Un Sogno Speciale


Ben presto giunse la sera, andarono a coricarsi, Harry era piuttosto nervoso per quanto avrebbero dovuto fare quella notte e non riusciva a rilassarsi in modo adeguato per addormentarsi. Alla fine cedette alla stanchezza, si ritrovò in un luogo con una luce fievole che ricordava una stanza illuminata dalle candele cercò di stabilire dove si trovasse quando si sentì afferrare le braccia.

- Ti abbiamo aspettato a lungo – Disse Demelza. - Avevamo persino pensato di averti perso, ma subito dopo pensammo che tu fossi nervoso e ti trovassi in difficoltà, così ti abbiamo aspettato. -

- Avete ragione, lo ero e non riuscivo a prendere sonno, ma alla fine eccoci qui. -

Il suono delle loro parole era estremamente strano molto diverso dal loro timbro abituale. Ora si trovavano esattamente fuori dalle loro tende, Demelza entrò nella sua a prendere il Caduceo, dopo alcuni secondi uscì mettendoselo nell'ampia tasca della sua lunga gonna. Stavano per avviarsi verso l'entrata quando sentirono dietro a loro.

- Aspettatemi vengo anch'io. - Era Enceladus appena uscito dalla sua tenda.

Le ragazze lo guardarono sorprese e con aria interrogativa.

- Stavo sognando la casa dove ho vissuto da bambino, ma improvvisamente il paesaggio è cambiato e mi sono ritrovato in questo "vostro" sogno. Quindi vengo anch'io ovunque andiate. -

- Ovviamente! - Disse Demelza – A questo punto fai parte della spedizione a tutti gli effetti. -

Si diressero verso la roccia, il loro camminare era piuttosto lento, goffo e faticoso. Era come se il modo di muoversi nel sogno non fosse quello normalmente usato nella vita da svegli. Tuttavia riuscirono ad arrivare alla roccia, la scrutarono, Harry allungò una mano e sentì che non era impenetrabile come quando l'avevano toccata la mattina scorsa. Sembrava fosse diventata una sostanza densa come melma ma che si poteva comunque attraversare. Entrarono faticosamente, il luogo sembrava una galleria che si addentrava nella montagna ma il procedere in essa era estremamente faticoso. Ad un certo punto localizzarono delle luci, piccoli globi luminosi, alcuni di un colore blu elettrico ed altri di una arancione brillante, Harry incominciò a sentirsi strano e sballottato di qua e di la tramite qualcosa che agiva sul suo ombelico. Non riusciva ad avanzare lungo la galleria piuttosto veniva tirato da quei globi di luce nelle più diverse direzioni. Guardò i suoi amici e si accorse che anche loro pativano le stesse difficoltà. Si sentì perso, non riusciva più a dirigere il suo cammino ma doveva sottostare alla volontà di quelle palle colorate. Cercò di calmarsi e di fare il punto della situazione, gli sballottamenti diminuirono, il nero che lo avvolgeva era denso tuttavia gli permetteva di vedere i suoi amici e quei colori, abbassò lo sguardo, come per guardarsi i piedi e capire il perché non riuscivano più a condurlo laddove volesse. Non c'era niente di anomalo nei suoi piedi ma notò una corrente, come un nero più scuro, che si avvicinava velocemente, a livello del pavimento, ed era in rotta di collisione con le sue estremità. Istintivamente sollevò entrambi i piedi piegando le ginocchia, con suo immenso stupore si accorse di poter restare in quella posizione senza avere alcun appoggio. "Wow" pensò, decise di muoversi, ed ecco che senza sforzo riusciva ad avanzare c'era qualcosa che dal suo ombelico poteva farlo scivolare a circa 10 centimetri dal pavimento. Aveva scoperto come muoversi nel sogno, si girò e raggiunse il luogo dove i suoi amici venivano ancora sballottati dai globi di luce, disse loro di alzare entrambi i piedi piegando le ginocchia. La sua voce era molto buffa come se un disco a 78 giri fosse fatto suonare a 33 ma riuscì lo stesso a farsi capire dai suoi compagni. Attese che anche loro realizzassero che quello era il modo di muoversi nel sogno, anzi Luna, diversamente dagli altri, scoprì che era anche possibile volare a livello del soffitto della galleria sempre utilizzando quel qualcosa che fuoriusciva dal suo ombelico. Questa facoltà oltre che rendere spedito il loro cammino permetteva di evitare l'influenza di quegli esseri di luce presenti in quella strana galleria. I globi di luce si resero conto che non avrebbero più potuto influenzare il viaggio dei quattro amici e quindi lasciarono quel luogo. Si inoltrarono in quella galleria a lungo, scivolando appena sopra il pavimento mentre Luna volava sopra di loro, ad un certo punto notarono un punto di luce colore pesca proprio in fondo alla stessa. Man mano che procedevano la luce color pesca diventava sempre più grande e il nero della galleria andava via via scomparendo, finché si ritrovarono in un luogo pianeggiante dove si ergeva un imponente ed altissimo frassino. L'albero era attorniato da diversi animali, sulla sommità posata maestosamente un'aquila, un falco, dei cervi e attorno alle radici un grosso serpente che costantemente scambia male parole con l'aquila. Si fermarono davanti a quella scena assai strana resa ancor più surreale da quell'atmosfera color pesca, rimanendo a contemplare il muoversi ripetitivo degli animali intorno all'albero, quando da dietro l'enorme tronco apparì una figura, mezzo uccello e mezzo serpente, sorridendo lentamente si avvicinò

