Il Duello


L'attività dei docenti e degli alunni riprese la normale routine ci furono una decina di defezioni causate dagli ultimi eventi, studenti che non riuscivano a ritrovare la loro scuola, niente di cui preoccuparsi troppo. La vita scorreva normalmente, anche se qualcosa di misterioso stava accadendo. Harry divideva il suo tempo allenandosi con Mirina nelle arti marziali, teneva lezioni sotto le spoglie del professor Tang ... e lontano da occhi indiscreti impartiva delle lezioni speciali a Enceladus. Di solito si ritrovavano in una chiesetta semidiroccata all'estrema periferia di Hogsmeade, il posto era stato scoperto da Harry durante una delle sue lunghe passeggiate. La chiesetta era fornita di una cripta sotterranea ben conservata, perfettamente isolata e completamente sconosciuta agli abitanti del luogo. Erano tre settimane che stavano lavorando duramente e con ottimi risultati.

- Stai migliorando di giorno in giorno Ency. Oggi proveremo la maledizione Imperius, questa maledizione può essere contrastata, ma ciò richiede una gran forza di carattere. Resistergli significa il coronamento di quanto abbiamo fatto fin'ora. Pronto? -

- Si! -

Harry guardò dritto negli occhi Ency e disse:

- Imperio! -

Ency provò una sensazione alquanto strana, sembrava stesse sognando, le cose che vedeva davano l'impressione di non essere veramente reali. Provava quella sensazione alquanto famigliare di muoversi come se vivesse uno dei suoi sogni. Tuttavia era conscio che Harry gli aveva lanciato una maledizione e che ora lo stava osservando.

Poi sentì la voce di Harry ma non era strana come quella che sentiva nei sogni, era la solita voce del suo amico, solo che pareva rimbalzare tutt'attorno a lui. Nonostante fosse molto suadente e ipnotica riusciva a individuarla e a comprenderla.

- Danza sulle punte dei piedi! -

Ency stava per eseguire questo passo di danza come se il suo corpo obbedisse senza avere il permesso del suo cervello. Riprese il controllo pensando "Harry deve essere impazzito" si rilassò e guardò negli occhi il suo amico.

- Danza sulle punte dei piedi! - Ripeté Harry

Stava per darsi una leggera spinta per posizionarsi sulle punte, quando una domanda sorse spontanea "perché lo dovrei fare? Io decido per me e in questo momento non voglio danzare sulle punte". Sorrise e guardò di nuovo Harry.

- Danza sulle punte dei piedi! - Ripeté Harry

"Non ne ho la più pallida idea" Pensò Enceladus e non si mosse. Harry stava per ripetere il comando quando fu fermato:

- Piantala tanto non ti do retta. - Disse ridendo.

- Molto bene esame superato! -

- Perché ho dovuto imparare questo? -

- Ho bisogno che tu sia ben preparato dobbiamo affrontare un compito in cui il minimo errore potrebbe essere fatale. Ora cercherò di insegnarti tutti gli incantesimi di difesa che io conosco. -

- Qual'è il compito? -

- Spionaggio! Top Secret. - Rispose facendogli l'occhiolino.

Per le due settimane successive lavorarono duramente sfruttando ogni minuto libero Ency era un allievo perfetto e a giudizio di Harry avrebbe superato il G.U.F.O. In Difesa contro le Arti Oscure con lode. Tuttavia queste continue sparizioni avevano messo in allarme gli altri amici, ma fu lo stesso Enceladus a rassicurarli dicendo che aveva chiesto ad Harry di insegnargli alcuni trucchi del mestiere. Hermione, da vera strega pratica e razionale lo sfidò a duello, la qual cosa fu accettata da Ency con un inchino.

