Apu & Patronus


Uno alla volta sparirono alla vista delle inseguitrici. Il posto in cui i fuggitivi erano pervenuti era una bellissima e luminosa foresta, a Luna il luogo sembrava famigliare, poco più in la Demelza li stava aspettando.

- Siamo già state qui vero? - Chiese Luna a Demelza

- Si siamo nel regno degli Elfi. Andiamo non facciamo aspettare Sua Maestà Wiswyrd. -

Si incamminarono lungo il sentiero raggiunsero l'albero gigantesco, salirono sulla scala che si attorcigliavano sul tronco, percorsero le passerelle ed infine arrivarono davanti alla grossa capanna simile a un vecchio castello che era la reggia del Re degli Elfi.

- Stiamo per incontrare Sua Maestà Wiswyrd quando sarete al suo cospetto inchinatevi. -

Fecero gli ultimi scalini ed entrarono nel castello, percorsero un po timorosi l'atrio e arrivarono davanti al tavolo. Il Re era li ad attenderli. Si inchinarono ma sua maestà con un cenno della mano li invitò a sedersi al tavolo.

- Benvenuti, vi chiederete il motivo della vostra presenza in questo posto. -

Nessuno rispose ma la curiosità si leggeva chiaramente sui loro volti solo Harry sembrava impassibile e in attesa che il Re dicesse il perché della loro presenza in quel luogo.

- Vi ho tenuto d'occhio sin dal momento che Luna e Demelza lasciarono questa dimora non molto tempo fa. Devo dire che ve la siete cavata magnificamente, tuttavia la vostra velocità nel portare a termine il vostro compito dovrà essere drasticamente aumentata. -

Fece una pausa i presenti lo guardarono con aria interrogativa.

- Mi perdoni vostra maestà, come fa lei a sapere qual'è il nostro compito, e perché dice che dobbiamo affrettarci? -

- Mia cara Hermione, grazie per avermelo chiesto. - Sorrise il Re – Il vostro compito sta scritto nel nostro libro degli eventi, e dico che dovrete affrettarvi perché avete tre mesi di tempo per ottenere gli oggetti purificati e pronti per rendere Hogwarts un luogo sicuro e ideale per insegnare alle nuove generazioni di maghi e streghe. -

- Mi scusi ... libro degli Eventi? -

- Oh certo vedi quel libro su quel leggio? - Indicò un leggio accanto al trono che sorreggeva un grosso tomo. - Ebbene quello è il libro degli eventi. Nel libro si può leggere quello che è successo riguardo il nostro e il vostro mondo e anche un abbozzo di quello che potrà succedere. Per esempio se il vostro compito avrà successo nuove generazioni di maghi e streghe potranno rifondare il mondo della magia, se fallirete il vostro mondo andrà perduto come sono andate perdute le altre civiltà magiche. -

- Altre? -

- Si Hermione una dovresti almeno averla sentita nominare negli ultimi giorni: Atlantide. Nevvero? -

- Si maestà. -

- Mi scusi sire. - Interloquì Harry – Tre mesi? Ora siamo all'inizio dell'inverno dovremmo essere pronti per la primavera? -

- Certamente! Pronti per il giorno dell'equinozio. Solo in quel giorno i quattro oggetti canalizzeranno l'energia necessaria a ripulire Hogwarts e dintorni da tutti gli abusi magici che si sono succeduti nel corso dei secoli e in particolar modo negli ultimi anni. -

- Capisco. Ma ancora non ci è chiaro il motivo della nostra presenza qui. -

- La vostra prima meta è Macchu Picchu; siete ancora molto molto lontani e di questo passo non arriverete in tempo. -

- Certo ma come ... - Chiese Hermione fermandosi improvvisamente realizzando di essere troppo ardita.

- ... poter andare più veloci? - Concluse il Re

- Si! – disse arrossendo Hermione

- Posso darvi un piccolo aiuto. Una volta scesi da questo albero prendete il sentiero delimitato da quei due grossi cipressi. Arriverete proprio davanti a un'enorme sequoia le cui radici formano un arco ebbene entrate in quell'arco ... e buona fortuna da quel punto in avanti dovete cavarvela da voi. -

- Grazie Vostra Maestà! - disse con riconoscenza Demelza.