- $$$Benvenuti nella mia dimora, cosa posso fare per voi$$$? - Chiese in serpentese.

Harry rimase molto sorpreso nel sentire qualcuno parlare in quella lingua, ed esitò a rispondere. Dopo qualche attimo di silenzio parlò:

- $$$Grazie di averci accolto, mi chiamo Harry e questi sono i miei amici, siamo giunti fin qui senza sapere a cosa andavamo incontro. Se non sono troppo indiscreto voi chi siete$$$? -

- $$$Siamo due fratelli, nati dallo stesso uovo, e giunti in questo mondo per portare la civiltà. Quando però ci rendemmo conto di essere in due, uno l'opposto dell'altro, incominciammo a combatterci. Uno di noi costruiva, curava, manteneva la pace, educava il vostro popolo agli albori della sua storia, l'altro distruggeva, apportava malattie, dichiarava la guerra, consigliava le peggiori malefatte. Dove uno costruiva dopo un po' di tempo arrivava l'altro a distruggere, dove c'era stata distruzione l'altro arrivava a costruire. Era un continuo rincorrersi, finché un giorno ci ritrovammo di fronte, e ognuno di noi si riconobbe nell'altro. Nessun progresso sarebbe stato possibile se non ci fossero stati i due opposti, stanchi di dover fare le stesse cose, e delusi di aver reso gli uomini a nostra somiglianza decidemmo di lasciare il vostro mondo e ci lanciammo nel cratere del vulcano chiamato Ubinas. Arrivammo in questo luogo, eravamo diventati un solo essere. Lo stesso avvenne negli uomini il più malvagio della terra serba in se stesso la bontà mentre il più buono e umile serba in se stesso la malvagità. Gli opposti: ognuno serba la vita e serba la morte, che continuano a litigare come fanno l'aquila e il serpente alle mie spalle.$$$ -

- $$$Grazie, comincio a capire perché siamo giunti fino a qui. La nostra missione è quella di purificare degli oggetti dall'uso malvagio che ne è stato fatto, l'oggetto in questione si adatta molto bene alla tua storia.$$$ -

Harry chiese a Demelza di estrarre l'oggetto e mostrarlo a quello strano essere.

- $$$Oh si! Esatto, questo è l'oggetto che abbiamo lasciato al re prima di abbandonare il vostro mondo, affinché si ricordasse la via che conduce alla libertà. Il bene e il male si rincorrono, ma la via giusta sta nell'usarli per la sopravvivenza di tutte le creature. Alla fine si possono trovare le ali della libertà. Il legno di cui è costituito proviene da quell'albero. - Indicò il Frassino alle sue spalle. - Quello è il leggendario albero della vita ed è proprio in mezzo a quei nodi, sul tronco, che dovrete mettere il bastone che state portando.$$$ -

Harry spiegò la faccenda a Demelza che prontamente si avviò verso l'albero, il serpente che stava tra le sue radici smise di prendere a male parole l'aquila e sbarrò la strada alla ragazza. La possibilità di appoggiare il Caduceo sul tronco dell'albero veniva così preclusa, al che Harry si fece avanti ed ordinò al serpente, nella sua lingua, di permettere alla ragazza di avvicinarsi all'albero. L'intenzione che accompagnava le parole era molto grande e non ammetteva nessuna azione contraria, il serpente si spostò di lato e riprese ad insultare l'aquila sulla cima dell'albero. Demelza finalmente appoggiò l'oggetto sul tronco proprio tra i nodi come indicatole dallo strano abitante di quel luogo. I due serpenti che formavano il bastone incominciarono a muoversi come se fossero vivi e le ali cominciarono a frullare vorticosamente, per un tempo che pareva essere interminabile il bastone prese vita, per poi rallentare e fermarsi. Demelza attese qualche minuto prima di raccogliere l'oggetto e riporlo nella capiente tasca della sua gonna.