Il mattino dopo, all'alba, come richiede un vero duello, gli sfidanti si ritrovarono nella stanza più grande della Stamberga Strillante. Diversi spettatori interessati e incuriositi attendevano l'inizio delle ostilità. Ron, degno fratello dei gemelli, scommise con Harry sulla vittoria senza difficoltà di Hermione, scommessa prontamente accettata. I duellanti si schierarono, seguirono il cerimoniale richiesto, ovvero presentazione delle bacchette e inchini, poi diedero il via alla tenzone. A dire il vero la sfida non iniziò subito ma gli avversari si squadrarono per alcuni secondi. Ency era veramente impassibile più di Piton nei suoi momenti migliori il che rendeva leggermente nervosa Hermione che attaccò:

- Expelliarmus! -

Un fascio di luce rossa proruppe dalla bacchetta di Hermione ma Enceladus pronto lo evitò con un veloce spostamento del torace. L'incantesimo ruppe un vetro della finestra della stanza. Non vi fu contrattacco semplicemente Ency rimaneva impassibile a scrutare Hermione:

- Petrificus Totalus! -

Una luce argentea scaturì dalla bacchetta di Hermione ma di nuovo mancò il bersaglio, Ency riusciva a muoversi più veloce di una mangusta che lotta contro un cobra. Nessun contrattacco nemmeno stavolta. Hermione cominciava dare evidenti segni di nervosismo, sopratutto a causa dello sguardo tranquillo ma penetrante di Enceladus

- Incarceramus! -

Schivato, allora la ragazza prese ad avanzare verso il suo avversario, puntò la bacchetta e:

- Stupeficium! -

Mancato di nuovo, si mise a correre aprì la bocca per lanciare un altro incantesimo quando Ency puntando la bacchetta senza alcuna inflessione particolare della voce pronunciò:

- Liga talos! -

Hermione sentì le sue caviglie cedere come se avesse preso una storta, cadde lunga e distesa sul pavimento. Era un Incantesimo d'Inciampo lo stesso che Malfoy aveva usato quando Potter e i suoi erano stati scoperti dalla Umbridge durante le Esercitazioni Segrete. Hermione si rialzò sorpresa e ripartì all'attacco.

- Stupeficium! -

- Protego! -

Mentre rispondeva all'attacco Ency si girò su un fianco cosicché il suo scudo deviò la luce rossa, con una rapida mossa la catturò con la sua bacchetta e con un movimento a frusta la rispedì al mittente. Hermione fu colpita in pieno dal suo stesso incantesimo e fu scaraventata per terra a due metri di distanza. Enceladus rapido come un gatto agguantò la bacchetta del suo avversario, aspettò che si alzasse e gliela porse sorridendo con un inchino.

- Devo riconoscere i meriti del tuo insegnante ma sopratutto i tuoi, non ho mai visto nessuno combattere in questo modo. - Si complimentò la ragazza

- Grazie! Ma sappiamo di chi è il merito. - disse facendo l'occhiolino al suo insegnante.

Con grande disappunto Ron pagò la scommessa. Nessuno ebbe da ridire sul fatto che ogni tanto quei due sparivano per un po' di tempo, il risultato era li davanti a tutti.

In quel fine settimana Harry svegliò Enceladus ancora prima dell'alba, senza dire una parola lo condusse nella Foresta Proibita raggiunsero il luogo dove vivevano gli Amphitere per sceglierli come loro mezzo di trasporto.

- Dove dobbiamo andare? - chiese Ency

- In Germania nella prigione di Nurmengard. -

- Un'altra prigione? Non ti è bastata Azkaban? -

- C'è un motivo ben preciso per il nostro viaggio. Quella è la prigione in cui era stato richiuso Grindelwald. -

- Chi è costui? -

- Era un amico di Albus Silente, con lui intraprese la ricerca dei Doni della Morte, un argomento che li affascinava molto ma soprattutto pianificavano una sorta di "nuovo ordine" mondiale, in cui i maghi avrebbero dovuto regnare sui Babbani "Per il bene superiore". Tuttavia a un certo punto le strade si divisero proprio come raffigurato su bastone di Salazar. Albus scelse il serpente bianco e divenne professore e preside condividendo la sua sapienza mentre Gellert scelse il nero e si impegnò alla ricerca del potere personale. Ebbe la Bacchetta di Sambuco, ma ebbe anche l'anello Andvaranautr (che aveva la magica proprietà di generare oro). Silente quando lo sconfisse catturò la bacchetta ma era ignaro dell'anello. Gellert lo tenne sempre con sé, alla fine tentò di offrirlo a Voldemort in cambio della sua vita, ma il Signore Oscuro lo ignorò uccidendolo. -

- Un anello che genera oro? -

- Si! Anche se il suo possessore originario, lo maledisse quando fu costretto a cederlo. In effetti tutti gli umani che lo hanno posseduto sono morti di morte violenta. -

- Devi essere ammattito se lo vuoi prendere. -

- Non è per me! Ma per i Goblin della Gringott. È ora di andare. -

Lanciò un incantesimo di disillusione su due dei draghi e saltò in groppa a uno di loro invitando Ency a salire sull'altro.

