1 settembre - Primi approcci

11,38 - vagone numero 15


Arrancavo per il corridoio, tirandomi dietro baule e la gabbietta, dove Anacleto starnazzava senza ritegno.
“Zitto, stupido volatile!” gli sussurrai a denti stretti, mentre alcuni Serpeverde mi guardavano sogghignando. Il gufo continuò imperterrito a far baccano.
Per sfuggire alla confusione del corridoio, e anche per non assordare tutto il treno, infilai la testa in uno scompartimento. C’erano due ragazzi, seduti. E anche un gatto.
*Dannazione* pensai *è già occupato!*
Stavo per rituffarmi nella ressa, quando la ragazza mi fece un amichevole cenno e mi invitò ad entrare nello scompartimento. Bene, si prospettava l’occasione di fare amicizia!
“Grazie mille…” mormorai, entrando con i miei bagagli. Alla vista di quel gatto, Anacleto aveva smesso di strillare immediatamente. Probabilmente aveva una paura folle.
“Credo che mi siederò di fronte…” dissi alla ragazza “Il mio nevrotico pennuto sta per farsela addosso, sai, credo che abbia notato il tuo gattino…”
Sistemai il mio baule sul portabagagli e appoggiai la gabbia di Anacleto su un sedile. Mi sedetti con un tonfetto.
Approfittai di alcuni minuti di silenzio per osservare i due ragazzi.
Lei era carina, aveva dei capelli veramente fantastici. Aveva un aspetto da dark.
*Mi piacciono i dark* pensai *In genere sono tipi silenziosi e intelligenti…*
In effetti i dark mi piacevano per il loro anticonformismo. Badavo sempre però, a distinguere dark da buffoni qualsiasi. Sentii che quella ragazza aveva un nonsochè di misterioso. Okay, la mia curiosità era stata appena stuzzicata.
Poi, come mio solito e con tutto il mio garbo, piantai gli occhi in faccia al ragazzo seduto dall’altra parte: spettinato. Il primo aggettivo che mi venne in mente. O almeno, prima di notare il suo sguardo. Era magnetico. Probabilmente perché non si capiva bene di che colore erano le sue iridi. Erano veramente particolari. E affascinanti. Atro che i miei insipidi occhietti castani!
In quel momento però, decisi di non fare la figura della mummia, e così presi a parlare.
“Sono Justine O’Connell, di Tassorosso!!!”
Avevo quasi urlato.
Adesso mi avrebbero considerato una specie di matta…. Ma il bello fu che continuai a blaterare!
“E questo è Anacleto, il mio stupido gufo.” Indicai il volatile che aveva ripreso a strillare come un indemoniato. Mi faceva sempre fare le figure migliori….
“Ehm, sentite, se vi da fastidio cambio posto, non c’è problema…” dissi, un po’ a mezza voce.
Fantastico. Erano tre secondi che mi trovavo in quello scompartimento e già mi sentivo di troppo. Magari quei due erano fidanzati e avevo interrotto qualcosa….
*Ecco, sono sempre il solito impiastro!*


Justine O'Connell
Tassorosso, III anno