- $$$Avete completato il vostro compito, e niente vi trattiene più in questo luogo. Addio Amici miei.$$$ -

Furono le ultime parole che sentirono poi la luce color pesca piano piano svanì e si sentirono tirare verso il buio senza poter fare la benché minima resistenza.

- Harry, svegliati per la miseria, svegliati. - La voce di Ron arrivava da un luogo lontano o almeno cosi pareva.

Con molta fatica riuscì ad aprire gli occhi. Erano nella tenda, Ron lo stava fissando preoccupato mentre Neville stava svegliando Enceladus.

- Ciao Ron cosa succede? - Chiese Harry scorgendo lo stupore e la preoccupazione negli occhi di Ron.

- Cosa succede? Hai dormito per quattro giorni e non c'era verso di svegliarti. Dimmelo tu che cosa è successo. -

- Quattro giorni e gli altri che erano con me? -

- Idem! ... Erano con te dove? Sei sempre stato qui. -

- Sono svegli adesso? -

In quel momento Luna e Demelza entrarono nella tenda accompagnate da Hermione e Mirina.

- Finalmente si sono svegliate. - Disse sollevata Hermione.

- Bene ora che siamo tutti qui possiamo dire che il primo oggetto è stato purificato. - Annunciò Harry.

Ron, Neville e Hermione si guardarono stupiti, mentre Mirina rimase impassibile.

- Ma se avete dormito tutto il tempo. - Sbottò Neville

- Ci siamo andati in sogno. - Disse Luna

- Ecco il Caduceo! -

Demelza estrasse il bastone e lo mostrò, i serpenti si mossero e le ali sbatterono quando fu esaminato dai presenti. Un sacco di domande vennero poste contemporaneamente, Harry aspettò che l'impeto di curiosità si affievolisse poi raccontò la loro avventura. Al termine scrutò le facce meravigliate e sorprese dei suoi amici.

- Ci sono molte cose che ci dovrai insegnare Harry. Quelle che più mi interessano sono: la faccenda del "veggente" e come sognare in modo consapevole e condiviso. - Ruppe il silenzio Hermione.

- Per il "veggente" ok! Per il sogno dovrete rivolgervi a Demelza, ma solo quando saremo di ritorno ad Hogwarts.- Fece una pausa sorrise. - Abbiamo qualcosa da mangiare? -

Grazie alle capienti borse delle ragazze un lauto spuntino fu preparato quasi all'istante. La tensione sie era dissolta e una sicurezza sconosciuta si insinuava tra gli otto amici. Ora sembrava che la loro impresa fosse meno impossibile da completare. Divorato il cibo si prepararono per lasciare la città che li aveva ospitati, passarono a salutare i tre sacerdoti dicendo loro che sarebbero partiti per la prossima avventura.

- Sapete come raggiungere la prossima meta? - Chiese il sacerdote anziano

- Veramente no. - Disse Enceladus.

- Un piccolo consiglio, andate a Cuzco e visitate la cattedrale nella piazza principale, nel suo interno vi è un grosso quadro della Madonna, alla sua sinistra troverete una grossa pietra a forma di uovo. Non sia mai che vi aiuti ad arrivare dove avete stabilito di andare.

Detto questo abbracciò ad uno ad uno, i ragazzi e se ne andò senza voltarsi seguito dai suoi due colleghi.