- Su presto affrettatevi e che la saggezza sia con voi. -

Il gruppetto salutò, inchinandosi, il Re degli Elfi e speditamente prese la via indicatagli. Scesi dall'albero si inoltrarono lungo il sentiero segnalato da due cipressi e dopo alcuni minuti di cammino trovarono la sequoia. Titubanti entrarono sotto l'arco disegnato dalle radici per un attimo tutto fu buio, una sensazione di vuoto allo stomaco colse gli otto amici e poi sbucarono in un giardino pubblico di una città.

- Siamo a Cuzco. - Disse Enceladus

- Credevo fossimo arrivati a Machu Picchu. - Sbottò deluso Neville.

- Forse siamo qui per apprendere qual'è il modo di arrivarci. - Rispose Enceladus.

- Credevo lo sapessi tu. -

- Non so come arrivarci sebbene sia già stato li. - Rispose desolatamente.

In quel momento Harry notò all'altro lato della strada una persona che sembrava il professor Piton, stessi capelli neri e untuosi, naso adunco, pelle giallastra, stesso mantello nero.

- Presto seguiamo quell'uomo. - Esortò Harry

Luna, Demelza, Mirina ed Enceladus si mossero subito mentre gli altri esitarono, rimasero attardati di una decina di metri. L'uomo dal mantello nero stava muovendosi velocemente e rimaneva sempre alla stessa distanza sebbene Harry e i suoi amici avessero affrettato il passo. Ad un certo punto svoltò in un vicolo e quando i quattro vi giunsero era sparito. Solo un grosso portone si stagliava nella penombra dell'angusto vicolo. Mentre i ritardatari arrivavano trafelati Harry bussò al portone. Dopo alcuni secondi di innaturale silenzio rotto solo dall'ansimare dei ritardatari, si udì un rumore di passi provenienti dall'interno e il portone si aprì lasciando fuoriuscire una lama di luce. Un piccolo uomo con la gobba fece cenno al gruppo di entrare e di sedersi su delle sedie lungo il muro in quella che sembrava una sala d'aspetto. Seduto in disparte c'era un uomo che indossava un paio di pantaloni di velluto e un giubbotto arancione sintetico come quello dei lavoratori dell'autostrada. Sembrava malmesso in salute e stava aspettando rassegnato, le restanti sedie erano vuote. Dopo alcuni minuti uscì dalla stanza adiacente una signora malferma sulle gambe che non smetteva di ringraziare un certo signor Urubamba. Il piccolo uomo con la gobba fece cenno al tipo seduto in disparte di entrare. Dopo alcuni minuti si sentì un forte rumore e delle nenie che sembravano preghiere.

- Questa mi ricorda una cerimonia alla quale avevo assistito da ragazzino durante la quale erano apparsi gli Apu. - Disse Enceladus

- Gli Apu? Quelli che mi avevi descritto un paio di mesi fa? - Chiese Luna.

- Proprio loro. -

La cerimonia stava volgendo al termine un lungo fruscio come quello di grosse ali sembrava lasciare la stanza, infatti dopo pochi secondi il signore dal giaccone arancione uscì dalla stanza andandosene senza salutare. Dalla stanza provenivano rumori di sedie e di cianfrusaglie spostate poi ritornò il silenzio. Passarono un paio di minuti, l'uomo dalla gobba uscì dalla stanza facendo cenno di entrare ma fermò Harry prima che potesse varcare la soglia. Gli fece autorevolmente cenno di aspettare fuori. Il gruppetto entrò e fu fatto accomodare sulle sedie appoggiate alla parete, al centro della sala c'era una specie di altare e seduto di fronte ad esso c'era un officiante che finiva di predisporre il tavolo per la cerimonia. Le due finestre furono oscurate da pesanti drappi dall'inserviente gobbo, poi dopo aver fatto accomodare Enceladus di fronte al sacerdote spense la luce. Il buio totale scese nella stanza. L'officiante ruppe il silenzio e chiese qual'era il motivo della loro presenza in quella stanza. Enceladus disse che erano stati condotti li da una serie di circostanze e che avrebbero voluto sapere come si poteva entrare nella città di Machu Picchu. Il sacerdote rimase in silenzio per alcuni minuti poi intonò una nenia ipnotica poi il silenzio calò di nuovo nella stanza. All'improvviso si sentì un colpo, come una schioppettata, e si sentirono sbattere delle grosse ali, qualche strana creatura sembrò attraversare volando la stanza per posarsi sull'altare.