- Seguimi. -

Partirono alla volta di Nurmengard, veloci e silenziosi. La prigione era una torre situata su una montagna molto alta. Si potrebbe dire che ne fosse la cima o l'apice della stessa, era impossibile da raggiungere via terra, i prigionieri vi venivano portati in volo. Solo Voldemort, era riuscito ad entrarci e a uccidere Grindelwald, grazie alla sua abilità di volare. Cavalcando i due Draghi Harry e Ency riuscirono ad arrivare fin sulla cima della torre, scesero sul tetto, spostarono delle tegole e si calarono all'interno. Il solaio era molto basso, si poteva stare eretti solo al centro, il tetto era a forma di cono la cui base poggiava sul pavimento. Ispezionarono l'area la soffitta era vuota ma ad una occhiata più attenta una botola si manifestò. Essendo vicina al tetto dovettero quasi strisciare per arrivarci, la aprirono e si calarono di sotto. Una stretta scala a chiocciola scendeva lungo il perimetro della torre lasciando intravedere le porte delle celle. Erano disposte su una spirale a spicchi di arancia, camere triangolari con il vertice rivolto verso il centro della torre.

- Andiamo, in basso dovrebbe esserci l'ufficio dei secondini. -

- Stiamo cercando guai? -

- Può essere ma è anche la via più breve. -

Scesero senza fare rumore la scala a chiocciola, i gradini parevano non finire mai, finalmente giunsero alla stanza dei secondini situata al piano terreno. Sbirciarono all'interno, c'erano solo due persone che stavano giocando con degli strani dadi a dodici facce. A parte quella stranezza il gioco era uguale a quello comunemente noto. Uno di loro si lamentò che era stupido continuare a giocare tra loro e che avevano ormai spennato tutti i prigionieri. Ci sarebbe voluto un pollo fresco da spennare. Harry disse a Ency di nascondersi disse che lui era il pollo che stavano aspettando. Attese che il suo amico si eclissasse poi maldestramente inciampò cadendo a bocconi nella stanza dei due secondini.

- Per la miseria chi sei? -

- Ah ... Oh ... MMMM ... mi hanno aaaaa ... appena preso. -

- Un nuovo prigioniero? Non ne sapevamo nulla. -

Harry assunse un'espressione stupida e li guardò.

- Non importa hai soldi con te? -

- Soldi? Ah ... si monete? Si ne ho. -

Fece risuonare il contenuto delle sue tasche.

- Partitina? - chiese uno dei due indicando i dadi.

- Oh! Si ... Ma non ho mai visto dadi come questi. -

- Semplice si vince facendo il punteggio più alto. Il massimo è 24. -

- Va bene. -

Quello che aveva parlato con una rapida mossa sostituì i dadi, solo un occhio esperto avrebbe potuto cogliere quel movimento in effetti Harry lo colse. Intuì che quelli erano truccati e per lui non c'era alcuna possibilità di vincere tuttavia giocò lo stesso. La sue puntate erano basse, ma stava molto attento a cosa facevano i suoi avversari, quando avevano in mano i dadi. Scoprì che sfregavano la faccia con il punteggio desiderato e una volta lanciati quella era la faccia che si mostrava. Probabilmente era un trucco legato al calore pensò Harry. Continuò a perdere, piano piano stava per essere spennato completamente al che disse:

- P... pu ... punto tutto. -

I due si guardarono, fecero un cenno di intesa e puntarono tutto anche loro. Sul tavolo una discreta quantità di Galeoni d'oro. I due tirarono per primi il risultato fu 22 e 19 due ottimi risultati poi fu la volta di Harry. Senza farsi notare strofinò i due 12 e poi lanciò, dopo alcune capriole che ai presenti sembrarono infinite i dadi si fermarono. Totale: 24.

- Non è possibile! - disse uno dei due.