- Andiamo alla cattedrale di Cuzco. - Disse Enceladus

Il viaggio di ritorno sullo scassatissimo pullman, trascorse tranquillamente e una sensazione di fiducia per la buona riuscita della missione aleggiava sulla compagnia. Occupavano i posti in fondo al bus e si godevano il paesaggio anche se i numerosi tornanti li sballottavano da un lato all'altro. Ma proprio quando giunsero alla fine della discesa, Harry si voltò e vide lo stesso maggiolino grigio scendere dalla strada che avevano appena percorso. Il bus si stava fermando proprio di fronte alla stazione, i ragazzi scesero e si apprestarono a prendere il treno per Cuzco. Del maggiolino nessuna traccia pareva avesse preso un'altra direzione proprio alla fine della discesa. Il viaggio in treno verso Cuzco trascorse tranquillamente, i ragazzi scesero e si diressero verso la piazza principale per visitare la cattedrale. Prima di entrare nel luogo sacro su suggerimento di Ron si fermarono a mangiare qualcosa in un locale frequentato da alcuni residenti del luogo. Era un'osteria a conduzione famigliare, almeno così dava l'idea, furono fatti accomodare su due panche che costeggiavano un lungo tavolo, Enceladus andò ad ordinare il cibo. Quando fece ritorno la porta si aprì ed entrarono tre persone, Harry notò che erano le stesse tre persone che li avevano seguiti fino a Macchu Picchu con il maggiolino. I nuovi arrivati si sedettero ad un tavolo d'angolo piuttosto isolato ma che si trovava di fronte a quello in cui si erano accomodati gli otto ragazzi.

Proprio in quell'istante arrivò la cameriera portando dei piatti contenenti dei gamberi giganti e i commensali incominciarono a mangiare. Demelza si avvicinò ad Harry e a bassa voce disse:

- Quei tre ci hanno ritrovato. -

- Si mi piacerebbe sapere come fanno. -

- Non lo so ma la cosa è strana. Dovremmo chiederlo a loro.- Facendogli l'occhiolino.

- Qualsiasi cosa tu abbia in mente aspetta il mio segnale. -

Poi si spostò verso Mirina, le spiegò la situazione, voleva stare da solo per qualche minuto con il pellerossa che accompagnava quei due. Mirina disse che era pronta allora Harry fece un cenno a Demelza che saltò su con agilità felina, si diresse verso il tavolo dei tre figuri e guardando dritto negli occhi il tipo dai capelli rossi gridò in spagnolo:

- Sparisci, cialtrone! Come ti permetti di osservare in quel modo mia nipote, faccio presente che lei è una ragazza rispettabile. - Indicando Luna

- Ma ... non capisco ... -

- Porco che non sei altro ma non permetterò che tu la tratti come quella ragazzina. -

Il suo atteggiamento era così impressionante e il suo tono di voce così scioccante che tutto nella stanza si fermò. Gli occhi dei presenti erano rivolti all'uomo dai capelli rossi, che avrebbe voluto scomparire, quando da un tavolo vicino, una persona si alzò di scatto pronto ad assalire il malcapitato.

- Quella ragazzina era la figlia di mia sorella sporco maiale! -

Il tipo, seguito da un suo amico, si diresse verso il tavolo degli accusati, l'uomo calvo tentò di alzarsi e fuggire ma fu raggiunto da una bottigliata in testa che lo mandò nel mondo dei sogni. Vista la mala parata l'uomo dai capelli rossi cercò di svicolare lungo il muro della stanza, ma il piede di Mirina "casualmente" incocciò nel suo facendolo cadere lungo e tirato sul pavimento. Nel frattempo Harry, approfittando della confusione, prese il pellerossa e lo tirò da una parte. La folla inferocita aveva trascinato fuori l'uomo dai capelli rossi, mentre il suo compare stordito giaceva sul pavimento del locale.

- Perché ci state seguendo? -

- Il motivo non lo so. - Rispose l'indiano. - Li sto aiutando a seguire le vostre tracce perché tengono in ostaggio la mia ragazza. -

- Ma come fanno a trovarci? -

- In parte con il mio aiuto e in parte con uno strano occhio, che mostra a loro dove un paio di voi si trovano. -

- Ho capito, chi tiene l'occhio? -

- Il tipo steso sul pavimento. -

- Ti lascio andare, ma non farli avvicinare troppo a noi o la prossima volta mi comporterò diversamente. -

- Molte grazie signore. -

- Comunque per aiutare la tua ragazza, noi andremo in Tibet. -

Harry lasciò l'uomo, si avvicinò all'uomo calvo che giaceva sul pavimento, frugò nelle sue tasche ed estrasse un occhio molto simile a quello di Malocchio. Lo fissò e vide che rispecchiava la visione di Hermione oppure quella di Neville a seconda di come lo girava. Se lo mise in tasca e uscì dal locale, i suoi amici erano tutti fuori mentre la furia della gente si stava esaurendo. Il malcapitato giaceva tumefatto nel mezzo del vicolo che costeggiava l'osteria, li venne lasciato a meditare sulle sue malefatte.

- Hermione, per favore, modifica la memoria a questo Troll. Non deve ricordare niente su di noi, il resto lasciaglielo. -

- Oblivion! - Pronunciò Hermione dopo aver estratto la bacchetta.

- Molto bene! Presto andiamocene. -