia specie quelli del primo anno. Il professore Lumacorno di tanto in tanto dava lezioni extra a Neville e Enceladus per procurarsi a "scopi puramente didattici" le rare piante che coltivavano in un luogo segreto. Erano diventati bravissimi e per ammissione dello stesso professore forse erano migliori dello stesso Piton. Il tempo passava velocemente e non avevano ancora sciolto il nodo: dove si trovava Giant's Dance?

Come al solito Hermione trovò la situazione rovistando nei libri, precisamente il libro di Monmouth nel quale si attribuisce la creazione di Stonehenge a Merlino. I monoliti che formano Giant's Dance o Stonehenge, erano stati originariamente portati in Irlanda dall'Africa dai giganti, che li avevano posizionati in una formazione di danza circolare. Merlino più tardi in ottemperanza al volere del re li riposizionò in Gran Bretagna. Il libro afferma, inoltre, che lo scopo delle pietre fosse guarire le persone e i luoghi.

Ora tutto era pronto, l'antica magia poteva essere ripristinata. Harry convocò i suoi amici e la Preside a casa di Hagrid lontano da orecchie indiscrete e dopo averla protetta con ogni tipo di incantesimo.

- Di solito i nostri piani non vanno come previsto ma voglio provarci lo stesso. La settimana prossima sarà quella decisiva, nel primo giorno di primavera sapremo se i nostri sforzi avranno avuto successo. Ora vi dico che cosa dovremmo fare. Per prima cosa dovremmo svuotare il castello quindi consiglierei una settimana di vacanza sempre bene accetta da tutti gli studenti. -

- Non ne vedo il motivo. - Lo interruppe Minerva

- Ve ne sono almeno un paio. Per prima cosa non so che effetti possa avere questa magia e non voglio correre rischi inutili. Secondo temo che se tutto va secondo le aspettative alcuni studenti non riusciranno a ritrovare il castello quando tenteranno di tornare. -

- Per il punto uno concordo, ma riguardo al punto due perché? -

- Vede professoressa alcuni studenti non sono stati ammessi alle lezioni per le loro doti, solamente per il fatto che avevano le conoscenze e gli appoggi giusti. Al primo anno conosco un paio di elementi che non hanno nessuna possibilità di fare qualcosa nel campo della magia. -

- Allora? -

- Se tutto va in porto si troverebbero in una condizione di quasi babbani e non riuscirebbero a localizzare il castello e i luoghi circostanti. -

- Capisco. Assegnerò i giorni di vacanza. -

- Per quanto riguarda il nostro compito, Morgana ci ha detto di portare gli amici più sinceri e fidati. -

- Ho pensato a coloro che ti hanno visto e riconosciuto, la professoressa McGranitt, Hagrid, George, Angelina, Katie, Lee Jordan, le gemelle Patil, mia mamma e mio papà. - Disse Ron

- Bene ci ritroveremo tutti a Hogsmeade al calar della sera della vigilia. Viaggeremo tramite passaporta. -

La notizia delle impreviste vacanze fu accolta con un boato liberatorio, gli studenti erano elettrizzati di poter godere una settimana di libertà. Tuttavia la cosa non passò inosservata, l'ispettore Malfoy fece ritorno al castello aggirandosi tra le sale in modo circospetto cercando di ottenere delle informazioni che nessuno poteva dargli tranne la preside. La scusa fu una improvvisa infestazione di Doxy nelle cucine del castello che avrebbe richiesto una settimana di disinfestazione. Il castello si svuotò in men che non si dica, e i professori indossate tute bianche e maschere si recarono nelle cucine per iniziare la disinfestazione.

Giunta la sera della vigilia i quattro si apprestarono a lasciare il castello per raggiungere prima la casa di Hagrid e poi Hogsmeade. Entrarono da Hagrid e vi trovarono Mirina, stavano discutendo di come prendersi cura degli Amphitere. Harry bussò e i due uscirono dalla capanna per aggregarsi quando Mirina si voltò di scatto.