- No vero? Non dovevano essere truccati? -

Replicò Harry che aveva abbandonato l'espressione stupida ed ora li stava fissando negli occhi. Il più grosso dei due cercò di assalire il vincitore con il risultato di inciampare sulla gamba di Harry che sfruttandone lo slancio lo scaraventò a testa bassa contro il muro facendogli perdere i sensi. Il suo compare impaurito si appoggiò alla parete temendo per la sua incolumità, poi recuperato un po' di coraggio estrasse la bacchetta solo per vederla sfrecciare via dalla sua mano per posarsi delicatamente nella mano di Harry. Ora la paura si era trasformata in apatia, il secondino stava rannicchiato contro la parete in attesa della sua fine.

- Hai una possibilità di rivincere tutto quanto. -

Non ci fu incantesimo migliore di questo, la guardia si riprese, si raddrizzò e guardò il suo avversario con uno sguardo interrogativo e speranzoso.

- Dico il vero, intendo visitare la cella dove veniva tenuto prigioniero Gellert Grindelwald. -

- Ora la sua cella è occupata. Si certo, da una ragazza che, visto il suo accento, direi una tua connazionale. -

- È un problema? - Chiese Harry guardando i Galeoni ancora sul tavolo.

- Assolutamente no. Andiamo. -

Salirono quell'infinita scala, seguiti silenziosamente e invisibilmente da Ency, fino ad arrivare quasi in cima alla torre. Il secondino si fermò davanti una cella estrasse un grosso mazzo di chiavi, ne provò parecchie prima di trovare quella giusta, poi con un incredibile rumore di ferraglia aprì la porta. La cella era semibuia così Harry che stava alle spalle del secondino accese la bacchetta, e con sua enorme sorpresa riconobbe quella prigioniera. Era Alicia Spinnet la sua compagna di squadra di Quidditch, non appena lo vide fece per esclamare la sua sorpresa quando un imperativo cenno la fece rimanere in silenzio.

- Ecco questa è la cella. -

- Grazie puoi aspettare fuori devo ispezionarla completamente. -

La guardia obbedì pensando alla pericolosità della persona che aveva di fronte e al mucchio di Galeoni d'oro che giacevano sul tavolo nel suo ufficio. Harry sussurrò ad Alicia di rimanere ferma e in silenzio mentre cominciava a ispezionare la cella. Incise sulle pietre del muro vi erano varie scritte e simboli alcuni dei quali raffiguravano i doni della morte, per nulla diversi da quelli visti a Godric's Hollow, o sul libro di fiabe di Silente, o nel pendente di Xenophilius, tutti tranne uno. Quel particolare simbolo era racchiuso in un altro cerchio più grande. "Ci siamo!" pensò Harry e puntò la bacchetta dritto al centro dell'incisione. Sentì un sordo Toc seguito da un Click metallico che liberò uno sportellino di pietra. All'interno della piccola nicchia giaceva un anello d'oro con diverse iscrizioni in strani caratteri simili a quelli già visti nel libro degli Elfi di Demelza. Indubbiamente quello era il famoso anello Andvaranautr, lo raccolse con la bacchetta e lo avvolse in un fazzoletto che estrasse dalla sua tasca, impedendo in tal modo che la maledizione dell'anello lo contagiasse. La prima parte della missione era compiuta, ma non poteva permettere che la sua amica rimanesse a marcire in quella prigione. Così si voltò di scatto puntando la bacchetta contro la guardia:

- Petrificus Totalus! -

Che cadde completamente rigido sulla scala a chiocciola.

- Vieni Ency. -

Come se spuntasse dal nulla la figura del suo amico si presentò.

- Prestami la tua bacchetta. -

Harry estrasse dal malcapitato secondino alcuni ricordi di momenti in cui stava facendo degli incantesimi, poi gli mise in mano la sua bacchetta puntandogli quella di Ency con i pensieri prelevati ancora appiccicati sulla punta.

- Innerva! Ho mescolato le immagini nella sua bacchetta, così non riusciranno a capire qual'è stato l'ultimo incantesimo fatto. -

Salirono la scala fino al sotto tetto tolsero le tegole e richiamarono i due draghi con un fischio. Prontamente arrivarono e altrettanto velocemente salirono in groppa, e via per un rapido ritorno alla Foresta Proibita.