- Buenas Dias sono il senor Machu al vostro servizio, come posso esservi utile? -

- Sono Enceladus e per la nostra missione mi serve assolutamente una informazione. -

- Molto bene avvicinati. - disse la voce profonda della creatura appena giunta nella stanza.

- Grazie senor Machu. -

- Qual'è l'informazione che ti necessita? -

- Oh si, come possiamo entrare nella città perduta di Machu Picchu? -

- Ti rendi conto caro ragazzo, - disse con tono paterno la voce – che gli abitanti di quella città vogliono vivere in pace e che fornire queste indicazioni sia alquanto scorretto? -

- Certamente, ma senor Machu ne abbiamo tremendamente bisogno. -

- Temo Enceladus che non ci sia niente che tu possa fare per farmi dire ciò che non voglio dire. -

A questo punto tutto sembrava perduto, la missione stava fallendo miseramente quando un cervo argenteo entrò nella stanza si fermò sull'altare e illuminò la scena. Il signor Machu aveva il corpo di un avvoltoio e un viso da vecchio signore le cui sembianze ricordavano quelle di Silente, lunga barba e altrettanto lunghi capelli bianchi.

- Signor Machu, non è questo il concetto di aiuto che un Apu dovrebbe seguire. So che gli spiriti delle montagne debbono aiutare e ristabilire la salute delle persone, specialmente se non si possono permettere un medico, e questi ragazzi sono qui per ristabilire la salute di un luogo paragonabile a quello dove vogliono andare. Quindi la vostra collaborazione è necessaria. -

Era un discorso fatto da una voce autorevole, quella di Harry, e il cervo era il suo patrono. L'Apu per la prima volta sembrò in difficoltà e con una voce che lasciava trasparire un po di preoccupazione chiese:

- Di quale luogo sei lo spirito cervo? -

- Di nessun luogo, servo solo il mio padrone. Per quello che posso vedere tu sei uno spirito oscuro che, si aiuta le persone, ma a prezzo della loro energia mentre io rappresento l'energia del mio padrone. - Rispose sicuro

- Mi scusi signore se sono stato troppo presuntuoso. E' vero che la vostra missione è guarire un luogo della madre terra? -

- Assolutamente vero. -

- Ebbene mio caro Enceladus, per entrare a Machu Picchu, dovrete trovarvi a mezzogiorno davanti alla porta del Torreon in quel momento la parte superiore della porta manterrà in ombra tutta l'entrata. Quello è il momento, dovete oltrepassare la porta quando la soglia è completamente ombreggiata, non un momento prima non un momento dopo, solo in quel modo è possibile raggiungere la città perduta. -

- Molte grazie Senor. -

Proprio in quell'attimo il cervo svanì, e si sentì un frullare d'ali che lasciava la stanza. L'aiutante gobbo accese la luce e tolse le pesanti tende dalla finestra.

- Da dove proveniva quel cervo? - chiese sorpreso il sacerdote

- È il patronus di un mio amico ovviamente. - Rispose Luna

- Ah ... -

Probabilmente il sacerdote non capì che cosa intendesse quella ragazza bionda un po' svagata ma non se la sentiva di indagare oltre avendo visto e sentito per la prima volta in vita sua un Apu chiedere scusa a qualcuno. Uno alla volta lasciarono la stanza per raggiungere Harry che aspettava nella sala di aspetto, salutarono e lasciarono l'edificio.

- Sei stato tempestivo e grande Harry. - Disse con ammirazione Hermione

- Grazie. - Sorrise. - Andiamo, dobbiamo raggiungere quella porta al più presto. -