2 settembre - Paure

18, 20 – Entrata del castello


Dovevo essere impazzito. Stavo per baciare Valenty e cosa avevo fatto? Me ne ero scappato per…paura.
Paura di ammettere che in quel momento sentivo qualcosa. Di solito ero sciolto verso le altre ragazze. Le riempivo di attenzioni, di coccole, di tenerezza , ma è sempre stata una cosa superficiale. Questo l’ho sempre saputo bene, e mi è sempre andato bene così. E infondo le ragazze alle quali ho fatto la corte, sono sempre state in qualche modo felici, anche se le voci che giravano su di me erano tutte negative: “Parker, quel dongiovanni?!?” “Parker il rubacuori” dicevano tutti così, ma alla fine dei conti, nessuna delle mie ragazze è stata infelice.
Ma con Valenty era stato diverso. Sentivo che mi stava coinvolgendo in qualcosa di troppo grande per me. Non ero pronto per quel ‘qualcosa’. Avrei fatto del male a me, come l’avrei fatto a lei se l’avessi baciata.
Mi sentivo male. Un vuoto allo stomaco, un senso di nausea terribile…avrei voluto sparire per qualche ora. La sala grande sarebbe stata affollata e anche la sala comune…forse il dormitorio…al sol pensiero stavo quasi per vomitare, mi fece venire in mente la punizione della McGrannit.
*Adesso basta! Mi devo riprendere…* Mi stavo comportando come una femminuccia.
Andai deciso in sala grande e mi sedetti al tavolo di Grifondoro, accanto ad alcune compagne di casa che erano lì a chiacchierare. Dovevo riprendermi a tutti i costi.
Mi accorsi poco dopo che c’era anche Valenty nella sala. La guardai fissa per qualche minuto, avrei voluto dirle tutto quello che pensavo con uno sguardo. Avrei voluto che capisse il motivo della mia reazione.

Andrew Parker,
IV anno, Grifondoro