- Siamo seguiti. -

- Voi andate avanti io e Mirina controlliamo. - Disse sottovoce Harry

- Rimango anch'io - Replicò Hermione.

I tre scesero la china per recarsi ad Hogsmeade chiacchierando ad alta voce dando l'impressione di essere in maggior numero. Harry e Mirina si nascosero ai lati della casa mentre Hermione si sistemò all'interno accendendo una lampada. Ben presto due persone incappucciate con fare furtivo si avvicinarono alla porta di Hagrid per aprirla. Harry e Mirina veloci come fulmini li colpirono stordendoli e li trascinarono all'interno della capanna. Tolsero loro il cappuccio.

- Guarda guarda, Theodore Nott e Blaise Zabini, Draco non dovrebbe essere distante. - Disse schifata Hermione.

- Arriva qualcuno. - Avvertì Mirina e si nascosero ai lati della porta.

Draco, bacchetta alla mano, spalancò la porta con un calcio pronto a colpire ma si trovò di fronte a Hermione. Per poco non inciampò a causa della sorpresa.

- Che ci fai qui sporca mezzosangue? -

Mentre Mirina scivolava silenziosamente alle sue spalle Harry rispose:

- Sempre molto gentile Draco! -

Nel sentire quella voce ebbe un attimo di smarrimento del quale approfittò Mirina per sfilargli la bacchetta dalla mano.

- Che ci fate a casa di Hagrid? -

- Non sta a te porre domande. - Lo redarguì severamente Harry.

- Se avessi ancora la mia bacchetta ... -

- Nessuno di noi sta impugnando la bacchetta Draco e se la avessi ti faresti solo del male. Ora rispondi alle nostre domande. -

- Non ci penso nemmeno! -

Harry si avvicinò fino a un palmo dalla sua faccia, fissando intensamente il grigiore dei suoi occhi che si annebbiarono per un attimo. Svanita la nebbia apparve un volto pallido, glabro, serpentesco, con due fessure al posto delle narici e scintillanti occhi rossi dalle pupille verticali. Una paura smisurata invase Draco quando si ritrovò con la faccia di Voldemort proprio davanti alla sua. In men che non si dica cadde in ginocchio chiedendo pietà e che gli fosse risparmiata la vita.

- Devi solo rispondere alle nostre domande, e avrai salva la tua miserabile vita. - Disse Hermione

Draco non rispose. Allora Hermione chiese.

- Cosa hai a che fare con Avalon? -

Il corpo di Draco fu scosso da brividi di terrore e la sua faccia assunse l'espressione di un bambino che stava per essere punito per aver rubato la marmellata.

- N .. ni ... nie ... niente. -

- Risposta errata. - Disse tranquillamente Harry.

- N .. Noi ... sta ... sta ... stavamo cercando un mmm ... mmm ... medaglione che ci avrebbe condotto all'isola del tesoro. - Terminò la frase tutta di un fiato.

- Stupido ignorante che non sei altro, se ti fossi applicato in Rune antiche avresti potuto sapere che Isola del tesoro non è uguale a Isola della fortuna. - Lo redarguì Hermione.

Draco non perse la sua espressione spaventata ma assunse una smorfia interrogativa.

- Isola della fortuna. Si traduce Isola della fortuna perché in quell'isola la terra fornisce tutto il necessario per vivere senza coltivarla, scemo che non sei altro. -

- Delle persone sono morte per la stupida avidità e ignoranza. - Disse Mirina.

- Taci crim... -

Non fece tempo a finire la frase che Mirina lo mandò nel mondo dei sogni. Poi fecero in fretta presero i tre malcapitati completamente storditi, Hermione cancellò loro la memoria e li lasciarono nel mezzo della foresta proibita. Velocemente raggiunsero gli altri che li stavano aspettando a Hogsmeade.